Peste suina
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1) non hanno ancora chiuso il cerchio, ci sono 183 casi accertati, chi ti assicura che qualche capo infetto non abbia già superato il perimetro di progetto, infestando la zona fuori dal perimetro ?
2) voglio vedere come fanno in presenza di strade, mettono cancelli automatici?
3) voglio vedere come fanno quando si attraversano corsi d'acqua: i cinghiali nuotano.
4) Non so se hai esperienza di recinti per cinghiali: quelli fatti bene hanno almeno 50 cm di rete elettrosaldata interrata, poi parte la recinzione aerea. Bene, pur con queste caratteristiche, che di certo non avranno quelle che stanno installando per la peste suina visti i costi preventivati, occorre comunque una sorveglianza almeno quotidiana lungo tutto il perimetro perchè i cinghiali comunque scavano e sono bravissimi a trovare i punti deboli (frane di terra, smottamenti etc) e passano di fuori.
Con queste premesse, che sono reali, fare recinzioni sono solo uno spreco di denaro.Ultima modifica Alessandro il cacciatore; 05-10-22, 12:11.Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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Accidenti, qui é pieno di massimalisti.
Nessun sistema sarà mai efficace al 100%. Anche con la rete interrata, il fossato con i coccodrilli e il campo minato non avrai mai la garanzia che un capo infetto riesca a superare gli sbarramenti.
Qualcuno riusciva a passare pure la frontiera minata, recintata, sorvegliata con cani e mitragliatrici automatiche della DDR.Hatz und Gejaid ist edel FreudCommenta
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Chi non può coi fatti, con la lingua s'arrabatti, caro difensor dei propri copia e incolla.Accidenti, qui é pieno di massimalisti.
Nessun sistema sarà mai efficace al 100%. Anche con la rete interrata, il fossato con i coccodrilli e il campo minato non avrai mai la garanzia che un capo infetto riesca a superare gli sbarramenti.
Qualcuno riusciva a passare pure la frontiera minata, recintata, sorvegliata con cani e mitragliatrici automatiche della DDR.Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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no Alessandro, zero esperienze in ungulati, da questo la curiosità...
4) Non so se hai esperienza di recinti per cinghiali: quelli fatti bene hanno almeno 50 cm di rete elettrosaldata interrata, poi parte la recinzione aerea. Bene, pur con queste caratteristiche, che di certo non avranno quelle che stanno installando per la peste suina visti i costi preventivati, occorre comunque una sorveglianza almeno quotidiana lungo tutto il perimetro perchè i cinghiali comunque scavano e sono bravissimi a trovare i punti deboli (frane di terra, smottamenti etc) e passano di fuori.
Con queste premesse, che sono reali, fare recinzioni sono solo uno spreco di denaro.
_Waterfowler_Commenta
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Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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Posso raccontare un piccolo evento capitato ad un agricoltore e verificato di persona. Riguarda un gruppo di maiali domestici chiusi e debitamente recintati. Una notte con molto vento una pianta di fianco alla recinzione è caduta ed ha distrutto la recinzione, i maiali tra cui due femmine fuggirono. Recuperarono tutti i maiali tranne 2 femmine ed un maschio. Nei successivi tre anni furono abbattuti maiali incrociati con cinghiali. Fermare i cinghiali con la recinzione è difficile, si possono limitare. Limitando soltanto il problema è che la diffusione della peste non può essere risolutiva la recinzione, deve esserci una sinergia di interventi. Certo che l'immobilismo per certe emergenze non è tollerato. Eradicare una specie neanche è possibile. Io non saprei come uscirne.Se dici la verità non dovrai mai inventarti nullaCommenta
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FACCIO UN BEL COPIA E INCOLLA DAL MINSTERO DELLA SALUTE, per chi non avesse ancora le idee chiare su questa malattia
Peste suina africana
Malattia
Che cos’è
La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali, ma che non è trasmissibile agli esseri umani.
È una malattia con un vasto potenziale di diffusione e pertanto una eventuale epidemia di PSA sul territorio nazionale comporta pesanti ripercussioni sul patrimonio zootecnico suino, con danni ingenti sia per la salute animale (abbattimento obbligatorio degli animali malati e sospetti tali), che per il comparto produttivo suinicolo, nonché sul commercio comunitario ed internazionale di animali vivi e dei loro prodotti (dai Paesi infetti è vietato commercializzare suini vivi e prodotti suinicoli).
L’Organizzazione mondiale per la sanità animale ed il Nuovo Regolamento di sanità animale della Commissione Europea annoverano la PSA nella lista delle malattie denunciabili: qualunque caso, anche sospetto, deve essere denunciato all’autorità competente, come previsto già dal l Regolamento di polizia veterinaria – DPR n. 320 del 8.2.1954 art.1.
Diagnosi
La PSA è causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti. Questa caratteristica rappresenta l’ostacolo più importante alla preparazione di un vaccino, che attualmente non è disponibile in commercio.
I sintomi principali negli animali colpiti sono:
febbre
perdita di appetito
debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta
difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale
costipazione
aborti spontanei
emorragie interne
emorragie evidenti su orecchie e fianchi.
La presenza del virus nel sangue (viremia) dura dai 4 ai 5 giorni; il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente al decesso dell’animale, spesso in tempi rapidissimi.
Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione. Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all'interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.
La diagnosi di malattia è effettuata tramite vari esami di laboratorio: immunofluorescenza, PCR, ELISA e Immunoperossidasi.
Prevenzione
La malattia si diffonde direttamente per contatto tra animali infetti oppure attraverso la puntura di vettori (zecche). La trasmissione indiretta si verifica attraverso attrezzature e indumenti contaminati, che possono veicolare il virus, oppure con la somministrazione ai maiali di scarti di cucina contaminati, pratica vietata dai regolamenti europei dal 1980, o smaltendo rifiuti alimentari, specie se contenenti carni suine, in modo non corretto.
Nei Paesi indenni la prevenzione dell’infezione si effettua attraverso la sorveglianza passiva negli allevamenti domestici e sulle carcasse di cinghiale rinvenute nell’ambiente o in seguito ad incidenti stradali, il rigoroso rispetto delle misure di biosicurezza negli allevamenti suini, il severo controllo dei prodotti importati e la costante sorveglianza sullo smaltimento dei rifiuti alimentari, di ristoranti, navi e aerei.
Nei Paesi infetti il controllo si effettua attraverso l’abbattimento e la distruzione dei suini positivi e di tutti gli altri suini presenti all’interno dell’allevamento infetto. Fondamentali sono non solo l’individuazione precoce dell’ingresso della malattia, ma anche la delimitazione tempestiva delle zone infette, il rintraccio e il controllo delle movimentazioni di suini vivi e dei prodotti derivati, le operazioni di pulizia e disinfezione dei locali e dei mezzi di trasporto degli allevamenti infetti, l’effettuazione delle indagini epidemiologiche volte ad individuare l’origine dell’infezione.
Terapia e profilassi
Al momento non esiste un vaccino per la Peste suina africana. Come previsto dal vigente Piano nazionale di sorveglianza e dalle norme di settore, quando si riscontrano uno o più sintomi tali da far sospettare la presenza di PSA in un allevamento di suini, occorre immediatamente darne comunicazione ai servizi veterinari competenti per territorio. Analogamente, quando si rinviene una carcassa di cinghiale nell’ambiente, o a seguito di incidente stradale che abbia coinvolto un cinghiale, è necessario segnalare l’evento ai Servizi Veterinari, alle forze dell’ordine o enti parco, guardie forestali, oppure contattare i numeri verdi regionali.
Data di ultimo aggiornamento: 1 aprile 2022
malattia altamente virale che su una popolazione di parecchie migliaia di cinghiali ha fatto 183 morti.Commenta
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E' errato sostenere che abbia fatto 183 morti. 183 sono solo le carcasse di cinghiale trovate.
E se fosse limitato ai cinghiali, non sarebbe un problema.
Il problema é quando arriva in un allevamento di maiali, li la morte é il 90%-100% degli esemplari.Hatz und Gejaid ist edel FreudCommenta
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su questo non ci piove... ma secondo te che sei studiato, a differenza di molti di noi, per quale motivo non trovano branchi di animali morti? sono molto gregari, quindi il virus altamente virale dovrebbe fare montonate di carcasse.Commenta
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''I sintomi principali negli animali colpiti sono:
febbre
perdita di appetito
debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta
difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale
costipazione
aborti spontanei
emorragie interne
emorragie evidenti su orecchie e fianchi.
La presenza del virus nel sangue (viremia) dura dai 4 ai 5 giorni; il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente al decesso dell’animale, spesso in tempi rapidissimi.
Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione. Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all'interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.''
vivere in branco non é come vivere all'interno di un allevamento. I tempi di incubazionee sono diversi, evidentemente il primo cinghiale infetto inizierà a perdere il contatto con il branco e magari cadrà rapidamente vittima dei lupi.
Quelli che muoino nel folto, che probabilmente saranno la maggior parte, come fai a trovarli?Hatz und Gejaid ist edel FreudCommenta
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tu lo sai che le squadre di caccia in Atc PV 5 sono state obbligate, nei primi mesi dal rinvenimento del primo caso, ad effettuare rastrellamenti a tappeto che hanno portato alla luce ben ZERO animali positivi alla PSA?''I sintomi principali negli animali colpiti sono:
febbre
perdita di appetito
debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta
difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale
costipazione
aborti spontanei
emorragie interne
emorragie evidenti su orecchie e fianchi.
La presenza del virus nel sangue (viremia) dura dai 4 ai 5 giorni; il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente al decesso dell’animale, spesso in tempi rapidissimi.
Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione. Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all'interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi.''
vivere in branco non é come vivere all'interno di un allevamento. I tempi di incubazionee sono diversi, evidentemente il primo cinghiale infetto inizierà a perdere il contatto con il branco e magari cadrà rapidamente vittima dei lupi.
Quelli che muoino nel folto, che probabilmente saranno la maggior parte, come fai a trovarli?
circa 980 animali abbattuti nella stagiona scorsa, a cui vanno aggiunti quelli abbattuti in selezione negli ultimi 2 anni in pianura(sono capo distretto in lomellina) che sono circa 200, oltre a quelli abbattuti dalla vigilanza hanno riscontrato ZERO animali positivi
non dico che sia da sottovalutare, ma nemmeno da affrontare con super*****le prematurate.
se un maiale allevato a Garlasco viene abbattuto per fare salami, perchè non può essere consumato a Pavia? potrebbe essere portatore sano... e le analisi cose le facciamo a fare? per spendere soldi a vanvera come per le recinzioni?
come al solito stiamo gestendo un emergenza alla "Oronzo Cana'" famoso mister della Longobarda che utilizzava il modulo 5-5-5Commenta
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Pagina 25tu lo sai che le squadre di caccia in Atc PV 5 sono state obbligate, nei primi mesi dal rinvenimento del primo caso, ad effettuare rastrellamenti a tappeto che hanno portato alla luce ben ZERO animali positivi alla PSA?
circa 980 animali abbattuti nella stagiona scorsa, a cui vanno aggiunti quelli abbattuti in selezione negli ultimi 2 anni in pianura(sono capo distretto in lomellina) che sono circa 200, oltre a quelli abbattuti dalla vigilanza hanno riscontrato ZERO animali positivi
non dico che sia da sottovalutare, ma nemmeno da affrontare con super*****le prematurate.
se un maiale allevato a Garlasco viene abbattuto per fare salami, perchè non può essere consumato a Pavia? potrebbe essere portatore sano... e le analisi cose le facciamo a fare? per spendere soldi a vanvera come per le recinzioni?
come al solito stiamo gestendo un emergenza alla "Oronzo Cana'" famoso mister della Longobarda che utilizzava il modulo 5-5-5
Se poi vuoi divertirti a consultare le procedure concordate a livello EU da anni e condivise (fanno parte della sicurezza alimentare per garantire la libera circolazione delle merci) vai sul sito dell'efsa.
Se non ricordo male avevo postato degli estratti nelle pagine precedenti.Hatz und Gejaid ist edel FreudCommenta
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Forse non mi sono spiegato… o forse…
Per cacciare in braccata abbiamo dovuto fare tutti un corso di aggiornamento su come gestire le spoglia durante questa emergenza, non mi pare di aver sottovalutato questo virus, che ad oggi non ha cura, critico solo la gestione che sembra fatta per favorire pochi a discapito di tanti… perché se abbatto un animale al Brallo la sua carne DEVE essere consumata nel comune dopo aver fatto le indagini sanitarie, ma se porto l’animale al Cls può essere venduto a stabilimenti di trasformazione fuori provincia? La peste c’è solo per i cacciatori?Commenta
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''la gestione'':le procedure non sono state fatte in loco con qualche intento per favorire i locali, sono procedure a livello nazionale decise anni fa e che discendono da procedure decise a livello europeo.Forse non mi sono spiegato… o forse…
Per cacciare in braccata abbiamo dovuto fare tutti un corso di aggiornamento su come gestire le spoglia durante questa emergenza, non mi pare di aver sottovalutato questo virus, che ad oggi non ha cura, critico solo la gestione che sembra fatta per favorire pochi a discapito di tanti… perché se abbatto un animale al Brallo la sua carne DEVE essere consumata nel comune dopo aver fatto le indagini sanitarie, ma se porto l’animale al Cls può essere venduto a stabilimenti di trasformazione fuori provincia? La peste c’è solo per i cacciatori?
Possono sembrare eccessive ma servono anche per coprire eventuali errori (scambio di provette, analisi fatte male) o per favorire controlli sulle spoglie portate fuori dalla zona che potrebbero non essere state analizzate.
Semmai dovrebbero essere previste ''compensazioni'' ai non residenti (rimborsi su quota ATC o altro tipo di compensazione sugli animali conferiti ai centri di trasdormazione).
I centri di trasformazione garantiscono un controllo e una gestione corretta rispetto al signolo cacciatore.Hatz und Gejaid ist edel FreudCommenta
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