È strano come cambia la vita appena scopri che una parte di te sta crescendo e si sta preparando ad occupare un suo spazio nel mondo.
Un figlio… Fino a 5 minuti prima tu eri il centro del tuo personale universo e poi improvvisamente… Inizi a vivere in funzione di un altro essere, che ancora non vedi, ancora non sai come è, ma sai che è lì.
Cerchi di immaginare, vedi come in un film la sua vita, come speri sarà. Ovviamente per lui pensi solo il meglio, non puoi fare altrimenti.
E poi, fra le mille cose che ti si affollano nella mente, pensi alla tua passione, a quanta parte ha nella tua vita e ti chiedi se sarai in grado di trasmettergliela, di fargli capire cosa rappresenta la caccia per te.
Entrerà a far parte anche di lui, non può essere altrimenti, ne sei sicuro, perché tutto nella tua vita parla di caccia.
E pensi, fai progetti.
Guardi il setter che dorme nell’angolo della cucina e pensi che crescerà assieme a lui. Lo immagini che impara a camminare aggrappandosi al suo manto.
Sarà il suo migliore amico, perché ogni ragazzo dovrebbe avere un cane.
Gli insegnerai ad averne rispetto e cura, perché è una parte della famiglia, perché ti dà tutto se stesso senza nulla chiedere e merita in cambio tutta la tua considerazione.
Farai in modo che impari a chinarsi su di lui per una carezza anche se è stanco, per dargli quello che è meglio, dedicandogli energie e tempo. Perché sai che è giusto così.
E quando sarà abbastanza grande, probabilmente intorno ai 10-12 anni, ne comprerai uno tutto per lui. Sarà il suo vero primo cane. Il primo di una lunga serie, perché la vita è crudele e i tempi dei nostri ausiliari sono troppo brevi rispetto ai nostri. Ma per quanti cani avrà nella sua vita li ricorderà tutti.
Imparerà da loro almeno tanto quanto gli insegnerà. Ma forse di più.
Imparerà ad amare gli animali come li ami tu, in quello strano e contraddittorio modo dei cacciatori, che ambiscono di aver la preda fra le mani e quando la tengono in pugno vorrebbero esser capaci di rendergli la vita e farla volare via.
Quando sarà abbastanza grande inizierai a portarlo con te.
Non a caccia. Non è posto per un bambino, non ancora. Ma in mezzo alla campagna sì, su per i monti o nel folto del padule.
Gli farai assaporare i boschi, i silenzi e i colori, i suoni, le pietre e le radici. Gli insegnerai la fatica di alzarsi a buio, la meraviglia di una nuova alba che sorge e lo struggente sentire per il giorno che se ne va.
Gli insegnerai a leggere il grande libro della natura, come vorresti tuo padre avesse fatto prima di te e come speri potrà ancora fare lui quando sarà il suo turno.
Gli farai capire il mistero profondo dell’essere cacciatore.
Non potrai farlo a parole, perché non è possibile nemmeno per il più bravo scrittore. Ma lo capirà, credimi, lo capirà standoti accanto.
E quando maestre di scuola, non sai se più sciocche o in malafede, e compagni che della caccia sanno solo le bugie che racconta la televisione gli diranno che suo padre è un assassino, saprà nel profondo del suo cuore che non è vero. E forse ti amerà un po’ di più proprio per questo.
Pensi e immagini. Lo vedi già grande.
Nella tua mente sai già cosa farai appena avrà l’età giusta.
Vedi già il suo primo fucile.
Non potrà usarlo ancora, ma intanto imparerà ad amarlo e rispettarlo.
A temerlo anche, perché è così che deve essere. E sua madre sarà d’accordo, perché sa cosa rappresenta quel regalo per te. Per entrambi.
E poi, finalmente, uscirete insieme. Gli insegnerai ad avere cura di se stesso e della sua vita, gli racconterai come è importante vestirsi nel giusto modo.
La magia della vestizione, del preparare tutto la sera prima. Perché la caccia è fatta di riti, di gesti sempre diversi e sempre uguali.
Gli insegnerai la sensazione del sudore e della fatica e il momento in cui arrivi ad aver paura di non farcela.
Gli farai scoprire che la paura è dei coraggiosi.
Il non averne, spesso, è da stupidi incoscienti. Gli insegnerai il gusto della sfida, del confrontarsi con il selvatico e ad essere fiero di se stesso se l’avrà fatto lealmente. Perché l’onore risiede nella sfida, non nella vittoria e un successo raggiunto con l’inganno porta solo vergogna.
Gli dirai che il selvatico merita tutto il suo rispetto, perché una vita che si spegne è sempre qualcosa di terribilmente grande, importante, che si tratti della più umile quaglia o del più maestoso dei cervi. Per questo riuscirà a capire la tua gioia venata di tristezza quando lisci le penne della beccaccia prima di riporla in carniere o quando rendi omaggio al capriolo appena abbattuto. Capirà.
E proverà le stesse cose insieme a te. Perché prima di tutto gli avrai insegnato ad essere un uomo.
Gli insegnerai ad amare i suoi compagni di caccia e gli amici, perché niente lega come la nostra passione persone tanto diverse fra loro. Saprà che su di loro potrà fare affidamento e che loro si aspettano lo stesso da lui. E non dovrà tradirli mai, perché perderà la loro fiducia e il rispetto in se stesso. Imparerà ad avere considerazione degli anziani, perché sono loro che spesso ci insegnano ciò che conta. Come nella vita.
Per questo gli insegnerai ad amare la caccia.
Tutto questo se lo vorrai.
Tutto questo quando avrai un figlio.

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