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  • Sereremo
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    • Dec 2011
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    • Valcavallina
    • Pointer, cocker spaniel

    #46
    Essenzialmente i metodi costruttivi, i materiali impiegati e i dettagli. Le canne rivestono, in tal senso, un ruolo di primaria importanza.
    La costruzione delle canne non è cosa semplice, ma non voglio venire qui a insegnare a un armaiolo certe cose.Drool]

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    • maurob
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      • Jun 2012
      • 371
      • lodrino

      #47
      Originariamente inviato da Sereremo
      Essenzialmente i metodi costruttivi, i materiali impiegati e i dettagli. Le canne rivestono, in tal senso, un ruolo di primaria importanza.

      La costruzione delle canne non è cosa semplice, ma non voglio venire qui a insegnare a un armaiolo certe cose.Drool]
      La linea di demarcazione tra un fucile fine e uno che non lo , è molto variabile in base alle nostre convinzioni/idee...
      Vi dico sinceramente il mio pensiero (sicuramente contestabile), io ritengo che un fucile definito fine sia qualcosa assimilabile a un'opera d'arte, dove a fare da padrone saranno più le finiture e il metodo tradizionale di produzione, dove la maestria dell'artigiano fa la differenza sul risultato.
      In questo caso passano in secondo piano i materiali, la tecnologia, resa balistica e tanti altri fattori fondamentali per chi del fucile ne fa un utilizzo quotidiano.


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      • Sereremo
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        • Dec 2011
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        • Valcavallina
        • Pointer, cocker spaniel

        #48
        Purtroppo sei troppo inserito nel settore per snocciolare per bene il discorso arma fine, ma convieni che la cura dei dettagli, soprattutto le parti non in vista sono una discriminante. Altra, a mio avviso, sono il metodo di accoppiamento delle canne. Piani riportati, ramponi a coda di rondine furono impiegati anche dai grandi costruttori del passato, ma l’epoca d’oro si manifestò con l’evolversi anche di questo dettaglio, che divenne distintivo per l’arma.

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        • lacopo giuseppe
          ⭐⭐⭐
          • Oct 2014
          • 5614
          • roma
          • setter

          #49
          Originariamente inviato da maurob
          Il discorso è molto ampio ed è facile fare confusione.
          Tanto per capirci, cos'è che fa la differenza tra un fucile fine è uno no?

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          Sintetizzando in due parole non è facile, x me il fucile fine è un bel numero di ore di lavoro, escludiamo le incisioni che tra parentesi a me non dicono nulla, poi il fucile fine a me sembra che racconta la sua storia.

          Cari saluti

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          • maurob
            ⭐⭐
            • Jun 2012
            • 371
            • lodrino

            #50
            Originariamente inviato da Sereremo
            Purtroppo sei troppo inserito nel settore per snocciolare per bene il discorso arma fine, ma convieni che la cura dei dettagli, soprattutto le parti non in vista sono una discriminante. Altra, a mio avviso, sono il metodo di accoppiamento delle canne. Piani riportati, ramponi a coda di rondine furono impiegati anche dai grandi costruttori del passato, ma l’epoca d’oro si manifestò con l’evolversi anche di questo dettaglio, che divenne distintivo per l’arma.
            Confermo che la cura dei dettagli sia una delle componenti fondamentali per un fucile fine.
            Per quanto riguarda invece gli accoppiamento delle canne, al giorno d'oggi vengono utilizzati sistemi uguali o simili anche su fucili di serie e con risultati anche migliori rispetto alle produzioni tradizionali a costi sostanzialmente più contenuti.

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            • Sereremo
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              • Dec 2011
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              • Pointer, cocker spaniel

              #51
              Essenzialmente il difficile del demibloc è conciliare due catteristiche in un pezzo solo, solidità nella zona della ramponatura ed “elasticità” dei tubi. Comunque le tue (o vostre) realizzazioni degli anni ‘90 ho avuto modo di vederle e impiegarle molte volte. Nella mia zona erano molto apprezzate.

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              • maurob
                ⭐⭐
                • Jun 2012
                • 371
                • lodrino

                #52
                Originariamente inviato da Sereremo
                Essenzialmente il difficile del demibloc è conciliare due catteristiche in un pezzo solo, solidità nella zona della ramponatura ed “elasticità” dei tubi. Comunque le tue (o vostre) realizzazioni degli anni ‘90 ho avuto modo di vederle e impiegarle molte volte. Nella mia zona erano molto apprezzate.
                Esatto, il limite del demiblock è appunto riuscire a trovare il compromesso tra la lavorazione della parte di camera e ramponatura e le caratteristiche balistiche del tubo; inevitabilmente sarà una via di mezzo tra le varie caratteristiche.
                Questo è uno dei motivi per cui ritengo sia opportuno fare una netta distinzione tra un fucile fine e un fucile standard o da tiro.
                Anche per me è difficile dare una definizione esatta, come detto, penso che il fucile fine sia caratterizzato più dalla cura dei particolari e delle finiture, dalle ore che impiega l'artigiano a realizzare ogni minimo particolare che sarà un pezzo unico.
                Diverso è per il fucile "standard" o da tiro dove nella produzione della canna viene scelto il materiale (e la tecnologia) migliore per la realizzazione del monoblocco e altrettanto per i tubi, oppure x i fucili da tiro dove viene data maggiore attenzione alla resa balistica e alla taratura delle impostazioni di tiro.
                Ulteriore questione è poi quando parliamo di prezzi.

                Per riassumere, sono due mondi simili ma molto differenti, per dare un'idea: quanti tiratori avete visto a giocarsi una finale mondiale o alle olimpiadi con una bella doppietta Piotti o un sovrapposto Purdey o Lebeau Corally....
                E viceversa quanti sovrapposti da tiro avete visto in esposizione nei musei di armi?



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                • Sereremo
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                  • Dec 2011
                  • 2780
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                  • Pointer, cocker spaniel

                  #53
                  Io sparacchio con un sov Beretta, che dicono sia sempre stato croce e delizia del malcapitato tiratore, però devo dire che a livello di rosate prodotte e penetrazione fa la differenza. Sarà la conformazione dei coni di raccordo, sarà il materiale impiegato nei tubi, sarà la cartuccia azzeccata sulle canne però le differenze di rotture sui campi le noti.. poi concordo che essendo competizioni, la persona pagata e non pagante, dispone di mezzi scelti tra i tanti e adeguati alle proprie caratteristiche. La componente umana fa il resto.
                  D’altronde anche negli anni ‘20 i gran prix difficilmente li vincevano le armi Inglese bensì quelle nate appositamente per lo scopo.

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                  • louison
                    ⭐⭐⭐
                    • Jul 2012
                    • 4192
                    • LUGO DI VICENZA
                    • NESSUNO

                    #54
                    Nelle grandi competizioni internazionali è sempre il tiratore che fa la differenza, dopo un percorso di accurato allenamento, e con le sua capacità mentali e di concentrazione ... Nella seconda metà degli anni 80 lo scomparso tiratore ceco Bednarik aveva dimostrato che si poteva dominare nel trap mondiale impiegando un normale Beretta 680 di serie e sopravanzare altri quotati tiratori equipaggiati dei rinomati Beretta SO4 o Perazzi .
                    Ultima modifica louison; 21-03-20, 04:19.

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