Dolci lontani ricordi di Caccia

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  • l'inglese
    Moderatore Setter & Pointer
    • Mar 2008
    • 4251
    • Arzignano, Vicenza

    #1

    Dolci lontani ricordi di Caccia

    Siamo prossimi alla Apertura Generale della Caccia!

    Ancora tribolata, con chiusure e nuovi pressanti limiti riguardanti il Piombo!

    Ma siamo ancora qui!

    Per me la numero 40!


    La calcolata scelleratezza dei miei 18 anni mi fece partire di buon mattino per andare a San Martino di Lupari a Caccia !

    Macchina , capanno , fucile , cartucce e le gabbie le avevo , cosa potevo farci se mi mancava l' accompagnatore , anche un tempo obbligatorio nel primo anno di Caccia ...

    Era freddo e c' erano le Cesene !

    Il Nano , con dei suoi amici , le aveva impasturate andando a prendere casse di pomi scartati al mercato , spargendoli in alcune zone .

    Si mormorava che avesse preso anche delle Cesene da mettere in gabbia come richiamo , finche' la caccia era chiusa per la neve .

    Col vischio , ma non steso nelle panie , ovvero dei bacchetti messi appositamente perche' le povere Cesene si appoggiassero , restando cosi' invischiate , ma , vicino ai pomi , con degli stecchi mettevano uno spago , quello grosso da legare le soppresse , imbevuto di vischio , le malcapitate mangiando le mele si legavano con quello spago e venivano messe in gabbia ...

    Beati loro !

    Pensavo dato che avevo comprato 3 " Gazzanelle " da Miolo e solo una faceva qualche verso ...

    Era passata da poco l' alba ed ero li' a contemplare l' orizzonte , pronto a scorgere nuvole di cesene ...

    Ciao !

    Sento ad un colpo dietro il telo del capanno , ecco la guardia , il mio primo pensiero , invece era un cacciatore che , vedendomi a capanno con le gabbie , mi voleva donare una Cesena che aveva preso al volo , forse attendendo la Beccaccia ...

    A me non interessa e te la offro , augurandoti che sia la prima di tante ...

    Ringraziai e misi in saccoccia , ma quel giorno fu' l' unica che vidi ...

    Dopo un po' un cento persone , abbastanza unite mi venivano incontro ...

    Erano vestiti con colori sgargianti , alcuni con dei gile' arancioni e gialli .

    Questi sono di certo un gruppo di anticaccia , quelli che vanno in giro con fischietti e trombe per spaventare la selvaggina ...

    Vennero al mio capanno e mi chiesero se avessi visto un signore di mezz' età , vestito cosi' , cosi' , col capello e cappotto ...

    Non ho visto nessuno dissi , anzi , non cercatelo qui' che anche un altro Cacciatore ha da poco fatto il giro ...

    Invece , nelle cave vicino , trovarono il suo orologio , messo con cura sopra ad un sasso e lui inginocchiato in mezzo metro d' acqua , si era cosi' annegato ...

    Un figlio , travolto dalla droga , lo aveva costretto a dilapidare quella fortuna che si era fatto in una vita di mediatore e , cosa piu' grave , anche l' onore !​
    Roberto

    Con affetto e simpatia [:-golf]

    un saluto

    l' inglese
  • bosco64
    ⭐⭐⭐
    • Nov 2011
    • 4545
    • Langhe
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    #2
    Già, i ricordi di quel che era un mondo normale. Proprio questa mattina mi sono svegliato con il pensiero di quando ero giovincello pure io, e nei mesi estivi andavo a leggere il calendario venatorio appeso nella bacheca del municipio nel bel mezzo della via principale. Meglio non pensarci , mi pare di vivere in un mondo di allieni.

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    • Seagate
      ⭐⭐⭐
      • Feb 2018
      • 1309
      • La Spezia

      #3
      un mondo normale... bravo hai detto tutto...

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      • carpen
        ⭐⭐⭐
        • Feb 2012
        • 3161
        • Lombardia

        #4
        Era il 31 ottobre, me lo ricordo bene che il giorno dopo era festa dei Santi, al mattino stavo lavorando in officina io e mio padre, mi pare che stavo limando una matrice e dovevo seguire con attenzione una riga sull'acciaio, a un certo punto si fa scuro, poi più chiaro, poi ancora scuro, guardo dalla finestra e vedo qualcosa di scuro nel cielo, usciamo entrambi e... vediamo il cielo pieno, pienissimo di allodole in volo, una quantità incredibile, é da sapere che il posto é una linea di affilo straordinaria per il passo degli uccelli, ora non passa più neanche un becco ma nei tempi passati doveva essere qualcosa di assolutamente straordinario, al tempo il Manzoni, si l'Alessandro, poco più a nord sulla stessa linea di affilo, aveva un suo roccolo, be era padrone della terra non solo del roccolo, un pochino più a sud di lui uno zio di mio nonno aveva pure lui un roccolo orizzontale, i cosi detti "copertoni", in famiglia si racconta ancora di come il suo amico parroco che uccellava con lui, scappò turandosi le orecchie per i sacramenti che lo zio del nonno tirava giù inginocchiato in mezzo al roccolo con le braccia al cielo quando un volo enorme di storni che aveva preso gli ribaltò la rete e se ne andarono tutti quanti, ma é un'altra storia.

        Dunque vediamo ste lodole e piantiamo lì al volo di lavorare, corsa in casa a prendere la doppietta e cartuccera e fuori nei campi lì davanti a cacciare, ora quei campi non si sono più, sopra la testa un tappeto di allodole in volo come un grande nastro trasportatore volavano in massa senza curare minimamente il richiamo, da sapere che la caccia alle allodole se fatta come Dio comanda, prevede che, prima di tirare, le allodole le si debba far posare a terra, così che si da la prima botta sicura a terra su uccelli fermi la seconda botta al volo quando si alzano, più facile farle posare con richiami e zimbelli, ed é bello vederle "giocare", ma lo si fa anche solo con il fischio a bocca, ma per quelle lodole fischiare serviva a niente, di solito le prime entrate di passo sono credulone giocano subito, poi diventano diffidenti, queste invece nisba come fossero sorde, pensavano solo a volare, direzione fissa nord-sud, chi fa questa caccia sa che presa una allodola bisogna fissare bene il punto di caduta o la perdi, specialmente sull'arato, lì era una cosa incredibile carica e spara, vai a prenderla e se non la trovi subito ne hai tantissime altre sopra la testa tira e quelle perdi queste, la cartuccera si svuota in un amen, corsa a casa a prendere le cartucce, ma erano poche, allora corsa all'armeria del paese a prenderne altre, poche zio povero che costavano un occhio e i soldi erano pochi, due volte la corsa in armeria, usavo il vecchissimo cal. 16 del nonno con le canne a torciglioni, rigorosamente tenuto con le canne verso l'alto che il cane destro a volte non teneva la montatura e faceva partire il colpo all'improvviso, una rogna ma non avevo altro, quella doppietta probabilmente di fine 800 sta ancora nell'armadietto delle armi, ci sono affezionato, santo cielo la facevo volare...
        Le lodole passavano in modo incessante e fino alle 14 solo allodole, la cosa era strana, niente altro passava, dopo le 14 cominciò a passare di tutto passò una quantità incredibile e mai vista di uccelli, nel frattempo arrivavano altri cacciatori e il posto si riempì di gente, sentendo la fucileria gli operai che erano cacciatori uscirono dalle fabbriche, mollarono il lavoro e presero il fucile, vero eh, arrivavano lì con il fiatone di corsa, verso le 16 ormai esaurite tutte le cartucce, ero li a girare per cercare le lodole perse guardando tutto quel ben di Dio che mi passava sopra la testa e andava sud, vidi venirmi incontro raso terra un stormo enorme di storni, mi buttai a terra fra due filari di granturco già raccolto e senti lo spostamento d'aria sulla schiena, avessi avuto ancora due cartucce avrei riempito il sacco, si tira in modo diverso alle lodole rispetto agli storni se isolati li si mira, se in gruppo, alle lodole si tira mirando una per una, a mollare due botte al volo senza mirare in un muro di allodole che si alza da terra sembra che si debba riempire il sacco, invece poiché volano in gruppo ma distanziate fra loro, spesso e volentieri si resta li come pisquani a vederle andar via tutte e incolumi e ti chiedi come caxx é potuto succedere, per gli storni é diverso e opposto se in gruppo si picchia nel mucchio che volano tutti più serrati e molto vicini, se è un bel volo si vede venirne giù parecchi (ora i servi dei tedeschi lo storno l'hanno proibito, anzi figura come particolarmente protetto, si vede che gradiscono il loro guano sulla testa).
        A sera fra io e mio padre avevamo un gran mazzo di allodole e molte le avevamo perse.

        Il giorno successivo era festa di Ognissanti, al mattino presto i campi erano tutti occupati da cacciatori venuti da chissà dove, ogni tre passi ce n'era uno, mentre il giorno prima il cielo era grigio e nuvoloso, quel giorno invece era sereno ma di un azzurro strano che mi colpì ma non saprei descrivere, forse come azzurro elettrico non so, ma era strano, cacciatori faiga quanti, uccelli neanche mezzo, un tizio non cacciatore con un cane bastardino, girando per i campi, fece su un mazzo bello grosso di lodole e altro perse il giorno prima.
        A sera cominciò ad annuvolarsi...

        Poi cominciò a piovere e piovve Dio santo, quanta acqua, in casa nel sottoscala 1,5 metri dal pavimento avevo la caldaia con il bruciatore a nafta dovetti tirarlo via che l'acqua salì fino a mezza stufa, mai visto prima ne dopo, la falda acquifera arrivò fino al piano campagna, di solito sta 5 o 6 metri sotto, piovve e piovve senza interruzione giorno e notte, dovette piovere moltissimo anche 3 o 400 km più a sud che l'Arno tracimò a Firenze e la allagò, era il 4 novembre del 1966.

        Avevo 19 anni 57 anni fa e avevo assistito a una forza della natura un passo incredibile di uccelli pressati dal maltempo, l'avevano capito con quasi 48 ore di anticipo, dopo 3 mesi mi arrivò la cartolina, appena compiuti i 20 anni, andare a Cuneo a fare il CAR come alpino.

        A parte la morosa quel giorno di caccia é il ricordo migliore della mia gioventù.


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        Ultima modifica carpen; 31-10-23, 20:48.

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