L'evoluzione della caccia con i cani da seguita
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L'evoluzione della caccia con i cani da seguita
Devo ammettere che ultimamente di tempo libero ne ho ben poco, tuttavia a caccia chiusa cerco di dedicarmi al segugismo in forme "alternative". Spesso mi ritrovo perciò a leggere libri e riviste specialistiche del settore, e ultimamente ho affrontato parecchie letture relative al passato e alle origini della cinofilia segugistica moderna. Devo ammettere che non è facile per un giovane segugista farsi un'idea più o meno precisa di come fosse il mondo della seguita 70, 50 o anche solo 30 anni fa. Personalmente affrontando queste letture a volte mi rimangono non poche perplessità, dovute al fatto che i giudizi sulla storia del segugismo in Italia non sono sempre così uniformi, forse è solo colpa della mia voglia di conoscere che pretenderebbe troppo spesso delle risposte univoche a realtà che si prestano invece a diverse interpretazioni. Credo tuttavia che potremmo discutere di come è cambiato nei decenni il mondo della seguita ( oggi ho letto un bel intervento del neoiscritto Francesco ), di come sono cambiati cani segugisti e in generale la caccia col segugio. Penso che i temi che si potrebbero affrontare sono molti. Potremmo partire ad esempio dalla fatidica domanda:" I cani di 30 anni fa o ancora più del passato erano migliori di quelli di oggi?"Emanuele
Per ora è soltanto un sogno, ma se c'è la passione perchè non provarci [fiuu] -
Piu' che migiori o peggiori io direi diversi prima i cani ne avevano 1 o al massimo 2 per squadra perchè il cibo per i cani era ben poco e la caccia era ben diversa ,c'erano molte lepri pochi cacciatori i quelli che c'erano praticavano la caccia con l'ausiliare ma senza percorrere le varie fasi ma limitandosi solo allo scovo spesso aiutandoli con bastoni e altri varie abitudini medioevali mentre ora il segugista (non tutti )ricercano sia linee di sangue importanti che cani che svolgano le 4 fasi della cacciata con accoppiamenti mirati e a caccia non interessa piu' cosi' il numero ma il modo in cui vengono cacciate le lepri -
Bene mi sembra che l'intervento di Cesare sia condivisibile.
Direi che una certezza riguarda la selettività che in passato era una dote non richiesta semplicemente perchè era difficile incontrare animale diversi dalla lepre nella magior parte del territorio Italiano.
Forse sono cambiate le condizioni per allenare e addestrare i cani ( parlo di numero delle lepri, territorio non antropizzato, cani lasciati liberi in campagna tutto il giorno ecc ), forse perciò 30 anni fa i cani erano più preparati di oggi.
Ciò credo renda difficile anche fare dei paragoni sul valore potenziale delle linee di sangue del passato e di oggi.Emanuele
Per ora è soltanto un sogno, ma se c'è la passione perchè non provarci [fiuu]Commenta
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Vorrei esprimere un mio giudizio, tengo a precisare non da esperto, ma come appassionato segugista, sul mondo della seguita riferito a qualche anno fa.
Facendo un passo indietro negli anni, e pensando ai racconti di caccia, ricordo con nostalgia e piacere che gli ormai vecchi e saggi cacciatori di allora, erano sapienti conoscitori dei loro territori di caccia, conoscevano profondamente le abitudini dei selvatici, e le loro rimesse, che guardacaso sono per la lepre sempre e grossomodo le stesse, salvo qualche eccezione dovuta al cambiamento radicale dell'ambiente.
Va detto che all'epoca ben pochi potevano permettersi il lusso di mantenere un cane, quindi andavano di voga i lepraioli che scovavano le lepri con i piedi, forse all'epoca andava di moda così, ma chi lo fa oggi che squallore.
Altri avevano dei cani provenienti dai più svariati incroci, peraltro ottimi ausiliari con doti eccelse nello scovo, d'altronde come dice Cesare la densità per ettaro delle lepri era altissima, i cacciatori pochi e gli incontri con il selvatico frequenti.
Altro fattore importantissimo i cani erano liberi nei casolari di campagna, addestramento 24 ore su 24 a 360 gradi.
Indubbiamente da allora ad oggi per quanto riguarda il segugio sono stati fatti passi da giganti nella selezione e specializzazione della razza; malgrado l'inserimento di sangue d'oltralpe, e la mancanza di ore di addestramento.
Sicuramente i segugi di oggi calati nelle realtà di allora sarebbero stati classificati come cani eccezionali, per usare un termine di qualche tempo fa e delle mie zone fenomeni.[ciao][ciao]
Le grandi qualità e le grandi virtù (se le avete)
vi procureranno il rispetto e l'ammirazione degli uomini; ma sono le qualità minori che devono procurarci il loro amore e il loro attaccamento
Lord ChesterfhildCommenta
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noi maggior parte di cacciatori segugisti veniamo dalla campagna e i nostri padri, nonni ci raccontavano che il cagnetto che girava per il cortile quando andavano a potare la vigna o fare altri lavori nei campi se lo portavano dietro e lui cacciava per conto suo inseguendo lepri tutto il giorno, lepri non una lepre come fanno i nostri segugi oggi. però non dobbiamo dimenticarci che 50 -60 anni fa o anche più cerano signori vedi avv. Fioravanti, M.Quadri,P.Ciceri, B.Ottino,P.Bonanomi ecc. che la lepre la cacciavano con l'etica che dovremmo avere noi adesso, il mio nonno cacciava per dar da mangiare alla sua famiglia, ora nessuno va a caccia per mangiare. "o mi sbaglio"Commenta
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i cani di 30 o 40 anni fa erano profonda mente diversi da quelli attuali,o meglio le abitudini dei ns cani erano differenti poichè il territorio era diverso, le esigenze del cacciatore erano diverse,i selvatici non erano i soliti ,l'antopizzazione del territorio era molto minore.tutti questi fattori portavano all'utilizzo del segugio in modo totalmente differente almeno dalle mie parti.al mattino guinzaglio in mano il cacciatore saliva sulla vetta di una collina e liberava il cane(uno raramente due),tanto cosa poteva incontrare?,all'epoca c'era ancora il cinghiale maremmano e quindi molto raro,altri ungulati non esistevano,le volpi erano sistematicamente cacciate,quindi non rimaneva altro selvatico che la lepre.il cacciatore dotato di un cane di molta iniziativa e collegamento con lui pari a zero non faceva altro che mettersi seduto alla posta buona ,perchè profondo conoscitore del territorio,ed aspettava perchè sapeva che il suo cane prima o poi avrebbe portato l'orecchiona a lui.i cani che scaturivano da questa caccia erano protagonisti di tante storie diventate leggende locali che i vecchi ancora raccontanoCommenta
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in diversi forum ho letto la stessa frase: il cane , anzi il segugio inseguendo porta la lepre, o fa andare dal cacciatore alla posta. non è cosi, non vorrei che quache neofita che legge su questo forum pensasse che i segugi portano la lepre al cacciatore. il cane scova la lepre e la insegue, la lepre percorre la sua strada che conosce molto bene in quanto la percorsa nella sua vita ogni notte per sottrarsi ai predatori che la perseguitano. sta al postaiolo capire dove è il punto che la lepre qualsiasi direzione prenda dopo lo scovo va a passare e quindi di conserguenza andarsi a piazzare ed aspettare.Commenta
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