All'alba anatre, poi coi cani cercheremo speranzosi qualche fagiano in un angolo fitto, complicato, sperando di vedere qualche bella ferma. Essendo agli sgoccioli e un posto che non conosce nessuno (o quasi) abbiamo deciso (io e il mio socio) di rispettare eventualmente la femmina in caso di incontro.
È stata un'annata di alti e bassi. Un bel cucciolone di DD che ha preso coraggio, e ora caccia in maniera indipendente. Ha una ferma solida e consenso naturale.
La stanziale ha scarseggiato rispetto l'anno scorso, il nostro gruppo nessuna lepre, poche minilepri, qualche coniglio. Fagiani meno dell'anno scorso, ma alcuni (una bella sorpresa) di covata. Diverse anatre (molte di più dell'anno precedente), tutti germani tranne una piacevole eccezione avuta da una bellissima (e buonissima) alzavola.
La migratoria non la facciamo come caccia, solo qualche colombo quando capita. E un paio di uscite ai nocivi.
Cacciamo di solito (a seconda di dove, come, e chi c'è del nostro gruppo) con 2-3 DD, un Bracco Italiano, e una bassottina incredibilmente forte nei rovi, a minilepri. Dalla prossima stagione avremo anche un Breton.
Ho ancora negli occhi la mattina di qualche settimana fa.
Il sole stava facendo capolino con una bellissima alba, il freddo faceva battere i denti. Io e il mio socio scendiamo dal fuoristrada. Movimenti automatici, rumori ridotti al minimo. Con uno sguardo, senza fiatare ci intendiamo su come approcciarci al canale. I cani sono ancora in macchina, pronti a recuperare qualche anatra. Emettono qualche leggero guaito, ma anche loro sanno che ci vuole silenzio.
Arrivata l'ora x, carichiamo i fucili. Calo nel mio sovrapposto, con fare quasi liturgico, un 6 della B&P MB Extra da 35 gr e di seconda un 4 fiocchi HV da 36gr. I passi sull'erba ghiacciata sembrano rimbombare nel silenzio. Io scendo a favore di corrente, il mio socio risale.
Le orecchie sono tese (anche perché la luce non è ancora tantissima). Gli occhi cercano sagome in movimento, un qualche cosa che possa anticipare un possibile involo di un'anatra.
Improvvisamente in contro luce, contro il sole che sta sorgendo si staglia l'immagine netta, di 5 germani che volano velocissimi a pochi metri d'altezza sopra il canale. (Solo questa immagine varrebbe la Levataccia, il freddo e tutto il resto) Imbraccio il fucile, e con il primo colpo fermo la seconda anatra del volo, di seconda padello, un po' per colpa della preoccupazioni di dove fossa caduta la prima. Un po' per la loro rapidità, per quel volo che sembra una corsa selvaggia ma così elegante.
Pochi secondi dopo sento 2 fucilate, so che è il mio socio (sono le anatre che hanno continuato a volare rapide risalendo la corrente). Recupero il germano, è una maschio, bellissimo. Metto la sua testa sotto l'ala, accarezzo il piumaggio con il massimo rispetto che un cacciatore può avere per la sua preda e lo metto nel carniere. Mi incammino verso il socio, risalgo, vedo che ha sciolto i cani. Un germano è ferito penso. I cani corrono su e giù, fanno buono sulla spiumata e dopo un gran lavoro recuperano una femmina che aveva riconquistato l'acqua.
Ebbene, da domani sera, ogni notte, prima di dormire, almeno per un'attimo, la mia mente andrà a questo, e tanti altri ricordi.
Chi vive la caccia, vive la natura.[brindisi]
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