Comunicato stampa
DOPO PISANU ECCO LA RICETTA DEL MINISTRO AMATO.
Non c'è tregua e non c'è pace tra gli ulivi. Siamo alle solite, tra i decreti del Ministro Pecoraro Scanio e i disegni di legge utili solo a mettere il silenziatore all'allarmismo immotivato dei soliti giornali, i cacciatori, i tiratori sportivi e chi svolge attività a rischio non sanno più a che Santo votarsi. Ora paghiamo tutti e in particolare i più deboli, nel perfetto stile italiano. In Italia basta un raptus di follia isolato per scatenare, se sono coinvolte armi, uno sconquasso. Certamente sono atti dolorosi ed efferati, ma non meno delle decine e decine di altri delitti commessi con coltelli da cucina, martelli, bastoni e armi importate illegalmente.
Oggi si può affermare che i provvedimenti dei nostri ministri sono mirati a penalizzare i cacciatori e tutti i possessori di armi. Questi cittadini, oltre un milione, hanno la colpa di praticare attività ricreative, amatoriali ed agonistiche che prevedono l'uso di armi. La normativa italiana inerente alla detenzione di armi comuni da sparo è molto più rigorosa e restrittiva di altri paesi europei.
L'affrettato provvedimento del Ministro Amato infligge un durissimo colpo a tanti appassionati che si vedranno costretti ad espletare pratiche burocratiche lunghissime, complesse e costose. Inoltre, finirà per determinare contraccolpi letali per migliaia di lavoratori occupati nel settore.
Imponendo che le certificazioni siano concesse da organi sanitari pubblici abilitati si prevedono, viste le attuali liste d'attesa per esami e visite riservate ai cittadini con problemi di salute, i soli tempi biblici d'esecuzione. Questo provvedimento è offensivo nei confronti del medico di famiglia, unico professionista che conosce realmente lo stato psicofisico del cittadino, inoltre, umilia la serietà professionale dei medici che dovranno rilasciare i certificati sanitari.
La cosa che ci preoccupa ed atterrisce di più è il fragoroso silenzio di tutti quelli che all'epoca del decreto Pisanu, sollevarono, giustamente, le loro risentite proteste.
Ma, pensandoci bene, questo silenzio può dirci molte cose.
Direttivo Nazionale di Caccia Ambiente
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