Educazione ed addestramento, istinto ed esperienza del segugio

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  • massimo penuti
    ⭐⭐
    • Oct 2013
    • 348
    • novara
    • beagle breton

    #1

    Educazione ed addestramento, istinto ed esperienza del segugio

    Vorrei porre all'attenzione del forum, nella sezione cani da seguita seguita, l'argomento in oggetto e inizierò la discussione con un esempio di come mi comporterei io nell'iniziare un cucciolo alla caccia.

    L'educazione di un cucciolo rispecchia ne più ne meno quella di qualsiasi essere vivente che passerà la sua vita in una collettività qualsivoglia e quindi il suo comportamento dovrà essere compatibile con l'interesse ed ordine comune. Vale a dire, se vivrà con l'uomo, dovrà astenersi dal sporcare in luoghi non appropriati, dovrà rinunciare a rosicchiare tutta la casa, dovrà rispondere quando chiamato, non dovrà approcciarsi al cibo in modo aggressivo, dovrà imparare a comportarsi in modo adeguato negli ambienti che frequenterà, ecc. ecc. Si può disquisire se fa parte dell'educazione insegnargli a stare seduto, a saltare sullo sgabello o a dare la zampa, cose che personalmente non ritengo necessarie ma non per questo assolutamente inutili.
    Il metodo e le scelte educative che si usano non possono prescindere dal carattere dell'educatore che, come avviene nell'educazione dei bambini, risente molto del vissuto personale dello stesso, ma in linea di massima posso dire che personalmente, dopo innumerevoli errori da me commessi come educatore, oggi opterei per un metodo non violento e cercherei di rispettare pazientemente i tempi di apprendimento senza pretendere tutto e subito. Si sa invecchiando si diventa più saggi e pazienti forse perché si spera che un giorno gli altri saranno altrettanto pazienti con te quando, con l'avanzare degli anni intraprenderai quel percorso al contrario tornando ad essere un po' bambino.
    Arriviamo ora ai cani da caccia, che sono l'argomento che vorrei affrontare, e nello specifico come addestrerei il mio cane. La prima cosa da fare se fossi io a sceglierlo è cercare di analizzare bene la sua genealogia, perché anche se sembra poco nobile ed anche affetto da un certo grado di incertezza, l'aspetto genealogico dovrebbe essere il punto di partenza, infatti se si desidera lavorare col proprio cane in un certo modo se ne dovrà cercare uno che almeno sulla carta soddisfi le rispettive caratteristiche. Fatto questo comincerò l'addestramento portando il cucciolo in campagna, meglio se insieme a qualche altro soggetto che già svolge il lavoro sul quale il cucciolo sarà avviato.
    In ambiente libero e privo di pericoli continuerò l'aspetto educativo richiamandolo con il suo nome ed esortandolo a seguire i compagni più esperti, non avrei paura di sentirmi stupido se gli parlassi, perché lui ascolterebbe le parole traducendole in un contatto comunicativo importante anche se non ne capirebbe lo stretto significato, ne apprezzerebbe suono e tonalità. Il suo istinto lo condurrà a compiere quegli atti ed azioni necessari a soddisfare il desiderio predatorio, metterà il naso per terra e inizierà ad esplorare tutti quegli odori, cercando di individuarne di interessanti. Sentirà i compagni più grandi abbaiare ed incuriosito si unirà a loro, non capirà subito cosa stanno facendo ma con il passare del tempo prima o poi, stando con loro lo capirà ed in fine ci sarà il tanto atteso contatto con il selvatico e questo segnerà un momento fondamentale sul piano dell'esperienza acquisita. Col passare del tempo, istinto ed esperienza si fonderanno sintetizzando quella intelligenza che contraddistinguerà la sua vita futura.
    Ma allora mi chiedo chi deve addestrare e chi deve essere addestrato?
    Personalmente credo che sia il cane che addestra l'uomo a diventare un buon cacciatore.
    Come già ho avuto occasione di affermare, se è vero che il nostro istinto predatorio si è perso nella notte dei tempi e che i nostri sensi non ci permetterebbero di seguire il più odoroso dei selvatici, come possiamo pretendere di insegnare ai cani da caccia a cacciare. Possiamo coadiuvare le loro capacità, intervenendo solo quando necessario in situazioni particolari, dove il nostro intervento può arricchire la loro esperienza, ma sarà sempre attraverso l'esperienza ed il loro istinto naturale che continueranno a migliorare le loro prestazioni.
    Ci sarebbe poi il problema della correttezza, della specificità e via dicendo, ma per me sono cose inventate da noi, protocolli che nulla hanno a che fare con caccia vera come la intendo io.


  • sly8489
    ⭐⭐⭐⭐
    • Mar 2009
    • 11961
    • Trieste
    • spring spaniel

    #2
    Originariamente inviato da massimo penuti
    L'educazione di un cucciolo rispecchia ne più ne meno quella di qualsiasi essere vivente che passerà la sua vita in una collettività qualsivoglia
    Rispecchia" perché la vita di gruppo ha bisogno di regole, in questo senso ha qualche analogia con la nostra.
    e quindi il suo comportamento dovrà essere compatibile con l'interesse ed ordine comune.
    Su questo non ci sono dubbi, sono migliaia di anni che vive con l'uomo.
    Vale a dire, se vivrà con l'uomo, dovrà astenersi dal sporcare in luoghi non appropriati, dovrà rinunciare a rosicchiare tutta la casa, dovrà rispondere quando chiamato, non dovrà approcciarsi al cibo in modo aggressivo, dovrà imparare a comportarsi in modo adeguato negli ambienti che frequenterà, ecc. ecc.
    Se al cucciolo gli si da la possibilità di allontanarsi dalla cuccia, o dal posto dove abitualmente staziona, ha solo bisogno di essere indirizzato, se la fa dentro pazienza, vuol dire che il padrone non ha calcolato bene il tempo, o non ha capito i segnali del cucciolo. Per un padrone che vuole socializzare il cane senza metterlo con il muso nella c.... non è il top, la socializzazione si basa sulla comunicazione reciproca. Se vuoi che il cucciolo non rosicchi i mobili devi stare attento, per dargli una alternativa. Rosicchiare per il cucciolo è naturale, non puoi pretendere di educare reprimendo l'istinto del cucciolo, in qualsiasi caso il cucciolo non va punito, si interrompe l'azione con qualche avvertimento e subito dopo gli si da un osso finto, o qualcosa di adatto ad essere rosicchiato, il jolly della minaccia lo si gioca quando il cucciolo incomincia a "tirare la testa fuori dal sacco" La chiamata, il cibo e tutto il resto il cane lo apprenderà facilmente se ha avuto una buona socializzazione.
    Si può disquisire se fa parte dell'educazione insegnargli a stare seduto, a saltare sullo sgabello o a dare la zampa, cose che personalmente non ritengo necessarie ma non per questo assolutamente inutili.
    Il sedersi, il mettersi a terra, il saltare, sono atteggiamenti naturali, il cane va addestrato per l'esecuzione a comando, va incentivato sempre con il premio, dare è sempre meglio di non dare. La differenza che si riscontra in un cane ben educato da uno solo addestrato sta nei movimenti e nell'esecuzione degli ordini. Con quello ben socializzato che fa tutto volontariamente e con poca costrizione bisogna stare attenti a non farsi anticipare.
    Il metodo e le scelte educative che si usano non possono prescindere dal carattere dell'educatore che, come avviene nell'educazione dei bambini, risente molto del vissuto personale dello stesso, ma in linea di massima posso dire che personalmente, dopo innumerevoli errori da me commessi come educatore, oggi opterei per un metodo non violento e cercherei di rispettare pazientemente i tempi di apprendimento senza pretendere tutto e subito.
    Non ci sono molte scelte in campo educativo, i cani si socializzano più o meno tutti allo stesso modo. Ho detto più o meno perché non tutti i cani sono uguali, anche le razze hanno attitudini diverse, non tutti manifestano dominanza e sottomissione allo stesso modo. I metodi addestrativi sono diversi, se si decide per il metodo bastone e carota, non serve perdere tempo a socializzare, basta dargli la carota quando fa bene e il bastone quando sbaglia.
    Si sa invecchiando si diventa più saggi e pazienti forse perché si spera che un giorno gli altri saranno altrettanto pazienti con te quando, con l'avanzare degli anni intraprenderai quel percorso al contrario tornando ad essere un po' bambino.
    Si sono d'accordo che si diventa più saggi per questo non bisogna pensare come persone quando si educa il cane, lui non farà mai niente per riconoscenza.
    Il resto era troppo lungo e l'ho tagliato anche per dare spazio ad altri di intervenire. Massimo, quando ti verrà il dubbio se sei tu a muovere il cane o è il cane a muovere te sei a un buon punto.
    Ultima modifica sly8489; 20-02-16, 07:46.

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