Brambilla propone divieto di caccia nei terreni privati
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per me unico colpevole: berlusconi
---------- Messaggio inserito alle 11:20 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 11:15 PM ----------
queste affermazioni mi fanno venire il voltastomaco, io pratico un solo tipo di caccia, ma sentire gente che butta fango solo per esperienze personali poco gradevoli, mi fa proprio incazzare, i "sapientoni" hanno sempre portato polemiche e guai, mai cose positive, e in genere le pecore nere sotto sotto sono proprio loro.Vado un po' controcorrente:
- la caccia in Italia è finita da un pezzo (tranne forse in zona Alpi) e non a colpa delle Brambille o degli animalisti ma per colpa di noi cacciatori.
- si può oggi ragionevolmente pensare di fare razionalmente alcuni tipi di caccia (uno su tutti la stanziale col cane da ferma) in territorio libero?
- gli ATC fanno gestione della selvaggina (ZRC, controllo predatori, immissione di riproduttori) o buttano quattrini lanciando polli pre-apertura?
- nei paesi europei dove vige il regime riservistico il cacciatore sta peggio che in Italia o è più spesso il cacciatore italiano (abbiente!) che si reca all'estero con i tours venatori, vista la miseria della nostra selvaggina?
- ci sarà pure un motivo, non solo la propaganda contraria, per cui molti cacciatori non sono riusciti a trasmettere ai propri figli la loro passione?
- siamo sicuri che il modello attuale di cacciatore "tuttologo" che fa tutte le cacce dalla pre-apertura agli estatini, alla stanziale, alla lepre e al cinghiale, per finire con la selezione, sia una soluzione sempre accettabile
e non siano meglio le licenze specialistiche e un pacchetto fisso di giornate disponibili?
Bernardo MontiCommenta
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Guarda che comunque in Italia ci sarà pure la cementificazione e le campagne saranno pure piene di trattori, ma la selvaggina non manca per chi è riuscito a riciclarsi (cinghiale e ungulati). E' un fatto però che i cacciatori da un milione e mezzo si siano ridotti a.....700 mila (o meno?) quasi tutti concentrati in Toscana, Umbria e Marche e ci sia un progressivo invecchiamento delle licenze senza ricambio. Visto che citi il passato, perchè non si dice delle stragi che una volta si facevano, bada bene, non all'estero, ma a casa nostra, (leggi Gramignani: 4 cacciatori di Ancona 71 starne in un giorno in Umbria!). Ti sembra gestione o predazione. Poi abbiamo finito le coturnici nel meridione, le allodole in Puglia, le beccacce in Calabria. Poi siamo passati in Sardegna fino che i residenti non ci hanno cacciato a pedate o peggio. Dopo, anni '60, è toccato alle starne dell'Istria e ai tordi tunisini, stava per toccare alla Polonia ma ci hanno fermato, come hanno fatto gli ucraini con la Crimea. Oggi ci vorrebbero mandare a starne e forcelli in Mongolia: perchè? Perchè non siamo capaci di gestire la nostra caccia.Non è che si dice dobbiamo impegnarci per cambiare lo stato di cose in cui reca l'ambiente in Italia, dobbiamo sensibilizzare la gente verso il problema, perchè il problema non è la caccia o il cacciatore che fa tutte le cacce, ma il problema risiede nelle scelte fatte sia a livello agroeconomico che edilizio, le quali hanno ridotto l'ambiente e gli habitat con la conseguenza che la selvaggina sta scomparendo dai nostri terreni.
No dobbiamo dire la colpa è di noi cacciatori che vogliamo cacciare tutto, che vogliamo vivere la passione e la tradizione della caccia come ci è stato tramandato, dobbiamo ancora una volta addossarci colpe e responsabilità che non abbiamo ed ancora una volta abbassarsi le brache e limitarci ancora con tesserini di cacce specialistiche, con riduzione ulteriore delle giornate di caccia ecc...Questa può essere una soluzione a breve termine, ma credete che risolva il problema selvatici?????
Poveri illusi, se non arrestiamo la cementificazione, il deturpamento ambientale e quant'altro questi ministri e più in basso consiglieri comunali e pseudomabientalisti portano avanti, noi la caccia ce la possiamo scordare perchè è finita.
L'estero....citate l'estero, ma siete mai stati????
All'estero la casa più vicina nelle campagne la vedi a 4-5 km trattori ne vedi uno ogni 2000 ettari e il territorio silvopastorale è immacolato come lo era quà 50 anni fà e più....
Ma di cosa state parlando?????
siete anche voi dalla parte di coloro che predicano bene e razzolano male gettando tutte le colpe sul povero cacciatore oppure vi è più facile cercare ulteriori limitazioni perchè dire la verità lede qualche interesse e lavorare per cambiare lo stato di cose e risolvere il problema seriamente e alla radice è cosa troppo impegnativa e fa paura perchè significa andare contro un sistema......
La signora Brambilla deve pulirsi il **** dalle sue nefandezze e lo stesso tutto il governo e come sempre la colpa ricade sul povero cacciatore che tanto non è in grado di difendersi, perchè troppo impegnato a scannarsi con i suoi simili a causa di carnieri, di apsetti, di modi di caccia....e le associazioni????
quelle si che fanno dietro front con alcuni rappresentati che rinnegano di essere cacciatori chiamandosi cinofili....
una baracca di percoroni ecco cosa siamo ed è ancora poco quello che ci stanno facendo speriamo facciano molto di più, perchè non ci meritiamo un bel niente, non siamo capaci di unirci ed essere coesi in niente.
Bernardo MontiCommenta
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io non capisco cosa centrano questi discorsi in questo momento, la vera rovina della nostra passione siete voi disfattisti, che non siete mai stati capaci di impegnarvi concretamente per qualcosa di utile, ma siete stati sempre bravi a lamentarvi e a criticare e quando c'era bisogno, eravate a lavorare o a caccia o vi inventavate una qualsiasi scusa.Guarda che comunque in Italia ci sarà pure la cementificazione e le campagne saranno pure piene di trattori, ma la selvaggina non manca per chi è riuscito a riciclarsi (cinghiale e ungulati). E' un fatto però che i cacciatori da un milione e mezzo si siano ridotti a.....700 mila (o meno?) quasi tutti concentrati in Toscana, Umbria e Marche e ci sia un progressivo invecchiamento delle licenze senza ricambio. Visto che citi il passato, perchè non si dice delle stragi che una volta si facevano, bada bene, non all'estero, ma a casa nostra, (leggi Gramignani: 4 cacciatori di Ancona 71 starne in un giorno in Umbria!). Ti sembra gestione o predazione. Poi abbiamo finito le coturnici nel meridione, le allodole in Puglia, le beccacce in Calabria. Poi siamo passati in Sardegna fino che i residenti non ci hanno cacciato a pedate o peggio. Dopo, anni '60, è toccato alle starne dell'Istria e ai tordi tunisini, stava per toccare alla Polonia ma ci hanno fermato, come hanno fatto gli ucraini con la Crimea. Oggi ci vorrebbero mandare a starne e forcelli in Mongolia: perchè? Perchè non siamo capaci di gestire la nostra caccia.
Bernardo MontiCommenta
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Ma se invece tu sei certo tutto va bene, di cosa ti preoccupi?io non capisco cosa centrano questi discorsi in questo momento, la vera rovina della nostra passione siete voi disfattisti, che non siete mai stati capaci di impegnarvi concretamente per qualcosa di utile, ma siete stati sempre bravi a lamentarvi e a criticare e quando c'era bisogno, eravate a lavorare o a caccia o vi inventavate una qualsiasi scusa.
La Brambilla deve essere l'ultimo dei tuoi problemi, ormai ha i giorni contati, poi tutto tornerà ed essere perfetto com'era prima che lei andasse al governo.FrancescoCommenta
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Qui ti correggo un momento.Guarda che comunque in Italia ci sarà pure la cementificazione e le campagne saranno pure piene di trattori, ma la selvaggina non manca per chi è riuscito a riciclarsi (cinghiale e ungulati). E' un fatto però che i cacciatori da un milione e mezzo si siano ridotti a.....700 mila (o meno?) quasi tutti concentrati in Toscana, Umbria e Marche e ci sia un progressivo invecchiamento delle licenze senza ricambio. Visto che citi il passato, perchè non si dice delle stragi che una volta si facevano, bada bene, non all'estero, ma a casa nostra, (leggi Gramignani: 4 cacciatori di Ancona 71 starne in un giorno in Umbria!). Ti sembra gestione o predazione. Poi abbiamo finito le coturnici nel meridione, le allodole in Puglia, le beccacce in Calabria. Poi siamo passati in Sardegna fino che i residenti non ci hanno cacciato a pedate o peggio. Dopo, anni '60, è toccato alle starne dell'Istria e ai tordi tunisini, stava per toccare alla Polonia ma ci hanno fermato, come hanno fatto gli ucraini con la Crimea. Oggi ci vorrebbero mandare a starne e forcelli in Mongolia: perchè? Perchè non siamo capaci di gestire la nostra caccia.
Bernardo Monti
Allora che al tempo di gramignani siano state fatte delle stragi come asserisci può essere vero, ma erano diversi gli ambienti e quelle che tu chiami stragi si potevano fare da un anno all'altro senza che cambiasse un bel niente.
Al tempo c'erano le riserve padronali che gestite dai padroni da un alto fruttavano al padrone 2000-3000 fagiani l'anno, ma dall'altro a tutti coloro che ne frequentavano i confini fruttavano 100 o 200 fagiani, ma abbiamo voluto distruggerle perchè il padrone abbatteva troppi animali e noi eravamo convinti che rendendole pubbliche saremmo stati in grado di gestirle meglio ed avremmo abbattuto molti più capi...
Qui come al solito l'invidia di quello che fa più carniere di noi...
non entro in merito a quale associazione fece il suo cavallo di battaglia questa volontà, perchè tutti lo sappiamo.
Le starne vivevano in un certo tipo di habitat costituito da zone collinari semininative e non avevano la presenza del fagiano che occupa la stessa nicchia ecologica e quindi lo stesso areale.
La loro sconmparsa è dovuta in primis all'abbandono delle zone collinari, che sono passate da terreno seminativo a terreno boscoso o abbandonato inospitale ad oggi anche per lo stesso fagiano, che al tempo occupando lo stesso areale e avendo capacità adattative al mutamento ambientale in corso contribui alla scomparsa della starna assieme all'abbandono delle campagne.
I paduli e le zone palustri erano ricche di animali perchè questi trovavano un habitat a loro confacente, ed anche qui il sig. gramignani narra di un padule situato nella zona di roma, ove si facevano carnieri impressionanti di beccaccini ed anatre, ma queste storie di carnieri impressionanti le può narrare qualsiasi cacciatore vissuto in quegli anni e allo stesso può narrare come era il territorio al tempo e come è adesso, sicuramente le differenze non sono irrilevanti, ma molto consistenti.
Al tempo c'era l'impossibilità di procurarsi le munizioni, molte erano fatte artigianlmente e si guardava bene allo sparare a tiro e a colpo sicuro, perchè i costi erano proibitivi.
Con l'avvento dei moderni semiautomatici, dei materiali in plastica ecc il costo si ridusse notevolmente e alla cartuccia sparata ad un selvatico fuori tiro nessuno più faceva caso se non il selvatico che sembrava andarsene illeso, ma che in realtà andava a morire dopo giorni di agonia.
Già il fatto che la maggior parte delle persone sia orientata nella direzione dei fucili magnum parla da solo...
La maggior parte delle eprsone hanno smesso di cacciare non tanto per la carenza di selvaggina, ma per la carenza cronica di ambiente e le troppe limitazioni, dovute e rese necessarie proprio a causa della prima citata carenza di ambiente.
Oggi ci troviamo mille cacciatori in un fazzoletto di 100 ettari e come si può pretendere che ci sia selvaggina....?
Ieri 1000 cacciatori avevano uno spazio di 100000 ettari...
pensiamo e riflettiamo.
Vedi io nella mia ignoranza ho visto sempre molti animali là dove c'era l'ambiente e pochi là dove non vi era e non di rado capita di vedere svernare milioni di tordi qui dalle nostre parti, ogni qual volta c'è abbondanza di mortella, lillatra ecc.
Come non di rado capita involare 20/30 beccaccini a mattina o qualche 50 ina di anatre in quei pochi terreni rimasti inviolati e ogni qual volta si presentano le condizioni climatiche idonee.
Le lepri sono presenti in buon numero e ogni cacciatore che pratica questa caccia a fine stagione non ne ha prese meno di 7/8 anche se le cerca senza cani, ma anche queste stanno solo là dove hanno un certo tipo di ambiente.
E questa storia si ripete ogni anno, solo le mutazioni del territorio cambiano le quantità, non il cacciatore ne tanto meno la caccia che è già fin troppo restrittiva.Commenta
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ma si chi sene frega tanto con la brambilla dei miei c.....
ci vediamo alle prossime elezioni....che non mi pare siano così lontane se va avanti così....[:D]
per me può dire quello che vuole anche che alleverà martore in parlamento! bisogna vedere primo se riesce a farlo e econdo se ne avrà il tempo dato che mi pare che sia alla frutta come ministro[:-clown] per i pesci invece ha un futuro davanti ..... :-pre anche didietro....
ricordate il presidente dei verdi a porta a porta? che voleva che la fauna selvatica divenisse proprietà del padrone della terra su cui si trova? così secondo lui i proprietari terrieri potevano proteggere i loro animali dai cattivoni dei cacciatori, ok gli disse qualcuno, e se il padrone della terra è cacciatore può sparare alle cicogle ai fenicotteri ai lupi alle aquile....tanto soni le sue e nessuno può dirgli nulla!!?? che figura da cretino intergalattico!!
se abbiamo a che fare con sti leader non c'è molto da preoccuparsi..[wink]Ultima modifica gianni74; 10-11-10, 00:27.Commenta
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Credo che l'analisi fatta da Michele sia assolutamente perfetta.Qui ti correggo un momento.
Allora che al tempo di gramignani siano state fatte delle stragi come asserisci può essere vero, ma erano diversi gli ambienti e quelle che tu chiami stragi si potevano fare da un anno all'altro senza che cambiasse un bel niente.
Al tempo c'erano le riserve padronali che gestite dai padroni da un alto fruttavano al padrone 2000-3000 fagiani l'anno, ma dall'altro a tutti coloro che ne frequentavano i confini fruttavano 100 o 200 fagiani, ma abbiamo voluto distruggerle perchè il padrone abbatteva troppi animali e noi eravamo convinti che rendendole pubbliche saremmo stati in grado di gestirle meglio ed avremmo abbattuto molti più capi...
Qui come al solito l'invidia di quello che fa più carniere di noi...
non entro in merito a quale associazione fece il suo cavallo di battaglia questa volontà, perchè tutti lo sappiamo.
Le starne vivevano in un certo tipo di habitat costituito da zone collinari semininative e non avevano la presenza del fagiano che occupa la stessa nicchia ecologica e quindi lo stesso areale.
La loro sconmparsa è dovuta in primis all'abbandono delle zone collinari, che sono passate da terreno seminativo a terreno boscoso o abbandonato inospitale ad oggi anche per lo stesso fagiano, che al tempo occupando lo stesso areale e avendo capacità adattative al mutamento ambientale in corso contribui alla scomparsa della starna assieme all'abbandono delle campagne.
I paduli e le zone palustri erano ricche di animali perchè questi trovavano un habitat a loro confacente, ed anche qui il sig. gramignani narra di un padule situato nella zona di roma, ove si facevano carnieri impressionanti di beccaccini ed anatre, ma queste storie di carnieri impressionanti le può narrare qualsiasi cacciatore vissuto in quegli anni e allo stesso può narrare come era il territorio al tempo e come è adesso, sicuramente le differenze non sono irrilevanti, ma molto consistenti.
Al tempo c'era l'impossibilità di procurarsi le munizioni, molte erano fatte artigianlmente e si guardava bene allo sparare a tiro e a colpo sicuro, perchè i costi erano proibitivi.
Con l'avvento dei moderni semiautomatici, dei materiali in plastica ecc il costo si ridusse notevolmente e alla cartuccia sparata ad un selvatico fuori tiro nessuno più faceva caso se non il selvatico che sembrava andarsene illeso, ma che in realtà andava a morire dopo giorni di agonia.
Già il fatto che la maggior parte delle persone sia orientata nella direzione dei fucili magnum parla da solo...
La maggior parte delle eprsone hanno smesso di cacciare non tanto per la carenza di selvaggina, ma per la carenza cronica di ambiente e le troppe limitazioni, dovute e rese necessarie proprio a causa della prima citata carenza di ambiente.
Oggi ci troviamo mille cacciatori in un fazzoletto di 100 ettari e come si può pretendere che ci sia selvaggina....?
Ieri 1000 cacciatori avevano uno spazio di 100000 ettari...
pensiamo e riflettiamo.
Vedi io nella mia ignoranza ho visto sempre molti animali là dove c'era l'ambiente e pochi là dove non vi era e non di rado capita di vedere svernare milioni di tordi qui dalle nostre parti, ogni qual volta c'è abbondanza di mortella, lillatra ecc.
Come non di rado capita involare 20/30 beccaccini a mattina o qualche 50 ina di anatre in quei pochi terreni rimasti inviolati e ogni qual volta si presentano le condizioni climatiche idonee.
Le lepri sono presenti in buon numero e ogni cacciatore che pratica questa caccia a fine stagione non ne ha prese meno di 7/8 anche se le cerca senza cani, ma anche queste stanno solo là dove hanno un certo tipo di ambiente.
E questa storia si ripete ogni anno, solo le mutazioni del territorio cambiano le quantità, non il cacciatore ne tanto meno la caccia che è già fin troppo restrittiva.
La caccia è l'espressione di un modo di essere, di confrontarsi con il selvatico nel suo ambiente.
Noi, invece, siamo tanto sciocchi e tanto ciechi che pretendiamo di trovare la selvaggina nel nostro ambiente, fatto di cemento, di strade, di capannoni, di inquinamento, di discariche, di veleni...
Mi viene da pensare che più che cacciatori, siamo diventati dei grandi osservatori... un po' strabici.Stradafacendo...Commenta
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Caro Michele, adesso il tuo discorso si fa più pacato e in parte è condivisibile. Pensa però cosa sarà rimasto a quei cacciatori residenti dopo una strage di 71 starne. E sei proprio sicuro che di anno in anno la situazione non cambiasse. La selvaggina del Meridione chi l'ha impoverita? I cacciatori tedeschi o napoletani, romani e anche fiorentini e milanesi? E' bastato che tutti avessero l'auto e denaro!
E poi, come dici, è possibile oggi tollerare 1000 cacciatori in cento ettari?
Bernardo MontiCommenta
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Quoto al 100% complimenti!Analisi perfetta!Qui ti correggo un momento.
Allora che al tempo di gramignani siano state fatte delle stragi come asserisci può essere vero, ma erano diversi gli ambienti e quelle che tu chiami stragi si potevano fare da un anno all'altro senza che cambiasse un bel niente.
Al tempo c'erano le riserve padronali che gestite dai padroni da un alto fruttavano al padrone 2000-3000 fagiani l'anno, ma dall'altro a tutti coloro che ne frequentavano i confini fruttavano 100 o 200 fagiani, ma abbiamo voluto distruggerle perchè il padrone abbatteva troppi animali e noi eravamo convinti che rendendole pubbliche saremmo stati in grado di gestirle meglio ed avremmo abbattuto molti più capi...
Qui come al solito l'invidia di quello che fa più carniere di noi...
non entro in merito a quale associazione fece il suo cavallo di battaglia questa volontà, perchè tutti lo sappiamo.
Le starne vivevano in un certo tipo di habitat costituito da zone collinari semininative e non avevano la presenza del fagiano che occupa la stessa nicchia ecologica e quindi lo stesso areale.
La loro sconmparsa è dovuta in primis all'abbandono delle zone collinari, che sono passate da terreno seminativo a terreno boscoso o abbandonato inospitale ad oggi anche per lo stesso fagiano, che al tempo occupando lo stesso areale e avendo capacità adattative al mutamento ambientale in corso contribui alla scomparsa della starna assieme all'abbandono delle campagne.
I paduli e le zone palustri erano ricche di animali perchè questi trovavano un habitat a loro confacente, ed anche qui il sig. gramignani narra di un padule situato nella zona di roma, ove si facevano carnieri impressionanti di beccaccini ed anatre, ma queste storie di carnieri impressionanti le può narrare qualsiasi cacciatore vissuto in quegli anni e allo stesso può narrare come era il territorio al tempo e come è adesso, sicuramente le differenze non sono irrilevanti, ma molto consistenti.
Al tempo c'era l'impossibilità di procurarsi le munizioni, molte erano fatte artigianlmente e si guardava bene allo sparare a tiro e a colpo sicuro, perchè i costi erano proibitivi.
Con l'avvento dei moderni semiautomatici, dei materiali in plastica ecc il costo si ridusse notevolmente e alla cartuccia sparata ad un selvatico fuori tiro nessuno più faceva caso se non il selvatico che sembrava andarsene illeso, ma che in realtà andava a morire dopo giorni di agonia.
Già il fatto che la maggior parte delle persone sia orientata nella direzione dei fucili magnum parla da solo...
La maggior parte delle eprsone hanno smesso di cacciare non tanto per la carenza di selvaggina, ma per la carenza cronica di ambiente e le troppe limitazioni, dovute e rese necessarie proprio a causa della prima citata carenza di ambiente.
Oggi ci troviamo mille cacciatori in un fazzoletto di 100 ettari e come si può pretendere che ci sia selvaggina....?
Ieri 1000 cacciatori avevano uno spazio di 100000 ettari...
pensiamo e riflettiamo.
Vedi io nella mia ignoranza ho visto sempre molti animali là dove c'era l'ambiente e pochi là dove non vi era e non di rado capita di vedere svernare milioni di tordi qui dalle nostre parti, ogni qual volta c'è abbondanza di mortella, lillatra ecc.
Come non di rado capita involare 20/30 beccaccini a mattina o qualche 50 ina di anatre in quei pochi terreni rimasti inviolati e ogni qual volta si presentano le condizioni climatiche idonee.
Le lepri sono presenti in buon numero e ogni cacciatore che pratica questa caccia a fine stagione non ne ha prese meno di 7/8 anche se le cerca senza cani, ma anche queste stanno solo là dove hanno un certo tipo di ambiente.
E questa storia si ripete ogni anno, solo le mutazioni del territorio cambiano le quantità, non il cacciatore ne tanto meno la caccia che è già fin troppo restrittiva.Commenta
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Mah, a me tutto sommato pare tutta propaganda. A parte che il governo non terrà e cadrà, secondo me, per cui il il ddl Brambilla verrà sepolto nel cassetto, c'è anche da dire che non tutti i ministri lo avalleranno, e in cdm verrà sollevato un polverone, come già qualche scintilla è scoppiata. Poi c'è da dire anche che vedo difficile il passaggio parlamentare, dove incontrerebbe ostacoli non indifferenti.Ecco qua...mi raccomando, non protestate perchè tanto siamo tutti un mucchio di pecoroni: ho appena sentito al tg5 che la brambilla ha proposto un disegno di legge che non consentirebbe più l'accesso dei cacciatori ai fondi agricoli e ai terreni di privati, modificando l'apposita norma del Codice civile che ora, nel rispetto di coltivazioni e recinzioni, lo consente.[:142]
Il provvedimento, come ha detto la stessa Brambilla, sarebbe predittivo ad una definitiva abolizione della caccia "che (cito) gli italiani non vogliono".[:-glass]
E per fortuna che questo governo, senza verdi e radicali, avrebbe fatto anche gli interessi dei cacciatori !!![:-bunny]
Ragazzi, la caccia in Italia è finita...andate in pace e mi raccomando, non protestate !!![:-cry]Commenta
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Ancora una volta sono d'accordo con te, mi sa che la Brambilla sta producendo tanto fumo e poco arrosto, anzi l'unico arrosto che sta provocando è quello del governo a cui appartiene.Mah, a me tutto sommato pare tutta propaganda. A parte che il governo non terrà e cadrà, secondo me, per cui il il ddl Brambilla verrà sepolto nel cassetto, c'è anche da dire che non tutti i ministri lo avalleranno, e in cdm verrà sollevato un polverone, come già qualche scintilla è scoppiata. Poi c'è da dire anche che vedo difficile il passaggio parlamentare, dove incontrerebbe ostacoli non indifferenti.Homo homini lupus.
Claudio.Commenta
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