Con novembre nelle zone dove caccio si chiude il camoscio. L'11 per gli adulti, il 30 per i giovani dell'annata, lo yarling e l'adulto avente corna di lunghezza inferiore o uguale alle corna.
Quest'anno il clima è stato mite e ancora oggi la montagna è quasi spoglia di neve.
Una giornata di fine novembre, solo col mio cagnolino, parto per quella che potrebbe essere l'ultima giornata di caccia avendo ormai a disposizione un solo braccialetto per classe C2.
Tempo molto bello e abbastanza caldo il chè fa si che i camosci stiano molto in altitudine. La cosa rende molto faticoso l'avvicinamento e difficile la caccia a causa della termica che risale.
Durante la lunga marcia di avvicinamento individuo diversi camosci isolati: tutti adulti, quasi sempre maschi; non sparabili.
Devo trovare il branco o almeno un gruppetto per aver speranza di trovare lo yarling.
Tutta la mattina trascorre senza successo. Decido di raggiungere la baita, ormai chiusa, e di procedere sullo rocce che la sovrastano; oltre al vecchio becco di cui già ho raccontato ogni tanto staziona un gruppetto di femmine col piccolo e alcuni binelli al seguito.
Uscito dal bosco faccio molta attenzione prima di mostrarmi e binocolo completamente la zona finchè.....bingo! 6 camosci pascolano tranquilli nel prato a sinistra delle rocce. Sono a poco meno di 400 metri da me.
Procedo sfruttando la copertura dei pochi larici rimasti, sperando che il vento non mi giochi brutti scherzi.
Arrivato all'ultimo albero, circa 300 metri al telemetro, lascio lo zaino e metto Maya al terra. Nonostante sia molto corretta e mi stia tutto il giorno dietro senza bisogno di legarla, sono ormai allo scoperto e preferisco così.
Coperto dall'albero tiro fuori il lungo e studio la situazione: si tratta di due femmine adulte, ognuna col proprio capretto, e due yarling. Mi concentro su di loro: uno è particolarmente bello, mi pare un maschio. Sparabile. L'altro è invece decisamente più piccolo e anche il pelo non ha lo splendore del compagno. Il tentativo di tiro ricadrà su di lui/lei (non riesco a riconoscerlo data la sua posizione).
Ci sono solo cespugli di rodedendro e devo quindi procedere strisciando tra di essi per non farmi vedere.
Ancora un po', voglio arrivare intorno ai 200 metri di distanza in quanto la posizione di tiro non mi permette di sparare con sicurezza più distante. E ancora mi brucia la padella della settimana scorsa in simile condizione.
Mentre studio come muovermi negli ultimi metri ecco che arriva il fischio beffardo dei camosci che mi hanno percepito. Maledetta aria di risalita!
Si muovono poco, sono allertati ma non capiscono la mia posizione. Telemetro un'ultima volta: 220 metri. Non posso che sparare da sdraiato, appoggiandomi sul gomito. Inquadro l'animale scelto che non avevo mai perso di vista, aspetto con lo stecher tirato che abbia una posizione buona, faccio partire il tiro; già nel cannocchiale vedo l'animale che si impenna ma rimane in piedi. Il branco di camosci si compatta e rimane fermo non avendo capito da dove arriva il pericolo. Abbasso la carabina e alzo il binocolo ma il mio camoscio è già in terra che ruzzola lungo il pendio. Si ferma dopo 50 metri, morto.
Io continuo a stare nascosto finché gli altri animali piano piano si allontanano. Poi torno a prendere Maya per far godere anche lei della cattura.
Parto verso destra e risalgo la montagna facendo in modo che lei non veda l'animale morto, poi la porto sull'anschuss dove è presente tanto sangue chiaro. Naso in terra Maya prende subito la scia e dopo pochissimo è sul camoscio.
Non è uno yarling bensì una femmina di due anni di corporatura e corna parecchio indietro. Tiro assolutamente selettivo.
Scendo alla baita per pulirlo con tranquillità e me lo godo un po' scattando diverse foto.
Maya non è molto contenta del brunch che le infilo sotto al collare. Forse è conscia di non meritare, almeno oggi, questo riconoscimento :)
3 ore di marcia mi attendono, saluto con un po' di tristezza la mia montagna che non rivedrò fino a un altro anno. Almeno non con un fucile in spalla.
Saluti e auguri a tutti
matteo
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