Credo, da modesto conoscitore della razza e della lingua italiana che gli standard di morfologia e di lavoro siano di comprensibile lettura.
Chi intraprende il percorso dell’allevamento in modo “ serio” e non “mercenario” , con “competenza” e “conoscenza” della razza , non mirato solo a consentire l’incontro di un maschio con una femmina “in calore” ( titolati o no ...i campioni non generano campioni) e viceversa, ma con lo scopo di fissare determinate caratteristiche e determinate attitudini proprie della razza, primariamente ricerca dei riproduttori rispondenti al “tipo” per quanto attiene la morfologia e provvisti delle necessarie attitudini per quanto attiene il lavoro.
Ritengo. sempre a mio modesto parere e per quanto mi riguarda, che in allevamento bisogna essere esigenti e non permissivi, mai sentirsi arrivati, dotarsi ( per la riproduzione ) di soggetti che abbiano evidenti i caratteri sia di mascolinità che di femminilita’ , testa e movimento rispondenti al tipo e che esprimano la razza .
Nella costruzione accettabili i difetti d’allevamento e non quelli ereditari, carattere equilibrato e franco.
Attitudine alla cerca e alla ferma, avidita’ , adattabilita’ e intelligenza venatoria.
Avere chiaro il programma di allevamento, lo stampo, le prerogative da fissare, essere attenti e solleciti nel cogliere e fissare il manifestarsi di caratteri evolutivi ritenuti positivi .
Riesaminare, senza indugi, il proprio programma d’allevamento quando i prodotti ottenuti sono in involuzione rispetto ai genitori.
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