Patè di cinghiale

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    #1

    Patè di cinghiale

    Continuo (ne ho ancora qualcuno!) la...piccola sagra dei patè. In questo caso, se piacerà, potrà dare qualche spunto per...lo "smaltimento" sempre molto...oneroso di queste nostre prede magari con qualche piccolo aiuto e supporto di qualche amico non praticante ma religiosamente convertito al tipo di mensa...

    (Eracle porta a Euristeo il cinghiale di Erimanto)


    Patè di cinghiale (1)
    Al solito abbiamo messo insieme ricette di “blasonata” provenienza con ormai “antiche” e consolidate esperienze casalinghe. Un “cave” particolare è stato posto nel non sopraffare i sapori originali della base, qui il nostro cinghio, con l’aggiunta del brandy a freddo… (*)
    Gli amanti dell’invadenza aromatica del liquore intero potranno aggiungerlo unito al burro durante la fase di omogeneizzazione.
    Un’ultima avvertenza: se, come spesso accade, i non avvezzi a queste carni o con carni anagraficamente “più mature” temessero un
    eccessivo sentore di selvatico, una nottata al fresco in una terrina, in una marinata di un paio di bicchieri di vino bianco, alloro, salvia, rosmarino, ginepro o un cucchiaino di Gin e qualche grano di pepe nero (il tutto poi da togliere e da eliminare) risolverebbe brillantemente il “problema”!
    (*) Anche se con Fabrizio De Andrè: - Sembra di sentirlo ancora dire al mercante di liquori:
    “Tu che lo vendi cosa ci compri di migliore ?”
    Ingredienti:
    • 500 g di polpa di cinghiale
    • 200 g di burro
    • 1 cipolla
    • 4 foglie di salvia
    • 1 foglia di alloro
    • 1/2 bicchiere di vino bianco secco
    • 2 cucchiai di cognac (30 ml)
    • 2 cucchiai di olio d'oliva (30 ml)
    • Sale e pepe q.b.
    Tagliate a dadini la polpa del setolone, già ben mondata da grasso e filamenti fibrosi e mettetela a rosolare in una casseruola con 2 cucchiaiate d'olio, la cipolla tritata e la salvia. Sfumate con il vino ed il brandy (noi Prosecco e Etichetta Nera che se la roba è buona sarà buono anche il risultato finale!)
    Salate, pepate, incoperchiate e lasciate cuocere per circa 30 minuti, bagnando di tanto in tanto con un ciccinino di brodo all’occorrenza (va bene anche di dado eh!) a seconda della consistenza, “gender”, anagrafe e parte di cinghiale in predicato.
    Appena la carne sarà cotta ed intiepidita, passatela allo sminuzzatore (o Minipimer con pazienza) con tutto il suo fondo di cottura sino ad ottenere un’omogeneizzazione, magari aggiungendo una parte di burro già ben ammorbidito, aiutandosi poi, man mano, con una spatola per amalgamare il tutto.
    Uniamo poi il resto del burro morbido, a temperatura ambiente ed omogeneizziamo con gli stessi mezzi.
    Non sarà un sacrificio assaggiare per aggiustare di sale e di pepe.
    Accomodiamo il tutto in un contenitore di acconcia forma e dimensione, foderato di pellicola al fine di poterlo agevolmente sformare quando sarà raffreddato per qualche ora in frigo.
    In tavola, poi, non troppo freddo perché possa correttamente ammorbidirsi, magari accompagnato da cubetti di “gelatine ai mirtilli neri o al Porto” descritti in questa stessa sezione.
    Ultima modifica Oizirbaf; 26-08-21, 07:54.
    "...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
    e fermalvi entro; ché non fa scienza,
    sanza lo ritenere, avere inteso..."

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