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Salve
Non dimentichiamo Wilbur Smith le sue descrizioni di ambienti e contesti di caccia li ritengo tra i più belli.
Consentitemi in Turghenev (non ricordo come si scrive) ho trovato molta Russia e poca caccia, l'ho riletto di recente e l'impressione è la stessa.
Purtroppo credo che non ci siano traduzioni dei libri cinegetici Spagnoli alla lingua Italiana, e dico purtroppo perche ci sono opere di un valore letterario-venatorio importantissimo come,Dialogos de Montería, anonimo, anno 1470Arte de ballestería y monteria di Alonso Martinez de Espinar, anno 1500 + / -Veinte años de caza mayor, Conte de Yebes ( Eduardo Yebes), quí il Comte haveva chiesto al suo amico il massimo filosofo Spagnolo Don José Ortega y Gasset ( sicondo me, e tantissimi altri) far il prefazio del suo libro, dopo la edizione hanno duvuto far un libro SOLO con il prefazio e se chiama " La caza y los toros" é un tratato filosofico su perche l´Uomo Caccia e Torea, MERAVIGLIOSO, FINO, SQUISITO, SUBLIME lavoro letterario.Tutta l´opera de Don Miguel Delibes, premio Cervantez de letteratura, il massimo premio per la lingua Spagnola.E tantissimi altri autori ovviamente.Prego scusarmi per scrivere cosi e distruggere la bella lingua Italiana in questo modo...Cordiali saluti
Ho trovato nella mia biblioteca un altro libro di Domenico Travaglini.Si tratta di
"Fascino verde" (Andrea Livi editore).Ricco di foto è dedicato alla fauna selvatica e al suo riconoscimento anche dalle tracce che lascia sul terreno.
Il compianto Domenico Travaglini è stato un importante giornalista di Diana e altre riviste naturalistiche. Sicuramente molti ricorderanno i suoi affascinanti reportage sempre accompagnati da splendide fotografie scattate da lui stesso.Era naturalista appassionato e cacciatore.Da ragazzo leggevo avidamente i sui articoli sulle cacce tradizionali,sulla fauna.Non sapevo fosse mio conterraneo.Poi l'ho conosciuto e divenimmo amici.
-Veinte años de caza mayor, Conte de Yebes ( Eduardo Yebes), quí il Comte haveva chiesto al suo amico il massimo filosofo Spagnolo Don José Ortega y Gasset ( sicondo me, e tantissimi altri) far il prefazio del suo libro, dopo la edizione hanno duvuto far un libro SOLO con il prefazio e se chiama " La caza y los toros" é un tratato filosofico su perche l´Uomo Caccia e Torea, MERAVIGLIOSO, FINO, SQUISITO, SUBLIME lavoro letterario.Tutta l´opera de Don Miguel Delibes, premio Cervantez de letteratura, il massimo premio per la lingua Spagnola.
Ci puoi dire qualcosa in più?La casa editrice ad es.?
Purtroppo credo che non ci siano traduzioni dei libri cinegetici Spagnoli alla lingua Italiana, e dico purtroppo perche ci sono opere di un valore letterario-venatorio importantissimo come,Dialogos de Montería, anonimo, anno 1470Arte de ballestería y monteria di Alonso Martinez de Espinar, anno 1500 + / -Veinte años de caza mayor, Conte de Yebes ( Eduardo Yebes), quí il Comte haveva chiesto al suo amico il massimo filosofo Spagnolo Don José Ortega y Gasset ( sicondo me, e tantissimi altri) far il prefazio del suo libro, dopo la edizione hanno duvuto far un libro SOLO con il prefazio e se chiama " La caza y los toros" é un tratato filosofico su perche l´Uomo Caccia e Torea, MERAVIGLIOSO, FINO, SQUISITO, SUBLIME lavoro letterario.Tutta l´opera de Don Miguel Delibes, premio Cervantez de letteratura, il massimo premio per la lingua Spagnola.E tantissimi altri autori ovviamente.Prego scusarmi per scrivere cosi e distruggere la bella lingua Italiana in questo modo...Cordiali saluti
Aldo, grazie del tuo bellissimo post, interventi come il tuo arricchiscono un forum a mio parere.
[clap]
“Perché a vent’anni, con due passioni nel cuore, la caccia e la libertà, e un grande disprezzo di tutti i beni per cui l’umanità merciaiola si arrovella e soffre, un buon cane davanti e un fucile in mano, come non può essere bella la vita ?”
<DT>Forse a quei tempi la posta alla beccaccia si poteva fare ma ditemi un pò che ne pensate di questo:</DT><DT> </DT><DT>"Un quarto d'ora prima che tramonti il sole, in primavera, entrate in un boschetto,con lo schioppo, senza cane. Vi cercate un posto da qualche parte, vicino al margine, vi guardate dietro, esaminate il pistone, scambiate una strizzatina d'occhi col compagno. Il quartod'ora è passato.. il sole è andato sotto, ma nel bosco è ancora chiaro; l'aria è pura e trasparente; gli uccelli balbettano ciarlieri; l'erba novella luccica dell'allegro splendore dello smeraldo... Voi attendete. L'interno del bosco si oscura gradatamente; la luce rossa del crepuscolo sfiora lenta le radici e i tronchi degli alberi, sale sempre più sù, sempre più sù, passa dai rami più bassi, ancor quasi nudi, alle immobili cime che si assopiscono... Ecco, si son fatte scure anche le cime stesse; il cielo vermiglio s' inazzurra. L'odore del bosco diventa più forte, appena spira una tiepida umidità; il vento ingolfatosi muore presso di voi. Gli uccelli si addormentano, non tutti in una volta, maper specie; ecco che si son chetati i fringuelli, dopo qualche istante le capinere, poi gli ortolani. Nel bosco è sempre più scuro. Gli alberi si fondono in grandi masse nereggianti; nel cieloturchino spuntano timide le prime stellucce. Tutti gli uccelli dormono. I codirossi, i giovani picchi soli fischiettano sonnolenti... Ecco, han fatto silenzio anch'essi. Ancora una volta ha risonato sopra di voi la voce sonora del luì; in qualche parte il rigogolo ha mandato ancora il suo malinconico grido, l'usignolo ha fatto il primo schiocco. Il vostro cuore langue d'attesa, e d'un tratto, - ma solo i cacciatori m'intenderanno- d'un tratto, nella quiete profonda, echeggiano un gracchiare e un sibilo d'un genere speciale, si ode un misurato batter di agili ali, e una beccaccia, inclinando con grazia il suo lungo becco, vola via dolcemente da dietro a una oscura betulla, incontro al vostro tiro."<?XML:NAMESPACE PREFIX = O /><O:P></O:P></DT><O:P><DL>
Sempre in tema di beccaccia.Da Fruscìo d'ali, di Guglielmo Attorre (liriche 1951):
"La sera s'infosca sui colli,
discende la notte alle forre,
Alle macchie spinose.E' levante.
Esce,fluida, a percorrere,decisa,
le vie non tracciate del cielo,
la fascinosa farfalla delle macchie.
Sappiamo dove trovarla:
la incontreremo ai primi chiari
se tremano ombre di foglie
su poca neve
e il cuore avrà tormenti
di gioia e di amarezza
per averla-così bella-
tolta ai rovi della sua macchia
e al turchino delle sue notti."
<dt>Forse a quei tempi la posta alla beccaccia si poteva fare ma ditemi un pò che ne pensate di questo:</dt><dt>
</dt><dt>"Un quarto d'ora prima che tramonti il sole, in primavera, entrate in un boschetto,con lo schioppo, senza cane. Vi cercate un posto da qualche parte, vicino al margine, vi guardate dietro, esaminate il pistone, scambiate una strizzatina d'occhi col compagno. Il quartod'ora è passato.. il sole è andato sotto, ma nel bosco è ancora chiaro; l'aria è pura e trasparente; gli uccelli balbettano ciarlieri; l'erba novella luccica dell'allegro splendore dello smeraldo... Voi attendete. L'interno del bosco si oscura gradatamente; la luce rossa del crepuscolo sfiora lenta le radici e i tronchi degli alberi, sale sempre più sù, sempre più sù, passa dai rami più bassi, ancor quasi nudi, alle immobili cime che si assopiscono... Ecco, si son fatte scure anche le cime stesse; il cielo vermiglio s' inazzurra. L'odore del bosco diventa più forte, appena spira una tiepida umidità; il vento ingolfatosi muore presso di voi. Gli uccelli si addormentano, non tutti in una volta, maper specie; ecco che si son chetati i fringuelli, dopo qualche istante le capinere, poi gli ortolani. Nel bosco è sempre più scuro. Gli alberi si fondono in grandi masse nereggianti; nel cieloturchino spuntano timide le prime stellucce. Tutti gli uccelli dormono. I codirossi, i giovani picchi soli fischiettano sonnolenti... Ecco, han fatto silenzio anch'essi. Ancora una volta ha risonato sopra di voi la voce sonora del luì; in qualche parte il rigogolo ha mandato ancora il suo malinconico grido, l'usignolo ha fatto il primo schiocco. Il vostro cuore langue d'attesa, e d'un tratto, - ma solo i cacciatori m'intenderanno- d'un tratto, nella quiete profonda, echeggiano un gracchiare e un sibilo d'un genere speciale, si ode un misurato batter di agili ali, e una beccaccia, inclinando con grazia il suo lungo becco, vola via dolcemente da dietro a una oscura betulla, incontro al vostro tiro."<o:p></o:p></dt><o:p></o:p><dl>
Ci puoi dire qualcosa in più?La casa editrice ad es.?
Certo che posso e DEVO dire, poveracci quelli che nascondono informazione culturale o di qualsiasi tipo all prossimo/colleghi.Questa Librería Editoriale é meravigliosa per il contenuto piú completo che esiste nella letteratura cinegetico venatoria di tutta la storia ed aparte sono gente squisita e seria come pocchi.Ediciones CLAN / LibreriaVía, Glorieta de Campanar, N° 1.28028 - Madrid.España.Teléfono, 0039-91-724 08 16.www.clan.esCordiali saluti
Ah, ma questo ritrovo letterario del cacciatore langue.Sarà il periodo che ispira più ad uscire nei boschi e a frequentare le cacce per i colombacci piuttostoche a rimanere comodi in poltrona a leggere un buon libro di contenuto cinofilo e venatorio.Mi sembra giusto.
Stimolato da un'altra discussione ho riletto Addestramento del cane da ferma di Felice Delfino ed.Olimpia (la mia edizione è del dicembre 1968-quasi d'epoca,no?) nella parte relativa al riporto.Scrive Delfino che riusciva a far riportare le uova e pezzi di carne e
formaggio che l'educando gli consegnava in cambio di altro tipo di leccornia.
In merito a questa discussione vorrei sottolineare l'idea di fare un data-base dei libri
a contenuto cinofilo,venatorio,faunistico di tutte le Regioni ma anche di altre parti del mondo.Credo possa essere utile a far capire come la Caccia,con la C maiuscola,faccia parte a pieno titolo della nostra migliore cultura.
Fin'ora la parte del leone l'ha fatta la mia regione.Ma son sicuro che in ogni regione ci siano stati o ci sono scrittori o poeti che abbian scritto di caccia,cani e selvaggina con un occhio attento al paesaggio.Penso alla Toscana con Niccolini.
Ma dove sono i toscani?
Domani mi aspetta una giornata in montagna.Ma voglio chiudere questa chiacchierata con l'incipit di una poesia di Guglielmo Attorre da Fruscìo d'ali,dedicata al nostro amato amico bracco italiano:
"Teso come corda alla cocca,
freme l'ardore del bracco
aggrumato nelle rughe del muso
che si flette nell'occhio mansueto."
Vi propongo un brano tratto dal romanzo "La figlia del dottore",De Ferrari editore,del compianto amico Luciano Roncalli Benedetti.Siamo nella giornata dell'apertura della caccia "alla selvaggina nobile stanziale",anno 1942 o 1943,nelle Marche.
S'era udito "sopra di loro il canto fesso, opaco delle starne".
Qualche amico del forum sarà particolarmente contento:
"Giuliano aveva escluso Zar,un pointer troppo veloce e potente,preferendogli Ted,un drat-har compatto e più adatto per quel tipo di terreno molto accidentato.Ted prese l'orma nell'avvallamento di un terreno incolto,una specie di profondo fossato dove allignava,tra altre erbe spontanee,la falasca alta abbastanza da nascondere qualunque selvatico."
"Si era avvicinato cauto aveva fermato e poi,in guida veloce,seguì il branco che pedinava svelto,invisibile in mezzo alla falasca,per prendere il volo sul crinale ma Tip,apparsa dall'alto,si bloccò subito nel consenso e forse in una ferma vera perchè ormai la brigata delle starne doveva trovarsi a distanza uguale tra i due cani."
"Si levarono con grande fragore e Leo,in buona posizione,sparò due colpi sbagliando di seconda canna."
Poco romantico, molto pragmatico, ricco di cinegetica ma anche di importanti ed attualissimi spunti di etica venatoria: "Starne ed altre cacce" di Felice Steffenino, Ed Olimpia.
Mattoon
CACCIA NON SOLO NON PIU : libro di Riccardo Tornabuoni ed Edagricole . è una raccolta di memoria di caccia , pesca...
19-08-24, 14:43
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