E si, penso che in Italia sia ritenuto dalla maggior parte dei cacciatori la preda più ambita, "il Nobile" per eccellenza.
Sicuramente, il maschio, è il più maestoso degli ungulati nostrani e lo si può cacciare sia in montagna che in pianura ed è proprio l'habitat che può fare la differenza sul calibro da adottare.
Io ho avuto modo di "insidiarlo" solamente in pianura, sia alla selezione che da altana durante una battuta che alla cerca.
Ebbene si, devo ammettere che, come nel genere umano, anche nei cervi la femmina è più sveglia, attenta, difficile, non per nulla, in un gruppo formato da entrambi i sessi è sempre la femmina che tira il branco.
Se devo essere sincero, nel mio ambiente, fra cervo, daino e cinghiale, spinti fuori dal bosco, sulle radure, il cervo è quello più facile da "incanalare" nell'ottica, una volta trovatisi all'aperto esitano generalmente alcuni secondi per capire la direzione da prendere che per loro può essere fatale, ovviamente se si ha un pochino di esperienza, mentre i suoi compari di minor stazza (daino e cinghiale) generalmente escono, se escono, a tutta velocità e piombano senza rallentare nel bosco più vicino.
Una femmina adulta arriva a 120/130 kg mentre un maschio può raddoppiare il peso.
Complicato è “selezionare” quando vengono spinti e sono in gruppo, per ovvi motivi di celerità nell’individuare l’esemplare da “attingere” e nell’esecuzione del tiro, spesso molto impegnativo, per il quale occorre anche della malizia.
In che senso malizia, penserà qualcuno? Qualora ad esempio ripartano prima di aver potuto sparare, occorre mantenere nell’ottica l’animale prescelto e seguirlo sino all’ingresso del bosco, dove generalmente rallentano e si incolonnano e gli ultimi rimangono fermi alcuni secondi in attesa di poter accedere al passaggio, nei quali può essere loro fatale (non è però facile).
La maggior parte ambisce al cervo maschio esclusivamente per il trofeo, io, personalmente, preferisco in primis sempre godere della bella azione di caccia e del bel tiro, sarà anche perché non mi interessa esporre i trofei, ma è ovviamente soggettivo (qui lo so, sono assolutamente in minoranza, altrimenti non si spiegherebbe come vi siano “cacciatori” che spendono migliaia di € per sparare a esemplari mezzi rimbambiti in riserve simil allevamenti allo stato semibrado…..).
Per quanto constatato, entro i 200 mt, un 7x64 o un 30-06 sono sufficienti, per distanze maggiori un 7RM, un 300 WM, un 8x68 possono dare più garanzie.
Il discorso parrebbe complicarsi nel periodo del bramito…..
Io, per quel poco che ho visto, penso che la scelta dei calibri non debba assolutamente cambiare e vi dico la mia opinione.
Durante questo periodo secondo molti il cervo maschio si trasforma in una sorta Hulk, sopportando avversità da vero supereroe, ma anche no.
Durante i calori, molti maschi praticamente non mangiano, si muovono molto per allontanare eventuali avversari giovani quando non debbano combattere con altri maschi dominanti per difendere il proprio harem.
A causa di ciò, soprattutto verso la fine, sono molto spossati e non serve quindi nessun calibrone ipermagnum, anzi, io con il mio umile 30-06 in passato usavo delle Norma SP da 150 grs, problemi 0!
Per dirla tutta, io non mi sono mai preoccupato delle munizioni, ho sempre solo dato importanza al giusto piazzamento del colpo.
Oggi, dopo averle adeguatamente provate, delle belle Barnes TTSX da 150/165 grs dico che sono assolutamente idonee per peso e durezza nei 7mm e 30, su un 8x68 180/200 grs, sempre e solo palle ad espansione e non a frammentazione che ho visto che creano sempre gelatina, oltre ai problemi altrove esposti, anche con le Hasler Hunting.
Non ritengo nemmeno il cervo un grande incassatore, nemmeno lontano parente del cinghiale.
La cosa che più mi scoccia è la sua eviscerazione, faccio il triplo fatica rispetto al cinghiale….. sul fatto di trasportarlo/caricarlo, senza idonei mezzi sorvolo.
A livello culinario? Bha, io non ne vado pazzo, gli preferisco il daino, qualora decida di mangiarlo, sempre e solo un giovane dell’anno.
A livello ecologico, quando si trova in gran sovrannumero, sono un vero dramma, in grado di devastare il futuro dei boschi, brucando i ricacci, le nuove piantine, le punte delle piante giovani, per non parlare degli scortecciamenti invernali, son delle capre giganti.
Mi scuso in anticipo perché, molto probabilmente, ho buttato lì diversi argomenti a riguardo alla veloce, anche un po’ a casaccio, poco tempo, sicuro però che avremo modo di discuterne insieme in modo più specifico e razionale. [:-golf]
[brindisi]

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