in attesa dei censimenti primaverili, vi giro un documento (mi scuso in anticipo perchè è in inglese) che può dare spunti di riflessione.
in attesa dei censimenti....un pò di discussione sull'affidabilità delle stime
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in attesa dei censimenti....un pò di discussione sull'affidabilità delle stime
Buonasera,
in attesa dei censimenti primaverili, vi giro un documento (mi scuso in anticipo perchè è in inglese) che può dare spunti di riflessione.
Tag: Nessuno👍 3 -
se solo qui oltre a metodi scientifici per pianificare gli abbattimenti, ci fossero anche reali controlli sul numero di capi abbattuti...
Purtroppo sta sfuggendo di mano, la notte è il far west.
ps: hai pubblicazioni sui metodi di censimento del cinghiale e sulle previsioni di crescita delle popolazioni? (ormai tocca pure tenere in conto la PSA, diverrà endemica come il SARS-CoV-2)«Contro di te sarei preda o predatore?» -
Argomento molto interessante.
Parlando di ungulati poligastrici è difficile vedere un calo repentino da un anno all’altro in una zona che non abbia avuto qualche particolare epidemia che abbia comportato una mortalità elevata piuttosto che eventi meteorologici estremi..
in condizioni di normalità se oggi abbiamo nel nostro distretto 500 caprioli.. l’anno dopo difficilmente ne troveremo la metà (o il doppio).
Sul cinghiale invece possono esserci fattori che influenzano più marcatamente la densità locale.. ma dal lato suo il cinghiale è,come la volpe, una specie difficile da censire è tutto sommato direi che non ci sia neanche tutta questa utilità a sapere quanti cinghiali ci sono in un dato territorio specialmente laddove c’è eradicazione o un territorio particolarmente vocatoCommenta
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Sono certamente studi interessanti.
Ma a chi e cosa servono veramente? Sicuramente quando si vuol decidere di iniziare a cacciare una nuova specie (come nei primi anni '90 qui in Toscana), per avere una base tecnica che giustifica l'indirizzo venatorio, ma con una popolazione assestata serve ancora farla con i metodi che tutti conosciamo?
Nei paesi Mitteleuropei, il principio base per regolare il numero degli animali selvatici cacciabili si base principalmente sull'equilibrio degli interessi contrapposti.
Faccio un esempio: se i caprioli in un certo distretto sono troppo numerosi, saranno i forestali o gli agricoltori che potrebbero richiedere i danni subiti a chi detiene i diritti di caccia su un determinato territorio e pertanto c'e' tutto l'interesse dei cacciatori ad abbassarne il numero. Viceversa se i caprioli sono pochi, saranno i cacciatori a limitare i prelievi per aumentarne il numero, dato che i diritti di caccia si pagano in base agli ettari e non sui capi abbattuti.
Sistema molto pratico, che farà arricciare il naso a qualcuno, ma funziona. L'aspetto che più mi piace di questo sistema è la responsabilizzazione individuale e la quasi inesistenza di una ingerenza burocratica diffusa.-
Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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Questo è quello che dovrebbe essere lo scopo della selezione........👍 2😞 1 -
non posso che essere d'accordo sul modello gestionale mitteleuropeo che fa perno sia su una profonda e radicata cultura e rispetto, sia su un impianto legislativo che è ben lontano dalla logica della caccia sociale, che forse andrebbe rivista in Italia.
Per quanto concerne la finalità degli studi e ricerche scientifiche, ritengo siano strumenti indispensabili sia per formare/sensibilizzare il cacciatore che per supportare/legittimare la nostra passione. Senza supporto scientifico, non esisterebbero i presupposti per la gestione e conservazione di molte specie di interesse venatorio e non...👍 4
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Credo che i censimenti (o meglio, conteggi) degli ungulati in Italia servano spesso più per responsabilizzare ed educare il cacciatore che per una effettiva utilità gestionale.
Farli a cadenza annuale ritengo sia un po’ inutile.
un tecnico faunista dovrebbe poter redarre un piano di abbattimento senza troppi sforzi laddove ci sia un minimo di storico (diciamo 5 anni) senza la necessità di avere un dato dei conteggi dell’anno corrente. La realizzazione dei piani di abbattimento è, secondo me, il dato più importante.
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qui si mormora persino di riaprire la BRACCATA in periodo riproduttivo.
Mentre migliaia di capi abbattuti non censiti.
Senza punti raccolta, senza dpi, senza standard di biosicurezza applicabili.
Siamo sull'orlo di due baratri: la PSA o la destabilizzazione ulteriore delle popolazioni di cinghiali.
E nel mentre, tutti i numeri su cui si basano gli enti sono inaffidabili, mentre accade il finimondo ogni notte..e giorno, perché le braccate non si sono ancora fermate. -
servono entrambi parimenti.
ma... c'è troppo sommerso. per non usare parole poco consone.
E in stato di emergenza psa e "invasioni" mi pare assolutamente necessario avere il polso della situazione momento per momento altro che annuale!
Gli ATC rendicontano mensilmente gli abbattimenti. che a stima oculonasale, sono dichiarati per meno di un quarto di quelli reali fra braccoletti, feriti e roadkills.
Sono per abbattere.
Non sono per le stragi che qui si prospettano.
E agire contro la PSA richiede massima strategia.
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Sempre per agevolare una lettura di sicuro interesse ho predisposto il documento tradotto in italiano avvisando che è stato utilizzato il Google Translate.File allegati👍 1Commenta
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L'attendibilità delle stime dipendono dai dati che ci si trova ad elaborare, tenendo però presente che i numeri reali sono -per esperienza- sottostimati rispetto al risultato della stima teorica. Vedasi il caso della penisola di Kalø (Danimarca) dove era stata stimata una popolazione di 70 caprioli, ma, a seguito della decisione di eradicarli, furono abbattuti oltre 210 capi: il triplo. Vi invito ad andare a vedere su Google Earth la penisola: pressoché piatta e con pochi alberi: se si sbaglia lì, così tanto, figuriamoci dalle altre parti.
Non so come mai, ma ora mi sono venute in mente le stime sulla popolazione di lupi in Italia. E che oltretutto per rimanere in tema, possono stravolgere in poco tempo una popolazione di caprioli in una determinata area. Ad esempio la mia: sono quasi scomparsi, eccetto che vicino, ma molto vicino a casa. Per cui più che fare la somma dei caprioli, sarà bene fare la sottrazione dei lupi. Ora mi taccio.Ultima modifica Alessandro il cacciatore; 08-02-24, 18:37.Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)👍 2😞 1Commenta
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Avevo già sentito di questo episodio moltissimi anni fa’, grazie per aver postato delle notizie più precise.
Dove andavo a camosci sapevo che per ogni stambecco di cui stimavo la presenza (sono stati immessi e aumentano di numero ogni anno) dopo un inverno con parecchia neve ci sarebbero stati tre camosci in meno.
Ogni specie interagisce con le altre presenti in un determinato territorio. Se andiamo tanto in montagna si arriva tutti alla stessa conclusione. -
Mountain se vai a pag. 9 del documento che ho allegato qua sotto , ci sono anche riportate altre esperienze che hanno confermato la sottostima del reale.
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Porto la mia piccola esperienza........ per i caprioli, da me in romagna (non partecipo più da diversi anni ma ricevo le notizie comunque), c'è tutti gli anni la corsa a farli il primo fine settimana dopo il 15 marzo, chiusura della caccia. Capita di essere li il 17 a censirli......... e di vedere quello che non sei riuscito a fare 2 giorni primapassa il freddo ed i pantaloni cominciano a fumare dall'attrito. Nell'ultimo quarto di secolo ci puoi regolare il meteo mondiale.......... vento da medio a forte, è capitato nevicasse, la pioggia debole al 75%, pioggia più importante al 49% (giusto per essere ottimisti), mai visto una volta il sole..... traduzione: più che "censimenti al primo verde" sembra il prolungamento del periodo finale di caccia, con sole il lunedì, mercoledì e giovedì e tempesta il fine settimana quando, lavorando, sono gli unici giorni che puoi uscire a caccia....... Caprioli oramai è merce rara ma, anche quando ce ne erano tanti, al giorno dei censimenti forse se ne vedeva uno ogni dieci.
Motivazione (è evidente che è poco utile farli così)...... se non li fai in fretta, ISPRA non ti fa partire il piano per tempo
Poi censisco in toscana (provincia di Arezzo) e li, i censimenti, iniziano tardi e finiscono direttamente attorno al 25 aprile............... e li, visto che fra i due censimenti passano circa 40 giorni, ti viene da chiederti se in Romagna siamo molto zelanti o se, ISPRA, lavora a due velocità........ mistero irrisolto
Daini e cervi si fanno, in genere, il primo fine settimana di aprile............ quasi sempre sono le giornate giuste (poi è chiaro che, la primavera, ha le sue giornate di brutto tempo, a maggior ragione in quota) e, se ti viene assegnato il posto fortunato, finisci in mezzo a più animali che in tutti gli zoo d'Italia messi assieme, specialmente la sera non verresti più via........... quanti cazziatoni che mi sono preso dal responsabile (sant'uomo, ha una pazienza con noi bimbi incredibile) perché non avevo ancora portato i moduli compilati.
Quella che poi è la gestione della caccia e le vere e proprie assegnazioni fanno spesso riferimento a principi diversi. Sul cervo, oltre ai censimenti al bramito, conta ad esempio tantissimo la percentuale dei prelievi dove si usa un parametro che è, chiaramente, errato. Si considera la percentuale di abbattimenti di tutta la provincia........... dove confluiscono dati assolutamente eterogenei. Ci sono zone chiaramente idonee con piani all'85/90% ed altre dove, per ragioni di convivenza e "politica", vengono assegnate fascette.... perché non puoi lasciare indietro nessuno....... con percentuali di abbattimento del 2/3%. Un conteggio statistico sarebbe semplice, basterebbe considerare i dati omogenei. Le zone da 80% le valuti fra loro, le zone da 2% anche...... e fornisci per l'anno dopo due numeri differenziati. Fare la media fra tutto significa considerare un 60%....... che è un valore che non esiste da nessuna parte e non è rappresentativo di nulla.
La stessa cosa capitava con i caprioli. C'erano zone con 50 animali censiti ed altre con 5. Gli animali assegnati complessivamente venivano dati in pari numero ad ogni cacciatore... ed ovviamente senza spostarne nemmeno uno dove avevi molti caprioli. Dove erano 50 ne dovevi abbattere 6, dove erano 5 magari ne dovevi abbattere 12Commenta
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Ci sono molti parametri che possono inficiare le stime oltre a quelli meteo.. anche la presenza di lupi crea distorsioni.. oltre alla predazione diretta possono incidere cambiando le abitudini degli animali.. magari evitano di uscire nei prati all’alba e aspettano giorno fatto restando nascosti nel bosco..
anche il disturbo antropico può incidere.. penso alle zone Acater a fine stagione.. animali iper allertati dalla eccessiva pressione venatoria magari vanno a rimettersi nelle zone protette temporaneamente falsando i conteggiCommenta
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Condivido un documento che illustra le metodologie utilizzate per i censimenti del capriolo in Toscana.Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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Ci sono molti parametri che possono inficiare le stime oltre a quelli meteo.. anche la presenza di lupi crea distorsioni.. oltre alla predazione diretta possono incidere cambiando le abitudini degli animali.. magari evitano di uscire nei prati all’alba e aspettano giorno fatto restando nascosti nel bosco..
anche il disturbo antropico può incidere.. penso alle zone Acater a fine stagione.. animali iper allertati dalla eccessiva pressione venatoria magari vanno a rimettersi nelle zone protette temporaneamente falsando i conteggiArs venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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Luca1990
il cinghiale...è complesso.
è gregario ma a periodi.
Le scrofe e animali sotto e intorno all'anno tendono a formare gruppi più grossi per difendere i piccoli a fine primavera e estate, per poi disperdersi in branchetti.
I verri anziani sono solenghi o al massimo due scudieri praticamente tutto l'anno, eccetto quando si malmenano per coprire qualche prescelta.
Effettivamente non saprei suggerire un metodo affidabile.
anche perchè sono territoriali solo in parte. prediligono certamente delle rimesse, ma per il cibo ed acqua possono fare decine di km e rimettersi dove capita se disturbati da cani, lupi, uomini-bracc(onieri).
Probabilmente si potrebbero censire all'uscita o al rientro dalle rimesse maggiori, perchè al pascolo non ha alcun senso.
possono pascolare insieme degli animali provenienti da territori molto distanti (da lì pure il problema della PSA).
Qui lo notiamo abbastanza perchè i cinghiali "costieri" sono abbastanza differenti da quelli di montagna/collina: taglie maggiori a pari età (probabilmente per minore pressione venatoria e abbondanza di coltivazioni), manto più chiaro (spero non per eccessiva ibridazione coi maiali, dato che noto diverse proporzioni fra torace e quarto posteriore).
Magari sono dicerie, ma effettivamente ci sono differenze evidenti anche nella qualità dei trofei e nelle taglie medie fra presila, marchesato e zona fluviale.«Contro di te sarei preda o predatore?»Commenta
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Non conosco le particolarità della tua zona. In generale per il cinghiale il dato più importante è il “censimento” dei danni. Anche perché la finalità dovrebbe essere quella della riduzione degli impatti più che della densità (le due cose non sempre vanno di pari passo).
Attualmente c’è una situazione straordinaria data dalla PSA. In questi frangenti trovo un po’ ingenuo dare la gestione in mano solo a normali cacciatori. Servirebbero figure professionali che siano in grado di operare anche con altri mezzi oltre la carabina.
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