Tradizionalmente tutti i più esperti e capaci allevatori hanno sempre sostenuto che nessun carattere acquisito mediante addestramento o esperienza si trasmette, neppure in minima misura.
Sicuramente, è un dato di fatto, alcune razze da ferma stanno mostrando dei comportamenti ben lontani dalle loro caratteristiche peculiari, "etniche" come scriveva Solaro.
L'esempio classico è il pointer sempre meno propenso a strappare, ma ne potremmo fare molti altri.
C'è chi lo ritiene un falso problema, dato dal fatto che esistono sempre minori possibilità di valutare questa caratteristica di razza nel contesto opportuno, e sicuramente questo è vero.
Ma, con mia sorpresa, ho più volte sentito addetti ai lavori chiedersi se l'indubbia tendenza a moderare con dressaggi importanti questa caratteristica non porti, alla lunga, a una sorta di "inserimento" di questa nuova modalità di guidata nel patrimonio genetico.
Scrivo con sorpresa perché ho sempre, seppur superficialmente, pensato che certi atteggiamenti poco consoni allo standard classico di razza (es. pointer che guida cauto, setter che guida rabbioso ecc) derivino principalmente da una psiche non perfettamente in linea con i dettami della razza, per dirla di nuovo con Solaro non del tutto aderenti alle caratteristiche morali della razza.
Da reminiscenze liceali mi è venuta in mente le teoria di Lamarck, ovvero dell'uso o non uso di un determinato organo/funzione/atteggiamento quale causa di un suo rafforzamento o scomparsa genetica.
Argomento complesso, sicuramente da addetti ai lavori (quale io non sono), però molto interessante a mio avviso.
Chi ha qualcosa da dire?

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