Se nella presente stagione di caccia avrete prelevato un capriolo giovane o una femmina giovane, tenete presente di poterla arruolare in questa insolita ricetta.
Quando provai l’oca selvatica e l’anatra e il cinghiale alle prugne rimasi stupito dal felice connubio tra carni selvatiche e prugne secche, tanto che volli provare anche con le prede di pelo meno sapide del cinghio.
Questa la ricetta:
Ingredienti
- 1000 g di polpa di capriolo tagliato in pezzetti di ca 3 cm.
- 1 cipolla grossa dorata, o una giarratana…
- 1 fetta spessa di pancetta tesa (non affumicata) tagliata a striscioline
- Circa 20 prugne secche denocciolate (bone le “Sunsweet”)
- 750 ml di vino rosso
- Olio extravergine di oliva (75 ml)
- 4 bacche di ginepro
- Sale q.b.
- Pepe
- Un rametto di rosmarino
In una casseruola (meglio in una terrina di coccio) mettete 5 cucchiai di olio extravergine di oliva e fatevi appassire a fiamma dolce la cipolla tritata. Aggiungete la pancetta e la carne e fate dorare alzando la fiamma e rigirando che, tanto, la pancetta non seccherà perché la carne rilascerà una parte del suo succo.
Ora alzate la fiamma e versate un bicchiere di vino rosso scelto tra quelli di carattere (che tanto non è sciupato!) facendolo sfumare.
Quando il vino sarà evaporato, abbassate la fiamma, aggiungete il rosmarino, le due bacche di ginepro salate e pepate. Versate il resto del vino fino a coprire tutto lo spezzatino. Fate riprendere il bollore, coprite ed abbassate la fiamma.
Lasciate cuocere per tre quarti d’ora girando di tanto in tanto. Unite le prugne tagliate a metà e continuate la cottura aggiungendo se necessario un mezzo bicchiere d’acqua calda. Ci vorranno ancora almeno altri tre quarti d’ora, anche se una assaggiatina varrà più di qualsiasi consiglio.
Il piatto è pronto quando il sughetto si sarà addensato e la carne sarà tenera.
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