Griffone Korthals e Bracco Francese
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Per l'utilizzo "continentale inglese in concomitanza, posso solo confermare che se i cani imparano a lavorare insieme non c'è nessun problema, anzi, ai fini venatori a mio avviso avere entrambi è un plusvalore".
Vorrei dire al "vecchio" che sa benissimo chi è, che quando sará chiedo di esser portato a caccia almeno una volta per poter vedere lavorare un soggetto di questi a caccia...sempre se al vecchio va bene, e magari confrontare il griffone con lo spinone, cosa veramente rara...almeno secondo me...Commenta
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sapere della cucciolata di Ugo mi vien l'acquolina (sia per il nome dei genitori che di chi li sta allevando)........ma in casa due sarebbero troppi!
Divaghiamo un attimo e confortiamo Fabry tornando al timore sul colore, effettivamente se devi andare a cercarlo potrebbe creare qualche problema l'individuazione ma se devi proprio cercarlo, cosa che, sempre su base del vissuto nel bosco, posso affermare che mi è successo mooolto di rado, generalmente so sempre dove si trova o dove posso intercettarla se ritarda a tornare, andiamo al pratico se diamo un'occhiata a quei 4 miseri filmatini che ho messo su youtube, sono posizionato sempre in "vantaggio" rispetto agli eventi o il percorso che lei sta facendo, nel filmato del recupero sull'arbusto all'inizio quando lei va in ferma non è visibile ma mi limito a fare quattro passi avanti e rimango in attesa ,non la vedo nettamente ma per come si è accostata so dove è, conosco la rimessa e me la serve in un piatto d'argento, andiamo al saluto della beccaccia il cane entra sotto le spine accerta con la testa a destra e va decisa a sinistra ferma, mi limito ad andare leggermente avanti ed aspetto mi passa 3 metri avanti, il colore con un cane così non ha alcuna importanza.
Ammetto che con nebbia e buio qualche difficoltà c'è, tanto che per quelle condizioni sto provando un piccolo bubbolo a luce intermittente rossa (si vede nel filmatino del recupero sull'arbusto) ma generalmente un collare rosso-arancio fa già tanto .Commenta
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Il vecchio non aspetta altro...anche se dovrai sopportare le scorreggette del suo ventottino....
PS ovviamente alla seconda padella si va a casa a prendere la spingarda che il vecchio usa per far quadrare i conti.
X Ciccio : Quello che dici é vero se hai una buona padronanza dei posti e sai già dove andrá a parare il cane...ma sicuramente in altre condizioni il color beccaccia non aiuta....pazienza....faremo di necessità virtù...
Io non ho mai dato particolare importanza al manto,ritenendolo decisamente secondario....questo ovviamente PRIMA di possedere dei cani quasi completamente bianchi....la differenza c'è eccome....Ultima modifica fabryboc; 20-06-15, 21:51.Mala tempora curruntCommenta
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Mauro il cane che dici tu si chiamava " Till" campione lavoro bellezza e riproduttore, a dire il vero non era molto alto, ma era un gran bel cane molto tipico. L'allevamento era del CinqFo' del dott. Bovera di Milano, i cani pero' li teneva a Lodi. La mia prima Griffona l'ho scelta in una cucciolata di 9 battufoli, e' stata una cagna impareggiabile, a caccia aveva la selvaggina stampata nel cervello, tutti i miei amici hanno sparato e non poco sotto la sua ferma. Come ho ripetuto molte volte nel mio canile c'e sempre stato un Korthals,come tutt'ora. Stiamo parlando di una razza che inspiegabilmente in Italia ha poco successo ,e' un vero peccato perché a mio modo di vedere siamo di fronte ad un cane che al pari del nostri Continentali e al Drahthaar,con la caccia attuale non ha rivali. Con Ugo 65 mi trovo molto d'accordo con quello che dice,in un passaggio non sono assolutamente convinto,tutte le volte che leggevo questa cosa stizzavo il naso; sto parlando dell'avambraccio più corto del braccio,non me ne sono mai accorto, nemmeno il club Fracese se n'e accorto,infatti e' dal 1998 che non li misurano più si sono stancati.Sta' nel rettangolo parche' possiede reni molto lunghe.Da come e' fatto per forza deve avere un posteriore molto potente.Sono d'accordo nel dire che si parla poco della sua silenziosità nel cacciare,diciamo che e' un modo felino,come felino e' a contatto col selvatico.Poi e' l'unico estero che parla con gli occhi al pari dei nostri ,gli manca la parola,con il Korthals si parla al mattino e quando si ritorna non c'e bisogno d'altro,possiede un collegamento naturale, si volta spesso per guardare dove sei, e come ripeto spesso con questo cane una volta agganciato il selvatico il grilletto si tira sempre.In una parola caccia per il padroneIo li ho avuti tutti e due, solo un soggetto per razza.
Il korthal l'ho avuto una quindicina di anni fà, proveniva da un allevatore amatoriale, Milanese, che aveva uno stallone plurititolato, e alcune (2/3) fattrici, con la cucciolata da cui usci il mio "Lark" smise di allevare, non sò perchè.
L'affisso era "cinq'fò", il cane era molto tipico morfologicamente e mite di carattere......a parte un sonoro morso ad un cucciolino che per miracolo sopprovvisse, a caccia andava bene, con una andatura sostenuta e mantenuta, una grande solidità di ferma, una buona acquaticità, ma....portava poco o niente, forse anche per la mia poca attitudine ad insegnare questa funzione, per difetto di "pazienza".
In casa un pò si faceva sentire, ma nel sopportabile, purtroppo durò poco, finì sotto un camion a poco più di tre anni ed essendo a ridosso della stagione, presi di corsa una setterina da cui mi separai in fretta.
Ora caccio con un BF roano marrone, anche se l'avrei preferito bianco marrone, colore molto utile, che me lo aveva fatto scegliere ma, al momento dell'acquisto altre considerazioni mi avevano fatto preferire il mio "borg" anche perchè nella cucciolata c'era un solo maschio bianco marrone.
Inizio col dire che anche questo non è un grande riportatore, forse ancora colpa mia, però sento dire che diversi soggetti, come il mio, anche se raccolgono faticano a riconsegnare, anche se devo dire con il "naso" che si ritrova non ho mai perso un selvatico, che raccoglie scarrozza un pò in gire e poi mi (bontà sua) ridà, non ha una grande acquaticità, anche se una volta mi ha riportato 4 anatre dall'acqua uno dopo l'altra, tutte abbattute assieme, insomma non un compione del riporto ma, poco più che sufficiente.
La grande qualità di questo cagnetto è la briosa andatura unita ad un grande collegamento, che io non intendo, a tiro di fucile, anzi aperture generose dove serve e più contenute nel bosco, una potenza olfattiva notevole lo aiuta molto nell'incontro, in particolare sulle rimesse, dove è un grande.
Buon fermatore, sempre molto "preciso" non ricordo ferme false, al massimo puntatine subito risolte con una "raganella" da parte mia,(una sorta di gracidio con la bocca) anche a grande distanza, tiene sempre bene il contatto olfattivo con il selvatico che si allontana (con i fagiani mi fà divertire).
Per completare altra caratteristica che me lo fà amare è la mansuetudine a casa, è come non averlo, e l'obbedienza estrema sul terreno con poche eccezioni anche sul capriolo che ha imparato in fretta a rispettare.
MauroCommenta
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Anche qui...cento "mi piace".
E' vero ciò che dici: stranamente, ma ne dovevamo prendere atto, lo standard francese, anzi, il commento di questo di alcuni esponenti dell'epoca, riportava questa caratteristica dell'avambraccio. Ne discussi molto con Enrico Faja e lui stesso diceva che "era una possibilità che noi avevamo l'obbligo di contemplare, ma che nel nostro allevamento non si erano mai rivelati soggetti così costruiti". Io stesso, storcendo il naso, gli dissi scherzosamente: "Forse è l'apertura per possibili future, (anche magari ripetizioni), infusioni di sangue estraneo per le quali i risultati sarebbero ritenuti comunque idonei..." Ebbene, discutemmo così in maniera scherzosa, e lui ha sempre sostenuto che laddove si fossero utilizzate altre razza per migliorare il Korthals quella più opportuna, APPARENTEMENTE, sarebbe stata appunto il setter; conveniva però sull'inefficacia di questo tipo di selezione che avrebbe causato danni al pelo, al colore e ad altro. Eppure, inutile nascondersi, in un passato oramai remoto "accorgimenti" in questo senso sono stati fatti,seguiti poi, tanti anni fa, da risultati che indicavano nei risultati ottenuti gravi difetti morfologici. Gli allevatori italiani del periodo, quelli efficacemente puristi, ben conoscevano queste situazioni e ne sono stati alla larga e, guarda caso, chi è andato avanti ha saputo, non solo mantenersi nelle condizioni ideali, ma addirittura ha migliorato. Tempo fa ho scritto una cosa a proposito di questo argomento, (" Determinismo morfologico del Korthals)....te la riproporrò attendendo il tuo prezioso contributo.Mauro il cane che dici tu si chiamava " Till" campione lavoro bellezza e riproduttore, a dire il vero non era molto alto, ma era un gran bel cane molto tipico. L'allevamento era del CinqFo' del dott. Bovera di Milano, i cani pero' li teneva a Lodi. La mia prima Griffona l'ho scelta in una cucciolata di 9 battufoli, e' stata una cagna impareggiabile, a caccia aveva la selvaggina stampata nel cervello, tutti i miei amici hanno sparato e non poco sotto la sua ferma. Come ho ripetuto molte volte nel mio canile c'e sempre stato un Korthals,come tutt'ora. Stiamo parlando di una razza che inspiegabilmente in Italia ha poco successo ,e' un vero peccato perché a mio modo di vedere siamo di fronte ad un cane che al pari del nostri Continentali e al Drahthaar,con la caccia attuale non ha rivali. Con Ugo 65 mi trovo molto d'accordo con quello che dice,in un passaggio non sono assolutamente convinto,tutte le volte che leggevo questa cosa stizzavo il naso; sto parlando dell'avambraccio più corto del braccio,non me ne sono mai accorto, nemmeno il club Fracese se n'e accorto,infatti e' dal 1998 che non li misurano più si sono stancati.Sta' nel rettangolo parche' possiede reni molto lunghe.Da come e' fatto per forza deve avere un posteriore molto potente.Sono d'accordo nel dire che si parla poco della sua silenziosità nel cacciare,diciamo che e' un modo felino,come felino e' a contatto col selvatico.Poi e' l'unico estero che parla con gli occhi al pari dei nostri ,gli manca la parola,con il Korthals si parla al mattino e quando si ritorna non c'e bisogno d'altro,possiede un collegamento naturale, si volta spesso per guardare dove sei, e come ripeto spesso con questo cane una volta agganciato il selvatico il grilletto si tira sempre.In una parola caccia per il padrone
p.s.: ricorda anche questo...prerogativa del cane da lavoro è rene corto e groppa lunga...così almeno ci hanno insegnato.
Adesso bel quesito nasce: perchè il Korthals sta nel rettangolo? Continuerò scrivendo la mia semplice opinione sperando di avere le vostre. Ciao.
---------- Messaggio inserito alle 10:28 AM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 09:48 AM ----------
Questa avevo scritto tempo fa....E' vero ciò che dici: stranamente, ma ne dovevamo prendere atto, lo standard francese, anzi, il commento di questo di alcuni esponenti dell'epoca, riportava questa caratteristica dell'avambraccio. Ne discussi molto con Enrico Faja e lui stesso diceva che "era una possibilità che noi avevamo l'obbligo di contemplare, ma che nel nostro allevamento non si erano mai rivelati soggetti così costruiti". Io stesso, storcendo il naso, gli dissi scherzosamente: "Forse è l'apertura per possibili future, (anche magari ripetizioni), infusioni di sangue estraneo per le quali i risultati sarebbero ritenuti comunque idonei..." Ebbene, discutemmo così in maniera scherzosa, e lui ha sempre sostenuto che laddove si fossero utilizzate altre razza per migliorare il Korthals quella più opportuna, APPARENTEMENTE, sarebbe stata appunto il setter; conveniva però sull'inefficacia di questo tipo di selezione che avrebbe causato danni al pelo, al colore e ad altro. Eppure, inutile nascondersi, in un passato oramai remoto "accorgimenti" in questo senso sono stati fatti,seguiti poi, tanti anni fa, da risultati che indicavano nei risultati ottenuti gravi difetti morfologici. Gli allevatori italiani del periodo, quelli efficacemente puristi, ben conoscevano queste situazioni e ne sono stati alla larga e, guarda caso, chi è andato avanti ha saputo, non solo mantenersi nelle condizioni ideali, ma addirittura ha migliorato. Tempo fa ho scritto una cosa a proposito di questo argomento, (" Determinismo morfologico del Korthals)....te la riproporrò attendendo il tuo prezioso contributo.
p.s.: ricorda anche questo...prerogativa del cane da lavoro è rene corto e groppa lunga...così almeno ci hanno insegnato.
Adesso bel quesito nasce: perchè il Korthals sta nel rettangolo? Continuerò scrivendo la mia semplice opinione sperando di avere le vostre. Ciao.
http://www.farminachannel.com/d_view...p?articolo=651
---------- Messaggio inserito alle 10:37 AM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 10:28 AM ----------
Mauro il cane che dici tu si chiamava " Till" campione lavoro bellezza e riproduttore, a dire il vero non era molto alto, ma era un gran bel cane molto tipico. L'allevamento era del CinqFo' del dott. Bovera di Milano, i cani pero' li teneva a Lodi. La mia prima Griffona l'ho scelta in una cucciolata di 9 battufoli, e' stata una cagna impareggiabile, a caccia aveva la selvaggina stampata nel cervello, tutti i miei amici hanno sparato e non poco sotto la sua ferma. Come ho ripetuto molte volte nel mio canile c'e sempre stato un Korthals,come tutt'ora. Stiamo parlando di una razza che inspiegabilmente in Italia ha poco successo ,e' un vero peccato perché a mio modo di vedere siamo di fronte ad un cane che al pari del nostri Continentali e al Drahthaar,con la caccia attuale non ha rivali. Con Ugo 65 mi trovo molto d'accordo con quello che dice,in un passaggio non sono assolutamente convinto,tutte le volte che leggevo questa cosa stizzavo il naso; sto parlando dell'avambraccio più corto del braccio,non me ne sono mai accorto, nemmeno il club Fracese se n'e accorto,infatti e' dal 1998 che non li misurano più si sono stancati.Sta' nel rettangolo parche' possiede reni molto lunghe.Da come e' fatto per forza deve avere un posteriore molto potente.Sono d'accordo nel dire che si parla poco della sua silenziosità nel cacciare,diciamo che e' un modo felino,come felino e' a contatto col selvatico.Poi e' l'unico estero che parla con gli occhi al pari dei nostri ,gli manca la parola,con il Korthals si parla al mattino e quando si ritorna non c'e bisogno d'altro,possiede un collegamento naturale, si volta spesso per guardare dove sei, e come ripeto spesso con questo cane una volta agganciato il selvatico il grilletto si tira sempre.In una parola caccia per il padrone
Riportiamo i punti salienti a proposito delle regioni del tronco che influiscono e determinano l’andatura del Korthals pubblicati nello standard morfologico attualmente in vigore, adottato il 15 novembre 1987 e ripubblicato dalla FCI al n ° 107/03.03.2000 /F:
“Aspetto generale: cane vigoroso rustico, di taglia media, più lungo che alto.
Tronco: di lunghezza nettamente superiore all’altezza al garrese (da 1/20° a 1/10°); dorso vigoroso, rene ben sviluppato, petto alto, mai troppo largo, coste leggermente bombate.
Arti:
Arti anteriori dritti, vigorosi, a pelo cespuglioso; in movimento ben paralleli. Spalle ben attaccate, sufficientemente lunghe e molto oblique.
Arti posteriori a pelo cespuglioso, coscia lunga e ben muscolosa, garretti bene angolati. Piede rotondo, solido con dita ben serrate ed arcuate.
Andatura: l’andatura di caccia è il galoppo, alternato da periodi di trotto. Il trotto è allungato. La guidata è felina.” (traduzione dall’originale francese).
Dal punto di vista morfologico il Griffone Korthals possiede un certo numero di punti in comune con il gatto. Analogamente al felino è dotato di un corpo lungo, inscrivibile nel rettangolo, di una spalla molto obliqua, di raggi piuttosto corti e di garretti angolati; ma contrariamente al griffone, il gatto mostra generalmente un braccio (omero) più lungo rispetto al suo avambraccio (radio-cubito).
Come abbiamo sopra menzionato, tra i cani da ferma è il setter inglese che presenta questa caratteristica. In questo caso il vuoto sottosternale è ancora più ridotto rispetto a quello del griffone, benché in entrambe le razze il torace scenda al livello del gomito o poco sotto. Il Korthals è costruito nel rettangolo come il setter ma non nelle stesse proporzioni, soprattutto non per la stessa causa: le forti angolazioni della spalla e del posteriore ed i raggi piuttosto corti lo portano ad essere più vicino al terreno, più lungo che alto. Questo si accentua soprattutto nella filata e nella guidata, momenti nei quali si comporta come un felino quando, elastico, flette molto gli arti, diminuendo così artificialmente il vuoto sottosternale (più vicino a terra). A proposito della spalla, molti affermano che se la spalla è lunga tutte le ossa degli arti lo sono correlativamente e per conseguenza una spalla lunga è fortemente obliqua. Ora, gli studi e le misurazioni fatte da Queinnec (Docente Universitario della Scuola Nazionale di Veterinaria di Tolosa) su diverse razze, lo hanno condotto ad affermare che non c’è relazione costante tra la lunghezza della spalla e quella del braccio, e addirittura che questa relazione non esiste neanche tra la lunghezza di ciascuno di loro e l’angolo scapolo omerale, ecc. Al contrario, per una stessa altezza al garrese una spalla lunga ha più possibilità di essere obliqua solo se il braccio è corto; non possiamo quindi argomentare su di un solo segmento, ma sull’insieme di almeno tre elementi. La spalla del Korthals è da ricercare molto obliqua e ben mobile (che oltretutto lascia libero gioco all’incollatura e alla testa), poiché una lunghezza del braccio uguale a quella di una spalla obliqua permette di allungare la falcata, quindi buona copertura di terreno, galoppo veloce, facile e soprattutto resistente per “coprire il massimo terreno nel più breve tempo e con il minimo dispendio di energia…”, fondo. Tentiamo di mettere a nudo le correlazioni che esistono tra lo stile e la morfologia cercando di stabilire il determinismo morfologico dell’andatura del griffone. Gli arti posteriori hanno ruolo di impulso, mentre il bilanciere cervicale (testa e collo) ha la funzione di equilibratore, e gli anteriori essenzialmente quella di sostegno e di leggera trazione. Infine il rachide ed il rene assicurano la trasmissione dell’impulso determinando la coesione dell’insieme. Repetita juvant: la forza motrice, l’impulso, è determinata dal posteriore, gli anteriori eventualmente esercitano un leggero movimento di trazione consecutiva alla loro estensione in avanti. L’accentuazione del movimento di trazione aumenta il movimento di bascule del corpo ed è generalmente conseguenza di scarso impulso del posteriore, ad esempio nel caso di garretti dritti. Altro aspetto molto importante è l’elasticità: nel galoppo l’estensione pressoché completa del rachide suggerisce una certa elasticità. Se un griffone (e non solo) possiede un rene troppo lungo e poco robusto dà rapidamente l’impressione che il suo retrotreno non gli appartenga ed il suo galoppo ne risente. La lunghezza della linea superiore favorisce sicuramente il movimento di bascula, ma bisogna fare attenzione a non preferire soggetti troppo raccolti (cob): questo è il motivo per il quale lo standard prevede un movimento leggermente altalenante, tollerando quindi un leggero movimento di bascula, a patto che questo non sia accentuato, da ricercare quindi una coscia lunga e muscolosa, garretti bene angolati e reni corti e robusti.
E’ errato ritenere, a proposito dell’aspetto generale, che il motivo per cui il tronco sia iscritto nel rettangolo sia dovuta alla brevità dell’avambraccio rispetto al braccio. Su questo punto si è molto discusso, giungendo in alcuni casi a errate conclusioni. Non solo non è contemplato nello standard ufficiale FCI, ma le misurazioni fatte sia in Italia che all’estero non riportano questa differenza. E non potrebbe essere, visto che il movimento del griffone non è un galoppo près de terre. Ciò avverrebbe nel caso in cui, analogamente al setter inglese, il Korthals presentasse una brevità dell’avambraccio rispetto al braccio. Ma così non è.
---------- Messaggio inserito alle 10:42 AM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 10:37 AM ----------
Magari anche questo può innescare una costruttiva discussione.
(scritto nel 2008)
Il Griffone a pelo duro Korthals viene riconosciuto ufficialmente dalla FCI nel 1930. Ma il Griffon Stammbuch, (l’originale libro origini), risale al 1919, fondato dai Club di razza della Francia e del Belgio. In Italia dagli anni sessanta ad oggi questa giovane razza da ferma è stata studiata a fondo, grazie al suo intenso utilizzo e all’operato di molti appassionati del Korthals. In tutti questi anni, non solo nel nostro Paese ma anche nelle altre Nazioni dove la razza è tutelata dai vari Club, lo studio dei soggetti allevati ha condotto a numerose constatazioni a proposito dello standard morfologico e di lavoro: visione e verifica pratica sui terreni di prova, misurazioni e giudizi in raduni ed esposizioni, tutto ciò ha portato alla stesura definitiva dello standard che è stato registrato nel marzo del 2000 alla FCI ed adottato da tutte le Società Centrali Canine che ne fanno parte. In principio, più che un vero e proprio standard, esistevano delle direttive di allevamento dettate dal creatore della razza. Queste linee guida rappresentavano per i “griffonisti” un modello di griffone a lavoro, principio destinato a guidare gli allevatori nella selezione ed i giudici nelle loro verifiche. Non si trattava di un concetto astratto, bensì di uno studio concreto fondato sulla pratica. Kespern, giudice di prove di lavoro e autore di un progetto di base per lo studio della razza scrisse: “Lo studio dello stile e dell’andatura del griffone non deve essere fatto in funzione di un modello preconcetto, ma a partire dall’osservazione di numerosi griffoni a lavoro.” Sono queste le osservazioni che hanno condotto, in modo oggettivo, alla constatazione che certi elementi comuni ritrovati nella maggior parte dei griffoni costituivano la verità costante della razza e del suo stile. Il vero e proprio standard di lavoro della razza è molto recente, risale infatti al 10 giugno 1984, adottato dal comitato del club francese di razza, riconosciuto dalla FCI e da tutte le Nazioni affiliate, compreso il nostro Paese. Testualmente: “L’andatura generale del griffone è quella di un galoppatore con leggero movimento di bascule, ma questo movimento non deve essere accentuato; il galoppo deve essere sostenuto e nella nota del continentale; la cerca sarà estesa, di passione e intraprendente, il portamento della testa dovrà essere almeno al livello della linea superiore, con angolazione della testa rispetto al collo a marteau; il lavoro sull’emanazione (la cerca) e sulla sua rimonta dovrà essere sempre a testa alta. La ferma sarà così manifestata: la testa sul prolungamento della linea superiore, incollatura allungata, sovente flesso sugli arti, la guidata sempre felina ed eseguita con determinazione.” Partendo da queste basi, in Italia come in altri paesi, si è studiato, tramite la verifica dei soggetti presentati nelle varie manifestazioni cinotecniche, per arrivare a quella che è stata la stesura definitiva dello standard presso la FCI nel marzo del 2000. L’incarico di consigliere del C.I.G.K. che ho rivestito per molti anni, in principio accanto all’insostituibile Enrico Faja, Amico e Maestro, oltre che le innumerevoli verifiche effettuate in qualità di giudice nelle prove di lavoro e lo studio di numerosi testi sulla razza (da citare: Pierre Henri Paillassou, Le griffon d’arret à poil dure Korthals: contribution à l’étude de ses aptitudes cynegetiques, tesi di Laurea all’Università di Tolosa, 1988) mi hanno permesso comprendere in modo approfondito in merito all’andatura del Korthals, in relazione, chiaramente, alla sua costruzione anatomica. Commentiamo passo- passo i vari punti riportati dallo standard sopracitato. Anzitutto è doveroso chiarire il termine “andatura”: descrizione del principio locomotore secondo le associazioni o dissociazioni del movimento di ciascun arto ed in funzione dei tempi rispettivi di appoggio e di sospensione tenendo conto dei bipedi( diagonali e laterali), delle flessioni e delle estensioni dei segmenti. “L’allure generale du griffon est celle d’un galoppeur”, l’andatura di cerca del griffone è il galoppo. Questa gli permette di coprire il massimo di terreno nel minimo tempo, moltiplicando le possibilità di reperire il selvatico; galoppo più o meno energico in funzione del terreno e delle possibilità del cane stesso; è evidente che non ci si può aspettare da un cane che corre per molte ore a caccia di avere un galoppo sostenuto, come quello di un soggetto liberato per un quarto d’ora in prova. In ragione di un lavoro lungo nel tempo, il cane ha tutto il diritto di rallentare la sua andatura purché continui a galoppare; il galoppo deve essere facile, duraturo e costante, non inframmezzato da fasi di trotto o pause ingiustificate. “..un galoppeur au léger mouvement de bascule.” Durante la corsa, il griffone, sembra basculare leggermente dall’alto in basso. Questa leggera oscillazione si osserva molto bene alla vista della linea superiore del Korthals al galoppo; nella fase di impulso, causata dalla spinta del posteriore, la linea dorsale appare leggermente montante, mentre nel terzo ed ultimo tempo, l’appoggio dell’anteriore, questa discende, ma sempre in maniera appena percettibile. In effetti questo movimento leggermente altalenante, anche se tollerato dallo standard, non è assolutamente da preferirsi, ricercando un galoppo più lineare possibile pur sempre in tipo, in quanto la sua accentuazione altererebbe la facilità e l’eleganza del galoppo. L’insufficiente impulso dei posteriori è la causa più probabile di un galoppo basculante, durante il quale il cane si aiuta nell’andatura con gli arti anteriori che non fungono solo di appoggio ma bensì cercano trazione. Galoppo rapido, di cane da caccia, morbido, caratteristica questa molto importante e invariata da sempre, così lo aveva cercato e trovato E. K. Korthals. Non bisogna chiedere ad un griffone di correre veloce come un inglese. Da non confondere quindi rapidità di galoppo con velocità, ma piuttosto mostrare velocità e determinazione nell’azione diretta sul selvatico. Nodo cruciale: il portamento di testa. Portamento almeno sulla linea del dorso, ammesso un leggero “marteau”. Il portamento di testa deve essere almeno sul prolungamento della linea superiore, e se possibile al di sopra!!! E’ vero che nella maggior parte dei grifoni la testa è bene nel prolungamento della linea superiore ma si mostra sovente angolata in avanti rispetto al collo; è ammissibile poiché si tratta di una verità costante osservata in un gran numero di soggetti. Questo non deve essere confuso con un abbassamento totale del portamento, possibilità che si verifica in particolari situazioni, ad esempio condizioni di vento molto forte o di scarsissima vegetazione, tollerabile solo in questi casi, ma che in condizioni ottimali, si rilevi francamente. L’andatura generale de cane influisce considerevolmente sul suo portamento di testa; un soggetto dotato di buona spinta del posteriore, quindi poco altalenante, avrà più possibilità di portare la testa alta; ricordiamo che è prerogativa del cane da ferma l’utilizzo del vento nell’espletamento della cerca. Al contrario, un soggetto con scarsa spinta del posteriore e che “arranca” con l’anteriore, avrà la tendenza a portare la testa bassa. Un tale movimento oltre che orrendo a vedersi, è poco elegante, poco resistente e di scarso rendimento. Sono quindi chiari i vantaggi di un buon portamento di testa: questo permette più facilmente al cane di percepire l’effluvio portato dal vento a buona o lunga distanza, senza incappare improvvisamente a ridosso della sorgente, magari tardi per un proficuo utilizzo. A partire dal momento in cui il cane percepisce l’emanazione cerca di avvicinarsi alla sorgente, per individuare dove è situata e bloccarla; questa fase di rimonta deve essere sicura fluida e senza arresti; la difficoltà di questo lavoro varia in funzione delle differenti abitudini del selvatico, delle loro condizioni di vita, delle condizioni climatiche, oltre che dalle capacità di discernimento e di esperienza del cane stesso. La ferma è sempre effettuata a naso alto. Normalmente il cane passa dal galoppo al trotto, flesso ed elastico, morbido e felino (ecco il punto nel quale il Korthals è simile ai felini), e quindi và in ferma. Normalmente ferma alto sugli arti con la testa alta ed il collo tutto fuori; capita sovente, ed è gradevole a vedersi, che assuma una posizione flessa sugli arti. Dopo aver fermato, l’eventuale guidata è al passo, silenziosa e morbida (come un gatto, appunto), flesso sugli arti e con collo tutto fuori, testa alta.
6 Gennaio 2008Commenta
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La discussione è molto interessante, e ti ringrazio marco per le preziose nozioni e considerazioni di cui fai partecipi tutti noi.
Una domanda, non è che qualche problema dovuto alla "malavoglia di abboccare il selvatico" con conseguente problema nel riporto fosse dovuto proprio alla immissione remota di sangue Setter in certe linee di sangue?Commenta
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Non lo so, probabilmente la seconda motivazione: hanno un gran mercato oltr'alpe e, chiaramente la femmina è più opportuna e utile.
Personalmente adoro le femmine, da sempre le preferisco con me a caccia e, con l'intenzione di allevare sono chiaramente indispensabili. Comunque non ritengo vi siano differenze nella funzione a caccia: se è bravo/a ha le p...e a prescindere da sesso!
---------- Messaggio inserito alle 01:47 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 01:46 PM ----------
Onestamente me ne guardo bene dall'addossare questa colpa al morbido frangiato.... mentre ritengo che i problemi di pelo, forse, provenivano da quella direzione, ma vai a capire bene!La discussione è molto interessante, e ti ringrazio marco per le preziose nozioni e considerazioni di cui fai partecipi tutti noi.
Una domanda, non è che qualche problema dovuto alla "malavoglia di abboccare il selvatico" con conseguente problema nel riporto fosse dovuto proprio alla immissione remota di sangue Setter in certe linee di sangue?Commenta
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perdonami ma questa potenziale difficoltà al riporto mi suona strana,
considerato che per il GK e un forte recuperatore per natura, mentre il riporto è un esercizio che può essere insegnato e perfezionato, non è che ciò che evidenzi sia più un problema riconducibile ad un "difetto" di addestramento, piuttosto che a incapacità dell'esemplare a cui ti riferisci ?Commenta
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Mai visto dal vero,solo in un filmato.Senza dubbio il più grande, cane non particolarmente bello,mi sembra avesse anche poco pelo,ma andava come un treno. Nelle femmine viste da me metterei al primo posto senza scampo per le altre, la Acaulis Nike di Sironi.Il Griffone per antonomasia,quello che tutti vorrebbero avere, una macchina da guerra in prove e a caccia,inoltre era anche bellissima.Ugo sei d'accordo?Commenta
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Dunque ti racconto il tutto per darti un'idea.perdonami ma questa potenziale difficoltà al riporto mi suona strana,
considerato che per il GK e un forte recuperatore per natura, mentre il riporto è un esercizio che può essere insegnato e perfezionato, non è che ciò che evidenzi sia più un problema riconducibile ad un "difetto" di addestramento, piuttosto che a incapacità dell'esemplare a cui ti riferisci ?
Io di griffoni ne ho visti pochissimi nella mia vita, anni fa in una garetta di paese c'era un Genovese con un griffone, io che avevo poco più di 20 anni mi avvicinai incuriosito chiedendo di come era a caccia, quel signore un appassionato della razza me ne parlò molto bene, come cacciatore e beccacciaio,
mi disse di averne avuti diversi e mi elencò anche i problemi (pochi) riscontrati nella sua storia con il Korthals.
Un soggetto mi disse che dovette cederlo perchè era un cane da combattimemto più che da caccia, mentre del soggetto che aveva in quel momento diceva che aveva grosse difficoltá nel riporto perchè faticava ad abboccare, nello stesso tempo mi raccontò che la cosa era abbastanza ricorrente in una certa linea di sangue...perdonami ma non ricordo quale.
Mi rimase impressa la cosa perchè io avendo letto che il GK fu selezionato a suo tempo per la caccia in zone acquitrinose era molto strano che ci fossero difficoltá di riporto.
La pesai per quello che era visto che è stata l'unica volta che ho sentito parlare di questo problema.
L'altro giorno poi Ugo65 ha menzionato questo difetto come presente in certi soggetti anni fa ma ora superato precisamente qui,
Visto che ritengo che Marco ne abbia visti parecchi di questi cani al lavoro, allora forse quel signore mi aveva detto una cosa vera e che a quell'epoca si poteva riscontrare, tutto qui, mi è sorto il dubbio che potesse essere un comportamento riflettente alcune immissioni del frangiato (che per natura non è un gran riportatore) da qui la mia domanda.Ultima modifica mesodcaburei; 21-06-15, 20:02.Commenta
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Della mia esperienza di caccia con Athos du Domaine de Pontfrac ho già avuto modo di parlarne. E ringrazio ancora Ugo65 per aver contribuito a farmi avere per dieci anni un compagno di caccia e di vita inimitabile. Del suo carattere in famiglia non ne abbiamo parlato; oggi ho "rubato" alla complicità di due amici due momenti da condividere con voi.RobertoCommenta
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[QUOTE=mesodcaburei;1121271]Dunque ti racconto il tutto per darti un'idea.
Io di griffoni ne ho visti pochissimi nella mia vita, anni fa in una garetta di paese c'era un Genovese con un griffone, io che avevo poco più di 20 anni mi avvicinai incuriosito chiedendo di come era a caccia, quel signore un appassionato della razza me ne parlò molto bene, come cacciatore e beccacciaio,
mi disse di averne avuti diversi e mi elencò anche i problemi (pochi) riscontrati nella sua storia con il Korthals.
Un soggetto mi disse che dovette cederlo perchè era un cane da combattimemto più che da caccia, mentre del soggetto che aveva in quel momento diceva che aveva grosse difficoltá nel riporto perchè faticava ad abboccare, nello stesso tempo mi raccontò che la cosa era abbastanza ricorrente in una certa linea di sangue...perdonami ma non ricordo quale.
Mi rimase impressa la cosa perchè io avendo letto che il GK fu selezionato a suo tempo per la caccia in zone acquitrinose era molto strano che ci fossero difficoltá di riporto.
La pesai per quello che era visto che è stata l'unica volta che ho sentito parlare di questo problema.
L'altro giorno poi Ugo65 ha menzionato questo difetto come presente in certi soggetti anni fa ma ora superato precisamente qui,
Daniele il Korthals e' un cane da ferma come un' altro,se hai fortuna di prendere la matta nel mazzo allora sei a cavallo. I miei cani hanno cominciato a portare decentemente dopo 2/3 stagioni di caccia,con l'andar del tempo diventavano anche buoni recuperatori.Quello che ho ora e che hai visto anche tu, l'ultima annata improvvisamente mi ha fatto diventare matto,era talmente geloso del setter che era arrivato a portarmi via la selvaggina.fortunatamente (almeno spero continui) si e' rimesso a posto.Considera che prima di fare l'asino se ferivi un animale,potevi sederti ad aspettarlo, ma quando arrivava difficilmente non aveva il malloppo in bocca. Credo anche al cane da combattimento. .C'e gente che si diverte a fare esperimenti,il Korthals vero non avariato, e' un cane docile ed affettuoso, il maschio con un pari sesso non e' litigioso ma fa sentire la sua fierezza
ATSALUT ( quasi cacciatore) [:D][:D][:D]Commenta
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