Ho già fatto diverse fucilate in questa stagione, ma per questa uscita vale forse la pena scrivere qualche riga (anche perché non credo la ripeterò…).
10 minuti per leggere, un click per uscire se poco interessante.
Mancava da chiudere la fascetta C2 dello yearling che di solito riserviamo per le ultime due decadi di novembre, dando prima la precedenza agli adulti.
Invece, 10 gg prima, la Federazione cambia le carte in tavola comunicando uno stop totale della caccia al camoscio per l’11 novembre (di solito chiudevano solo l’adulto C3), aspettare la fine della stagione degli accoppiamenti e una ri-apertura per C2 e C1 (giovane dell’annata) dal 12 dicembre fino al 9 gennaio.
Siamo un po’ delusi, il nostro territorio di caccia è situato molto in altitudine e in luoghi difficili da raggiungere già in estate, figuriamoci in pieno inverno! Dò per scontato che il braccialetto quest’anno lo restituiremo aperto.
La cosa però mi disturbava e in cuor mio la tentazione di fare un tentativo era forte.
Durante questo periodo natalizio ho passato qualche giorno in montagna a media altitudine (1.000 metri); ho fatto con famiglia diverse escursioni e valutato da vicino le condizioni in alta montagna: 10 gg di caldo inusuale hanno sciolto tanto sui versanti esposti a S, è rimasta neve sui versanti N ma è molto ghiacciata in quanto si è “trasformata” come in primavera e compattata.
Decido per un tentativo e valuto in sabato scorso (penultimo giorno disponibile) il miglior meteo possibile.
Chiamo i guardaparco un paio di giorni prima avvertendoli delle mie intenzioni e che avrei attraversato il parco a notte col fucile nello zaino. Ho un permesso annuale per farlo, ma volevo evitare di “agitarli” vedendo, a gennaio e di notte, un pazzo che va in giro armato per il parco: mi ringraziano, raccomandazioni di prudenza, richiesta di avvertirli non appena rientrato e….”buona caccia”! Non mi nascondono di rispettare la caccia e (pochi) cacciatori, ma di essere comunque dalla parte dei camosci :)
Lascio la macchina a 1.350 metri e -5° di temperatura; con la frontale alle 6.00 sono in marcia.
Lungo un antico sentiero di transumanza e traffico merci tra la valle piemontese dove mi trovo e l’opposta ex ligure salgo veloce nonostante il discreto carico nello zaino e alle prime luci dell’alba faccio la prima sosta per mettere i ramponi; lastroni di ghiaccio prima e neve ghiacciata dopo rendono il cammino pericoloso.
Alla luce del giorno incomincio a vedere camosci ovunque, molto in altitudine sulle pareti esposte a S alla mia destra: qualche animale isolato, ma soprattutto tre grossi branchi. Si trovano però in Italia, zona contigua al parco e caccia ormai chiusa. Comincio a temere che siano tutti qui e di non trovare nulla una volta girato il colle ed il confine di stato.
In due ore e 10 minuti sono al colle, 2.100 metri, tanta neve ammucchiata e freddo intensificato da forti raffiche di vento. Il regalo di Natale di mia moglie (completo pantaloni/interno giacca/giacca) è particolarmente apprezzato.
Lascio le facili, benchè ripide, pareti sulla mia destra per fare una lunga cresta a N ed arrivare a un’altra parete bene esposta a S dove spero di trovare altri camosci. Un’altra ora abbondante e mi appresto a girare la cresta, a 2.300 metri di quota: un branco di 14 camosci pascola a 350 metri da me, in lento allontanamento. Penso alla strategia di avvicinamento e mi affretto. Arrivato dove stava il branco, subito prima di una crestina dove li avevo visti sparire mi parte una camozza adulta da un calanco sulla destra e mi attraversa 15 metri davanti: sono sicuro mi abbia visto e vada ad avvertire il branco. Deluso, con prudenza mi affaccio dalla cresta e….la camozza è 10 m davanti a me che pascola tranquilla! Mi inchiodo, mi appiattisco al suolo e ogni tanto alzo gli occhi per capire. 10 infiniti minuti e nulla succede; alzo mano e telefono e scatto un paio di foto, ma mi percepisce: non capisce in quanto mi è sopravvento e ha il sole in faccia, ma guarda insistentemente verso di me. Strisciando torno indietro bene al coperto, apro lo zaino per mangiare qualcosa e lasciar tranquillizzare la situazione. Non mi pare sia la capobranco, è femmina di 5/6 anni, ma sono terrorizzato dal fatto che, percependomi, mi allontani il branco intero.
Dopo mezz’ora mi ri-affaccio e lei…è sempre qui :( Decido di raggirarla a destra, tenendomi coperto dalla cresta; altra mezz’ora e diversi passaggi da alpinismo in cui rimpiango di non aver portato la piccozza da ghiaccio ed eccomi dall’altra parte col branco tranquillo a 290 metri. Studio la situazione e incomincio ad individuare le femmine e i relativi capretti (C1) a cui non posso sparare. Difficile da ‘sta distanza trovare i binelli in quanto per risparmiare peso ho lasciato il lungo a casa. I 7 ingrandimenti del fido Habicht non sono sufficienti. Tanto a me piace sparare vicino :)
Avanzo con le coperture del terreno e grazie a sole e vento favorevoli fino a un piccolo spiazzo che permette di stare confortevole e coperto: il branco è tra i 196 e i 210 metri; piazzo zaino e carabina e studio individualmente il branco: ci lascio gli occhi prima di individuare con ragionevole certezza due yearling e mi concentro sul più vicino che, in più, è femmina (e quest’anno abbiamo preso più maschi).
Dovrei dare 3 click up per portare la partition 100 grani dalla MRD a cui è regolata all’attuale distanza di tiro, ma l’angolo di sito è importante e decido quindi di lasciare così.
Parte la fucilata e, grazie al poco rinculo del .243 e agli 8 ingrandimenti che sto usando vedo nell'ottica il camoscio crollare sul colpo :)
Il resto del branco rimane sul posto non meno di 5 minuti, limitandosi a controllare il compagno che scivola verso valle inerme; ci sono diverse creste simili e so che una volta là non sarà facile trovare il posto dell’anschuss quindi telemetro la distanza esatta al metro; farò la stessa cosa dalla parte opposta per conferma.
Finalmente si allontanano e io, dopo ancora una decina di minuti, mi muovo. Purtroppo l’animale è sceso un centinaio di metri e mi complica il recupero: sono su pendenze estreme, su terreno privo di neve ma durissimo e scivolosissimo anche a causa dell’erba secca. Benedico i ramponi 12 punte, ricordo di quando arrampicavo su cascate (25 anni fa, sigh).
Arrivo all’animale e…ho sbagliato il riconoscimento: femmina giovane, ma non yearling bensì dell’anno prima; poco male, sempre nel braccialetto C2 francese rientra.
Con fatica rientro al colle ma un’altra fatica mi attende: ho lasciato un bastoncino su in cima e mi tocca tornare a prenderlo: è un regalo che avevo fatto a mia moglie, mi fa un culo così se non torna a casa! :)
45 minuti di marcia veloce, senza zaino ed arma e sono di nuovo al colle.
Vi risparmio i dettagli della “via crucis” per rientrare alla macchina; ci sono arrivato alle 18, distrutto e con male a schiena, spalle, articolazioni tutte…
Ho fatto un dislivello di oltre 2.000 metri, camminando 11 ore, 8 coi ramponi ai piedi e questo certo non ha aiutato in quanto è un modo poco naturale di camminare a cui, in più, non sono abituato. La caccia chiuderà il giorno dopo, in ogni caso giorni e giorni necessiterebbero prima che mi torni la voglia di una simile avventura.
Aggiungo qualche foto per mostrare l’ambiente, la camozza vedetta e il frutto della giornata.

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