progetto starna in italia
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seocndo me la siclia per le starne sarebbe un territorio ideale,ma dato che non sono autoctone,me sa' che rimaranno solo un sogno,anche se quelle portate da un allevatore palermitano,a delle belle voliere e le starne cosi come le pernici rosse,pedianano e volano da dio.
ma credo che immesse nel terriotrio o meglio selvatiche so nartra cosa.
saluti a tuttiCommenta
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Lo so che il progetto starna è stato avviato in italia ma forse a causa dei prevedibili insuccessi iniziali non si ha avuto la tenacia di perseverare.Andrea Petruzzelli ,allevatore,Giudice Enci di prove ed expò,presid gruppo cinofilo di Bari,mi ha fatto da cicerone ad Altamura dove aveva iniziato il progetto starna ma dopo i primi timidi approcci si è trovato solo a continuare.Come si fa a gestire da soli un territorio vasto 7439 ettari?Ha abbandonato per cui addio progetto starna e viva la Serbia ,Croazia ,Polonia dove comunque credo si facciano massicci ripopolamenti.
---------- Messaggio inserito alle 11:17 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 11:14 PM ----------
Nella Sicilia vi sono zone sulla Catania- Palermo nei pressi di Enna,Racalbuto, dove il paesaggio collinare sarebbe un paradiso per le starne come pure presso Campofioritoseocndo me la siclia per le starne sarebbe un territorio ideale,ma dato che non sono autoctone,me sa' che rimaranno solo un sogno,anche se quelle portate da un allevatore palermitano,a delle belle voliere e le starne cosi come le pernici rosse,pedianano e volano da dio.
ma credo che immesse nel terriotrio o meglio selvatiche so nartra cosa.
saluti a tuttiMicheleCommenta
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In Serbia non si fanno ripopiolamenti con le starne. Non ci sono allevamenti di starne.Quelle che ce sono tutte naturali. Ce solo una gestione adequata con censimenti serii e un numero preciso e limitato di capi da uccidere. Non ce un gran segretto. Solo buon senso e un po di disciplina.Commenta
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Volersi ostinare e spendere energie e risorse in inutili tentativi di reintroduzione della starna in Italia credo sia da masochisti,basti pensare ai risultati ottenuti laddove è stato tentato.Non serve essere scenziati per capire i motivi dei vari fallimenti.I motivi?
In primis l'ambiente che in Italia è ormai ad un livello di atrofizzazione esagerato ed irrecuperabile,non esistono più molti ecosistemi e quelli conservati sono soltanto una goccia in mezzo al mare,l'agricoltura è divenuta intensiva,selettiva e viene praticata principalmente nei piani,diserbanti,semi avvelenati ecc,mentre sulle colline dove una volta vi erano coltivati rimangono solo incolti atti ad accogliere volpi e cinghiali e nessuno più si interessa al loro recupero.I boschi non sono più tagliati come una volta e laddove lo sono per il modo in cui questo viene fatto oggi non hanno niente da offrire ad alcuna specie selvatica se non ai soliti nocivi e ai soliti cinghiali,forse in 20-30 anni dopo il taglio possono ricrearsi certe condizioni,certi ecosistemi.Il clima è cambiato,non piove più nei periodi in cui dovrebbe e se lo fa influiscono altri fattori climatici che vanificano tutto.L'introduzione del fagiano che è andato ad occupare la stessa nicchia ecologica della starna e a differenza di essa ha delle caratteristiche di adattabilità ben maggiori al nostro ambiente ed infine la caccia scriteriata,la volontà del solito ambiantalista di turno che ha limitato o impedito la gestione di tante specie nocive che sono addirittura protette e mi riferisco ad esempio al gabbiano che ormai è fuori di ogni controllo ed occupa areali una volta di starne e fagiani.La completa e totale mancanza di gestione competente delle aree protette da parte di tutti....Se a tutto questo aggiungiamo l'incompetenza degli atc in primis e delle province dopo,il gioco è fatto.
Io preferirei prima che sia tardi provare a gestire il fagiano,la starna l'abbiamo persa ed è solo nei nostri ricordi,presto toccherà al fagiano che già credo sia presente in poche zone almeno se parliamo di fagiano vero,selvatico,capace di impegnare a fondo cacciatore e ausiliare e non del pollo immesso....caduto anche quest'ultimo baluardo allora con i nostri ausiliari rimarrà solo da sperare di incontrare qualche beccaccia sempre che condizioni climatiche e il taglio scriteriato dei boschi permettano la loro presenza e il loro passaggio.....per il resto...una falsa in qualche azienda faunistica...Commenta
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io penso che di habitat idonei ne abbiamo parecchi, sia in collina che in pianura, il fatto è che bisogna ricreare un "nucleo" di starne che si sia adattato al territorio e poi bisogna proteggerle soprattutto dai nocivi, che in ultima analisi sono quelli che ne fanno scempio.
Il numero dei corvidi (corvi neri, cornacchia grigia, ghiandaia e gazza) è dovunque spropositato, i "rarissimi" rapaci diurni, sono tanto tali (rari) solo per i protezionisti ed è facile in molte vallate
vederne in una sola giornata qualche decina, le volpi , le faine, i gatti rinselvatichiti, i cani che di notte lasciano i cascinali e cacciano
in gruppo, per non parlare dei cinghiali che provvedono a vuotare delle uova i nidi degli animali che covano a terra, imitati da ricci, tassi , porcospini e i nocivi cacciano 365 giorni all'anno. In un territorio di 1000 ettari a due capi al giorno (ma sono estremamente ottimista) fanno + di 700 starne all'anno, dove mai la trovate una popolazione così ??? nemmeno in Serbia o in Polonia, ma loro hanno meno nocivi e soprattutto starne che si difendono bene, da noi, ho personalmente visto in inverno la brigata in mezzo alla neve raccolta a pacchetto alla mercé di falchi e di ogni altro nocivo.
Si veda come dove c'é una residua popolazione autoctona, Trebbia,Val Cerrina, Udinese, la popolazione non riesce ad aumentare malgrado sia protetta dai cacciatori.
A Canossa in 16 anni abbiamo provato di tutto, dall'acquisto di nuclei familiari già uniti al rilascio di piccoli con gallinelle americane, al liberare i govani dove c'erano coppie acclimatate , a rispettarle a diminuire la consistenza delle brigate per evitare che poi si unissero e scomparissero , piu' di 3-4 voli nati non siamo mai riusciti ad averne.
E notate bene il territorio è privo di agricoltura intensiva, non ci sono diserbanti o concimi chimici, lo stallatico è sparso nei campi regolarmente ed i boschi all'interno sono ben puliti dai caprioli.lucioCommenta
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purtroppo mi spiace ripetermi, alcuni anni fa , tre per la precisione la federcaccia locale del mio comune immise alcune starne il località Bocco di Bargone, terreni che si adattano bene sia alla starna che alla pernice rossa questo di loro iniziativa contravvenendo quelle norme emanate dalla provincia che non si può immettere animali prima di fine agosto e già qui ci sarebbe da discutere!
Queste starne immesse ai confini di una zona di ripopolamento e cattura e aiutate col cibo , si andava a portare una quantità minima di grano, mentre intorno c'erano due campetti con culture a perdere di grano e un altro foraggio che non ricordo covarono e fecero una brigata di una ventina di starne.
I cacciatori ed io compreso, se avevano ola fortuna di trovarle fuori si divertivano ma non tutti erano come me che raggiunta la quota di una starna giornaliera se ne andava a casa oppura le ribatteva per addestrare il cane.
Finchè un giorno due cacciatori si misero ,uno sui confini della riserva e l'altro dalla parte opposta e decimaronomquelle rimaste, chi sapeva non ha denunciato il fatto!!!!
La correttezza è la cosa principale, adesso ci sarebbero magari tre o quattro brigate di starne autoctone che ci potremmo divertire tutti mentre invece c'è il deserto!
Non si riuscirà mai a contrastare questo sistema di "cacciatori ingordi" che tendono solo ad ammazzare e non a preservare.enrico
le opinioni personali sono come le palle.... ognuno ha le sueCommenta
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Ultima modifica Giampaoletti; 14-12-09, 20:11.Commenta
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Lucio io non conosco le zone di cui parli,dalle mie parti la realtà è quella che ti ho descritto,poi da aggiungere il peggior nocivo il bipede alla posta descritto in un post poco sopra.Da noi fino ad una decina di anni fa era possibile incontrare starne e moltissimi fagiani e non di quelli lanciati,ma "autoctoni",poi nasce il consorzio fossi che pulirebbe anche il gorello accanto al tuo marciapiede perchè potrebbe straripare ed ecco che la fossa di confine viene ripulita di ogni albero,di ogni canneto e di ogni siepe che davano riparo ad ogni specie dal tordo al fagiano beccacce comprese ed inizia la fine di tutto,persone che costruiscono capannelli sul confine,vi si recano alle tre di notte per prendere le postazioni migliori muniti di binocolo e radioline per vedere in lontananza i fagiani uscire ed iformare l'amico della posta accanto per fare il piano di azione,uno nel fosso che esce al pari degli animali e giu fucilate....risultato in neanche 3 mesi 500 fagiani e qualche starna uccisi con il benestare di chi doveva vigilare e non lo ha fatto,nonostante le lamentele mie e di chi come me ama la caccia con il cane.sai quale è il bello che si erano addirittura accordati i proprietari dei terreni della riserva per far seminare all'esterno girasoli e lasciare arato l'interno del divieto,oggi quell'ambiente non esiste più,la riserva è stata ridotta nei confini e grazie all'impegno di pochi siamo riusciti ad ottenere la trasformazione del territorio rimanente in zrv e a far fare una voliera a cielo aperto dall'atc,ma i risultati sono deludenti,non riusciamo a ripopolare eppure prima quei campi e quei boschi erano pieni di sfumature rosse e grigie....Che bei e quanti ricordi.....che cosa è cambiato? quello che ho scritto è cio che è cambiato ed infine i fagiani le starne e le pernici che immettiamo non hanno niente a che vedere con quelli che c'erano prima.Commenta
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Anche nella mi provincia hanno speso un bel po' di soldi per la starna. Alla fine ci sono solo dove ci sono sempre state, ossia in alcune zone completamente chiuse alla caccia da decenni, limitatissime e ben diverse per ambiente dal resto del territorio. E comuqne io in una di queste ci vivo, bracconaggio non ce n'è, le volpi sono abbattute, le cornacchie catturate con le gabbie, le colture a perdere fatte, tutti gli anni viene il tecnico faunistico a fare i censimenti, e le starne.... se non diminuiscono, comumque non aumentano!
Mentre le rosse, praticamente senza immetterle, da un paio d'anni sono presenti ed in aumento. Con un decimo dello sforzo fatto in trent'anni per la starna, la pernice rossa s'è diffusa in gran parte dell'Emilia. E i fagiani, tra catture limitate nelle zrc e recinti di ambientamento di dubbia efficacia, bene o male (più male che bene) resistono un po' dappertutto.
Io sono fermamente convinto che si debba lavorare per gli animali autoctoni, ma per la starna, obiettivamente, è possibile avere risultati? Qualcuno può testimoniare di situazioni (estese e durature) di successo?____________________________________________
Paolino
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volenti o nolenti,non c'è più il clima e l'ambiente adatto alle starne.è un dato di fatto.Da noi sono 20 anni che c'è il progetto starna e pernice rossa.Territori interdetti al prelievo di queste 2 specie.Risultati?le starne non ci sono,se ci sono ,sono pochissimi branchi in determinate zone che definirei storiche.Può capitare che qualche volta ci siano più covate dell'anno precedente,ma una rondine non fa primavera.Mentre con le rosse il discorso è totalmente inverso.Hanno colonizzato l'appennino e la pianura,i branchi sono diversi e ben presenti.Trovare covate nei mesi giusti non è pazzia,e al mattino il loro canto risuona in tanto posti.
Motivi?
La rossa è più rustica della starna,non è così legata alle culture cerealicole.
Una pernice rossa mangia anche ghiande,una starna solo granaglie e poche altre essenze.
Clima.il cambio della temperatura e delle fonti idriche.Bastano pochi gradi per estinguere una specie.la starna ne è un esempio.
Fattore venatorio.
Orbene,le starne sono più facili da incarnierare delle pernici rosse.Le pernici rosse fanno sputare l'anima ,specialmente dalla metà di ottobre in avanti.con le starne la musica è ben diversa.
Anche la predazione da parte di altri animali è più a carico della starna che della rossa.
Se consideriamo il numero di starne,che in Italia vengono allevate e immesse per scopi venatori,cinofili (come gare e garette della domenica),dovrebbero esserci milioni di starne che pigolano nei campi.ciò non è,e ciò non sarà più possibile.
Il mondo ciclicamente cambia,è sempre cambiato e cambierà sempre,e così pure gli animali.Le specie,appaiono e scompaiono in base ai fattori ambientali che hanno a disposizione.La starna ha chiuso il suo ciclo in Italia,Piangiamo la regina delle stoppie,gioiamo alla Zarina dell'appenino,la Pernice Rossa.Commenta
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Noto con dispiacere che la situazione è critica un po' ovunque nel nostro paese, mentre speravo che il problema fosse solo del torinese.
Nel nostro comprensorio alpino non vengono più eseguiti lanci di animali pronta caccia da molti anni e questo è un bene. L'interesse focalizzato soltanto sull'avifauna alpina e il calo netto del numero di cacciatori da piuma hanno fatto cadere nel dimenticatoio popolare l'idea che qualche altro animale possa abitare le nostre valli.
Tuttavia di aree vocate alla starna o alla rossa credo ce ne siano ancora. Una situazione che gode di due vantaggi: la scarsissima presenza di cornacchie e gazze (purtroppo in parte compensata dalla presenza di volpi, faine e falchi di tutte le specie) e la mentalità giusta dei cacciatori che sono abituati ad incarnierare 2 capi all'anno e non al giorno!! Io credo che questo sarebbe un terreno abbastanza fertile su cui fare dei tentativi.
Anche l'atc dove abito, a qualche chilometro di distanza, ci sarebbero buoni presupposti: nonstante l'agricoltura intensiva ci sono belle aree incolte, alternate a piccole macchie di bosco dove anche la selvaggina pronta caccia riesce a resistere per mesi. Sono state rilevate addirittura covate di fagiano.
Il problema qui sono, oltre alle volpi e ai rapaci, gli stormi di centinaia di cornacchie. E in più, mi duole scriverlo, l'atteggiamento dei cacciatori del luogo: tiratori pronti ad incarnierare tutto il possibile nelle prime tre giornate che poi passano il resto dell'autunno al bar.
Ho paura che con queste persone sia più diffcile dialogare.L'indulgenza verso sé stessi induce ad essere accondiscendenti verso le scorrettezze altrui. Gamsbart PowerCommenta
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Indubbiamente la pernice rossa ha una alimentazione diversa dalla stana dalle nostre parti oltre quello che ha detto 3 V,vi è stato trovato nello stomaco anche grilli piccoli lombrichi e semi di piante e ha bisogno di meno acqua, addirittura dicono e lometto tra virgolette, che la rossa riesce a bere anche dalla rugiada mentre la starna no.
Nonostante questo in alcune zone si è riusciti a farla atecchire non con grandi risultati ma qualche brigata si è composta, poi distrutta da quei " cacciatori " da bar che per loro l'importante è il numero.
Sono convinto che le starne si dovrebbero immettere quelle di cattura perchè gia ambientate , ma non molte un minimo di 4-6 per zona non di più, con tutto rispetto quelle nate in cattività non sono abituate " al libero " e spesso come confine hanno la rete della voliera e chissà se covano?
Almeno sull'appennino ligure la starna è molto penalizzata dal cinghiale e poi dagli altri predatori sopratutto quelli a due gambe, nonostante cio se venisse rilasciata in zrc come del resto tutti i selvatici in modo che potesse covare indisturbata in zone piccole, quando ce ne sarà in esubero si troveranno anche fuori ...... ma i soliti cacciatori queste cose non le capiscono.
Non capiscono che dopo cinque anni si potrebbero fare delle catture in detta zona e lanciarle in un'altra zrc palinata a posta e riaprire quella chiusa e così via...... solo in questo modo si può tentare di ripopolare seriamente la caccia....... ma forse si vanno a intaccare certi interessi monetari di chi ci comanda che a loro non conviene.enrico
le opinioni personali sono come le palle.... ognuno ha le sueCommenta
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non è piu' difficile Marco, è semplicemente inutile, perché anche assentissero a parole, quando poi ,col fucile in mano , incontrassero le starne, non le rispetterebbero.Ho paura che con queste persone sia più diffcile dialogare.
Mi ricordo quando facevano (qui al nord) l'apertura agostana ai migratori, nei carnieri di quaglie ne vedevi ben poche , ma di stanziale .......tanta, poi si lamentavano se all'apertura alla stanziale
non trovavano nulla.....
Diciamo che la rossa è piu' rustica, non nidifica nei coltivi, si difende meglio dai nocivi, è meno uomo dipendente,
la starna purtroppo è legata al coltivo, in inverno va alla case.
Poi la rossa è pedinatrice indefessa, al minimo rumore si allontana, chi le caccia sa bene quanto la sua diffidenza la salvi dai bipedi , parlo di rosse selvatiche naturalmentelucioCommenta
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