
Cinghiale alla birra del “Dondena”
Secondo la leggenda del “de gustibus” attribuita a Cesare da Plutarco in relazione agli asparagi al burro, inviso ai romani, a casa di Valerio Leone nella Mediolanum dell’allora Gallia cisalpina…Che poi neanche burro dicono fosse perché si parla di olio di mirra che deve essere parecchio indigesto, usato, infatti, come cosmetico…
Si sa: i pastrugni in cucina non sono una novità: c’è gente che mangia le tagliatelle al ragù con aggiunta di una “bernasciata” di crema pasticcera (visto con i miei occhi ad opera di una gentildonna tedesca alla Lacona, Elba).
La ricetta che segue è stata ingollata magna cum satisfactione dai bimbi nipoti (sempre alquanto rognosi e “difficili”!) e dagli altri commensali al rifugio Dondena, Champorcher (Val d’Aosta). Salvo il sottoscritto; non avvezzo a certi sapori…imperscrutabili, trascendenti, da metafisica aristotelica…che in certi posti visitati del globo venne costretto alla fame più stoica.
Comunque sia ecco un’ulteriore ricetta dedicata alla nostra bestia nera.
Fatemi sapere…sappiatemi dire.
Ingredienti:
• Polpa di cinghiale 1 kg
• 350 ml di birra (da alcuno preferita scura da altri chiara)
• 1 grossa cipolla (meglio bianca, magari di Montoro o l’oignon douce des Cévennes)
• Uno spicchio d’aglio
• Un cucchiaino (piccolo) di curry
• Una cucchiaiata di uvetta passa (rosinen dei compaesani della Merkel)
• Prezzemolo trito un cucchiaio
• Basilico trito un cucchiaio
• Olio d’oliva 4 cucchiaiate
• Sale e pepe.
• 1 cucchiaino di Maizena o Frumina, fecola…
Soffriggere leggermente nell’olio il trito di cipolla e aglio, spolverare di curry ed aggiungere l’uvetta. Aggiungere la carne tagliata a cubetti di 3 cm e rosolare sino ad asciugare l’acqua rilasciata dalla carne.
Salare ed aggiungere la birra prescelta sino a coprire la medesima.
Cuocere a fuoco moderato, coperto, per un paio d’ore rigirando frequentemente ed aggiungendo, all’occorrenza, un po’ di brodo qualora il tutto tendesse ad asciugare eccessivamente.
A cottura ultimata, con residuo di giusto sughetto, addensare con la Maizena sciolta in mezza chicchera da caffè d’acqua o di brodo bollente. Un’ultima “tiratina” ed il cinghiale alla birra del sarà pronto per un dissoluto e gaudente connubio con una tradizionale montanara polenta o con un più campagnolo purè.
Oizirbaf
10.12.2020 P.S. Una Breve aggiunta alla ricetta dopo reiterati assaggi della stessa originale frutto forse dei personali gusti dello scrivente:
• Decisamente migliorato il gusto generale per chi non apprezza il “dolciastro nelle
preparazioni “salate, con l’abolizione dell’uvetta.
• Altrettanto ha guadagnato con l’astensione dall’addensante di farina o maizena.
• Molto buona anche la sostituzione del cinghiale (non per tutti sempre disponibile) con
dell’ottimo “cappello del prete” di manzo o scottona.
• L’ultima birra 330ml era la “6 luppoli” Bock Rossa Poretti con ottimo risultato.

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