Parlo in particolare degli ungulati che richiedono parecchio spazio oltre che attrezzatura ad hoc per un lavoro ben fatto: se uno non dispone di cella frigo o altra attrezzatura professionale, come può fare ad avere un risultato non ottimo, ma almeno buono?
Io nel mio piccolo mi arrangio alla bell'è meglio e dopo l'abbattimento e la pulizia dell'animale (capriolo o camoscio, generalmente) mi trovo a fare così:
- lo appendo una notte in cantina (nella mia la temperatura è sui 13 gradi costanti in periodo settembre-ottobre);
- il giorno successivo lo scuoio e divido in grosse parti (spalle, cosce, tronco diviso in mezzene), arrotolandole singolarmente nella carta assorbente per poi disporle sui ripiani di un vecchio frigorifero in garage che accendo solo nel periodo di caccia e alla cui base creo un fondo con sacchi di plastica per raccogliere eventuali gocce di sangue. Regolo il termostato al minimo (sarà 0-3 gradi?) e lascio riposare per 3-4 giorni;
- tiro fuori i singoli pezzi uno alla volta, li porto in cucina e procedo con la macellazione vera e propria, dividendo in sacchetti sottovuoto pesati ed etichettati la carne, che poi metto a congelare. Fine.
La carne così ottenuta non mi sembra male ma devo dire che non ho grosse esperienze di selvaggina "mangiata", perciò non posso fare grandi paragoni... avete consigli per migliorare il tutto? Sicuramente il frigorifero non è adatto: è sicuramente più umido di un frigo stagionatore e inoltre noto che, sullo stesso pezzo, la carne verso il retro tende a congelare, cosa che non accade a quella vicino alla porta, segno che la refrigerazione non avviene in maniera uniforme su tutta la carne. Voi come vi siete attrezzati per la frollatura?
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