Il 26 le festività natalizie stanno per terminare. Dopo pranzo gli ospiti sentono un forte richiamo della città e i suoi divertimenti e la nostra resistenza e tanto debole giusto per non apparire maleducati. Quando le macchine spariscono dietro l‘angolo ci guardiamo. „Cosa pensi, è ancora presto, facciamo un giretto?“ Le posate possono aspettare, ci mettiamo 5 minuti per cambiarci, i cani non aspettano altro. Decidiamo di andare in alto, per fuggire dalla nebbia, a fare un giretto sul mitico Giarolo, dove d‘autunno non andiamo quasi mai perchè è regno della caccia dei segugi. Il vecchio jeep trova la strada da solo, facendo sobbalzare allegramente tutto suo contenuto. Abbiamo portato il giovane Flash, cane ancora inesperto e la brava sorella grande Apex, che fanno presto a ispezionare la radura dal vecchio molino, ma non trovano niente, maledetta nebbia. Decidiamo di salire, finalmente il paesaggio si apre, un altro mondo: una brezza da nordest spinge in giù le nebbie in un ballo strano, la pianura sembra un lago bianco, il cielo qua invece è limpido, in lontananza il mare specchia il sole basso di metà inverno, il bosco è pieno di primule in fiore. Flash fa lo scemo, corre come un matto, la femmina s‘innervosisce, è abituata andare a caccia con compagni più seri. Flash sente qualcosa, sparisce per tanto tempo, il pensiero dei lupi ci fa chiamarlo a voce alta, finalmente arriva. Bene, adesso tutte le beccacce fino a Recco sanno che ci siamo. Si va avanti, niente, il bosco e diventato troppo fitto, sta divorando i pascoli di una volta e i segni di una antica cultura agricola. Comincio a sentire la stanchezza delle ore in cucina e i troppi brindisi. „Andate avanti voi, io vi aspetto qua“. Trovo un posto splendido soleggiato al bordo della stradina, con un grosso sasso, giusto per fare un riposino. C‘è un silenzio assoluto, non si sente i soliti rumori di segugi, ne uomini a caccia, motoseghe ne macchine, solo le campane di un oratorio sperduto nei boschi ci ricorda che siamo sotto le feste. Mi saro addormentata non so per quanto tempo, mi sveglia un grande chiasso, e tornato Flash, zuppo, causando una piccola frana, „Chi sa cosa hai combinato di nuovo?“ Dopo arriva la fedele Apex col padrone. E ora di tornare indietro, il sole sta già scendendo rapidamente verso l‘orizzonte. Ci dividiamo due mandaranci, una e mezza per Flash, la metà per gli altri. Flash il chiassoso si arrotola per terra, saltella - poì da un momento al altro cambia espressione, col muso deciso e occhi cattivi fa un salto e si butta lungo per terra - dietro mio sasso al sole, seguito dalla sorella grande con la stessa espressione. Tutto succede in un attimo e con un grande fruscio parte una meravigliosa beccaccia! Uno sparo di riflesso rompe il silenzio del bosco ma la beccaccia sta già volando giù in basso, elegante e maestoso -permettetemi perché siamo sotto natale- come un angelo.
Dedicato al nostro piccolo grande Flash che ci ha lasciato questo novembre troppo presto. Corri felice, con tue gambe lunghe e tuo pelo di seta, ci manchi terribilmente, grande amico!
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