Arrosto di cinghiale ai fichi

Comprimi

Riguardo all'autore

Comprimi

Sep Scopri di più su Sep
X
 
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi
  • Sep
    ⭐⭐
    • Dec 2018
    • 347
    • Potenza
    • Setter inglese

    #1

    Arrosto di cinghiale ai fichi

    Nella mia famiglia il cinghiale si è sempre mangiato in un solo modo, cioè stufato in salmì. Ricetta squisita per carità, tanto che un procugino l’ha adoperata come base per il cinghiale che ha messo in carta nel suo ristorante, ma se lo mangi da una vita dopo un po’ viene a noia.
    È per questo che il cinghiale caduto in selezione quest’estate (una 70ina di chili abbondanti) ho preferito macellarlo un po’ più finemente e anziché ridurlo interamente a spezzatino, ho serbato i lacerti ed i filetti interi (con sommo disappunto di mio padre).
    La prima ricette che ne è scaturita è quella in titolo.

    Ingredienti.
    Filetto o lacerto di cinghiale (io ho utilizzato due lacerti che dovrebbero essere più teneri)
    Lardo tagliato molto sottile
    Vino rosso corposo (aglianico del vulture nel mio caso)
    1 cipolla
    Pepe nero
    Fichi neri freschi.

    Marinata:
    Vino rosso (vedi sopra)
    Ginepro
    Rosmarino
    Alloro
    Salvia
    Timo

    Preparazione.
    Marinare la carne per 24h.
    Dopo la marinatura asciugare la carne attentamente e legare stretto il pezzo con spago da arrosti per evitare che si deformi in cottura.



    In padella con un po’ d’olio far sciogliere il lardo a fuoco basso.
    Quando il lardo si è sciolto alzare la fiamma e far rosolare per bene la carne su tutti i lati (15’ circa)
    Preriscaldare il forno a 250*.
    Una volta ben rosolata, salare e pepare la carne su tutti i lati ed infornarla a 200* (10’ ogni 100g di carne) avendo cura di irrorarla ogni tanto con il suo sugo o con una spruzzata di vino rosso.



    Nel fondo di cottura, a fuoco vivo mettere la cipolla, farla imbiondire poi aggiungere i fichi, salare e pepare il tutto e dopo poco sfumare con un paio di bicchieri di vino. Quando i fichi si sono disfatti, prima che tutto il vino si sia asciugato, frullare il tutto a formare un composto denso.
    Tenere il composto caldo ma non bollente.

    Una volta ultimata la cottura della carne adagiarla su un letto di crema di fichi ed irrorare il tutto con il sugo dell’arrosto.




  • Alessandro il cacciatore
    🥇🥇
    • Feb 2009
    • 20199
    • al centro della Toscana
    • Deutsch Kurzhaar

    #2
    Bella ricetta! E bella l'idea di mettere un frutto mediterraneo.
    L' abbinamento di qualcosa di dolce con la selvaggina a me piace molto. Una antica ricetta toscana, il dolceforte, prevede il cioccolato fondente sia per la lepre che per il cinghiale. La marmellata di mirtilli oltralpe te la ritrovi sempre nel piatto se si tratta di selvaggina.
    Complimenti.
    Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

    Commenta

    • silvio roncallo
      ⭐⭐⭐
      • Dec 2006
      • 5650
      • genova, Genova, Liguria.
      • spinone

      #3
      Originariamente inviato da Alessandro il cacciatore
      ....Una antica ricetta toscana, il dolceforte, prevede il cioccolato fondente sia per la lepre che per il cinghiale. .



      La famosa "lepre al cacao"? ne ho sentito parlare ma mai assaggiata
      silvio

      Commenta

      • trikuspide
        ⭐⭐⭐
        • Jan 2019
        • 5795
        • Sicilia

        #4
        Nel mio dolceforte non metto cioccolata ma pinoli ed uva passa...
        ".. appostati per tempo e aspetta immobile. La preda scruterá a lungo l'ambiente circostante , se nel mentre ti sarai mosso per quella sera non vedrai nulla!"

        Commenta

        • Alessandro il cacciatore
          🥇🥇
          • Feb 2009
          • 20199
          • al centro della Toscana
          • Deutsch Kurzhaar

          #5
          Originariamente inviato da silvio roncallo
          La famosa "lepre al cacao"? ne ho sentito parlare ma mai assaggiata
          Sì, a me piace molto. Specialmente con il cinghiale si ha un bel contrasto di gusti.
          Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

          Commenta

          • silvio roncallo
            ⭐⭐⭐
            • Dec 2006
            • 5650
            • genova, Genova, Liguria.
            • spinone

            #6
            ... e cosa ci bevi in accompagnamento??????
            silvio

            Commenta

            • Sep
              ⭐⭐
              • Dec 2018
              • 347
              • Potenza
              • Setter inglese

              #7
              Originariamente inviato da silvio roncallo
              ... e cosa ci bevi in accompagnamento??????
              Bè io non ho avuto dubbi ed ho optato per il mio di vino, lo stesso aglianico tutto corpo che ho usato nella preparazione del piatto (e che mi ha consentito di fare un pranzo completamente autoprodotto se si fa eccezione del ginepro, del pepe e del sale), ma visti i sapori in gioco non ci vedrei affatto male un rosso corposo che abbia fatto appassimento delle uve sui graticci(tipo amarone insomma, ma oramai sono molti i rossi secchi che fanno appassimento).

              Commenta

              • Yed
                ⭐⭐⭐
                • Sep 2012
                • 6379
                • Pordenone
                • Segugio Bavarese di montagna

                #8
                Originariamente inviato da Sep
                Nella mia famiglia il cinghiale si è sempre mangiato in un solo modo, cioè stufato in salmì. Ricetta squisita per carità, tanto che un procugino l’ha adoperata come base per il cinghiale che ha messo in carta nel suo ristorante, ma se lo mangi da una vita dopo un po’ viene a noia.
                È per questo che il cinghiale caduto in selezione quest’estate (una 70ina di chili abbondanti) ho preferito macellarlo un po’ più finemente e anziché ridurlo interamente a spezzatino, ho serbato i lacerti ed i filetti interi (con sommo disappunto di mio padre).
                La prima ricette che ne è scaturita è quella in titolo.

                Ingredienti.
                Filetto o lacerto di cinghiale (io ho utilizzato due lacerti che dovrebbero essere più teneri)
                Lardo tagliato molto sottile
                Vino rosso corposo (aglianico del vulture nel mio caso)
                1 cipolla
                Pepe nero
                Fichi neri freschi.

                Marinata:
                Vino rosso (vedi sopra)
                Ginepro
                Rosmarino
                Alloro
                Salvia
                Timo

                Preparazione.
                Marinare la carne per 24h.
                Dopo la marinatura asciugare la carne attentamente e legare stretto il pezzo con spago da arrosti per evitare che si deformi in cottura.



                In padella con un po’ d’olio far sciogliere il lardo a fuoco basso.
                Quando il lardo si è sciolto alzare la fiamma e far rosolare per bene la carne su tutti i lati (15’ circa)
                Preriscaldare il forno a 250*.
                Una volta ben rosolata, salare e pepare la carne su tutti i lati ed infornarla a 200* (10’ ogni 100g di carne) avendo cura di irrorarla ogni tanto con il suo sugo o con una spruzzata di vino rosso.

                Nel fondo di cottura, a fuoco vivo mettere la cipolla, farla imbiondire poi aggiungere i fichi, salare e pepare il tutto e dopo poco sfumare con un paio di bicchieri di vino. Quando i fichi si sono disfatti, prima che tutto il vino si sia asciugato, frullare il tutto a formare un composto denso.
                Tenere il composto caldo ma non bollente.

                Una volta ultimata la cottura della carne adagiarla su un letto di crema di fichi ed irrorare il tutto con il sugo dell’arrosto.

                Interessante l'uso dei fichi, ma le sementineeee per i diverticolatiiii sono un disastro! Però, ora impossibile (è finita la stagion dei fichi) ma un'altr'anno.... provvederò alla estrazione dei succhi e a provare la tua ricetta. Il sughetto non sarà così corposo, ma con un po' di farina di riso cercherò di fare il possibile x non farlo sbrodolare sul piatto.[:D][vinci]
                Quello che tu chiami lacerto da noi si chiama filetto ed è il primo e tenerissimo taglio (che tralaltro non avrebbe bisogno di frollatura) ad essere mangiato; sempre meglio farla comunque, ne guadagna il gusto.
                Grazie per l'idea e alla prossima. NB: L'Amarone: ottimo con la selvaggina!
                [emoji106][emoji106][emoji106][brindisi][brindisi][brindisi]

                Commenta

                • Sep
                  ⭐⭐
                  • Dec 2018
                  • 347
                  • Potenza
                  • Setter inglese

                  #9
                  Originariamente inviato da Yed
                  Interessante l'uso dei fichi, ma le sementineeee per i diverticolatiiii sono un disastro! Però, ora impossibile (è finita la stagion dei fichi) ma un'altr'anno.... provvederò alla estrazione dei succhi e a provare la tua ricetta. Il sughetto non sarà così corposo, ma con un po' di farina di riso cercherò di fare il possibile x non farlo sbrodolare sul piatto.[:D][vinci]
                  Quello che tu chiami lacerto da noi si chiama filetto ed è il primo e tenerissimo taglio (che tralaltro non avrebbe bisogno di frollatura) ad essere mangiato; sempre meglio farla comunque, ne guadagna il gusto.
                  Grazie per l'idea e alla prossima. NB: L'Amarone: ottimo con la selvaggina!
                  [emoji106][emoji106][emoji106][brindisi][brindisi][brindisi]
                  Anzitutto grazie a te. In realtà anche qui si fa piuttosto confusione, ma il lacerto sarebbe il sottofesa ed è molto più piccolo del filetto (in una bestia tra i 70 e gli 80 kg pesavano 300 g l’uno), ma per i filetti, che pure ho da parte in ghiacciaia, credo di avere in serbo una fine se non uguale, almeno simile. Per quanto riguarda i fichi, i semini in effetti possono risultare un problemi per i diverticoli, ma potresti risolvere, anziché frullando, passando il tutto con un passino col setaccio fine (ci metti un po’ di più ma dovresti riuscire ad evitarli).

                  Commenta

                  • Oizirbaf
                    Moderatore Buona Forchetta
                    • Nov 2014
                    • 2109
                    • Milano

                    #10
                    certo che la confusione terminologica nell'ambito delle carni regna sovrana. Basta cambiare "via" ed ecco che il nome ed il significato del medesimo cambia radicalmente!
                    Per fortuna coda e muso non si confondono perchè sarebbe veramenbte troppo:
                    Così per alcuni il lacerto (detto anche falso filetto) è il "lacerto di spalla:
                    Il lacerto è un taglio per arrosti bolliti stracotti brasati e umidi. Un taglio magro, detto anche falso filetto ideale per preparazioni a cottura lunga!


                    Altri chiamano il "girello" Lacerto (NA e PA). Ma il girello è una parte posteriore della coscia (a Milano: Magatello...)
                    Altri, introducono una variante: Il "girello" di spalla o Fusello ...

                    Poi, ma non è roba da mangiare...per noi...ci siamo noi medici (quelli che ci hanno preceduti nello studio dell'anatomia) per i quali il Lacerto (si chiama "Lacerto fibroso") ed è una lamina fibrosa che nell'arto superiore dall'inserzione distale del tendine del bicipite sulla tuberosità bicipitale del radio si diparte espandendosi distalmente e medialmente fondendosi con la fascia antibrachiale.
                    Quindi l'unica sicurezza che abbiamo sul "Lacerto di macelleria" sarà che nulla ha a che fare con il filetto!
                    Drool][:D][regol]
                    "...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
                    e fermalvi entro; ché non fa scienza,
                    sanza lo ritenere, avere inteso..."

                    Commenta

                    • Alessandro il cacciatore
                      🥇🥇
                      • Feb 2009
                      • 20199
                      • al centro della Toscana
                      • Deutsch Kurzhaar

                      #11
                      Originariamente inviato da silvio roncallo
                      ... e cosa ci bevi in accompagnamento??????
                      Se la domanda era rivolta a me, indovina! Di rossi adatti alla selvaggina nel raggio di pochi chilometri da qui c'e' solo l'imbarazzo della scelta. Io personalmente preferisco un chianti classico che abbia le vigne abbastanza in alto, ma non troppo, con terreno sassoso, esposte naturalmente a sud. C'è una vigna con queste caratteristiche poco sotto Castellina. I clienti di quel vino si chiamano Giove, Giunone, Diana, Saturno etc.
                      Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

                      Commenta

                      • Sep
                        ⭐⭐
                        • Dec 2018
                        • 347
                        • Potenza
                        • Setter inglese

                        #12
                        Originariamente inviato da Oizirbaf
                        certo che la confusione terminologica nell'ambito delle carni regna sovrana. Basta cambiare "via" ed ecco che il nome ed il significato del medesimo cambia radicalmente!
                        Per fortuna coda e muso non si confondono perchè sarebbe veramenbte troppo:
                        Così per alcuni il lacerto (detto anche falso filetto) è il "lacerto di spalla:
                        Il lacerto è un taglio per arrosti bolliti stracotti brasati e umidi. Un taglio magro, detto anche falso filetto ideale per preparazioni a cottura lunga!


                        Altri chiamano il "girello" Lacerto (NA e PA). Ma il girello è una parte posteriore della coscia (a Milano: Magatello...)
                        Altri, introducono una variante: Il "girello" di spalla o Fusello ...

                        Poi, ma non è roba da mangiare...per noi...ci siamo noi medici (quelli che ci hanno preceduti nello studio dell'anatomia) per i quali il Lacerto (si chiama "Lacerto fibroso") ed è una lamina fibrosa che nell'arto superiore dall'inserzione distale del tendine del bicipite sulla tuberosità bicipitale del radio si diparte espandendosi distalmente e medialmente fondendosi con la fascia antibrachiale.
                        Quindi l'unica sicurezza che abbiamo sul "Lacerto di macelleria" sarà che nulla ha a che fare con il filetto!
                        Drool][:D][regol]
                        Da quello che ricordo degli studi anatomici, lacerto vuole la sua etimologia in "lacertus-i" ossia lucertola, del che tutti i pezzi affusolati siano propriamente o impropriamente denominati in tal modo.

                        Figurarsi poi quanto ci si sono divertiti gli anatomisti classici!

                        Commenta

                        • antonio franco
                          ⭐⭐⭐
                          • Nov 2008
                          • 2145
                          • scandicci FI

                          #13
                          Qui un taglio della coscia è chiamato Lucertolo , ecco la definizione Treccani:


                          lucèrtolo s. m. [lat. lacĕrtus: v. lacerto]. – In macelleria, nome toscano del taglio di carne fra il girello e il soccoscio, chiamato a Roma controgirello, a Genova e a Napoli lacerto; nel taglio nazionale, è compreso nella polpa (di coscia).
                          Sipe e Barnesssssssssssssssssssssss

                          Commenta

                          • pointer56
                            ⭐⭐⭐
                            • Sep 2013
                            • 5185
                            • Pordenone
                            • pointer femmina Aura - bassotto tedesco a pelo duro femmina Frida

                            #14
                            Insomma, nella terminologia dei tagli di carne il casino regna sovrano, anche nelle cose più semplici. Per esempio: secondo quanto so io, il filetto è propriamente quel pezzo di carne (in verità diviso in due parti, con la colonna vertebrale a separarle), che sta sotto la sella o lombata che dir si voglia; è piccolo rispetto alla lombata ed è tenerissimo. Nel capriolo sono due pezzetti affusolati che non ho mai pesato, ma che non credo arrivino ai 250 grammi. Vi risulta? ...... Orzi?

                            Commenta

                            Argomenti correlati

                            Comprimi

                            Attendere..