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Credo che le molle degli estrattori non siano interessate dallo "scarico" delle batterie.
Gli estrattori o meglio le molle, dovrebbero essere armate alla chiusura delle canne, nelle normali operazioni di apertura e chiusura delle stesse.
Qualche esperto potrà meglio chiarire il concetto.
Nazzareno
Concordo, Nazzareno, nel qual caso una volta chiuso il fucile e scaricate le molle degli acciarini attraverso l'utilizzo delle finte cartucce con ammortizzatori, le molle degli ejector rimangono cariche, cioè costantemente in tensione indebolendosi a lungo andare, non ti pare ?
Chiedo lumi in proposito.
Enrico
---------- Messaggio inserito alle 05:13 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 05:08 PM ----------
Originariamente inviato da Esperto e Collezionista
vorrei sapere cosa si intende esattamente per "catenelle"
La 'catenella' o 'tirantino' è la congiunzione articolata posta fra cane e forcellina della molla nella parte superiore di questa.
Ha una funzione 'snodata' che ruota su entrambe le tenute per un breve arco di cerchio tale da consentire l'arretramento del cane tramite la noce. Il problema che si verificava con questo sistema era l'usura del tirantino a contatto con la molla di armamento, quets'ultima molto più dura (temprata). Questo sistema era stato adottato per consentire una notevole diminuzione dei pesi dell'acciarino già verso la seconda metà dell'800, infatti nelle piastre degli avancarica la parte superiore della molla era a diretto contatto con la noce tramite un incavo che alloggiava la sua estremità arrotondata. Nei fucili avancarica militari, infatti, non si poneva il problema del peso e dei volumi della meccanica ed il tirantino era inesistente.
Nella foto sotto viene cerchiata l'immagine del tirantino nella cartella di un cani esterni ed il tirantino grezzo da montare in sostituzione (come si può notare una parte reca il perno di aggancio sulla noce, mentre il foro sulla parete piana veniva fatto calcolando il fattore di sviluppo del movimento della molla).
[ATTACH]50098[/ATTACH]
Grazie infinite, Bruno, per la esauriente spiegazione. Come al solito sei preciso e ben documentato, ma soprattutto appropriato nell'uso dei termini tecnici di ciascun componente.
Ciao Gaetano come stai? Caro amico mi fà piacere sentirti, agli amici tra cui Enrico che saluto che hanno il dubbio di come mandiamo a riposo le molle degli ejector dovremo giustamente smontare il fucile e riporlo in cassetta come facciamo con i fucili fini. vi rimando a questo tread:
Ciao Gaetano come stai? Caro amico mi fà piacere sentirti, agli amici tra cui Enrico che saluto che hanno il dubbio di come mandiamo a riposo le molle degli ejector dovremo giustamente smontare il fucile e riporlo in cassetta come facciamo con i fucili fini. vi rimando a questo tread:
Ilbraccoitaliano.net il forum sulla caccia e la cinofilia
Grazie infinite, Marino, ora mi è tutto più chiaro. Tuttavia, dover smontare il fucile per mettere a riposo anche le molle degli ejector, relegandolo all'interno della sua valigetta, mi sembra alquanto penalizzante dal momento che è bello vederlo esposto sulla rastrelliera o nel mobile porta fucili per poterlo prendere in mano e rimirarlo ogni qual volta lo desideri.
A proposito, ti ho inviato qualche mail, ma non ho finora ricevuto risposta. Forse ti ho chiesto troppo.
Grazie infinite, Marino, ora mi è tutto più chiaro. Tuttavia, dover smontare il fucile per mettere a riposo anche le molle degli ejector, relegandolo all'interno della sua valigetta, mi sembra alquanto penalizzante dal momento che è bello vederlo esposto sulla rastrelliera o nel mobile porta fucili per poterlo prendere in mano e rimirarlo ogni qual volta lo desideri.
A proposito, ti ho inviato qualche mail, ma non ho finora ricevuto risposta. Forse ti ho chiesto troppo.
Un cordialissimo saluto.
Enrico
Ciao Enrico hai ragione dover riporre in cassetta i nostri fucili e' dura ma e' l'unico mezzo credo x poter mettere a riposo le molle degli ejector.
Mi scuso formalmente con te e faccio pubblica ammenda ma ho letto il tuo mp ma in questo perioodo ho avuto un matrimonio e un battesimo ed inoltre ho problemi che mi affliggono un piede (una noiosa sesamoidite) che nn mi hanno permesso d risponderti, appena posso provvedo in merito, scusandomi ancora con te ti saluto cordialmente
Marino
CHI CREDE CHE TUTTO ABBIA UN INIZIO ED UNA FINE.....NON POSSIEDE UN BREDA L.R. MARINO
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In merito alla messa a riposo degli estrattori, ho notato che il mio S3 quando lo apro facendo armare, senza espellere i bossoli, chiudendo tenendo premuto entrambi i grilletti, oltre a disarmare i cani, si disarmano uno per volta anche gli estrattori facendo due manovre, è normale?
una adeguata risposta al suo quesito potrebbe dargliela Gianluca Garolini, persona competente e appassionata dei sovrapposti Beretta, ma anche il noto esperto restauratore Bruno Biscuso, entrambi attivi nel nostro Forum.
Per completare la descrizione della funzione della 'catenella' o 'tirantino' riporto una nota tecnica che ho inserito in una delle mie 'riflessioni telematiche' che occasionalmente pubblico in rete.
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Accadeva spesso che durante una gara di tiro al piccione la batteria si rompesse provocando forti disagi ai tiratori ed al betting collegato. Questi eventi negativi portarono la Beretta alla modifica della meccanica della piastra dei sovrapposti della serie S0 già dagli anni '60.
Fino a quegli anni erano molto in auge le doppiette a cani esterni, più economiche ed abbordabili come prezzo dai ceti meno agiati, ma che pian piano si avvicinavano agli 'automatici' a mollone, copiati, come concetto mecccanico di riarmo, dal capostipite Browning.
Ritornando alla 'catenella', si può affermare che quasi tutte le armi che montavano la molla a lamina, il 95% delle produzioni, avevano questo particolare di congiunzione alla noce che nella sua fase di armamento percorreva un breve angolo di rotazione ogni volta che si armava e disarmava la batteria. Questo continuo movimento che si esercita fra la forcellina della molla (molto dura in quanto soggetta a tempra) ed il piccolo segmento in consueto acciaio produce un usura che con l'andar del tempo tende a rompere l'occhiello dove uno dei due perni si incernierano con la molla oppure con la noce.
Di seguito le foto della piastra e del tirantino, nel catalogo dei ricambi di Tonolini di Brescia, mentre nell'ultima foto un tirantino appena smontato da un fucile per la riparazione e dove si nota la forte ovalizzazione del perno che in breve tempo avrebbe portato alla rottura dell'anello, così come avveniva nella serie S0.
Ringrazio l'esperto collezionista per il dettaglio della descrizione, molto utile per capire la meccanica dell'so, il mio quesito è un'altro io chiedo chiarimenti in merito agli estrattori di primo tipo brevetto 1934, che a mio parere ho notato, aprendo il fucile So3 del 34, senza espellere i bossoli tenendo tirati i grilletti e chiudendo l'arma, per poi rifare la manovra ho notato che l'arma scarica gli espulsori cioè non espelle. Se invece si apre la prima volta fino infondo espelle normalmente, la domanda: è un funzionamento meccanico tutto ciò? non so se mi sono spiegato ma grazie a prescindere
Originariamente inviato da Esperto e Collezionista
Per completare la descrizione della funzione della 'catenella' o 'tirantino' riporto una nota tecnica che ho inserito in una delle mie 'riflessioni telematiche' che occasionalmente pubblico in rete.
Ancora grazie, Bruno, per le ulteriori notizie sulla funzione della "catenella".
Buonasera Signori del Forum, ho seguito con molto interesse il dibattito sulla paternità di questa doppietta Franchi. Sperando di fare cosa gradita, pubblico le foto della mia arma matr.8003 acquistata circa quattro anni fà che mi sembra uguale alla doppietta in questione del Gent.mo Sig. Toldo. Mi scuso per la qualità delle immagini:appena possibile, se necessario, le sostituirò con altre di migliore definizione.
Alcune personalissime considerazioni su quest'arma:
non ritrovandola su nessun catalogo e presentando caratteristiche similari ai modelli Aquila e Nibbio ed escludendo la Diana anteguerra che presentava la chiusura a testa di bambola (caratteristica peculiare,come dai pochi cataloghi in mio possesso) come pure il mod. Diana successivo di ben altre caratteristiche ed escludendo altresì l'economico mod.117 che, come riferitomi, risulterebbe sprovvisto di conchiglie di rinforzo, potrebbe essere una versione non ufficiale,ma "ufficiosa" dei primi due modelli citati, prodotti con bascule ed altri componenti rimasti a disposizione nel deposito della Franchi.
Cordialità
Lapo Luigi
...Chiedo scusa dell'errore: solo questa è la foto della doppietta in tema che sostituisce la prima (sempre Franchi) della sequenza che ho pubblicato sopra
Cordialità
Lapo luigi
...Chiedo scusa dell'errore: solo questa è la foto della doppietta in tema che sostituisce la prima (sempre Franchi) della sequenza che ho pubblicato sopra
Cordialità
Lapo luigi
Sì, Luigi, la foto che hai inviato per ultimo si riferisce ad una doppietta della S.A. L.Franchi uguale alla mia, mentre le altre dovrebbero riguardare il modello 117, in catalogo nel 1949, che si differenzia dalle nostre due dalla mezza conchiglia che abbraccia i percussori e dall'assenza delle "orecchie" ai lati dei seni di bascula della culatta, nonchè dall'assenza delle ricche incisioni "all'inglesina" sulle cartelle e sull'intera bascula.
Se osservi bene i piani della bascula e/o delle canne della prima dovresti notare inciso il n. 117, che si riferisce appunto al relativo modello, così come evidenziato nelle foto che allego, relative ad altro analogo modello.
Per quanto concerne la seconda doppietta, dovresti postare le foto, in alta definizione ( o macro ), dei piani delle canne e della bascula, così sarà possibile
avere un'idea più precisa.
Nell'attesa, invio cordiali saluti e ringraziamenti.
Buonasera Signori del Forum, ho seguito con molto interesse il dibattito sulla paternità di questa doppietta Franchi. Sperando di fare cosa gradita, pubblico le foto della mia arma matr.8003 acquistata circa quattro anni fà che mi sembra uguale alla doppietta in questione del Gent.mo Sig. Toldo. Mi scuso per la qualità delle immagini:appena possibile, se necessario, le sostituirò con altre di migliore definizione.
Alcune personalissime considerazioni su quest'arma:
non ritrovandola su nessun catalogo e presentando caratteristiche similari ai modelli Aquila e Nibbio ed escludendo la Diana anteguerra che presentava la chiusura a testa di bambola (caratteristica peculiare,come dai pochi cataloghi in mio possesso) come pure il mod. Diana successivo di ben altre caratteristiche ed escludendo altresì l'economico mod.117 che, come riferitomi, risulterebbe sprovvisto di conchiglie di rinforzo, potrebbe essere una versione non ufficiale,ma "ufficiosa" dei primi due modelli citati, prodotti con bascule ed altri componenti rimasti a disposizione nel deposito della Franchi.
Cordialità
Lapo Luigi
Luigi,
le caratteristiche che hai evidenziato, simili cioè ai modelli Aquila e Nibbio, mi erano state a suo tempo sottolineate anche dal Sig. Giovanni ZULLI, contitolare della famosa armeria Desenzani di Brescia, che ha lavorato a lungo in Franchi.
Nella circostanza, il Sig. ZULLI, che propendeva per il modello Aquila fuori serie, più che per altri, aveva avanzato l'ipotesi che si potesse trattare di una doppietta realizzata nel dopoguerra, presumibilmente utilizzando giacenze di magazzino ( in quel caotico periodo tutto era possibile ), peraltro non inserita in catalogo dove, già nel 1949, erano scomparsi i modelli anteguerra Aquila e Nibbio, mentre apparivano i modelli Diana49 e Diana 49S, sostanzialmente modificati, assieme al modello più economico 117.
Buongiorno a tutti, chiedo aiuto a voi esperti conoscitori di armi in merito ad una doppietta Beretta cal 16 cani esterni appartenuta ad uno zio di mio...
Dopo averne ereditata un'altra da un parente defunto, cedo ad euro 50 causa esubero in rapporto ai posti disponibili in vetrina questa bella doppietta...
Cedo doppietta Franchi Astore S anno 1959, canne 70 3-1 (forate 18,5 entrambe, strozzature 6 e 10/10) in acciaio Bohler Blitz, internamente in buono stato,...
11-01-24, 22:44
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