Le vostre uscite a caccia .. foto , racconti..

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  • Camoscio61
    • Nov 2024
    • 195
    • Milano-Aosta
    • Golden Retriever: Sean

    #601
    Finalmente a caccia
    Dopo anni in cui, a fronte di censimenti deludenti e di osservazioni parimenti imbarazzanti, ho rinunciato a prendere caprioli in abbattimento, quest’anno ho deciso di riprovarci, confortato dai report di alcuni amici fidati
    Venerdì passo dal mio amico E. che in passato è stato mio mentore ( ma questa è un’altra storia divertente che magari in futuro avrò l’ispirazione per raccontare) e cortesemente mi ha ritirato la fascetta in ATC e facciamo le solite quattro chiacchiere tra persone che si stimano e si conoscono ( anche le famiglie) da oltre 20 anni.
    Gli chiedo se ha voglia di uscire con me l’indomani; dapprima nicchia, poi ci ripensa e accetta con entusiasmo
    La zona che mi è stata assegnata non la conosce a differenza mia che ci ho cacciato più di una diecina di anni fa e comunque è cambiata
    C’ era anche una bellissima altana che aveva il difetto di essere visibile dalla strada e che è stata devastata ed in seguito rimossa
    Decido di andare in una vasta conca dove ci sono campi in parte coltivati ad erba medica, in parte incolti, una piccola vigna, boschetti vari; uno dei due costoni che la delimitano è percorso da una carraia e l’ altro è sovrastato da un paesino che si allunga sul profilo del costone stesso; in fondo, a circa 3 chilometri, il fiume
    Lascio armi e bagagli in albergo e vado a fare un giro con il binocolo lungo la carraia ( sono circa le 19 )
    Tira vento con una direzione circa ortogonale alla conca
    Sotto il paesino ci sono oltre al bosco ceduo un paio di campetti di erba non più coltivati ed un calanco; si vedono un capriolo nel campo superiore ed una femmina con piccolo in quello inferiore; poi più nulla.
    Dopo un po’ mi volto a destra e me ne trovo uno maschio a meno di 100 metri che ha la testa nell’erba alta e quasi non la solleva neanche per guardarsi attorno; praticamente a tiro di fionda
    Torno in albergo per cena; è sorta la luna piena; tramonterà poco dopo le tre di notte
    Ritrovo alla bacheca alle 5.30; contestualmente apre il bar adiacente con la solita proprietaria che conosco da anni; rapido cappuccino e andiamo.
    Ci appostiamo forse con qualche minuto di ritardo ma comunque è praticamente buio; col binocolo non si può ancora vedere; con lo spotter termico vedo femmina e piccolo dove ieri sera c’era il maschio; quando la luce cresce sono già rientrati
    Si possono solo vedere i due animali sotto il paese; quello del campo inferiore non è raggiungibile perché il suo prato è difeso dalla boscaglia; facciamo l avvicinamento a quello del prato superiore trovando il passaggio attraverso rovi e boscaglia ed arrivando a circa 200 metri
    E’ nell’erba alta; finalmente alza la testa: femmina da sola e da sola la lasciamo senza disturbarla; ci siamo proprio divertiti a condividere la cacciata con le sue emozioni
    E. deve aprire il negozio; è in pensione ma fa un favore al figlio che gli è subentrato
    Porto fucile e zaino in albergo
    Approfitto della giornata per preparare le uscite successive; dapprima vado in macchina in fondo al paesino e parlo con una signora che gestisce lì una sorta di rifugio per anziani chiedendo dove parcheggiare senza arrecare disturbo e preavvertendola che forse sarei arrivato molto presto al mattino il giorno successivo; poi proseguo a piedi lungo il costone dove trovo una posizione dominante su un campo lungo alcune centinaia di metri, non più coltivato, e su un meleto abbandonato
    Riprendo la macchina e dopo un lungo giro raggiungo una cascina sperduta in fondo all’area di mia pertinenza, situata vicino al fiume.
    Incontro una anziana signora già conosciuta insieme a mio papà più di 15 aa. fa; è la mamma ormai 99 enne ( brillantissima) di due cacciatori di lepri; non si ricorda ma faccio due chiacchiere per rinfrescarle la memoria e la avverto della mia possibile presenza la mattina successiva, perché non voglio che si spaventi
    La sera sono da solo e provo di nuovo ad appostarmi per il capriolo di venerdì; mi sdraio pancia a terra in un prato in mezzo ad erbe un poco più alte e mi copro con uno di quei teli a rete che si usano come “ parate”; sporgono fuori la canna e l’obiettivo del cannocchiale
    Non c’è vento
    Esce una femmina con due piccoli ( non ne vedevo da anni di parti gemellari) che con calma si allontanano verso il basso
    Si vedono sempre i due animali sotto il paese; due ore fermo, appoggiato sui gomiti: una vera scocciatura
    Quando la luce solare si stempera in quella lunare, levo le tende con le pive nel sacco
    Di nuovo insieme ad E. la domenica; stessa ora solo che la proprietaria del bar è in ritardo
    Andiamo senza indugiare oltre: la scelta ricade sul costone che scende dal fondo del villaggio.
    Siamo in posizione a buio; do un’occhiata con il termico: nulla; poi a meno di cento metri c’è un capriolo nell’erba alta; non si capisce se maschio o femmina; mi preparo per il tiro, ma prima che ci sia luce sufficiente è girato dietro il costone e dentro il bosco
    Assistiamo allo spettacolo dell’alba da questa posizione dominante con il fiume in fondo; faccio un paio di foto con il telefonino
    Ci conosciamo molto bene; non abbiamo bisogno di parlare troppo e ci godiamo il momento
    Rilassati ci guardiamo intorno e riusciamo ad individuare due femmine di cervo, di cui una accompagnata da un piccolo.
    Torniamo su e raggiungiamo l imbocco di una carraia ripida e sassosa. Sapevo della sua esistenza ma non l’avevo mai percorsa
    Vista la luce alta, ci crediamo poco: tra la luna piena e l’abbondanza di erba, dovuta a questa estate piovosa, gli animali si ritirano presto.
    La stradina parte da circa metà villaggio e scende tagliando il costone sotto il paese e so che raggiunge la cascina solitaria dell’anziana signora; facendolo costeggia da sopra i due prati incolti dove il giorno prima erano i caprioli ed è inglobata nella boscaglia
    Scendiamo piano, io con il fucile imbracciato ed il cannocchiale al minimo degli ingrandimenti; nonostante le precauzioni non siamo silenziosissimi.
    Arriviamo in corrispondenza del prato superiore: nulla; proseguiamo ancora un po’ soprattutto a scopo esplorativo.
    Nonostante sia in camicia, ho caldo e rinuncio a travisarmi il viso
    Arriviamo in corrispondenza del secondo chiaro e vedo un capriolo nel prato; lo traguardo attraverso il binocolo e ha il palco; come lo vedo io, lui vede me; è fermo a testa alta ma con il corpo di profilo a circa 60 metri
    Mi accosto al bordo della carraia e trovo uno spazio libero tra le fronde dove fare passare la pallottola, carico insieme molla del percussore e stecher e lascio partire il colpo in alto appena dietro alla spalla
    Il capriolo si gira di scatto e parte verso il basso
    E. mi dice che è caduto e ci rivolgiamo i classici complimenti in tedesco
    Lasciamo passare qualche minuto e scendiamo nel prato; il capriolo era in cima ad un dossetto e non vediamo tracce di ferimento, proiettate chissà dove dalla palla Accubond da 7 mm e 140 grs spinta a 915 m/s
    E dietro al dosso…niente
    Scendiamo nell’erba selvatica alta una settantina di centimetri fino al bosco sottostante una diecina di metri
    Arriviamo al primo passaggio per entrarci e non rinveniamo sangue.
    E. entra lì a guardare poiché spesso gli animali feriti si lasciano andare quando ritengono di avere raggiunto la sicurezza
    Io proseguo fino all’ingresso successivo; qui sull’erba finalmente qualche goccia di sangue; guardò dentro alla boscaglia e non vedo niente
    Provo a chiamare E. ma non mi sente: io sono afono ma lui è piuttosto sordo perché non se da’ per inteso neanche quando fischio
    Mi sposto di poco per mettere un fiocco di carta igienica su di un ramo per segnalare il punto e poi andare a recuperare E.
    Spostandomi lo vedo sdraiato su un fianco, molto composto
    Sono le 7.30
    Facile il recupero ed, in due, dopo l’ eviscerazione, il trasporto fino alla carraia dove poi l’ho caricato sul fuoristrada
    Piccolo premio al solito bar con cappuccio e brioche; E. è poi andato a fare alcuni lavoretti nel giardino della casa in cui è nato ed io ho raggiunto il centro di controllo
    Il trofeo ed il muso bianco lo classificano come un animale anziano e con trofeo in regresso con grosse rose ( 17 cm di diametro) e stanghe perlate, piuttosto sottili e corte; uno dei due palchi presenta solo il vertice: l’ oculare e lo stocco sono rotti sicuramente a seguito dei combattimenti di luglio
    Pranzo, provvista di Parmigiano Reggiano e via verso casa
    Buon riposo ed in bocca al lupo a tutti

    "Il dubbio cresce con la conoscenza " W. Goethe

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    • Camoscio61
      Camoscio61 commenta
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      Ho preso spunto dalle tue relazioni, Matteo 😃

    • matteo1966
      matteo1966 commenta
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      :) (quando sono ispirato) scrivo i miei racconti anche per me stesso, per mantenere certi momenti. E poi aggiungo particolari meteo, ecc. per fissare le condizioni al contorno e farne tesoro

    • Massimiliano
      Massimiliano commenta
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      matteo1966 condividili con noi.. e' sempre un bel momento la lettura di racconti di caccia.

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