Riso in "cagnone" (ris in cagnon)

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  • Oizirbaf
    Moderatore Buona Forchetta
    • Nov 2014
    • 2095
    • Milano

    #1

    Riso in "cagnone" (ris in cagnon)

    Altra semplicissima, ma proprio semplicissima, chicca degna del più "cucinariamente" maldestro degli scapoli. Io, maniaco del riso in modo patologico, ho un particolare legame con questo semplice piatto che veniva molto spesso preparato in casa nostra... Ricordo che ci volevo tanta salvia che amo ancor oggi e che mi sbafo con gusto magari chiedendola con poco galateo al commensale (casalingo) all'occasione che la sposta con irrispettosa noncuranza sul bordo del piatto. [slurp]

    Riso in cagnone (ris in cagnon)


    Semplice da preparare, saporito e naturalmente gluten free: ecco il riso in cagnone.
    Il riso in cagnone è una ricetta di origini umili e popolari, la cui paternità è ancora oggi contesa tra Lombardia e Piemonte e vanta tra i suoi tanti estimatori il mitico Gianni Brera, grande cultore della cucina milanese e lombarda, che amava accompagnarlo con filetti di pesce persico.
    INGREDIENTI per 4 persone:
    • 300 g di riso
    • 60 g di burro
    • 40 g di Parmigiano Reggiano o Grana Padano
    • 5 o 6 foglie di salvia
    • 1 spicchio d’aglio
    • sale q.b.
    PROCEDIMENTO:
    Il riso in cagnone, o ris in cagnon, è veloce e semplicissimo da preparare ma estremamente gustoso.
    La ricetta riporta davvero poche varianti, in base alla zona o alla tradizione di famiglia, relative alla quantità di spicchi d’aglio utilizzati o alla tipologia di formaggio (nel biellese ad esempio si è soliti utilizzare la toma), ed alla quantità di salvia, aggiungo io!

    Lessare in abbondante acqua salata il riso, scolarlo al dente e tenerlo da parte.
    Fondere in un tegamino il burro assieme alle foglie di salvia e allo spicchio d’aglio schiacciato e privato della sua buccia.
    Dopo aver fatto insaporire il burro fuso per 5 minuti, eliminare aglio e salvia (vae victis !!! [menaie]) e condire il riso, completando con il formaggio grattugiato.

    Semplicissima la preparazione del riso in cagnone: una volta cotto il riso in abbondante acqua salata è sufficiente insaporirlo nel burro fuso aromatizzato da aglio e salvia (rigirandolo nel tegame a foco vico!) e condirlo con formaggio grattugiato.
    Mescolare e servire.
    LA CURIOSITA’:
    L’etimologia della ricetta è decisamente poco invitante, a dispetto del suo sapore invece molto gustoso.
    Pare infatti che la denominazione riso in cagnone derivi dal termine lombardo cagnun, che significa larva, in riferimento all’aspetto assunto dai chicchi di riso una volta bolliti.
    Il riso in cagnone è una ricetta di origini umili e popolari, la cui paternità è ancora oggi contesa tra Lombardia e Piemonte e vanta tra i suoi tanti estimatori il mitico Gianni Brera, grande cult…
    Ultima modifica Oizirbaf; 19-12-19, 12:55.
    "...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
    e fermalvi entro; ché non fa scienza,
    sanza lo ritenere, avere inteso..."
  • carpen
    ⭐⭐⭐
    • Feb 2012
    • 3161
    • Lombardia

    #2
    "ris in cagnun" in casa mia è un poco diverso, in cagnun si intende normalissimo riso bollito ma invece che condito con il burro a freddo che si scioglie nel riso caldo, è condito con la salsa rossa di pomodoro o con un sugo rosso (non ragù) da pasta asciutta, anche solo salsa di pomodoro da tubetto e un cucchiaio d'olio.

    Concordo sull'origine del nome dialettale. [fiuu]

    Ora per motivi di colesterolo, io il riso lo condisco solo con un cucchiaio d'olio e un poco di peperoncino, a volte rinnovo il ricordo di un poco di burro che si scioglie, o passo al cagnun con il tubetto della salsa e olio.

    Però il risotto con lo zafferano…

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    • pointer56
      ⭐⭐⭐
      • Sep 2013
      • 5185
      • Pordenone
      • pointer femmina Aura - bassotto tedesco a pelo duro femmina Frida

      #3
      Anch'io amo molto il riso e, senza sapere del riso in "cagnone", faccio qualcosa di simile, una specie di riso cacio e pepe: in una padella tipo wok metto un filo d'olio d'oliva, il riso bollito, una quantità un poco vergognosa di formaggio (se c'è il pecorino romano, meglio, + un po' - si fa per dire - di parmigiano), una grande grattata di pepe nero e, con l'aiuto di una tazza di acqua di cottura, spadello il tutto finchè non è ben mantecato. Provare per credere.

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