Uno dei tanti suoi ricordi che mi rese orgoglioso:
Sorvegliato speciale!
Era la norma per il giovane essere messo dai vecchi sotto osservazione.
Quella mattina d’inverno, non ricordo chi, ferì un cervo e si decise di cercarlo organizzando una micro battuta circoscrivendo la zona dove presumibilmente si trovava.
Inutile dire che gli anziani sapevano sempre dove andare a cercare, pur senza cane, difficilissimamente il ferito non veniva recuperato.
Alcuni camminando ed altri piazzati per osservare gli eventuali movimenti.
Renato mi posizionò sulla riva del torrente e mi disse di non muovermi dal posto, comunicare eventuali novità a riguardo dell’intervento in corso e assolutamente non badare ad altri animali “a tiro” in quanto la priorità era solamente il recupero del ferito, ben conoscendo le “fregole” giovanili.
Così fu, mi piazzai con la mia ex CZ550 in 30-06 ed attesi eventuali movimenti.
I cinghiali all’epoca erano pochi e ancor di meno le occasioni di tiro.
Manco a farlo apposta dopo una decina di minuti di attesa mi sbuca alla destra un bel verro, sulla ottantina di chili, che cammina sul greto.
Gli ordini erano precisi ma mi fu impossibile non incanalarlo nell’ottica, ad una trentina di metri, con un passo tranquillo, mai avrei potuto sbagliarlo, ma disobbedire alla consegna era una condanna senza appello, una vera mancanza di rispetto personale per non aver ubbidito alle disposizioni.
Lo lasciai tristemente sfilare e lo vidi scomparire sulla riva opposta.
Via radio dissero a breve che il cervo era stato recuperato e subito dopo la comunicazione, poco dietro di me, alla sinistra, sbuca con mio stupore, a mia insaputa, Renato che mi guarda con un sorriso compiaciuto e mi dice: “Bello quel cinghiale vero? Mi sono messo apposta qui vicino, di supporto e per controllarti. Quando ti è passato davanti ed hai alzato la carabina ho temuto il peggio ed invece hai dimostrato di stare a quello che ti avevo detto, bravo.”
Il sentirsi dire bravo, all’epoca, valeva più di 10 coronati.
Son passati 30 anni ed oggi ho la sua età dell’epoca e voglio ricordarlo con il suo faccione rassicurante, compiaciuto di me.
Un po’ di ricordi, con qualche lacrima che scende, pensandolo in battuta con la sua ZKK in 243 corredata da una vecchia Meopta 4x32 e le sue 5 cartucce Norma SP da 100 grs che poco scampo lasciavano alla preda che cercava, alle sue strigliate quando sbagliavamo battuta o facevamo tiri a lui non consoni per poi perdonarci sempre e comunque, come suoi figli che mai ebbe.
Essendo lui vedovo e senza parenti, domani saremo noi ex giovani ad accompagnarlo nella sua ultima battuta, sicuri che lo apprezzerà, nonostante la sua riservatezza, e sulla bara, più che fiori, un palco di cervo.
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