Il Nino

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  • Skeetshooter
    ⭐⭐
    • Jul 2019
    • 309
    • Conversano
    • Setter Eba

    #1

    Il Nino

    Ero giovane quando conobbi Nino.
    Mi ero appena congedato e stavo cercando lavoro; o meglio: il lavoro l’avevo trovato, ma ero in attesa che mi chiamassero, e la chiamata si faceva attendere.
    Così passavo il tempo cacciando, pescando e facendo passeggiate in montagna.
    Nino era più grande di me, aveva circa l’età di mio padre.
    Piccolo di statura, ma di corporatura robusta, era forte e pieno di energia.
    Abitualmente di poche parole, diventava loquace quando si parlava di caccia, di cani, di pesca; in generale di tutto ciò che riguardava la natura e gli animali.
    Scoprii più tardi che nel secondo dopoguerra era stato uno degli ultimi cacciatori di professione, oltre che addestratore con una passione smodata per i pointer e i setter.
    In quel periodo però si era appassionato alla caccia agli acquatici ed era titolare di un appostamento fisso molto particolare.
    In una grande cava abbandonata da anni, ormai un vero piccolo lago, aveva costruito una piattaforma galleggiante, sulla quale, completamente mascherato da canne di palude, aveva costruito un capanno dotato di feritoie. Queste feritoie non erano usate per sparare, ma per sorvegliare il chiaro antistante e il gioco dei richiami.
    Per sparare si usciva su una specie di balconcino sul quale potevano stare comodamente due cacciatori, ma anche tre.
    Da una specie di tettoia scendevano strisce di juta che servivano a nascondere le persone, senza impedire loro la visuale. Per sparare al volo bastava fare un mezzo passo avanti e si aveva campo libero. Per arrivare al capanno si usava una canoa, che non veniva però spinta da remi: per evitare ogni rumore in avvicinamento, Nino aveva predisposto un cavo sommerso: bastava afferrarlo per far muovere la barca e spostarsi senza alcun rumore, mantenendo sempre il capanno tra la barca e il gioco dei richiami, in modo da non allarmare gli uccelli eventualmente posati sull’acqua. Giunti all’isolotto galleggiante, la barca restava nascosta dalla mascheratura, ed era facile entrare nel capanno senza rumore. Naturalmente la barca serviva anche per recuperare gli uccelli uccisi e ribattere quelli feriti, in tal caso usando ovviamente una normale pagaia.
    Non solo: nella parte inferiore della struttura, Nino aveva approntato i rifugi per le anatre da richiamo, dotati di scivoli che permettevano agli animali di scendere in acqua o di risalire all’asciutto, dove trovavano anche abbondante mangime.
    La sera Nino predisponeva il gioco: i richiami vivi avevano i movimenti limitati da un’apposita imbragatura, tranne quelli che sapeva di poter lasciare completamente liberi avendoli abituati a non allontanarsi più di tanto dalla struttura; mentre gli stampi, diversi per numero e specie a seconda del periodo, venivano disposti secondo la sua esperienza.
    E di esperienza Nino ne aveva da vendere anche in materia di richiami a voce: non usava richiami di nessun tipo, usava solo la sua voce, e riusciva a ingannare benissimo quasi ogni specie di anatre.
    In particolare con le alzavole era imbattibile: quelle più ingenue, di passo, venivano alla voce come cagnolini ammaestrati.
    Sparare sparava bene, con il suo fido Browning col calcio all’inglese, ma era un gentiluomo e mi lasciava sempre l’onore del primo colpo. Solo odiava le mie cartucce: io usavo delle Legia Star nere, con piombo nichelato del sette e del cinque; mentre lui usava delle Baschieri con, se non erro, “solo” 34 grammi di piombo del sei.
    Capitavano soprattutto anatre tuffatrici: moriglioni soprattutto, ma non mancavano germani, fischioni, mestoloni, alzavole e marzaiole, secondo la stagione.
    Nino aveva poi una passione per gli svassi: quando qualche bell’esemplare si avvicinava al capanno, lui prendeva il binocolo e passava dei quarti d’ora a rimirarlo, commentando ammirato, sottovoce, l’eleganza e il piumaggio dell’animale.
    Spesso la sera mi telefonava a casa: “Vieni domani in tesa? Mi aspetto un bel movimento di passo.”, diceva; oppure si lamentava “Non gira niente, ma se non hai di meglio da fare vieni, almeno prendiamo freddo in compagnia”.
    Abitavamo in zone diverse della città, per cui ci davamo appuntamento in un certo bar, uno dei pochi aperto a quegli orari, non perché apriva presto, ma perché chiudeva tardi; e prendevamo un caffè prima di avviarci.
    Ricordo che all’epoca iniziavano a trasmettere le prime reti TV private e a quell’ora di notte giravano trasmissioni che oggi definiremmo “porno soft”, ma che all’epoca facevano scandalo.
    Una mattina nel bar il televisore acceso trasmetteva l’immagine di ragazze più o meno nude, in atteggiamenti pressoché osceni.
    Nino alzò gli occhi, guardò lo schermo, poi si rivolse a me con fare stupito e in dialetto disse:”Così spogliata non ho mai visto neanche mia moglie!”. Era un’anima candida e quelle cose lo scandalizzavano, oltre a sorprenderlo.
    Qualche tempo dopo per me arrivò la chiamata al lavoro e così diradai molto le uscite a caccia: non sempre me la sentivo di alzarmi alle tre di notte, così più volte declinai gli inviti di Nino.
    Lui ci restava male, ma capiva e non si offendeva: continuava ad invitarmi e quando andavo con lui eravamo contenti.
    Oggi ripenso spesso a Nino: io sono quasi vecchio e lui chissà….
    A quelli che pensano che la caccia sia solo predazione, uccisione, bramosia, vorrei dire che a caccia ho conosciuto persone come Nino: buone, intelligenti, semplici, innamorate della natura e della vita.
    Non significa nulla lo so….ma forse sì.
    “Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia.”
  • mirkino
    ⭐⭐⭐
    • Apr 2010
    • 1167
    • mantova
    • Setter inglese Cocker spaniel inglese

    #2
    Bel racconto [emoji106][emoji106][emoji106] .

    Hai avuto una fortuna immensa a conoscere NINO.

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    • lacopo giuseppe
      ⭐⭐⭐
      • Oct 2014
      • 5614
      • roma
      • setter

      #3
      Ognuno di noi chi è fortemente appassionato a una tipologia di caccia, chi con il cane , può essere sia da penna che segugio , abbiamo avuto il nostro maestro, certamente il Nino in questione è stato un professore. Complimenti x i suoi insegnamenti

      Cari saluti

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      • Skeetshooter
        ⭐⭐
        • Jul 2019
        • 309
        • Conversano
        • Setter Eba

        #4
        Grazie amici.
        Sì ci sino persone che ci restano nel cuore e non possiamo dimenticare.
        Bei ricordi.
        “Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia.”

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        • cero
          ⭐⭐⭐
          • Jan 2009
          • 3029
          • Romagna

          #5
          Complimenti per il ricordo, molto ben scritto tra l'altro.
          Mi ha messo un po' di amarezza però nel pensare che difficilmente noi più "giovani" protremmo essere "il Nino" di qualcuno.

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          • old hunter
            ⭐⭐⭐
            • Feb 2013
            • 2295
            • ROMA
            • barboncina da 15 anni.setter 16 mesi.

            #6
            Grazie

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            • Skeetshooter
              ⭐⭐
              • Jul 2019
              • 309
              • Conversano
              • Setter Eba

              #7
              Riprendo questo vecchio post confidando nella pazienza e comprensione di chi vorrà leggere queste righe.
              Ripenso spesso a Nino e solo ora che ho i capelli bianchi mi accorgo che mi ha insegnato molto, non solo sulla caccia, ma anche sulla vita.
              In particolare in questi giorni in cui le scuole sono ricominciate, è stato il "cucciolo" di casa che mi ha fatto pensare a Nino.
              Il bambino ha iniziato la quarta elementare e per lui io sono il supporto per lo studio e i compiti.
              Ancor più lo sono stato lo scorso anno, a causa della didattica a distanza.
              Aiutandolo nello studio mi sono accorto che spesso il bambino non impara bene la lezione, ma che il mattino dopo la sa ripetere perfettamente, come se durante la notte gli si fosse fissata nella mente, durante il sonno.
              E quando ciò accade io risento nella mente la voce del Nino, che mi ripete nel suo dialetto milanese: "Ai can e ai fiulitt te ghe insegnet del dì, ma imparen de not." (Ai cani e ai bambini spieghi le cose di giorno, ma le imparano di notte).
              All'epoca mi stava aiutando ad addestrare Eba, la mia setterina, e io interpretavo la frase come un'iperbole volta ad esortarmi alla pazienza e a non pretendere dalla cucciolona una risposta immediata all'addestramento.
              Lui, che era un bravissimo addestratore, non volle essere lui ad addestrarla, ma volle che lo facessi io, con l'aiuto dei suoi consigli e della sua esperienza.
              Consigli ne dava pochi, ma giusti.
              Quanto giusta fosse quella frase lo verifico oggi, in un contesto completamente diverso.
              Scusatemi, forse questo non ha molto a che fare con la caccia; ma se davvero la caccia è una scelta di vita, allora anche i compagni e i maestri di caccia sono parte della nostra vita.
              Forse qualcuno mi potrà capire.
              Agli altri chiedo scusa.
              “Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia.”

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              • Livia1968
                Moderatore Domande sul sito - Chiacchierando - aka Motore di ricerca
                • Apr 2019
                • 6172
                • Guidonia Montecelio (Roma)
                • Rocca e Brio del Buonvento -Bracco Italiano Davidensi's Tabacco-Spinone Italiano, Bia-Kurzhaar

                #8
                Originariamente inviato da Skeetshooter
                Riprendo questo vecchio post confidando nella pazienza e comprensione di chi vorrà leggere queste righe.

                Ripenso spesso a Nino e solo ora che ho i capelli bianchi mi accorgo che mi ha insegnato molto, non solo sulla caccia, ma anche sulla vita.

                In particolare in questi giorni in cui le scuole sono ricominciate, è stato il "cucciolo" di casa che mi ha fatto pensare a Nino.

                Il bambino ha iniziato la quarta elementare e per lui io sono il supporto per lo studio e i compiti.

                Ancor più lo sono stato lo scorso anno, a causa della didattica a distanza.

                Aiutandolo nello studio mi sono accorto che spesso il bambino non impara bene la lezione, ma che il mattino dopo la sa ripetere perfettamente, come se durante la notte gli si fosse fissata nella mente, durante il sonno.

                E quando ciò accade io risento nella mente la voce del Nino, che mi ripete nel suo dialetto milanese: "Ai can e ai fiulitt te ghe insegnet del dì, ma imparen de not." (Ai cani e ai bambini spieghi le cose di giorno, ma le imparano di notte).

                All'epoca mi stava aiutando ad addestrare Eba, la mia setterina, e io interpretavo la frase come un'iperbole volta ad esortarmi alla pazienza e a non pretendere dalla cucciolona una risposta immediata all'addestramento.

                Lui, che era un bravissimo addestratore, non volle essere lui ad addestrarla, ma volle che lo facessi io, con l'aiuto dei suoi consigli e della sua esperienza.

                Consigli ne dava pochi, ma giusti.

                Quanto giusta fosse quella frase lo verifico oggi, in un contesto completamente diverso.

                Scusatemi, forse questo non ha molto a che fare con la caccia; ma se davvero la caccia è una scelta di vita, allora anche i compagni e i maestri di caccia sono parte della nostra vita.

                Forse qualcuno mi potrà capire.

                Agli altri chiedo scusa.
                Prima di essere cacciatori siamo esseri umani. I buoni insegnamenti sono validi nella vita, nella scelta di cosa ci fa stare bene, delle persone con cui abbiamo affiatamento, nel saper distinguere il bene dal male, e nella corretta relazione con gli altri. Nella vita, come nella caccia ci sono persone che hanno avuto buoni maestri e chi no. E se queste persone hanno potuto lasciare un impronta in noi è merito non solo loro, ma anche nostro che abbiamo saputo ascoltare, comprendere, e imparare. Di notte, quando loro non ci sono più [emoji16]
                Sinceramente credo che questo sia il più bel tributo tu possa fare al tuo Nino. Lasciare qualcosa di bello ad una persona a cui si è voluto bene, ritengo sia il desiderio più grande. Almeno per me.
                Inviato dal mio HMA-L29 utilizzando Tapatalk
                Ultima modifica Livia1968; 30-09-21, 10:09.
                "Ululò a lungo, ma poi mi fu addosso come un uragano, e io mi trovai, per così dire, avvolto in un turbine di furiosa gioia canina.” Konrad Lorenz

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                • lacopo giuseppe
                  ⭐⭐⭐
                  • Oct 2014
                  • 5614
                  • roma
                  • setter

                  #9
                  Originariamente inviato da Skeetshooter
                  Riprendo questo vecchio post confidando nella pazienza e comprensione di chi vorrà leggere queste righe.
                  Ripenso spesso a Nino e solo ora che ho i capelli bianchi mi accorgo che mi ha insegnato molto, non solo sulla caccia, ma anche sulla vita.
                  In particolare in questi giorni in cui le scuole sono ricominciate, è stato il "cucciolo" di casa che mi ha fatto pensare a Nino.
                  Il bambino ha iniziato la quarta elementare e per lui io sono il supporto per lo studio e i compiti.
                  Ancor più lo sono stato lo scorso anno, a causa della didattica a distanza.
                  Aiutandolo nello studio mi sono accorto che spesso il bambino non impara bene la lezione, ma che il mattino dopo la sa ripetere perfettamente, come se durante la notte gli si fosse fissata nella mente, durante il sonno.
                  E quando ciò accade io risento nella mente la voce del Nino, che mi ripete nel suo dialetto milanese: "Ai can e ai fiulitt te ghe insegnet del dì, ma imparen de not." (Ai cani e ai bambini spieghi le cose di giorno, ma le imparano di notte).
                  All'epoca mi stava aiutando ad addestrare Eba, la mia setterina, e io interpretavo la frase come un'iperbole volta ad esortarmi alla pazienza e a non pretendere dalla cucciolona una risposta immediata all'addestramento.
                  Lui, che era un bravissimo addestratore, non volle essere lui ad addestrarla, ma volle che lo facessi io, con l'aiuto dei suoi consigli e della sua esperienza.
                  Consigli ne dava pochi, ma giusti.
                  Quanto giusta fosse quella frase lo verifico oggi, in un contesto completamente diverso.
                  Scusatemi, forse questo non ha molto a che fare con la caccia; ma se davvero la caccia è una scelta di vita, allora anche i compagni e i maestri di caccia sono parte della nostra vita.
                  Forse qualcuno mi potrà capire.
                  Agli altri chiedo scusa.
                  Quanto sarebbe più bello il mondo se tante persone avrebbero avuto un insegnante come Nino , io li ho sempre considerati i veri professori della vita . [:-golf]

                  Cari saluti

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                  • Seagate
                    ⭐⭐⭐
                    • Feb 2018
                    • 1309
                    • La Spezia

                    #10
                    Sei stato fortunato... bravo che hai saputo farne tesoro...

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                    • Ciccio58
                      ⭐⭐⭐
                      • Aug 2008
                      • 3026
                      • palermo
                      • Korthals/orma

                      #11
                      Mi ritrovo nelle tue emozioni, per me ci sono stati Vincenzo e Michele, chissà magari un giorno scriverò qualcosa di loro .
                      Ma spero ardentemente che il tuo cucciolo di casa tu lo porti a sentire l’odore dell’erba degli alberi e possa riempirsi gli occhi di albe bellissime , anche se mugugna perché ha sonno o freddo

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                      • Loris
                        ⭐⭐⭐
                        • Nov 2008
                        • 1887
                        • Verona
                        • coker spaniel inglese

                        #12
                        Bellissimo il tuo racconto che mi riporta a quando ad otto anni accompagnavo lo zio nelle marciti a beccacini..mattinate di nebbia prati con ampie chiazze di acqua ed il beccone che partiva come un missile, due stoccate e via. Solo lo sgnep del volatile il fruscio di qualche volo di germani ed il trombettare delle pavoncelle..che tempi meravigliosi..la caccia nel perfetto silenzio, l'aria della palude, il profumo del tabacco da pipa di mio zio..dopo un paio di abbatimenti si accendeva la pipa e mirava il cielo quasi a ringraziarlo per tanta beatitudine...momenti meravigliosi che ancor oggi a volte rivivo nel sonno.

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                        • Oizirbaf
                          Moderatore Buona Forchetta
                          • Nov 2014
                          • 2099
                          • Milano

                          #13
                          Sai, Skeetshooter, cosa mi fa più male quando sono costretto a ripensare al tempo venatorio passato? Ora che sono invecchiato anch'io mi ritrovo sempre a considerare che quasi tutti i cacciatori cui mi accompagnavo, e tutti ben più anziani di me, quasi "all'improvviso" non ci sono più... Mi ero occupato professionalmente di quasi tutti loro e si era instaurato un rapporto un po' particolare.
                          Si dice che quando si invecchia ci si addolcisce un po' nel carattere...
                          Anch'io ho un nipote che frequenta la 3^ elementare e ricopro spesso i tuoi stessi ruoli... e mi concedo "indulgentemente" qualche inevitabile nostalgia.
                          [:-golf]
                          "...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
                          e fermalvi entro; ché non fa scienza,
                          sanza lo ritenere, avere inteso..."

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