Brambilla propone divieto di caccia nei terreni privati
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Quindi la soluzione sarebbe ridurre il numero di cacciatori...bhè,la strada si è presa giusta.Altri tesserini?Come quelli per gli abbattimenti agli storni a caccia chiusa?In Toscana secondo voi perchè l'hanno chiusa da quest'anno la caccia in deroga allo storno?Forse perchè ci son dei cacciatori che non si rifiuteranno mai di andare a fare gli abbattimenti?Meditate gente meditate.Commenta
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Premetto che da un punto di vista semplicisticamente "democratico" sono contrario alla caccia privatizzata, se non altro perchè si tratta di una di quelle conquiste che il popolo ha ottenuto alla fine del 18° secolo con un susseguirsi movimenti di pensiero e di eventi tumultuosi che possiamo riassumere con illuminismo e rivoluzione francese.
Sino a qualche minuto fa, prima di leggere questa discussione, non riuscivo a capire come mai un governo guidato da Silvio Berlusconi poteva permettere le esternazioni contro la caccia di un suo autorevole rappresentante di dicastero.
Silvio Berlusconi è notoriamente vicino alla famiglia Gussalli Beretta come possono ben ricordare coloro che seguivano la polica estera ai tempi delle cene a tre Bush, Berlusconi e Gussalli Beretta, dovute non si è mai capito ufficialmente se ad amicizia o alla allora presunta nomina di Ugo Gussalli Beretta ad ambasciatore italiano in USA o alla spartizione della torta rappresentata dalle guerre in Iraq e in Afgahnistan. Sta di fatto che tutti i movimenti antiarmi, sia nazionali che esteri, guardavano a queste cene a tre come a dei raduni di creature infernali.
Resta il fatto che esistono ottimi rapporti tra Silvio Berlusconi, capo del governo in cui il ministro Brambilla è titolare della delaga al turismo, e Ugo Gussalli Beretta, presidente della Beretta Holding proprietaria in Italia dei marchi Pietro Beretta Armi, Benelli Armi e Franchi Armi.
Voglio anche aggiungere, per avere un quadro più completo, che molti autorevoli rappresentanti del partito di Silvio Berlusconi (che sinceramente dopo tutti i cambiamenti di nome non ricordo come si chiama[:D]) sono stati reclutati tra i radicali.
In uno scenario del genere, non si fatica a tirare le somme.
L'abolizione dell'articolo 842 del Codice Civile, cui mirano da tempo i radicali, non significa abolizione della caccia, come possono testimoniare le legislazioni venatorie di quasi tutto il resto del mondo, ma semplicemente che per andare a caccia devo pagare.
Una operazione del genere significa semplicemente BUSINESS.
Permettetemi di affermare, come più volte riportato anche su questo forum, che l'abolizionedell'art.842 del C.C. può significare disporre di una marcia in più per quanto riguarda la gestione faunistica, l'aumento della selvaggina oltre a trasformare l'attività venatoria in un'attivitta agro-silvo-pastorale che porta reddito al proprietario del terreno.
Ripeto, sono contettualmente contrario, dal punto di vista democratico del cacciatore.
Per tutto il resto la cosa mi vede favorevole, anche guardando agli interessi del titolare del diritto di proprietà sul terreno.
Ecco una domanda che vorrei farvi:
Siete favorevoli o contrari ad una norma che può permettervi di andare a caccia in un territorio gestito privatamente, con buona presenza di selvatici (paghereste per quello) pagando un privato che ha degli interessi economici invece di pagare un ATC che si disinteressa di voi, che fa poco o nulla contro chi si comporta da furbo non rispettando le leggi?
Capisco che un situazione del genere non piacerà a molti, ma i mezzi per dimostrare di essere contrari a questa norma, a mio modesto parere, non sono gli scioperi e i sit-in a Roma, ma semplicemente votare per le sinistre (sempre schierate dalla parte dei cacciatori durante i referendum per l'abolizione dell'art.842 del C.C.) e soprattutto dimenticarsi dell'esistenza di tre noti fabbricanti di armi nazionali quando andiamo a fare acquisti.
Mi scuso per essere stato troppo lungo in questa discussione,
Cordialmente
Giuseppe Tomasino
P.S.
Piliticamente, non sono di sinistra.Commenta
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come al solito non poteva mancare il parere di un altro emerito ........ (leggere le ultime 5 righe) Secondo me così come gli ambientalisti mettono in piazza nomi altisonanti che sono contrari alla caccia dovremmo fare altrettanto anche noi e uno ad esempio potrebbe proprio essere Baggio. In questo modo la gente comune capirebbe che i cacciatori non sono solo orchi cattivi.Commenta
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Attualmente, in Italia la caccia non è molto popolare e i cacciatori sono malvisti e ghettizzati come i fumatori. C'è in questo atteggiamento della società un profondo mutamento culturale e delle coscienze in quanto il nostro paese, entrato nella modernità e nel benessere, ha piano piano rimosso comportamenti che una volta erano connaturati alla nostra esistenza (e alla morte) e si svolgevano secondo ritmi e cadenze puramente naturali. La campagna e le sue attività erano compenetrate con quelle cittadine. Oggi chi vede più tirare il collo ad una gallina o squartare il maiale nell' aia del contadino?.... Non esiste nemmeno più l'aia!
E' per questo che molti comportamenti, molte abilità, si perderanno e, se spero che per la caccia, non accada, mi accorgo che un pezzo di cultura dei nostri padri se ne sta andando.
Nel 2002 quando in Inghilterra si propose l'abolizione della caccia alla volpe, a Londra si concentrarono ben 300.000 persone che manifestarono in difesa della caccia, degli sport campestri e delle attività rurali e per rivendicare la loro identità e la loro filosofia di vita.
Mi chiedo, sarebbe possibile questo oggi, in Italia?
Bernardo MontiCommenta
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Non puoi mettere giù così la domanda perché orienti la risposta...chi è che ti direbbe che è disposto a votare a favore di chi si comporta da furbo?Ecco una domanda che vorrei farvi:
Siete favorevoli o contrari ad una norma che può permettervi di andare a caccia in un territorio gestito privatamente, con buona presenza di selvatici (paghereste per quello) pagando un privato che ha degli interessi economici invece di pagare un ATC che si disinteressa di voi, che fa poco o nulla contro chi si comporta da furbo non rispettando le leggi?
Il punto è: volete una caccia libera in territorio autogestito oppure volete una caccia a pagamento all'interno di gestioni private?
Io voto per la caccia libera in territorio autogestito, per cui voto a favore dell'art. 842 ed anche a favore degli atc.Commenta
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sono d'accordo con palacrocorax, il problema non è la privatizzazione o meno della caccia, ma la sua corretta gestione, non quest'ultima fatta da atc che di caccia non ne capiscono poi un gran che, ma danno solo poltrone comode e ben remunerate a pochi ignoranti.Non puoi mettere giù così la domanda perché orienti la risposta...chi è che ti direbbe che è disposto a votare a favore di chi si comporta da furbo?
Il punto è: volete una caccia libera in territorio autogestito oppure volete una caccia a pagamento all'interno di gestioni private?
Io voto per la caccia libera in territorio autogestito, per cui voto a favore dell'art. 842 ed anche a favore degli atc.
la corretta gestione dovrebbe essere fatta dai circoli territoriali e dai cacciatori che li compongono, vigilanza inclusa, che ben conoscono il territorio, fatta insomma da gente che opera sul terreno.
l'art. 842 è un diritto inviolabile di ogni cacciatore e non si tocca.Nullum magnum ingenium sine mixtura dementiae fuit
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Condivido a pieno tutto[clap]Qui ti correggo un momento.
Allora che al tempo di gramignani siano state fatte delle stragi come asserisci può essere vero, ma erano diversi gli ambienti e quelle che tu chiami stragi si potevano fare da un anno all'altro senza che cambiasse un bel niente.
Al tempo c'erano le riserve padronali che gestite dai padroni da un alto fruttavano al padrone 2000-3000 fagiani l'anno, ma dall'altro a tutti coloro che ne frequentavano i confini fruttavano 100 o 200 fagiani, ma abbiamo voluto distruggerle perchè il padrone abbatteva troppi animali e noi eravamo convinti che rendendole pubbliche saremmo stati in grado di gestirle meglio ed avremmo abbattuto molti più capi...
Qui come al solito l'invidia di quello che fa più carniere di noi...
non entro in merito a quale associazione fece il suo cavallo di battaglia questa volontà, perchè tutti lo sappiamo.
Le starne vivevano in un certo tipo di habitat costituito da zone collinari semininative e non avevano la presenza del fagiano che occupa la stessa nicchia ecologica e quindi lo stesso areale.
La loro sconmparsa è dovuta in primis all'abbandono delle zone collinari, che sono passate da terreno seminativo a terreno boscoso o abbandonato inospitale ad oggi anche per lo stesso fagiano, che al tempo occupando lo stesso areale e avendo capacità adattative al mutamento ambientale in corso contribui alla scomparsa della starna assieme all'abbandono delle campagne.
I paduli e le zone palustri erano ricche di animali perchè questi trovavano un habitat a loro confacente, ed anche qui il sig. gramignani narra di un padule situato nella zona di roma, ove si facevano carnieri impressionanti di beccaccini ed anatre, ma queste storie di carnieri impressionanti le può narrare qualsiasi cacciatore vissuto in quegli anni e allo stesso può narrare come era il territorio al tempo e come è adesso, sicuramente le differenze non sono irrilevanti, ma molto consistenti.
Al tempo c'era l'impossibilità di procurarsi le munizioni, molte erano fatte artigianlmente e si guardava bene allo sparare a tiro e a colpo sicuro, perchè i costi erano proibitivi.
Con l'avvento dei moderni semiautomatici, dei materiali in plastica ecc il costo si ridusse notevolmente e alla cartuccia sparata ad un selvatico fuori tiro nessuno più faceva caso se non il selvatico che sembrava andarsene illeso, ma che in realtà andava a morire dopo giorni di agonia.
Già il fatto che la maggior parte delle persone sia orientata nella direzione dei fucili magnum parla da solo...
La maggior parte delle eprsone hanno smesso di cacciare non tanto per la carenza di selvaggina, ma per la carenza cronica di ambiente e le troppe limitazioni, dovute e rese necessarie proprio a causa della prima citata carenza di ambiente.
Oggi ci troviamo mille cacciatori in un fazzoletto di 100 ettari e come si può pretendere che ci sia selvaggina....?
Ieri 1000 cacciatori avevano uno spazio di 100000 ettari...
pensiamo e riflettiamo.
Vedi io nella mia ignoranza ho visto sempre molti animali là dove c'era l'ambiente e pochi là dove non vi era e non di rado capita di vedere svernare milioni di tordi qui dalle nostre parti, ogni qual volta c'è abbondanza di mortella, lillatra ecc.
Come non di rado capita involare 20/30 beccaccini a mattina o qualche 50 ina di anatre in quei pochi terreni rimasti inviolati e ogni qual volta si presentano le condizioni climatiche idonee.
Le lepri sono presenti in buon numero e ogni cacciatore che pratica questa caccia a fine stagione non ne ha prese meno di 7/8 anche se le cerca senza cani, ma anche queste stanno solo là dove hanno un certo tipo di ambiente.
E questa storia si ripete ogni anno, solo le mutazioni del territorio cambiano le quantità, non il cacciatore ne tanto meno la caccia che è già fin troppo restrittiva.
Ma quello che dice la ministra è molto pericoloso.....e le nostre associazioni?????Commenta
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Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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ahhahahahhhhhhhhhhhhhhhahahhahahaaaaaaaaahhahhahha
---------- Messaggio inserito alle 05:12 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 05:10 PM ----------
Alle 14.30 ed in replica alle 01.35. SkyTG24 Pomeriggio, conduce la Saluzzi. Canali 100 e 500.Commenta
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Buconi ha le qualità per tenere bene il confronto. L'importante è non cadere nel tranello della sfida a due. Buconi deve riuscire con concetti brevi a parlare al Paese che lo sta ascoltando affermanco con esempi tangibili l'utilità sociale e culturale della caccia. Se la Brambilla lo porta a disquisire su un piano tecnicistico i suoi argomenti (padroni in casa propria, la sicurezza e via dicendo) possono risultare più comunicativi.Commenta
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Speriamo vada bene...incrociamo le dita...In studio dovrebbe esserci anche una giornalista del Corriere della Sera, una certa De Bac mi pare di ricordare...bisognerebbe vedere che interventi fa questa ospite...Buconi ha le qualità per tenere bene il confronto. L'importante è non cadere nel tranello della sfida a due. Buconi deve riuscire con concetti brevi a parlare al Paese che lo sta ascoltando affermanco con esempi tangibili l'utilità sociale e culturale della caccia. Se la Brambilla lo porta a disquisire su un piano tecnicistico i suoi argomenti (padroni in casa propria, la sicurezza e via dicendo) possono risultare più comunicativi.Commenta
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