Weidmann ha premiato Pino!

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  • HANNOVERISCHER
    ⭐⭐
    • May 2011
    • 474
    • schio
    • hannoverischer schweisshund

    #16
    Originariamente inviato da bluejay

    Anche da noi ultimamente gli Jahrling si sono "rimpiccioliti".

    Adesso non è difficile troverne di 12/14 kg. (vuoti), mentre qualche anno fa erano più pesanti.
    Ce ne sono ancora anche di 19/20, ma meno rispetto ad un tempo.
    C'è anche da dire che la popolazione è aumentata....

    [;)]
    Da noi degli jahrling di 19/20 kg non c'è più neanche l'ombra...il 15 settembre mio padre ha prelevato una femmina di 3 anni del peso di 18 kg...ok è una femmina e pesa sicuramente meno di un maschio ma mi sembra un po pochino...il fatto è che questo abbattimento non è stato un'eccezione ma questi pesi sono la regola!!!!
    Tutto questo si è riscontrato con l'aumento della popolazione ma non penso sia l'unica causa del problema!!!!
    Ciao giacomo[;)]

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    • vecchioA300
      ⭐⭐⭐
      • Oct 2008
      • 4415
      • Firenze

      #17
      Originariamente inviato da Alessandro il cacciatore
      Uno solo e' corretto, inutile dire quale.
      Uno e' sbagliato a bestia (l'apostrofo nel mezzo)
      Uno e' da terroncello (si usa prevalentemente in Austria, in Tirolo la fa da re, ma parlano tedesco come i bergamaschi parlano italiano).

      Detto questo, mi congratulo con Stradafacendo.
      ...via, ora non fare troppo lo "sborone".....
      Lo sappiamo benissimo che da voi a Siena oramai ci sono più tedeschi di Cermania che "italiano puro".....
      P.S. comunque basta leggerlo su una vecchia cartuccia rotwail (a proposito, come si screive Rotwail?)[:D]
      MB,Tecna,Sipe,JK6, mah, le uniche che mi funzionano sono quelle caricate con la "CENTRITE"![:D]

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      • duedentoni_old

        #18
        [QUOTE]
        Originariamente inviato da PigKill
        O Dante...... ma vattelo a pijà in der cul!!!!! ahahahahahhhahah
        bella questa...mi pare quasi toschanizzata...

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        • stradafacendo
          ⭐⭐
          • Jan 2010
          • 943
          • Piemonte
          • Kurzhaar: Shon Kurzhaar: Hetti Kurzhaar: Tosca

          #19
          Impegni di lavoro (e altro) mi hanno impedito di inserire le foto della giornata di caccia al camoscio che avevo promesso di dedicarVi.
          Me ne scuso. E provvedo...
          File allegati
          Stradafacendo...

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          • davide.alb
            • Jan 2009
            • 153
            • Italia
            • Ep. Breton - Kyra

            #20
            in che valle eravate??

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            • elio193
              ⭐⭐⭐
              • Jan 2010
              • 4225
              • Montecrestese (VB)
              • Slovensky Kopov, Deutscher Jagdterrier, Bassotto tedesco pelo duro, Dachsbracke, Hannoveriano

              #21
              Originariamente inviato da davide.alb
              in che valle eravate??
              Val d'Ossola settore Divedro.

              Il primo cinghialone di Charon

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              • Maurideep
                ⭐⭐⭐
                • Nov 2007
                • 1767
                • Rivanazzano Terme (PV)
                • HansFilippo della Canterana bassotto nano p/d Senape della Val Vezzeno bassotto standard p/d Lucy

                #22
                Originariamente inviato da stradafacendo
                Cari amici, ricambio di cuore i vostri complimenti ed i vostri "Waidmannsheil".
                Auguro a voi tutti di poter viveri momenti belli come li ho vissuti io e gustare la gioia che, grazie ad Elio, ho avuto la fortuna di assaporare.
                E' stata dura passare la notte a 1900 metri, sotto la pioggia. Ma ne è valsa la pena!

                Come anticipato da Elio, domenica prossima saremo ancora in vetta con la speranza che Waimann (la divinità della natura e dei boschi) sia ancora generoso con noi.

                Le immagini che seguiranno sono dedicate a Voi.
                Waidmanndank...!!!
                congratulazioni Pino!! e gran bei posti, qualche volta vengo a trovarvi, magari nella bella stagione però
                Con le mogli degli amici passo i giorni più felici...cit. Sergordon, La Stoppa 19-20 maggio 2012.

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                • davide.alb
                  • Jan 2009
                  • 153
                  • Italia
                  • Ep. Breton - Kyra

                  #23
                  Originariamente inviato da elio193
                  Val d'Ossola settore Divedro.

                  Sopra Crodo...Bravi!! .. Se per Natale faccio una capatina su, La vengo a trovare...posso??

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                  • elio193
                    ⭐⭐⭐
                    • Jan 2010
                    • 4225
                    • Montecrestese (VB)
                    • Slovensky Kopov, Deutscher Jagdterrier, Bassotto tedesco pelo duro, Dachsbracke, Hannoveriano

                    #24
                    Originariamente inviato da davide.alb
                    Sopra Crodo...Bravi!! .. Se per Natale faccio una capatina su, La vengo a trovare...posso??
                    Certo che si!

                    Il primo cinghialone di Charon

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                    • vecchioA300
                      ⭐⭐⭐
                      • Oct 2008
                      • 4415
                      • Firenze

                      #25
                      Originariamente inviato da stradafacendo
                      Impegni di lavoro (e altro) mi hanno impedito di inserire le foto della giornata di caccia al camoscio che avevo promesso di dedicarVi.
                      Me ne scuso. E provvedo...
                      ...aaaazz, sembri Corona col cappello al posto della bandana......[:D]
                      Complimenti, luoghi bellissimi e selvaggina altrettanto![:-golf]
                      MB,Tecna,Sipe,JK6, mah, le uniche che mi funzionano sono quelle caricate con la "CENTRITE"![:D]

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                      • elio193
                        ⭐⭐⭐
                        • Jan 2010
                        • 4225
                        • Montecrestese (VB)
                        • Slovensky Kopov, Deutscher Jagdterrier, Bassotto tedesco pelo duro, Dachsbracke, Hannoveriano

                        #26
                        Originariamente inviato da vecchioA300
                        ...aaaazz, sembri Corona col cappello al posto della bandana......[:D]
                        Complimenti, luoghi bellissimi e selvaggina altrettanto![:-golf]
                        Ciao Vecchio, quello con il cappello sono io[:D].....ma rispetto a Corona, ho meno la faccia da pirla....almeno credo!:-pr

                        Il primo cinghialone di Charon

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                        • stradafacendo
                          ⭐⭐
                          • Jan 2010
                          • 943
                          • Piemonte
                          • Kurzhaar: Shon Kurzhaar: Hetti Kurzhaar: Tosca

                          #27
                          Sono appena rientrato dalla Sardegna dove, la scorsa settimana, mi sono recato per la presentazione di un libro e per altri impegni di lavoro. Domenica, un bell'intermezzo di caccia alle pernici con l'amico Truzzeddu, in quel di Siniscola.
                          Ora eccomi pronto ad inserire le foto del mio primo camoscio che avevo promesso di postare, assieme ad un piccolo rendiconto della prima giornata di caccia in Val d'Ossola.

                          Dopo i corsi di preparazione, gli esami, le prove di tiro, il rinnovo del porto d'armi e una serie infinita di altre faccende burocratiche, finalmente, è arrivata l'ora della verità. La tanto attesa apertura della caccia al camoscio è arrivata.
                          Per me, novello cacciatore delle Alpi, è il giorno del battesimo. E me ne convinco ancora di più quando, il sabato pomeriggio, dopo aver infilato in fretta e furia negli zaini il minimo indispensabile per passare la notte a 2.000 metri, appena scesi dalla macchina incomincia a piovere.
                          Sposa bagnata, sposa fortunata...! Dice il proverbio. Ed il cacciatore? Cacciatore bagnato, cacciatore incasinato...! Dico io.
                          Ed infatti... in macchina troviamo soltanto un'ombrellino. E' un po' malconcio ma... meglio che niente! Ne usufruisce Elio. Io ho un cappello cerato, di una notissima marca che non dico (B.....) e l'acqua la prendo tutta!

                          Non abbiamo ancora fatto cento metri di stradino e la tentazione di tornare indietro è grande. Grande come la montagna che ci sta di fronte e che dobbiamo scalare fin quasi sulla cima. Ma... con quale coraggio torniamo indietro? Dopo tanta attesa e tanti sacrifici... torniamo indietro? Nemmeno a pensarlo!!!

                          Avanziamo lungo lo stradello, a volte discretamente agevole, a volte impervio. Sopra e sotto di noi nuvole grigie, tendenti al nero. Saliamo di quota quasi senza accorgercene. Ce ne meravigliamo quando di fianco a noi, improvvisamente, si aprono canali scoscesi da far paura. Il terreno, inzuppato d'acqua non è troppo affidabile. Avanziamo fra abeti secolari e larici antichi. Per me, anche se sotto la pioggia e con il cuore che batte per l'emozione del primo giorno di caccia, è uno spettacolo straordinario!
                          Il mondo, con i suoi assilli e le sue mille storture, di fronte alla semplicità di una natura ancora intatta, scompare dalla mia mente. Non avverto più nemmeno l'acqua che continua a cadere e che ha raggiunto l'ultimo avanposto: le mutande. Avanziamo sempre.
                          Ormai non siamo tanto lontani dalla meta prefissata. Abbiamo ancora due rampe impegnative da fare ma, ormai, pur pesanti come piombo, è come se avessimo le ali ai piedi. E, infatti, usciti dal bosco di larici, scopriamo le prime baite, avvolte dalle nuvole. Sembrano fantasmi geometricamente perfetti.
                          Per me, che sto vivendo una situazione insolita, è motivo di ulteriore, forte emozione.

                          Siamo a 1796 metri di quota.
                          Ha smesso di piovere e ne approfittiamo per riprendere fiato. Con noi e intorno a noi il silenzio più assoluto. Siamo in mezzo alle nuvole.
                          Pochi minuti e riprendiamo la salita.
                          Davanti a noi, come fantasmi, si materializzano alcune pecore. Ci fissano, immobili, come a chiedersi: ma... questi due pazzi... con questo tempaccio... che ci vengono a fare quassù...?
                          Le guardiamo anche noi. Io le fotografo, quasi a rassicurarle che non siamo pazzi e che, di loro, porteremo un bel ricordo. E saliamo ancora.
                          La pendenza è notevole. I passi sono lenti e cadenzati. Ansimiamo per la fatica, ma è quasi fatta. Manca poco per raggiungere la postazione che abbiamo scelto. E dopo un ultimo sforzo anche l'ultima rampa è superata.

                          Finalmente siamo sul pianoro. Scarichiamo gli zaini dalle spalle indolenzite. C'è voglia di riposarsi un po', di riprendere fiato. Ma sta scendendo il buio e non c'è tempo da perdere. Bisogna allestire il riparo per passare la notte. Servono due pali per tenere in piedi il telo incerato ma, tutt'intorno, non c'è ombra di un ramoscello che possa andar bene. Che fare?
                          In compenso, la pioggia torna a rallegrarci. Min....a, che allegria!!! E il buio? Che dire del buio? E' come se si fossero messi d'accordo, l'acqua e il buio!
                          In pochi minuti non si vede più nulla. E così, tra una giaculatoria e l'altra, agguantiamo due rami di un larice sospeso su un burrone e li tagliamo. Sono la nostra salvezza.

                          In quattro e quattr'otto montiamo una tenda primordiale, mettiamo gli zaini al riparo, ci spogliamo, indossiamo gli indumenti asciutti e... vai sotto le coperte...!!!! Ma quali coperte? Un pile è tutto e di più...! Ma per il fresco della notte, a quasi 2000 metri, ci vorrebbe dell'altro.

                          Alle 6,30 il capo spedizione (Elio) dopo aver rotto le scatole tutta la notte, girandosi da una parte all'altra, da la sveglia.
                          Pino..., mi dice, prepara lo schioppo, i binocoli e mettiti in postazione. Io... obbedisco.
                          Sbatto i denti per il freddo, provo con il training autogeno ma i risultati sono scarsi. Mi do del pirla perché per paura di sentire troppo caldo, la sera prima, sostituendo gli indumenti bagnati con quelli asciutti, non mi sono messo la camicia e, ora, mi tocca pagarne le conseguenze.

                          Incomincia a schiarire. La pioggia, per fortuna, ha smesso di cadere e il cielo, da nero che era, sembra volersi aprire. In montagna i cambiamenti di tempo sono molto repentini e noi speriamo nella protezione di Weidmann.
                          Verso le 7,30 il chiarore dell'alba ci permette di vedere due bellissime femmine con i piccoli; uno, dell'anno e l'altro più grande, uno yarling.
                          Sono distanti circa 120 metri, una distanza da leccarsi i baffi.
                          Potremmo sparare sia alle femmine che ai piccoli. Il piano d'abbattimento prevede il prelievo di entrambi. Ma noi non vogliamo assolutamente togliere né i piccoli alla mamma né la mamma ai piccoli e decidiamo di attendere. Setacciamo il terreno palmo a palmo, alla ricerca del maschio adulto, possibilmente di età superiore ai 10 anni.
                          In lontananza, invece, si affacciano altre due femmine. Le lasciamo brucare l'erba dell'alpe in tutta tranquillità.

                          Il tempo sta cambiando di nuovo. Sembrava volesse schiarire e, invece, si sta riempiendo di nuvoloni neri. Rischiamo di affogare sotto la pioggia da un momento all'altro.
                          Mentre i binocoli setacciano i canaloni del monte, come dal nulla, su una roccia, appare uno yarling. E' un maschio, bello, di notevole dimensione, vigoroso. Cosa strana... ha ancora la divisa estiva; il suo pelo è rossiccio, chiaramente in ritardo sulla muta.
                          E' il camoscio giusto da prelevare. Mi preparo al tiro.

                          L'emozione è forte, ma cerco di controllarla. Il telemetro, incorporato nell'ottica, mi segnala una distanza di 248 metri dal bersaglio. Non armo lo stecker per paura che, con le dita ghiacciate e tremanti, parta un tiro incontrollato. Due gran respiri e lascio andare il colpo.
                          Lo yarling dal pelo rossiccio resta là, immobile, su una sporgenza rocciosa.

                          Elio parte per il recupero ed io, dalla postazione, lo seguo col binocolo pronto a segnalare il percorso da seguire in caso di necessità. Cosa superflua perché il vecchio cacciatore di camosci raggiunge la preda con estrema facilità.
                          Al suo arrivo in postazione rendiamo l'ultimo omaggio al re della montagna. Un ramoscello di larice onora il nostro camoscio, l'altro ramoscello onora il cacciatore.
                          Non avendo il cappello, infilo il bruch nella tasca del giubbotto e sento che il cuore, sotto, batte forte per l'emozione e per la gioia.
                          Ben comprensibile, per me: è il giorno del mio primo camoscio!

                          Grazie, Weidmann...!!!
                          File allegati
                          Ultima modifica elio193; 17-10-12, 00:44.
                          Stradafacendo...

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                          • elio193
                            ⭐⭐⭐
                            • Jan 2010
                            • 4225
                            • Montecrestese (VB)
                            • Slovensky Kopov, Deutscher Jagdterrier, Bassotto tedesco pelo duro, Dachsbracke, Hannoveriano

                            #28
                            Originariamente inviato da stradafacendo
                            Sono appena rientrato dalla Sardegna dove, la scorsa settimana, mi sono recato per la presentazione di un libro e per altri impegni di lavoro. Domenica, un bell'intermezzo di caccia alle pernici con l'amico Truzzeddu, in quel di Siniscola.
                            Ora eccomi pronto ad inserire le foto del mio primo camoscio che avevo promesso di postare, assieme ad un piccolo rendiconto della prima giornata di caccia in Val d'Ossola.

                            Dopo i corsi di preparazione, gli esami, le prove di tiro, il rinnovo del porto d'armi e una serie infinita di altre faccende burocratiche, finalmente, è arrivata l'ora della verità. La tanto attesa apertura della caccia al camoscio è arrivata.
                            Per me, novello cacciatore delle Alpi, è il giorno del battesimo. E me ne convinco ancora di più quando, il sabato pomeriggio, dopo aver infilato in fretta e furia negli zaini il minimo indispensabile per passare la notte a 2.000 metri, appena scesi dalla macchina incomincia a piovere.
                            Sposa bagnata, sposa fortunata...! Dice il proverbio. Ed il cacciatore? Cacciatore bagnato, cacciatore incasinato...! Dico io.
                            Ed infatti... in macchina troviamo soltanto un'ombrellino. E' un po' malconcio ma... meglio che niente! Ne usufruisce Elio. Io ho un cappello cerato, di una notissima marca che non dico (B.....) e l'acqua la prendo tutta!

                            Non abbiamo ancora fatto cento metri di stradino e la tentazione di tornare indietro è grande. Grande come la montagna che ci sta di fronte e che dobbiamo scalare fin quasi sulla cima. Ma... con quale coraggio torniamo indietro? Dopo tanta attesa e tanti sacrifici... torniamo indietro? Nemmeno a pensarlo!!!

                            Avanziamo lungo lo stradello, a volte discretamente agevole, a volte impervio. Sopra e sotto di noi nuvole grigie, tendenti al nero. Saliamo di quota quasi senza accorgercene. Ce ne meravigliamo quando di fianco a noi, improvvisamente, si aprono canali scoscesi da far paura. Il terreno, inzuppato d'acqua non è troppo affidabile. Avanziamo fra abeti secolari e larici antichi. Per me, anche se sotto la pioggia e con il cuore che batte per l'emozione del primo giorno di caccia, è uno spettacolo straordinario!
                            Il mondo, con i suoi assilli e le sue mille storture, di fronte alla semplicità di una natura ancora intatta, scompare dalla mia mente. Non avverto più nemmeno l'acqua che continua a cadere e che ha raggiunto l'ultimo avanposto: le mutande. Avanziamo sempre.
                            Ormai non siamo tanto lontani dalla meta prefissata. Abbiamo ancora due rampe impegnative da fare ma, ormai, pur pesanti come piombo, è come se avessimo le ali ai piedi. E, infatti, usciti dal bosco di larici, scopriamo le prime baite, avvolte dalle nuvole. Sembrano fantasmi geometricamente perfetti.
                            Per me, che sto vivendo una situazione insolita, è motivo di ulteriore, forte emozione.

                            Siamo a 1796 metri di quota.
                            Ha smesso di piovere e ne approfittiamo per riprendere fiato. Con noi e intorno a noi il silenzio più assoluto. Siamo in mezzo alle nuvole.
                            Pochi minuti e riprendiamo la salita.
                            Davanti a noi, come fantasmi, si materializzano alcune pecore. Ci fissano, immobili, come a chiedersi: ma... questi due pazzi... con questo tempaccio... che ci vengono a fare quassù...?
                            Le guardiamo anche noi. Io le fotografo, quasi a rassicurarle che non siamo pazzi e che, di loro, porteremo un bel ricordo. E saliamo ancora.
                            La pendenza è notevole. I passi sono lenti e cadenzati. Ansimiamo per la fatica, ma è quasi fatta. Manca poco per raggiungere la postazione che abbiamo scelto. E dopo un ultimo sforzo anche l'ultima rampa è superata.

                            Finalmente siamo sul pianoro. Scarichiamo gli zaini dalle spalle indolenzite. C'è voglia di riposarsi un po', di riprendere fiato. Ma sta scendendo il buio e non c'è tempo da perdere. Bisogna allestire il riparo per passare la notte. Servono due pali per tenere in piedi il telo incerato ma, tutt'intorno, non c'è ombra di un ramoscello che possa andar bene. Che fare?
                            In compenso, la pioggia torna a rallegrarci. Min....a, che allegria!!! E il buio? Che dire del buio? E' come se si fossero messi d'accordo, l'acqua e il buio!
                            In pochi minuti non si vede più nulla. E così, tra una giaculatoria e l'altra, agguantiamo due rami di un larice sospeso su un burrone e li tagliamo. Sono la nostra salvezza.

                            In quattro e quattr'otto montiamo una tenda primordiale, mettiamo gli zaini al riparo, ci spogliamo, indossiamo gli indumenti asciutti e... vai sotto le coperte...!!!! Ma quali coperte? Un pile è tutto e di più...! Ma per il fresco della notte, a quasi 2000 metri, ci vorrebbe dell'altro.

                            Alle 6,30 il capo spedizione (Elio) dopo aver rotto le scatole tutta la notte, girandosi da una parte all'altra, da la sveglia.
                            Pino..., mi dice, prepara lo schioppo, i binocoli e mettiti in postazione. Io... obbedisco.
                            Sbatto i denti per il freddo, provo con il training autogeno ma i risultati sono scarsi. Mi do del pirla perché per paura di sentire troppo caldo, la sera prima, sostituendo gli indumenti bagnati con quelli asciutti, non mi sono messo la camicia e, ora, mi tocca pagarne le conseguenze.

                            Incomincia a schiarire. La pioggia, per fortuna, ha smesso di cadere e il cielo, da nero che era, sembra volersi aprire. In montagna i cambiamenti di tempo sono molto repentini e noi speriamo nella protezione di Weidmann.
                            Verso le 7,30 il chiarore dell'alba ci permette di vedere due bellissime femmine con i piccoli; uno, dell'anno e l'altro più grande, uno yarling.
                            Sono distanti circa 120 metri, una distanza da leccarsi i baffi.
                            Potremmo sparare sia alle femmine che ai piccoli. Il piano d'abbattimento prevede il prelievo di entrambi. Ma noi non vogliamo assolutamente togliere né i piccoli alla mamma né la mamma ai piccoli e decidiamo di attendere. Setacciamo il terreno palmo a palmo, alla ricerca del maschio adulto, possibilmente di età superiore ai 10 anni.
                            In lontananza, invece, si affacciano altre due femmine. Le lasciamo brucare l'erba dell'alpe in tutta tranquillità.

                            Il tempo sta cambiando di nuovo. Sembrava volesse schiarire e, invece, si sta riempiendo di nuvoloni neri. Rischiamo di affogare sotto la pioggia da un momento all'altro.
                            Mentre i binocoli setacciano i canaloni del monte, come dal nulla, su una roccia, appare uno yarling. E' un maschio, bello, di notevole dimensione, vigoroso. Cosa strana... ha ancora la divisa estiva; il suo pelo è rossiccio, chiaramente in ritardo sulla muta.
                            E' il camoscio giusto da prelevare. Mi preparo al tiro.

                            L'emozione è forte, ma cerco di controllarla. Il telemetro, incorporato nell'ottica, mi segnala una distanza di 248 metri dal bersaglio. Non armo lo stecker per paura che, con le dita ghiacciate e tremanti, parta un tiro incontrollato. Due gran respiri e lascio andare il colpo.
                            Lo yarling dal pelo rossiccio resta là, immobile, su una sporgenza rocciosa.

                            Elio parte per il recupero ed io, dalla postazione, lo seguo col binocolo pronto a segnalare il percorso da seguire in caso di necessità. Cosa superflua perché il vecchio cacciatore di camosci raggiunge la preda con estrema facilità.
                            Al suo arrivo in postazione rendiamo l'ultimo omaggio al re della montagna. Un ramoscello di larice onora il nostro camoscio, l'altro ramoscello onora il cacciatore.
                            Non avendo il cappello, infilo il bruch nella tasca del giubbotto e sento che il cuore, sotto, batte forte per l'emozione e per la gioia.
                            Ben comprensibile, per me: è il giorno del mio primo camoscio!

                            Grazie, Weidmann...!!!
                            [:-golf][:-golf]

                            Il primo cinghialone di Charon

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                            • Biondo308
                              ⭐⭐
                              • Oct 2009
                              • 444
                              • Garfagnana
                              • Bassotto Tedesco Pelo Duro - TUCO

                              #29
                              Che bella esperienza! E bel racconto....quei posti li ho visti questa estate, ne ho un ricordo meraviglioso e una gran voglia di tornarci...
                              Qua in Garfagnana (Lucca) un'esperienza del genere la possiamo sognare o farcela raccontare da altri.
                              Possiamo cacciare il muflone e il capriolo....ma i selecontrollori sono sempre in un'ottica....con reticolo illuminato addosso!
                              Ci vedono male e sono malfidati, 1000 controlli, schede e schedine per uscite rientri avvistamenti, orari e percorsi ecc....è impensabile di potersene andare in alto nell'alpe la sera prima, dormire in tenda o in baita ed attendere l'alba e il becco giusto...da noi bisogna imbucare la scheda di uscita la mattina stessa, chi ha provato a farlo la sera prima, è stato scoperto e sospeso! per cosa poi...in fin dei conti gli animali ce li assegnano personalmente...ma va beh...nonostante i tempi duri si riesce lo stesso a gioire con qualche giornata a caccia, gli abbattimenti e il bel lavoro dei cani.
                              Quindi Pino, anche se in ritardo, Waidmannsheil !!!
                              E di al "capo-spedizione" di posare la cicca ogni tanto, altrimenti ansimare per la fatica è il minimo, anche se lo vedo lo stesso in forma con lo yarling sulle spalle!
                              Un saluto ed un abbraccio a tutti e due.

                              Alex

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                              • stradafacendo
                                ⭐⭐
                                • Jan 2010
                                • 943
                                • Piemonte
                                • Kurzhaar: Shon Kurzhaar: Hetti Kurzhaar: Tosca

                                #30
                                Grazie Alex, e grazie a tutti coloro che hanno espresso belle parole di apprezzamento nei confronti della nostra azione di caccia, della natura e dell'ambiente in cui ci siamo mossi.
                                Il mio augurio è che anche tutti Voi possiate godere a lungo della possibilità di vivere emozioni belle e intense come io le ho vissute.

                                Weidmanndank [vinci]
                                Stradafacendo...

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