Per il ramo venatorio, l'aumento dei retriever è sempre legato alla generalità del propietario. Di golden e labrador cilindrici se ne vedono molti ai parchetti/pisciatoi per cani. E non sono certo in mano ad usufruitori di cani da lavoro. Il loro incremento è legato a loro: i negozi Pet non li trattano, si deve usufruire dell'allevamento (come per setter e pointer).
Altro punto i cani da seguita. Difficilemente si vede cacciare la lepre con il soggetto singolo. Si tratta, nella stragrande maggioranza, di mute. Quindi, un unico cacciatore proprietario gestisce più di un soggetto. Da ritenersi poi molto importante la difficoltà di reperire i soggetti per i vari ruoli all'interno della muta. Credo che quindi si debba relazionare il numero di iscrizioni anche a tale presupposto: se non fai cucciolate e cresci i giovani, non poi scoprirne le doti ed introdurlo nel ruolo apposito nella muta. Questo più indirizzato alla lepre che ad altri selvatici. Per quello che concerne il cinghiale, vedo un doppio aspetto: se per quanto riguarda quello più puro della caccia si utilizzino ancora incroci in gran parte dell'Italia, un aspetto da non sottovalutare (e che avanza) è la consapevolezza di un avvicinamento ad una caccia più tecnica, di qualità e con cani selezionati e di razza. Limiere e girata ne sono un esempio, dato che determinate amministrazioni puntano molto su quest'aspetto. Non per ultimo, il cane da sangue in lieve aumento. Questo un po' per snobbismo dei "carabinari", dato che il 95% di tali esemplari non lavorano e/o si allenano abbastanza per essere utilizzabili concretamente sul terreno quando necessitasse la loro presenza.
Riassumendo, il LOI non rileva ciò che non può sapere, ma solo i propri dati e su tali. Le "fughe" verso canili e Pet sarebbero di competenza Enci
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