Pur con differenze tra nota e nota, in prove per cani da ferma primis si deve (dovrebbe...) valutare la capacità di servire il fucile in maniera adeguata. Poi viene ovviamente la capacità di valutare come un cane fa (standard) quello che fa (rendimento venatorio).
Con un po' di teoria, osservazione e frequentazioni di esperti si arrivano a valutare certi aspetti dello stile (galoppo/trotto, ferma, guidata), non è il difficile. Anzi, c'è il problema opposto. Molti che col fucile sono schiappe danno soverchia importanza a certi aspetti stilistici (in primis movimento) rispetto alla resa semplicemente perché è più facile e non hanno adeguata esperienza di caccia. Che, per inciso, non è mai troppa.
Dimmi cosa fa un non cacciatore, ancorché cinotecnico di vaglia ed espertissimo di regolamenti ENCI, tra i rododendri del Saladini, o tra i risi della Lomellina, o sui terreni delle pernici sarde, o in Sicilia a beccacce, o in una bella ZRC toscana coi fagiani veri. Valuta lo stile? Che spesso in tali contesti si valuta male, o per niente? Se è intelligente sarà poco più di un direttore di prova, non un giudice.
Anzi, per ogni prova di caccia specialistica (compresi i fagiani veri!) serve specifica esperienza su quel selvatico.
Sennò di che parliamo? Solo di destra/sinistra, dressaggio e "finezze" nelle espressioni di razza?
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Non è che essere cacciatori automaticamente consenta di saper giudicare, magari!
Però io mi chiedo: come fa un non cacciatore a capire il determinato comportamento di un forcello giovane, o di una femmina adulta? o di un beccaccino pasturone di novembre rispetto a uno di pieno ripasso in marzo? e via discorrendo...

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