qualcuno sa dirmi qualcosa di pasquale varriale
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qualcuno sa dirmi qualcosa di pasquale varriale
salve a tutti, sono venuto in possesso di una doppietta a cani esterni in calibro 16 pasquale varriale, la doppietta internamente e messa bene e le canne sono buone, ovviamente non sono cromate ma sono prive di camolature e sane, esternamente e da sistemare sia la brunitura che il damasco, mi piacerebbe restaurarla ma non conoscendo questo costruttore e nemmeno quanto può costare restaurare una canna damascata, mi piacerebbe saperne qualcosa sia sul costruttore sia su quanto può costare e soprattutto se ne vale la pena restaurarla, non vorrei affrontare una spesa enormemente più alta della doppietta poi restaurata, ringrazio fin da ora chi mi potrà aiutare a capire -
Dai una letta qui e capirai gia' qualcosa...[:D]salve a tutti, sono venuto in possesso di una doppietta a cani esterni in calibro 16 pasquale varriale, la doppietta internamente e messa bene e le canne sono buone, ovviamente non sono cromate ma sono prive di camolature e sane, esternamente e da sistemare sia la brunitura che il damasco, mi piacerebbe restaurarla ma non conoscendo questo costruttore e nemmeno quanto può costare restaurare una canna damascata, mi piacerebbe saperne qualcosa sia sul costruttore sia su quanto può costare e soprattutto se ne vale la pena restaurarla, non vorrei affrontare una spesa enormemente più alta della doppietta poi restaurata, ringrazio fin da ora chi mi potrà aiutare a capire
...Pasquale Varriale era un armaiolo raffinato, appassionato di tecnologia armiera e gestiva un’armeria in Napoli, successivamente passata suoi eredi, frequentata dalla “gente bene” un po’ di tutto il centro-Sud. Non per nulla il nonno del mio amico per ordinare lo schioppo si era spostato da Molfetta, 25 km. a nord di Bari, a Napoli. Viaggio ora “nullius momenti”, all’epoca faticoso ed impegnativo...
...Don Pasquale Varriale, dicevamo, era un appassionato e anche ai suoi tempi uno dei grandi crucci dei costruttori, fabbricanti ed utilizzatori di doppiette era questo famoso, angosciante “scollamento” del vivo di culatta dalla faccia di bascula. Ogni appassionato dava il proprio contributo alla soluzione del problema; chi sulle riviste o sui libri, chi sul campo. E Don Pasquale s’inventò la “sua” chiusura, che impose, ovviamente, a chi voleva ordinare un fucile nuovo nella sua armeria ed alla fabbrica che doveva realizzarlo. In sostanza partì da una Puppet head Westley Richards, allungò il prolungamento della bindella e ci piazzò nel mezzo un bel foro, ma quadrato, della Greener ; ovviamente nella bascula si trovano gli scassi corrispondenti ed il traversino sia della WR che della Greener. Altrettanto ovvio che l’incremento di sicurezza dovuto all ’aggiunta di una seconda chiusura è verosimilmente “compensato” dalla maggior fragilità della bascula, fortemente scavata, e dal rischio dovuto allo scasso quadrato della “pseudo Greener”
La chiusura Varriale;ben evidenti la testa di bambola posteriore, lo scasso ed il perno ( quadro, in questo caso) della “componente” Greener.
Evidentemente o la chiusura era ritenuta valida o il fornire Varriale doveva essere un privilegio ed un business cui i produttori volevano rinunciare; io personalmente propendo per la seconda ipotesi e mi chiedo: Perché quel raddoppiare, quel sommare due sistemi obbiettivamente validi e collaudati, un po’ come usare insieme cintura e bretelle? Non possiamo che ipotizzare. Alcuni ritengono che Varriale non considerasse affidabili le tecniche di lavorazione dei metalli, ma ricordiamo che all’epoca erano in circolazione dei fucili, soprattutto rigati, ritenuti ancora oggi mostri sacri di affidabilità.
Basterà citare i vari Mauser, quello “argentino” DWM in testa, i cui otturatori sono ancora ricercati dai costruttori di carabine custom.
Il nostro era convinto dell’utilità del proprio progetto, ritenendo che le caratteristiche positive di obbiettiva solidità della chiusura sovrastassero quelle negative (fondamentalmente l’imponente scasso della bascula) o volle comunque tramandare il proprio nome ai posteri con un progetto comunque originale? Ovviamente non considerava negativo il famoso traversino quadrato...
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Caro Giobica, sei davvero una meravigliosa persona, sempre pronto a dare una mano a chi chiede consigli, notizie, suggerimenti o pareri. Come altri Amici del Forum, che purtroppo non ho la possibilità di vederere, annovero anche Te (con il tuo permesso) tra gli Uomini importanti (per me) da incontrare.
Con Amicizia, Stima e Affetto [:-golf]
pieroHomo Homini Lupus
"l'uomo è un lupo per l'uomo" (Plauto)Commenta
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Giobica questa non è farina del tuo sacco ma di un Signore che non c'è più e che dobbiamo ricordare: Mauro Minervini!Dai una letta qui e capirai gia' qualcosa...[:D]
...Pasquale Varriale era un armaiolo raffinato, appassionato di tecnologia armiera e gestiva un’armeria in Napoli, successivamente passata suoi eredi, frequentata dalla “gente bene” un po’ di tutto il centro-Sud. Non per nulla il nonno del mio amico per ordinare lo schioppo si era spostato da Molfetta, 25 km. a nord di Bari, a Napoli. Viaggio ora “nullius momenti”, all’epoca faticoso ed impegnativo...
...Don Pasquale Varriale, dicevamo, era un appassionato e anche ai suoi tempi uno dei grandi crucci dei costruttori, fabbricanti ed utilizzatori di doppiette era questo famoso, angosciante “scollamento” del vivo di culatta dalla faccia di bascula. Ogni appassionato dava il proprio contributo alla soluzione del problema; chi sulle riviste o sui libri, chi sul campo. E Don Pasquale s’inventò la “sua” chiusura, che impose, ovviamente, a chi voleva ordinare un fucile nuovo nella sua armeria ed alla fabbrica che doveva realizzarlo. In sostanza partì da una Puppet head Westley Richards, allungò il prolungamento della bindella e ci piazzò nel mezzo un bel foro, ma quadrato, della Greener ; ovviamente nella bascula si trovano gli scassi corrispondenti ed il traversino sia della WR che della Greener. Altrettanto ovvio che l’incremento di sicurezza dovuto all ’aggiunta di una seconda chiusura è verosimilmente “compensato” dalla maggior fragilità della bascula, fortemente scavata, e dal rischio dovuto allo scasso quadrato della “pseudo Greener”
La chiusura Varriale;ben evidenti la testa di bambola posteriore, lo scasso ed il perno ( quadro, in questo caso) della “componente” Greener.
Evidentemente o la chiusura era ritenuta valida o il fornire Varriale doveva essere un privilegio ed un business cui i produttori volevano rinunciare; io personalmente propendo per la seconda ipotesi e mi chiedo: Perché quel raddoppiare, quel sommare due sistemi obbiettivamente validi e collaudati, un po’ come usare insieme cintura e bretelle? Non possiamo che ipotizzare. Alcuni ritengono che Varriale non considerasse affidabili le tecniche di lavorazione dei metalli, ma ricordiamo che all’epoca erano in circolazione dei fucili, soprattutto rigati, ritenuti ancora oggi mostri sacri di affidabilità.
Basterà citare i vari Mauser, quello “argentino” DWM in testa, i cui otturatori sono ancora ricercati dai costruttori di carabine custom.
Il nostro era convinto dell’utilità del proprio progetto, ritenendo che le caratteristiche positive di obbiettiva solidità della chiusura sovrastassero quelle negative (fondamentalmente l’imponente scasso della bascula) o volle comunque tramandare il proprio nome ai posteri con un progetto comunque originale? Ovviamente non considerava negativo il famoso traversino quadrato...
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie....Commenta
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E chi ha detto che e' farina del mio sacco ??? Ho solo invitato a leggere, e se noti ho punteggiato, mi pare evidente che ho tratto dal web come pure la foto
che non e' del mio sacco...Commenta
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Gentile Giobica, non avresti informazioni su altro armaiolo napoletano, tale Antonio Pedersoli - originario di brescia ed attivo a Napoli nella seconda metà del 1800, con negozio a via Toledo?
vorrei sapere della eventuale qualità delle armi di sua produzione per lo stesso motivo di restauro. Grazie.Commenta
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Diciamo che Don Pasquale Varriale modificò la "testa di bambola" rotonda della W.R. in una sorta di "Badile" per ovvie facilitazioni costruttive ed aggiunse la sua 4^ chiusura trasversale (il tipico scasso posteriore, sul prolungamento di bindella ove è alloggiata la 3^ Greener) della cui maggior tenuta, rispetto al solo perno quadro della Greener, nutro qualche ...... dubbio...Commenta
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Concordo con JK6/b, storicamente la quadruplice chiusura di Varriale, sebbene copiata non solo dai nostri italici armaioli, non suscitò molti entusiasmi, anzi molte critiche vennero proprio dagli esperti del settore, non solo per le difficoltà esecutive, piuttosto per l'indebolimento della faccia di bascula causata dall'iserimento di una ulteriore chiusura superiore. Del resto a risolvere tutti i problemi della duplice Purdey e delle successive triplici che siano quella di Greener o quella a testa di bambola di Westley Richards, ci pensarono i Zanotti con la tre giri di compasso.Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie....Commenta
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Ad integrazione di quanto detto aggiungo che la chiusura Varriale aveva una certa diffusione e reputazione in Europa; infatti sono in possesso di una doppietta belga, di una certa distinzione, di cui non sono riuscito a risalire al produttore,Sulla bindella riporta la scritta Gran Prix 1906 . peraltro in ottime condizioni e che uso con una certa frequenza,pur avendo camera da 65 mm.Ebbene la doppietta in questione è munita di chiusura Varriale come si può evincere dalla scritta al prolungamento della bindella ove è scritto "Fermeteure Varriale".


Celestino BasagniCommenta
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Gentile Celestino, mi permetto di segnalarle l'ellisse con la corona interna, subito vicino a quello con la corona esterna del banco di prova di Liegi (ELG).Ad integrazione di quanto detto aggiungo che la chiusura Varriale aveva una certa diffusione e reputazione in Europa; infatti sono in possesso di una doppietta belga, di una certa distinzione, di cui non sono riuscito a risalire al produttore,Sulla bindella riporta la scritta Gran Prix 1906 . peraltro in ottime condizioni e che uso con una certa frequenza,pur avendo camera da 65 mm.Ebbene la doppietta in questione è munita di chiusura Varriale come si può evincere dalla scritta al prolungamento della bindella ove è scritto "Fermeteure Varriale".



Ritengo molto probabile che sia il punzone tipico della "Manufacture Liégeoise d'armes à feu", attiva fino al 1929.
Detto punzone conteneva una corona, le lettere M e L ,affiancate al centro, e una stellina in basso. Anche la scritta Grand Prix 1906, ricorda la casa.
Cordialità.
---------- Messaggio inserito alle 07:29 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 07:16 PM ----------
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Ne ho una ugualeGentile Celestino, mi permetto di segnalarle l'ellisse con la corona interna, subito vicino a quello con la corona esterna del banco di prova di Liegi (ELG).
Ritengo molto probabile che sia il punzone tipico della "Manufacture Liégeoise d'armes à feu", attiva fino al 1929.
Detto punzone conteneva una corona, le lettere M e L ,affiancate al centro, e una stellina in basso. Anche la scritta Grand Prix 1906, ricorda la casa.
Cordialità.
---------- Messaggio inserito alle 07:29 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 07:16 PM ----------


---------- Post added at 08:01 PM ---------- Previous post was at 07:45 PM ----------
La mia è in Cal 12, bascula e chiusure sono identicheCommenta
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bene! quindi pasquale varriale costruiva doppiette "fini" cercherò di inserire delle foto della doppietta quanto prima per leggere il vostro pensiero e i vostri consigli, anche perché questa ricerca mi sta affascinando e incuriosendo non pocoCommenta
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No assolutamente non erano doppiette fini , forse x lui che si era inventato una quarta sicura che non serviva a niente, bensì a indebolire la faccia di bascula. Sui libri del mitico Lupi , era una invenzione senza capo e senza coda.
Cari salutiCommenta
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Le M L erano armi oneste, molto robuste che, se ben trattate con la giusta pulizia dai residui delle polveri esplose, duravano ben oltre la vita attiva del primo possessore.
In Romagna ne arrivarono parecchie e vennero chiamate, erroneamente, Cockerill dal nome dell'acciaio delle canne.
L'arma fine era un'altra cosa anche se, ad onor del vero, anni fa, ebbi, per le mani, una doppietta M L di gamma alta ed ammetto che era fatta veramente molto bene. A costruirla, oggi, costerebbe una piccola fortuna.
Sulla chiusura Varriale, concordo con l'amico ed altri tecnici; si trattò, fondamentalmente, di un'arzigigolo costruttivo derivato dalla ricerca dell'originalità che, in quegl'anni, ferveva. In realtà e nella pratica, eliminava materiale deputato alla tenuta, inserendo un inutile ulteriore punto di presa su parte già coinvolta nell'azione di chiusura.
Ma non vi è dubbio che, al signor Pasquale Varriale, fu utile.......Commenta
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