Quale condizione meteo segnala con più precisione la bontà dell''annata?

Comprimi

Riguardo all'autore

Comprimi

Lume Scopri di più su Lume
X
 
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi
  • maremmano
    ⭐⭐⭐
    • Sep 2010
    • 3013
    • grosseto
    • setter ombra e otto

    #16
    nelle mie zone le beccacce arrivano in numeri non irrisori dai primi di novembre precedentemente gli incontri sono rari ... ma se le piogge in settembre ed ottobre sono state abbondanti in alcune zone, in queste zone la tua beccaccia la trovi spesso
    Serve comunque che piova in abbondanza anche a cavallo di ottobre/novembre e questo da la sicurezza di incontrare per tutta la stagione ( poco o molto ovviamente dipende dal flusso migratorio annuale se favorevole o meno )
    anno scorso ad esempio le piogge di fine estate e di primo autunno sono state sufficienti da noi , il clima è stato piuttosto caldo nello stesso periodo e i cedui hanno tenuto foglie sino a novembre inoltrato il bosco era bello come raramente si nota , ma beccacce dove non è piovuto ad ottobre/novembre poche o niente , soprattutto in montagna : amiata e monte labro sono stati pochissimo frequentati da beccacce .. al punto che smisi di frequentarle in anticipo pure io e dirottai nel mancianese e capalbiese dove sapevo di copiose precipitazioni anche se di tipo temporalesco e ho incontrato abbastanza sin da subito ( 4/5 novembre in poi )
    ... ma ogni anno è una stagione nuova eh eh :) e sarà bella anche per questa incertezza

    Commenta

    • Francesco Petrella
      ⭐⭐⭐
      • Oct 2006
      • 4883
      • L'Aquila, Abruzzo.
      • Setter inglese

      #17
      <!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> </w:Compatibility> <w:BrowserLevel>MicrosoftInternetExplorer4</w:BrowserLevel> </w:WordDocument> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <w:LatentStyles DefLockedState="false" LatentStyleCount="156"> </w:LatentStyles> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 10]> <style> /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin:0cm; mso-para-margin-bottom:.0001pt; mso-pagination:widow-orphan; font-size:10.0pt; font-family:"Times New Roman"; mso-ansi-language:#0400; mso-fareast-language:#0400; mso-bidi-language:#0400;} </style> <![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <o:shapedefaults v:ext="edit" spidmax="1026"/> </xml><![endif]--><!--[if gte mso 9]><xml> <o:shapelayout v:ext="edit"> <o:idmap v:ext="edit" data="1"/> </o:shapelayout></xml><![endif]--> Le piogge di fine estate-inizio autunno sono indubbiamente importanti, ma più che a favorire il paso sono determinanti per far rimanere le becche in loco e per la scelta dei versanti su cui operare. Inoltre dalle condizioni del terreno dipende l’altitudine a cui operare durante l’intera stagione. Le condizioni estreme (temporali, maltempi etc) sono poco importanti perché improvvise, imprevedibili e spesso si hanno a stagione ormai avviata se non conclusa. Io cerco di guardare maggiormente le condizioni meteo durante il passo e in particolare le direzioni e l’intensità dei venti. Sono i venti che determinano il passo (anche se non esclusivamente) perché il maltempo costringe le beccacce a sloggiare, oppure anche il semplice trascorrere dei giorni le convincerà a partire , ma sarà la direzione dei venti a determinare dove passeranno e a che quota passeranno. In Abruzzo il Gran Sasso con i suoi 3.000 metri e tutte le montagne vicine costantemente intorno ai 2.000 dividono la regione lungo la dorsale nord sud in due zone completamente distinti. Abbiamo la dorsale adriatica (versante est) interessata da territori argillosi, simili ai territori marchigiani e pugliesi. Questo versante è caratterizzato da un’elevata ripidità e da una notevole presenza di acqua (esempio ne sono i magnifici Monti della Laga). Riceve direttamente le beccacce dai balcani e in caso di forte freddo ad est è interessata da flussi piuttosto abbondanti. La dorsale tirrenica (ovest) è invece caratterizzata da pendenze più dolci, ma i rilievi sono notevolmente più elevati, il terreno è principalmente roccioso. Questo versante è più interessato dai flussi provenienti dal nord Italia. In caso di forti freddi spesso i territori sono ghiacciati per lunghi periodi e le becche vanno via. Per le beccacce provenienti da est non ha nessun senso scavalcare la barriera del Gran Sasso per andare ad ovest e lo stesso vale per quelle provenienti da ovest. Il Gran Sasso divide esattamente in due la regione. Ed ecco che quindi a seconda delle annate si assiste a presenze maggiori ora a est ora ad ovest. Ho notato che tutto dipende, più che dal freddo (che sicuramente smuove le beccacce), dai venti predominanti della stagione. Da me infatti non ci sono venti costanti e tutto varia da anno in anno. Ovvero le becche partono perché è ora oppure perché il meteo le scaccia, ma se passano ad est oppure ad ovest dipende dal vento dominante. Vento che ha la duplice funzione di aiutare la migrazione e di eliminare le cause di disturbo alla stessa. Il vento spazza la nebbia e allontana la pioggia. Il miglior vento è quello di traverso, moderato e costante. Ho notato due cose fondamentali: se le becche non ci sono spero nel tempo sereno, e prego venti da nord est, se le becche ci sono prego, nuvole, nebbia e temperature miti.
      L’altitudine a cui si determineranno le soste, il tipo di copertura preferito e l’esposizione dipenderà da cosa è avvenuto alla fine dell’estate, e all’inizio dell’ autunno, fondamentale (e pochissimo considerato) è anche il disturbo ambientale, ma se vi interessa ne riparleremo.
      Posta alla beccaccia?
      No grazie, roba da sfigati

      Francesco Petrella
      www.scolopax.it

      www.scolopaxrusticola.com

      sigpic



      We te ne
      nee te sa
      (chi salva l'aquila, salva il futuro. Detto navajo)

      Commenta

      • Lume
        ⭐⭐⭐
        • Oct 2009
        • 4497
        • Valtrompia
        • Setter redo

        #18
        fondamentale (e pochissimo considerato) è anche il disturbo ambientale, ma se vi interessa ne riparleremo.[/QUOTE]

        Parliamone parliamone altra discussione altro regalo!
        Nessuno considera l'illuminazione cittadina notturna e altri fattori come disturbo alle migrazioni[:-bunny]

        Commenta

        • michele.paini
          ⭐⭐⭐
          • Apr 2008
          • 1101
          • piombino
          • setter inglese

          #19
          Lume la disamina è semplice.
          I luoghi di pastura sono tutti adiacenti alle rotte migratorie per cui conoscendole sappiamo già a seconda delle condizioni meteo ove andare a cercare senza dover girare una giornata a vanvera.
          Le rotte migratorie sono più o meno le stesse, ma variano nella densità di flusso in base a condizioni atmosferiche, cambiamenti avvenuti anche a km di distanza e da noi ignorati(un prato di erba medica che si trova a 7/8 km da un punto di passo se modificato può modificare le rotte ed i flussi), gli stessi cinghiali contrbuiscono a modificare l'habitat distruggendo fungaie ed umus necessari all'alimentazione del cibo delle becche, l'irrigazione che avviene in estate può indebolire le falde causando un abbassamento delle stesse e una diminuzione di umidità nel terreno sovrastante e molto altro ancora che neppure verrebbe in mente di pensare che possa influire, ma che in realtà influisce.
          Tornando ai flussi migratori e alla densità è facile capire come mai in luoghi ove siamo sempre stati soliti incontrare ogni giorno non incontriamo più con la stessa frequenza e magari in un altro luogo ove prima incontravamo meno di frequente incontriamo molto di più del normale.
          Quello che mio padre definiva il filone e cioè una concentrazione di animali su di una rotta.
          Da queste poche considerazioni il motivo per cui come dici in zone a 5 km o anche meno non si riesce ad incontrare.
          Una cosa che ho potuto appurare è che dove passano e si incontrano le prime in ottobre, diciamo in torno al 6/7 si incontreranno con grande frequenza fino all'incirca alla metà di novembre o comunque fino a che non cambiano radicalmente le condizioni climatiche e del terreno.
          altra cosa che molti non considerano è la luna che fa assumere comportamenti differenti non solo in base alle sue fasi,ma anche in base ai periodi dell'anno.
          Con la luna piena sicuramente e specialmente nel periodo migratorio dovremo andare a cercare le becche in zone di buttata molto distanti sul percorso perchè non intraprenderanno la rimessa alle prime luci dell'alba, ma anticiperanno anche di diversi minuti se non mezze ore con la coseguenza che il percorso fatto aumenta di svariati km.(ben per coloro che fanno la posta...non ne pelano ....)
          altra cosa è la muta e cioè lo spostamento in massa da zona a zona a seconda del periodo dell'anno.
          La becca sappiamo che è un migratore e come tutti i migratori è soggetta a reperibilità cibo, luna, condizioni meteo, ambiente e disturbo.

          Commenta

          • Lume
            ⭐⭐⭐
            • Oct 2009
            • 4497
            • Valtrompia
            • Setter redo

            #20
            Originariamente inviato da michele.paini
            Lume la disamina è semplice.
            I luoghi di pastura sono tutti adiacenti alle rotte migratorie per cui conoscendole sappiamo già a seconda delle condizioni meteo ove andare a cercare senza dover girare una giornata a vanvera.

            Non sono d'accordo non sempre la zona di pastura corrisponde alla rimessa diurna e quindi il rischio di girare a vanvera non è mai riducibile se non grazie all'intuito, al buon cane e al solito culaccio che mai deve mancare....attenzione sottolineo non sempre ma mi è capitato non una volta sola di non trovare nulla e vederne arrivare alla spicciolata 6 o 7 in pastura notturna per poi non ritrovare nulla il giorno dopo e rivederle la sera tornare.


            Le rotte migratorie sono più o meno le stesse, ma variano nella densità di flusso in base a condizioni atmosferiche, cambiamenti avvenuti anche a km di distanza e da noi ignorati(un prato di erba medica che si trova a 7/8 km da un punto di passo se modificato può modificare le rotte ed i flussi)

            Sono d'accordo su tutto fino al punto che un prato di medica possa influenzare una rotta...questo caso non l'ho ancora potuto verificare ma sono più propenso a pensare che ne possa influenzare più che altro lo stazionamento di alcune becche per più giorni.

            Gli stessi cinghiali contrbuiscono a modificare l'habitat distruggendo fungaie ed umus necessari all'alimentazione del cibo delle becche,

            Questo lo vedo strano perche a me capita spesso di vederle uscire in pastura e mettersi proprio nelle grattate dei maiali perche oltre a trovare terreno mosso...di certo se hanno scavato loro ci sono anche vermi.


            l'irrigazione che avviene in estate può indebolire le falde causando un abbassamento delle stesse e una diminuzione di umidità nel terreno
            sovrastante e molto altro ancora che neppure verrebbe in mente di pensare che possa influire, ma che in realtà influisce.

            Ma se è irrigato come può indebolire una falda e portare carenza di umidita?

            Tornando ai flussi migratori e alla densità è facile capire come mai in luoghi ove siamo sempre stati soliti incontrare ogni giorno non incontriamo più con la stessa frequenza e magari in un altro luogo ove prima incontravamo meno di frequente incontriamo molto di più del normale.

            Io continuo a non spiegarmelo invece perche succede questo?

            Quello che mio padre definiva il filone e cioè una concentrazione di animali su di una rotta.
            Da queste poche considerazioni il motivo per cui come dici in zone a 5 km o anche meno non si riesce ad incontrare.
            Una cosa che ho potuto appurare è che dove passano e si incontrano le
            ime in ottobre, diciamo in torno al 6/7 si incontreranno con grande frequenza fino all'incirca alla metà di novembre o comunque fino a che non cambiano radicalmente le condizioni climatiche e del terreno.

            Questo è verissimo.....sono sempre molto attento a dove trovo le prime...vuol dire che cibo e riparo sono al top!

            altra cosa che molti non considerano è la luna che fa assumere comportamenti differenti non solo in base alle sue fasi,ma anche in base ai periodi dell'anno.

            Vero sono d'accordo.

            Con la luna piena sicuramente e specialmente nel periodo migratorio dovremo andare a cercare le becche in zone di buttata molto distanti sul percorso perchè non intraprenderanno la rimessa alle prime luci dell'alba, ma anticiperanno anche di diversi minuti se non mezze ore con la coseguenza che il percorso fatto aumenta di svariati km.(ben per coloro che fanno la posta...non ne pelano ....)
            altra cosa è la muta e cioè lo spostamento in massa da zona a zona a seconda del periodo dell'anno.
            La becca sappiamo che è un migratore e come tutti i migratori è soggetta a reperibilità cibo, luna, condizioni meteo, ambiente e disturbo.
            Anche su questo sono d'accordo.[:-golf]

            Ma Michele....facciamo un primo riassunto....quando vai in fungaia (come si dice alla toscana) a Settembre non ti fai delle considerazioni positive o negative sullo stato del bosco?
            Cosa usi come parametri per dire...Tho quest'anno mi sembra tutto a posto...o quest'anno è uno schifezzo totale?

            Commenta

            • michele.paini
              ⭐⭐⭐
              • Apr 2008
              • 1101
              • piombino
              • setter inglese

              #21
              Non sono d'accordo non sempre la zona di pastura corrisponde alla rimessa diurna e quindi il rischio di girare a vanvera non è mai riducibile se non grazie all'intuito, al buon cane e al solito culaccio che mai deve mancare....attenzione sottolineo non sempre ma mi è capitato non una volta sola di non trovare nulla e vederne arrivare alla spicciolata 6 o 7 in pastura notturna per poi non ritrovare nulla il giorno dopo e rivederle la sera tornare.

              No forse mi sono espresso male, il senso del discorso non è che dove pasturano stazionano, ma tutt'altro e cioè che il tragitto compiuto da una baccaccia per rientrare nel bosco al mattino è sempre lo stesso, sia che parliamo di rotta di migrazione in periodo migratorio e tanto più se parliamo di beccacce svernanti.
              Lungo questo tragitto si trovano le rimesse diurne.

              Ma se è irrigato come può indebolire una falda e portare carenza di umidita?

              Mi riferisco all'uso dell'acqua per irrigazione ed alle falde non in riferimento ai campi irrigati, ma a zone ad esempio del bosco che non formano più gli aquitrini o la marcita necessaria perchè la falda sottostante ha perso di consistenza.

              Questo lo vedo strano perche a me capita spesso di vederle uscire in pastura e mettersi proprio nelle grattate dei maiali perche oltre a trovare terreno mosso...di certo se hanno scavato loro ci sono anche vermi.

              Si in teoria si, ma alla lunga si verificano 2 circostanze e cioè il cinghiale si nutre dei vermi e la seconda il terreno scavato o rufolato perde sostanza e non permette più la proliferazione dei vermi.

              Sono d'accordo su tutto fino al punto che un prato di medica possa influenzare una rotta...questo caso non l'ho ancora potuto verificare ma sono più propenso a pensare che ne possa influenzare più che altro lo stazionamento di alcune becche per più giorni.

              Quello che scrivi è vero, ma sappiamo bene che i sotto i prati si creano dele condizioni per le quali i vermi brulicano e quindi il loro disfacimento o la oro modificazione comporta la scomparsa dei vermi e di conseguenza una becca che entra nella notte lungo quella rotta migratoria non si fermerà in pastura in quella zona e proseguirà oltrepassando o spostando la sua rotta con la conseguenza che non si fermerà nei luoghi dove sempre le abbiamo incontrate.
              facciamo l'esempio di una persona che ha intrapreso un lungo viaggio con l'auto.
              si trova lungo l'autostrada per cui a un percorso obbligato.L'auto dovrà pur essere rifornita.Al primo distributore la benzina è esaurita, e quindi deve andare avanti, al secondo si ferma, ma costa troppo e decide di ripartire, ma ad un tratto la benzina sta per finire ed allora anche se è fuori dal suo percorso decide di uscire dall'autostrada e cercare il primo distributore disponibile per non rimanere a piedi...Gli animali hanno più o meno lo stesso comportamento.
              Migrazione guidata dall'istinto secondo un percorso quasi obbligato, cibo/rifornimento, sopportazione della fame(animali come le tortore prima di intraprendere la migrazione ne vediamo spesso in vigneti o in terreni arati...c'è un motivo.), raggiungimento del limite sia per cause fisiche che ambientali.

              Commenta

              • Francesco Petrella
                ⭐⭐⭐
                • Oct 2006
                • 4883
                • L'Aquila, Abruzzo.
                • Setter inglese

                #22
                Non sono d'accordo Michele, legare le baccacce alla disponibilità di cibo mi sembra riduttivo. Le beccacce si nutrono di notte e di giorno, ma noi le cerchiamo di giorno quandoe il cibo assume una rilevanza secondaria rispetto ad altre cause e cioè: sicurezza, disturbo, quiete. In zone con scarso disturbo possiamo guardare in primis la tavola, ma in Italia temo che i luoghi vanno scelti prima in base alla quiete e poi in base alle risorse alimentari.
                Posta alla beccaccia?
                No grazie, roba da sfigati

                Francesco Petrella
                www.scolopax.it

                www.scolopaxrusticola.com

                sigpic



                We te ne
                nee te sa
                (chi salva l'aquila, salva il futuro. Detto navajo)

                Commenta

                • nettuno56
                  ⭐⭐⭐
                  • Sep 2010
                  • 1047
                  • firenze
                  • setter inglese

                  #23
                  dalla mia esperienza fatta cacciando sull' appennino toscoromagnolo devo dire che il buon segnale e la bassa pressione con neve all' est europeo. gli amici del nord italia hanno probabilmente influssi delle rotte migratrici per capirci francesi ecco perchè gli arrivano prima
                  sigpic Chi fa la posta alla Beccaccia è uno ....... [bi]Nato non fui,per lavorare come un ciuco, ma per seguitar cani e selvaggina

                  Commenta

                  • Lume
                    ⭐⭐⭐
                    • Oct 2009
                    • 4497
                    • Valtrompia
                    • Setter redo

                    #24
                    Originariamente inviato da Francesco Petrella
                    Non sono d'accordo Michele, legare le baccacce alla disponibilità di cibo mi sembra riduttivo. Le beccacce si nutrono di notte e di giorno, ma noi le cerchiamo di giorno quandoe il cibo assume una rilevanza secondaria rispetto ad altre cause e cioè: sicurezza, disturbo, quiete. In zone con scarso disturbo possiamo guardare in primis la tavola, ma in Italia temo che i luoghi vanno scelti prima in base alla quiete e poi in base alle risorse alimentari.
                    Piano piano stiamo arrivando al nocciolo...[:D]
                    Dalle carte meteo degli ultimi anni se prendo in considerazione le precipitazioni medie dei mesi agosto, settembre, ottobre si nota come anni piovosi non sempre si associno ad annate formidabili.
                    Questo anche se le forti pioggie spingono l'alimento base in superfice...il vermetto e gli abitanti del sottosuolo in genere.

                    A questo punto credo che per fare una disamina spiccia...la signora consideri anche altre cose che ad oggi sfuggono oltre alla pioggia e quindi alla pappa...come buona copertura del bosco, buono stato di maciscenza del fogliame, temporali estivi che hanno trebbiato il fogliame del bosco che rende più efficace l'assolamento e il ricevimento di pioggie aumentandone esponenzialmente il lavoro di insetti e micro organismi dedicati alla macerazione di foglie, legna etc.

                    Il tanto caro 2001 nella mia memoria lasciò in fatti oltre a tante beccone anche la più violenta grandinata dell'ultimo decennio proprio il giorno prima dell'apertura che miracolosamente porto ad una condizione unica il bosco mai più ripetuta. Spezzetò tutto, ogni foglia, ogni spino e il bosco ancora rigoglioso di settembre sembrava quello di metà ottobre..

                    Caso? Era comunque destino che passassero e si fermasero abbondantissime per tutto l'anno anche a gelo giunto e temperature da -10 gradi all'alba?

                    Commenta

                    • michele.paini
                      ⭐⭐⭐
                      • Apr 2008
                      • 1101
                      • piombino
                      • setter inglese

                      #25
                      Il 2001 è stato un anno memorabile per tutti credo.Ogni animale va rilegato alla presenza di cibo.
                      mangianza=animali e questa è un equazione al pari di ambiente/habitat=animali
                      La beccaccia si ciba in via esclusiva di notte e nessuno la rilega alla presenza di cibo durante il giorno, il mio discorso infatti parla di rotte di migrazione e zone di rimessa e cioè la notte pastura nel luogo x e al mattino compie un tragitto y che la porta su di una rimessa anzichè su altra.
                      Il disturbo è relativo nel senso che possiamo involarla anche in giorni consecutivi sulla stessa rimessa senza che la cambi.
                      Una cosa che ho potuto verificare di persona è che quando si riescono a vederle gli occhi si sposta sicuramente.
                      il motivo per cui le rimesse sono sempre le stesse dipende dalle condizioni del sottobosco e del terreno oltrechè dalla copertura come giustamente osservato.
                      Come ho scritto in un precedente post se proviamo a tagliare e modificare l'ambiente la rimessa perde in presenze.

                      Commenta

                      • Lume
                        ⭐⭐⭐
                        • Oct 2009
                        • 4497
                        • Valtrompia
                        • Setter redo

                        #26
                        [QUOTE=michele.paini;487008]Il 2001 è stato un anno memorabile per tutti credo.Ogni animale va rilegato alla presenza di cibo.

                        Ciao Michele

                        Ho messo appositamente un passaggio chiave relativo al 2001. tante beccacce anche a terreno gelato e -10 all'alba...cosa può mangiare in condizioni simili una beccona?

                        Ne trovi una in queste condizioni (attenzione senza rigagnoli di acqua dove alimentarsi ne marcite) perche è pazza e si è persa...2 ...un caso...tante....c'è qualche cosa che non torna.

                        Il fattore cibo anche secondo me è basilare cosi come alle pioggie...ma ci deve essere ancora un qualche cosa che rende comunque misteriosa la cosa...no?

                        Commenta

                        • Francesco Petrella
                          ⭐⭐⭐
                          • Oct 2006
                          • 4883
                          • L'Aquila, Abruzzo.
                          • Setter inglese

                          #27
                          Il fattore cibo per me assume invece un'importanza secondaria, una beccaccia troverà sempre da mangiare, in quanto si nutre di talmente tante varietà animali e vegetali (si anche vegetali), che qualcosa lo trova sempre soprattutto in assenza di ghiacio. E' il resto che è meno disponibile..
                          Posta alla beccaccia?
                          No grazie, roba da sfigati

                          Francesco Petrella
                          www.scolopax.it

                          www.scolopaxrusticola.com

                          sigpic



                          We te ne
                          nee te sa
                          (chi salva l'aquila, salva il futuro. Detto navajo)

                          Commenta

                          • michele.paini
                            ⭐⭐⭐
                            • Apr 2008
                            • 1101
                            • piombino
                            • setter inglese

                            #28
                            Le condizioni meteo da noi erano inverse, niente ghiaccio, ma pioggia e pioggia ogni giorno dalla fine di ottobre fino a gennaio e di becche una vera esagerazione, era impossibile non incontrarne, sembrava un pollaio....
                            Come scrive Francesco la becca non si ciba solo di vermi e probabilmente vi era un luogo di pastura idoneo che non risentiva delle basse temperature.
                            Prova a buttare sangue o il succo del bibi(verme usato nella pesca) in una marcita e vedi cosa succede....

                            Commenta

                            • tramontana
                              ⭐⭐
                              • Jun 2010
                              • 474
                              • langa astigiana
                              • setters inglesi

                              #29
                              sicuramente....come votato le precipitazioni di inizio autunno...ma non è sufficiente ci vuole ancora qualche buona giornata soleggiata, per poter creare un substrato di humus da permettere la creazione di tanti microambienti fertili adatti alla sosta temporanea [:D][:D][:D]

                              Commenta

                              • Lume
                                ⭐⭐⭐
                                • Oct 2009
                                • 4497
                                • Valtrompia
                                • Setter redo

                                #30
                                Originariamente inviato da tramontana
                                sicuramente....come votato le precipitazioni di inizio autunno...ma non è sufficiente ci vuole ancora qualche buona giornata soleggiata, per poter creare un substrato di humus da permettere la creazione di tanti microambienti fertili adatti alla sosta temporanea [:D][:D][:D]
                                Ecco un altro indizio che spinge a pensare che solo acqua non basta serve altro e quell'altro sono d'accordissimo con l'affermazione è anche sole o comunque quel caldo umido che fa proliferare i microrganismi atti alla macerazione e alla marciscenza del sottobosco e quindi al brulicare di insetti e vermi.[:D]

                                Probabilmente anche una super annata dei frutti di sottobosco o delle piante di bacche come il sambuco e altro potrebbe creare a terra delle buone condizioni...secondo me non a caso sotto il sambuco è notoriamente un habitat ideale per le beccacce...perche porta bacche e foglie di più leggera consistenza e quindi più veloce da lavorare per i microorganismi.
                                Come dice giustamente anche Francesco..ora sappiamo essere meglio conosciuto come Petrellus..la beccona si nutre anche di altro.

                                Sono poco graditi invece i posti con uno strato di fogliame troppo esagerato che non permette al terreno ne di prendere acqua ne di prendere sole e quindi poco sviluppo di insetti.

                                In alcuni inverni rigidi e con poche disponibilità di cibo sembra che fu incarnierata una beccaccia con nel pancione addirittura un piccolo serpentello (ammazzate che fame).

                                Io sono sempre più convinto che per creare i presupposti di stazionamento servano alcune cose in particolare come prati tenuti e ben brucati, sterco di animali al pascolo che producono insetti e vermi (e mantengono una temperatura più alta rispetto al terreno anche in presenza di climi rigidi...consentendo l'alimentazione anche più in la con la stagione), buone precipitazioni, clima umido e non troppo rigido, sottosuolo che durante l'anno ha avuto condizioni ideali per macerare e rendere fertilizzante uno strato elevato di fogliame e il giusto rapporto di sporco pulito della vegetazione.[:-golf]

                                Commenta

                                Argomenti correlati

                                Comprimi

                                Attendere..