AMARCORD... (Gita al Parco del Gran Paradiso)

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    • Arzignano, Vicenza

    #1

    AMARCORD... (Gita al Parco del Gran Paradiso)

    Gita al Parco del Gran Paradiso nell' Estate del 1982

    Andai a godere delle bellezze del Parco del Gran Paradiso piu' di 30 anni fa' .

    Io , allora diciassettenne , mio padre Giorgio ed il socio di mio padre , grande amico di famiglia , Bruno .

    Questo viaggio fu' voluto molto dal mio caro papa' , che era uno studioso , anzi direi un religioso della Natura , non fu' mai cacciatore , tutt' altro , ma non fece mai nulla per contrastare la mia passione , di certo venutami geneticamente da parte dei grandi cacciatori della famiglia di mia madre .

    Viaggiavamo con un camioncino Volkswagen 1.6 a benzina con l' impianto a metano .
    Avevamo previsto anche di dormire , in caso di necessità , nel cassone del mezzo , a cielo aperto , io e Bruno , i piu' robusti , mentre mio padre nella piu' riparata cabina .
    Ovviamente con sacchi da pelo , materassini e coperte .

    Non vedemmo manco un Capriolo , ne' uno Stambecco , ne' un Camoscio , ma molte Cesene , Tordi , Merli dal Collare e Merli Acquaioli , che li' nidificavano .

    Dico la verita' che vedendoli cosi' confidenti con l' uomo , pensai subito alle taglioline che avevo a quel tempo a casa ed a come sarebbe stato facile prenderli vivi con una grossa Tarma viva come esca , piu' che uccidere le mie prede ho sempre pensato a come sia piu' intrigante riuscire a prenderle vive , per poi magari liberarle in una enorme voliera dove potessero anche riprodursi in semiliberta' ...

    Un signore , molto distinto e probabilmente ricco , ci venne incontro , probabilmente incuriosito da questo strano trio in camion , dopo un po' che parlammo spiego' quella sua pelle scura e rattrappita che subito avevamo notato , un brutto male lo stava divorando e , anche quell' Estate , lui la voleva passare in quelle stupende montagne come faceva da molto tempo .

    Ci confido' che alcuni bracconieri puntualmente ogni notte , o quasi , venivano in quelle montagne a prendere Camosci e Stambecchi e che poi le prede venivano vendute nei vari ristoranti ed alberghi attorno . Difatti nei vari menu' la cacciagione e' sempre ben presente e , se si dovesse calcolare le prede abbattibili legalmente , con quelle che poi vengono consumate in realta' , i conti non tornerebbero ...

    Il pomeriggio passo' in fretta e a sera fatta andammo a mangiare in una specie di rifugio-albergo che era in mezzo al parco , manco a dirlo mangiammo Camoscio , squisito ed abbondante e polenta , questa quasi immangiabile , o meglio molto diversa dalla nostra crema di Mais , ma piu' simile per consistenza ad un pastone per animali , probabilmente con farina macinata grossa e si presentava tutta a grumi .

    Mangiammo comunque allegramente e bevemmo pure del buon vino rosso . Il costo del ristorante era a buon mercato , mentre le poche camere erano molto costose , non ricordo se per il prezzo esoso , o perche' erano gia' tutte occupate , ma fatti pochi chilometri dal rifugio , ci arrampicammo per una stradina di ghiaia e sopra ad un piccolo pianoro e li' ci accampammo per la notte .

    Oltre alla bella avventura eravamo certi che all' alba potevamo vedere finalmente Camosci e Stambecchi .
    Venne molto freddo , ma per la mia giovane eta' , la mia costituzione e anche per quello che si era mangiato , mi addormentai presto .

    Forse era l' una , o l' una e mezza , quando Bruno inizio' a scuotermi dicendo : I ze vegnui a torne . Sono venuti a prenderci .

    Con fatica mi svegliai , un po' imprecando perche' convinto che fosse uno dei tantissimi scherzi che Bruno faceva e invece una macchina con i fari alti ci veniva incontro . La macchina si fermo' a 60-70 metri da noi e una grossa torcia elettrica ci abbaglio' , Alza le mani , disse Bruno e noi , ancora sdraiati sotto a coperte e sacchi a pelo , alzammo prontamente tutte e 4 le braccia al cielo .

    Passo' qualche minuto e 3 , o 4 persone , con grande velocita' si arrampicarono nella montagna che avevamo alla nostra sinistra , avevano delle torcie normali , ma ogni tanto una , potente come un' abbagliante di una vettura , veniva accesa per qualche secondo per illuminare la strada e , credo , per accecare qualche preda .

    Una persona rimase all' auto e controllava, illuminandoci , che fossimo ancora li' e che non fossimo andati a chiamare qualcuno .

    Molte volte battemmo nel vetro che dal cassone dava nella cabina per svegliare mio padre , ma non ci riuscimmo e , verso le 4 e mezza , tornati gli altri , la macchina ando' via .

    Dopo poco venne giorno , non vedemmo ancora una volta nessun Camoscio , ne' alcun Stambecco e partimmo per il ritorno ...

    Quei bracconieri , aiutati dal potente faro che abbagliava le loro prede , di padelle temo ne facevano poche ....
    Roberto

    Con affetto e simpatia [:-golf]

    un saluto

    l' inglese
  • Er Mericano
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    • Feb 2022
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    • Labrador

    #2
    Ecco perche' qualsiasi uso commerciale della selvaggina dovrebbe essere severamente vietato. Se la vuoi mangiare, devi andarla ad abbattere da te.
    Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!

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