L'educazione di un cucciolo rispecchia ne più ne meno quella di qualsiasi essere vivente che passerà la sua vita in una collettività qualsivoglia e quindi il suo comportamento dovrà essere compatibile con l'interesse ed ordine comune. Vale a dire, se vivrà con l'uomo, dovrà astenersi dal sporcare in luoghi non appropriati, dovrà rinunciare a rosicchiare tutta la casa, dovrà rispondere quando chiamato, non dovrà approcciarsi al cibo in modo aggressivo, dovrà imparare a comportarsi in modo adeguato negli ambienti che frequenterà, ecc. ecc. Si può disquisire se fa parte dell'educazione insegnargli a stare seduto, a saltare sullo sgabello o a dare la zampa, cose che personalmente non ritengo necessarie ma non per questo assolutamente inutili.
Il metodo e le scelte educative che si usano non possono prescindere dal carattere dell'educatore che, come avviene nell'educazione dei bambini, risente molto del vissuto personale dello stesso, ma in linea di massima posso dire che personalmente, dopo innumerevoli errori da me commessi come educatore, oggi opterei per un metodo non violento e cercherei di rispettare pazientemente i tempi di apprendimento senza pretendere tutto e subito. Si sa invecchiando si diventa più saggi e pazienti forse perché si spera che un giorno gli altri saranno altrettanto pazienti con te quando, con l'avanzare degli anni intraprenderai quel percorso al contrario tornando ad essere un po' bambino.
Arriviamo ora ai cani da caccia, che sono l'argomento che vorrei affrontare, e nello specifico come addestrerei il mio cane. La prima cosa da fare se fossi io a sceglierlo è cercare di analizzare bene la sua genealogia, perché anche se sembra poco nobile ed anche affetto da un certo grado di incertezza, l'aspetto genealogico dovrebbe essere il punto di partenza, infatti se si desidera lavorare col proprio cane in un certo modo se ne dovrà cercare uno che almeno sulla carta soddisfi le rispettive caratteristiche. Fatto questo comincerò l'addestramento portando il cucciolo in campagna, meglio se insieme a qualche altro soggetto che già svolge il lavoro sul quale il cucciolo sarà avviato.
In ambiente libero e privo di pericoli continuerò l'aspetto educativo richiamandolo con il suo nome ed esortandolo a seguire i compagni più esperti, non avrei paura di sentirmi stupido se gli parlassi, perché lui ascolterebbe le parole traducendole in un contatto comunicativo importante anche se non ne capirebbe lo stretto significato, ne apprezzerebbe suono e tonalità. Il suo istinto lo condurrà a compiere quegli atti ed azioni necessari a soddisfare il desiderio predatorio, metterà il naso per terra e inizierà ad esplorare tutti quegli odori, cercando di individuarne di interessanti. Sentirà i compagni più grandi abbaiare ed incuriosito si unirà a loro, non capirà subito cosa stanno facendo ma con il passare del tempo prima o poi, stando con loro lo capirà ed in fine ci sarà il tanto atteso contatto con il selvatico e questo segnerà un momento fondamentale sul piano dell'esperienza acquisita. Col passare del tempo, istinto ed esperienza si fonderanno sintetizzando quella intelligenza che contraddistinguerà la sua vita futura.
Ma allora mi chiedo chi deve addestrare e chi deve essere addestrato?
Personalmente credo che sia il cane che addestra l'uomo a diventare un buon cacciatore.
Come già ho avuto occasione di affermare, se è vero che il nostro istinto predatorio si è perso nella notte dei tempi e che i nostri sensi non ci permetterebbero di seguire il più odoroso dei selvatici, come possiamo pretendere di insegnare ai cani da caccia a cacciare. Possiamo coadiuvare le loro capacità, intervenendo solo quando necessario in situazioni particolari, dove il nostro intervento può arricchire la loro esperienza, ma sarà sempre attraverso l'esperienza ed il loro istinto naturale che continueranno a migliorare le loro prestazioni.
Ci sarebbe poi il problema della correttezza, della specificità e via dicendo, ma per me sono cose inventate da noi, protocolli che nulla hanno a che fare con caccia vera come la intendo io.

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