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  • Lucio Marzano
    Lo zio
    • Mar 2005
    • 30090
    • chiasso svizzera
    • bracco italiano

    #16
    purtroppo per la razza il bracco diventa sempre di piu' un cane da "famiglia" ecco che per i cacciatori diventa ancora piu' necessaria la verifica delle qualità venatiche dei genitori dei cuccioli
    lucio

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    • leuciscus
      ⭐⭐
      • Aug 2013
      • 779
      • Orte

      #17
      Poco tempo fa incontro un parente al centro commerciale e mi fa: "sai, ho preso un bracco italiano". Io gli dico: "ma che ci fai con un bracco italiano tu che non vai a caccia"? Lui mi risponde, come se niente fosse: "ma ormai è più un cane da compagnia che da caccia. E' così simpatico con quel suo musone e gli occhi dolci"! E non è il primo che conosco che ha un bracco per cane da compagnia.
      Da tenere anche presente che i cani che sono negli allevamenti, tranne pochi casi, non sanno neanche cosa sia un fucile.

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      • Lucio Marzano
        Lo zio
        • Mar 2005
        • 30090
        • chiasso svizzera
        • bracco italiano

        #18
        Da tenere anche presente che i cani che sono negli allevamenti, tranne pochi casi, non sanno neanche cosa sia un fucile.
        non esageriamo e soprattutto non generalizziamo é vero che ci sono allevatori che non testano i loro cani a caccia , ma ce ne sono anche parecchi altri che li utilizano e lifanno anche gareggiare, spetterà a chi compera valutare e verificare se i genitori sono cacciatori o meno.


        ma ormai è più un cane da compagnia che da caccia.
        purtroppo il bracco ha un aspetto molto accattivante ed anche un carattere che lo porta a diventare un compagnone, ma se conosce la caccia il suo interesse primario sarà solo quello di andare a cercare selvaggina, certo il pericolo che traligni é incombente e lo é sempre di piu', per questo noi braccofili/cacciatori dobbiamo essere vigilanti ed attenti.
        lucio

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        • leuciscus
          ⭐⭐
          • Aug 2013
          • 779
          • Orte

          #19
          Gli unici allevatori che utilizzano i cani a caccia sono quelli che non li hanno in allevamento, ma li tengono "in adozione" presso amici cacciatori che li utilizzano davvero. Inutile illuderci. Come si fa a portare "costantemente a caccia" dieci cani (per non dire venti o trenta...). Per quanto riguarda le "gare"...stendiamo un velo pietoso. Vorrei proprio vedere quanto resisterebbero a caccia in territorio libero per una giornata intera tanti "campioni"...

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          • Lucio Marzano
            Lo zio
            • Mar 2005
            • 30090
            • chiasso svizzera
            • bracco italiano

            #20
            Originariamente inviato da leuciscus
            Gli unici allevatori che utilizzano i cani a caccia sono quelli che non li hanno in allevamento, ma li tengono "in adozione" presso amici cacciatori che li utilizzano davvero. Inutile illuderci. Come si fa a portare "costantemente a caccia" dieci cani (per non dire venti o trenta...). Per quanto riguarda le "gare"...stendiamo un velo pietoso. Vorrei proprio vedere quanto resisterebbero a caccia in territorio libero per una giornata intera tanti "campioni"...
            vedi io qalche bracco l'ho avuto e con risultati eccellenti in prova, a parte Robur, tutti gli altri venivano a caccia : ho avuto in regalo Eolo di Monte Tricorno che aveva 8 anni ed aveva fatto una stupenda carriera agonistica 115 risultati, campione sociale tre volte una decina di CACIT piu'svariati CAC, a caccia si é dimostrato tanto valido quanto lo era stato in prova ed ha validamente cacciato fino a 13 anni, dopo di lui Laerrte , pure campione di lavoro, l'unico bracco italiano che abbia vinto la copa italia continentali a singolo, a caccia era un grandissimo cane ed a cacciato fino a 12 anni, anche quando era praticamente cieco e cosi' anche parecchi altri come Alboino, vediamo di non riportare dei luoghi comuni e dei sentito dire ma parliamo di esperienze dirette é molto meglio.. Riguardo agli allevatori, basta che li verifichino, non devono portarli a caccia personalmente , poi in razza non ne vanno venti ma i soliti 4-5 e in genere quelli che si sono dimostrati validi anche perché i cuccioli richiesti non sono quelli figli di anonimi genitori ma i figli dei campioni, é anche una considerazione economica.
            Riguardo alla resistenza , chiaramente vanno allenati allo sforzo prolungato, ma se c'é il fisico e la passione , cacciano per 5-6 ore senza demordere, almeno i miei hanno sempre fatto cosi'.
            lucio

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            • Giampaoletti
              ⭐⭐⭐
              • Aug 2008
              • 1863
              • Ascoli Piceno

              #21
              I Bracchi italiani son pochi (circa 500 iscrizioni l'anno).Di questi pochi forse la maggior parte è in mano ai cacciatori.
              Sono però sempre pochi.La base non si allarga al fine di mettere geneticamente in sicurezza la razza.I motivi li abbiamo più volte discussi.Ma non c'è unanimità di vedute sull'nalisi.
              Sta di fatto che i cacciatori fanno altre scelte.Vedi setter con 20.000 circa iscrizioni l'anno.O Epagneul breton.Per citare le prime due razze da caccia in termini di iscrizioni di cuccioli per anno.
              Di questi 20.000 setter non tutti andranno a caccia.Ma sono tanti e metti che una metà (ma saranno di più) va a caccia abbiamo 10.000 setter a caccia contro che so 400 bracchi italiani,su base annua.
              Ora le iscrizioni dei bracchi non devono arrivare a 20.000 cuccioli annui ma se fossimo a 1500/2000 cuccioli annui la situazione genetica della razza andrebbe meglio.
              Come fare? Come renderla più appetibile ai pochi cacciatori con cane da ferma rimasti?

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              • Druso
                ⭐⭐⭐
                • Jun 2008
                • 1757
                • Spagna
                • Bracco italiano. Beagle.

                #22
                È normale che un allevatore non possa portare a caccia 10 cani tutte le giornate, ma potrà almeno verificare le doti venatorie di tutti i cani che usa nel suo allevamento, come penso che fanno quasi tutt gli allevatori di bracco italiano. Almeno tutti quelli che conosco io lo fanno.

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                • Lucio Marzano
                  Lo zio
                  • Mar 2005
                  • 30090
                  • chiasso svizzera
                  • bracco italiano

                  #23
                  Originariamente inviato da Giampaoletti
                  I Bracchi italiani son pochi (circa 500 iscrizioni l'anno).Di questi pochi forse la maggior parte è in mano ai cacciatori.Sono però sempre pochi
                  é vero che sono pochi gli iscritti all'ENCI , siamo intorno ai 700 soggetti iscritti all'anno. Va pero' detto che mentre il BI ha sostanzialmente mantenuto il numero degli iscritti, in generale i cani del gruppo7 (cani da ferma) hanno conosciuto una contrazione del 30% in cinque anni.

                  La base non si allarga al fine di mettere geneticamente in sicurezza la razza.I motivi li abbiamo più volte discussi.Ma non c'è unanimità di vedute sull'analisi.
                  non c'é unanimità di vedute sui possibili rimedi

                  Sta di fatto che i cacciatori fanno altre scelte.Vedi setter con 20.000 circa iscrizioni l'anno.O Epagneul breton.Per citare le prime due razze da caccia in termini di iscrizioni di cuccioli per anno.
                  setter inglese e breton restano le due razze da ferma piu' diffuse, i setter inglesi hanno iscritto nel 2012 12.939 soggetti e gli Epagneul Breton 3588, con un calo di iscrizioni in 5 anni rispettivamente di oltre il 20 % per i setter e di oltre il 25% per il breton

                  Ora le iscrizioni dei bracchi non devono arrivare a 20.000 cuccioli annui ma se fossimo a 1500/2000 cuccioli annui la situazione genetica della razza andrebbe meglio.
                  a me basterebbe raggiungere la quota di 1000 iscritti

                  Come fare? Come renderla più appetibile ai pochi cacciatori con cane da ferma rimasti?
                  qui ci troviamo in disaccordo perché la maggior parte dei braccofili lo vorrebbero con le caratteristiche morfologiche ben accentuate mentre i NON braccofili (che sono i clienti potenziali della razza) preferiscono cani di mole piu' ridotta e con caratteristiche morfologiche non funzionali poco accentuate) ma nel frasttempo la razza sta conoscendo un crescente successo, particolarmente all'estero, come cane da compagnia e questo successo é legato non all'efficienza venatoria ma allo sguardo, alle pieghe , agli orecchioni , alla taglia , alla grande giogaia, ad una super grassella, insomma all'accentuazione delle caratteristiche morfologiche NON funzionali che sono, quando eccessive, penalizzanti per l'attività venatoria.
                  Bisogna cercare di metterci d'accordo sull'obbietivo che vogliamo ptrefiggerci (noi braccofili) cioé capire se vogliamo un cane da caccia competitivo o se vogliamo un peluche vivente.
                  Alla Società Specializzata l'ardua sentenza, ma temo che verranno fuori le solite conclusioni cerchiobottistche del tipo " il bracco deve essere bravo e bello" come dire che il vincitore del lancio del peso olimpico dovrebbe anche vincere i 3.000 siepi almeno scrivessero "*relativamente" bello e bravo.................
                  lucio

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                  • leuciscus
                    ⭐⭐
                    • Aug 2013
                    • 779
                    • Orte

                    #24
                    Perfettamente d'accordo con Lei, signor Marzano, ma finché ci sarà chi pensa che un bracco di 40 chili sia il massimo la strada dei "peluches viventi" sarà in discesa.

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                    • Joe 64
                      ⭐⭐
                      • May 2012
                      • 229
                      • Verano Brianza
                      • Bracco italiano

                      #25
                      Pero' il bracco deve essere bracco , una certa taglia labbro leggermente abbondante ecc. Non devono essere bracchetti senza labbra altrimenti addio bracco come i setter che ormai hanno 2 misure (piccoli per le prove grandi per le expo ).

                      ---------- Messaggio inserito alle 01:54 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 01:39 PM ----------

                      Un cane da prove puo' andare a caccia (da giovane ci e' gia' andato )e se fa le prove e' perche' ha dimostrato certe doti un cane da caccia difficilmente potra' ben figurare nelle prove .

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                      • Lucio Marzano
                        Lo zio
                        • Mar 2005
                        • 30090
                        • chiasso svizzera
                        • bracco italiano

                        #26
                        il problema lo leggiamo nello standard che presenta delle forbici assurde di peso e taglia : 25 e 40 kg e 55 e 67 cm , é chiaro che li dentro ci sta tutto, elefanti e gazzelle con le piu' assurde possibilità di rapporto peso altezza. Questa é la conseguenza di aver voluto fare una sola razza partendo da due razze ben diverse fra loro : il bracco leggero o bracchetto ed i,bracco pesante o nobile, da allora, parliamo del periodo fra le due guerre mondiali, non si voluto o saputo indicare agli allevatori quale il fosse il "tipo" corretto cosicché ancora oggi vediamo soggetti di costruzione leggera ed altri pesante ed entrambi che rientrano nei parametri dello standard ufficiale.
                        lucio

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                        • Giampaoletti
                          ⭐⭐⭐
                          • Aug 2008
                          • 1863
                          • Ascoli Piceno

                          #27
                          Originariamente inviato da Lucio Marzano
                          é vero che sono pochi gli iscritti all'ENCI , siamo intorno ai 700 soggetti iscritti all'anno. Va pero' detto che mentre il BI ha sostanzialmente mantenuto il numero degli iscritti, in generale i cani del gruppo7 (cani da ferma) hanno conosciuto una contrazione del 30% in cinque anni...

                          setter inglese e breton restano le due razze da ferma piu' diffuse, i setter inglesi hanno iscritto nel 2012 12.939 soggetti e gli Epagneul Breton 3588, con un calo di iscrizioni in 5 anni rispettivamente di oltre il 20 % per i setter e di oltre il 25% per il breton...
                          Chiaramente la crisi economica ha colpito dove la massa critica è più rilevante. A ciò si aggiungano pure gli effetti della crisi della caccia.
                          Quindi, diciamo che in questo il B.i., con i suoi piccoli numeri e grazie a questi, ha retto.
                          I suoi utilizzatori non hanno risentito degli effetti negativi della crisi economica e di quelli della caccia.
                          Questo fenomeno si spiega principalmente con l'enorme passione e amore che queste persone mettono nell'allevare o nell' avere un Bracco italiano



                          =Lucio Marzano;958589 Bisogna cercare di metterci d'accordo sull'obbietivo che vogliamo ptrefiggerci (noi braccofili) cioé capire se vogliamo un cane da caccia competitivo o se vogliamo un peluche vivente.
                          Alla Società Specializzata l'ardua sentenza, ................
                          Originariamente inviato da Joe 64
                          Pero' il bracco deve essere bracco , una certa taglia labbro leggermente abbondante ecc.........................
                          un cane da caccia difficilmente potra' ben figurare nelle prov.
                          Credo che, per rispettare le finalità del gruppo 7 di apparteneza,non possa deflettersi dall'avere un cane da caccia,che rispetti la funzione ed abbia, dunque, caratteri morfologici funzionali o che non ostacolino la funzione.Nel rispetto del tipo fissato.

                          =Lucio Marzano;958589......la razza sta conoscendo un crescente successo, particolarmente all'estero, come cane da compagnia e questo successo é legato non all'efficienza venatoria ma allo sguardo, alle pieghe , agli orecchioni , alla taglia , alla grande giogaia, ad una super grassella, insomma all'accentuazione delle caratteristiche morfologiche NON funzionali che sono, quando eccessive, penalizzanti per l'attività venatoria. ..
                          Si può pensare anche ad un estremo rimedio di riservare la razza ai cacciatori.Ma è una misura che, pur comprendendola, non mi piace molto, non so perchè.Forse mi sa di un ingiusto divieto
                          A questo proposito proprio nel suo ultimo libro Colombo Manfroni sostiene la necessità di un organismo sovranazionale che, immagino, detti regole precise e indefettibili da tutti gli allevatori.
                          Inoltre, proprio parlando del futuro del B.i. egli annette molta importanza alle PAV che in effetti dovrebbero far emergere quei bracchi in mano ai cacciatori che non frequentano le prove.



                          Il tipo è abbastanza defini

                          ---------- Messaggio inserito alle 01:54 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 01:39 PM ----------


                          Originariamente inviato da Lucio Marzano
                          ...........Questa é la conseguenza di aver voluto fare una sola razza partendo da due razze ben diverse fra loro : il bracco leggero o bracchetto ed i,bracco pesante o nobile, ........
                          Su questo punto non ho ancora le idee chiare.Propendo, però, diversamente da te, per dare ragione all'unificazione della razza avvenuta perchè, si disse, il tipo era lo stesso, sia nel leggero che nel pesante, che era indistinguibile il prodotto tra un lombardo e un leggero, che era meglio geneticamente avere una base numerica più larga.
                          In realtà, mi sembra che il motivo reale fosse quello di impedire gli incroci, diffusissimi, per lo più col pointer bianco-arancio, che avvenivano a man bassa tra i leggeri. Tanto da ammettere anche canne nasali "rialzate"

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                          • Lucio Marzano
                            Lo zio
                            • Mar 2005
                            • 30090
                            • chiasso svizzera
                            • bracco italiano

                            #28
                            Si può pensare anche ad un estremo rimedio di riservare la razza ai cacciatori.Ma è una misura che, pur comprendendola, non mi piace molto, non so perchè.Forse mi sa di un ingiusto divieto
                            in Germania gli allevatori di alcune razze da caccia si sono impegnati a vendere i cani solo a cacciatori, ma anche a me non piace sarebbe una limitazione della libertà personale

                            A questo proposito proprio nel suo ultimo libro Colombo Manfroni sostiene la necessità di un organismo sovranazionale che, immagino, detti regole precise e indefettibili da tutti gli allevatori.
                            Inoltre, proprio parlando del futuro del B.i. egli annette molta importanza alle PAV che in effetti dovrebbero far emergere quei bracchi in mano ai cacciatori che non frequentano le prove.
                            sarei d'accordo anche io se le PAV fossero piu' setrie e selettive, come le hanno fatte finora mi sermbrano piu' rimpatriate fra amici che serie verifiche venatorie.Con i "volemose bene" non si fa il bene della razza


                            Su questo punto non ho ancora le idee chiare.Propendo, però, diversamente da te, per dare ragione all'unificazione della razza avvenuta perchè, si disse, il tipo era lo stesso, sia nel leggero che nel pesante, che era indistinguibile il prodotto tra un lombardo e un leggero, che era meglio geneticamente avere una base numerica più larga.In realtà, mi sembra che il motivo reale fosse quello di impedire gli incroci, diffusissimi, per lo più col pointer bianco-arancio, che avvenivano a man bassa tra i leggeri. Tanto da ammettere anche canne nasali "rialzate
                            la decisione fu duramente osteggiata da molti utilizzatori ed in particolare da Nino Berrini, il drammaturgo, che riusci' ad ottenere che una commissione valutasse la situazione, ma poi in pratica non se ne fece nulla.
                            Non é affatto vero che i leggeri fossero solo piu' piccoli dei pesanti, c'era uno standard del leggero che aveva la canna nasale dritta (il pesante montonina) le orecchie piu' piccole e soprattutto una notevole differenza non solo di taglia ma soprattutto di rapporto pesdo altezza, era decisamente un altro cane. Unificando non hanno deciso taglie intermedia ma ammesso tutti nello stesso standard, per esempio facendo duventare la canna nasale dritta o montonina e metendo i minimi del leggero ed i massimi del pesante come taglia e peso.
                            Allora i pointer erano utilizzati per migliorare TUTTE le razze non solo il bracco italiano ed alcune razze (kurzhaar e vari tipi di bracchi bracchi francesi) erano dichiaratamente selezionati con l'immissione di sangue pointer quindi niente di straordinario constatare che anche il bracco italiano (e non solo il leggero) avesse subito immissioni di sangue pointer.
                            Nel testo di Colombo Manfroni (quello precedente) c'é la foto di bracchi, di tipo pesante, con evidenti segni di immissione di sangue inglese ( pagina 95 questo il commento " Socrate e Santippe del Tartaro anni 1933-34 Il sangue pointer é ncora presente") e non si tratta de "leggieri"
                            Fatto sta che questa , a mio parere scellerata, unione porto' alla emarginazione dei leggeri essendo preferiti , specie nelle expo i pesanti, favori' la diffusione del bracco-pointer, che ebbe fino al secondo dopoguerra amplissima diffusione e porto' il Bracco Italiano molto vicino all'estinzionem ghiubilato dai cacciatori, la ripresa della razza si ebbe quando negli anni 70 qualcuno inizio' a selezionare utilizzando i pochissimi cani di grande dinamica segnalatisi nelle prove e questi non erano certo al massimo del peso consentito dallo standard.
                            Riguardo ad incofessate rinsanguamenti non mi sentirei di scommettere escludendo che ce ne siano state ed anche anche in tempi recenti.
                            lucio

                            Commenta

                            • Druso
                              ⭐⭐⭐
                              • Jun 2008
                              • 1757
                              • Spagna
                              • Bracco italiano. Beagle.

                              #29
                              Qua sì sparla sempre del bracco di 40 kili. Io non li ho visti, mio maschio pesa 30 e la femmina 25. Cmq devo dire che ho visto perdiguero de Burgos di 40 kili e non mi sembrano poco venatici. Infatti se devo credere i proprietari sì può cacciare perfettamente tutta la giornata. Cani più forti del bracco, con meno pelle, meno orecchio e meno giogaia. Cani agili. Ho visto alcuni perdigueros in expo un po' simili a un mastino e dubbio che possano cacciare tutta la giornata. Cmq resto che limportante.non è il peso ma il motore. Conosco anche breton e setter che dopo due ore non ce la fanno più. La mia femmina bracca è più resistente del mio maschio ma non penso sia per i 5 kili di meno.

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                              • Lucio Marzano
                                Lo zio
                                • Mar 2005
                                • 30090
                                • chiasso svizzera
                                • bracco italiano

                                #30
                                La resistenza dei cani dipende da molti fattori : dall'allenamento (che é essenziale e non solo per i cani), dalla velocità con la quale corrono (chiaro che un cane a 15 km all'ora resisterà di piu' di uno che va a 30 km. allora) , dal terreno (diverso é andare in montagna o in pianura) ed infine dalle capacità vitali, cuore e polmoni ed anche dalla tempra(ci sono cani che appena stanchi , rallentano progressivamente ed altri che resistono fino a crollare)
                                Ma mi piacerebbe sapere da coloro che fanno tifo per i cani pesanti, quali vantagi portino peso e taglia maggiore.
                                Riguardo alle preferenze dei cacciatori , sono forse bracchi italiani e spinoni in italia ed i burgos in spagna i cani piu' utilizzati ??? direi proprio e nettissimamente NO ,mi sembra quindi ,se non vogliamo tornare a ripetere quali siano i vantaggi dei soggetti piu' agili che abbiamo già spiegato fino alla noia, che la semplice osservazione, sia dei cani piu' utilizzati sia dell'evoluzione generale delle razze negli ultimi 60 anni, parlino chiarissimamenete di preferenza marcata per soggetti agili, NON massicci, di taglia inferiore ai 60 cm e ben al di sotto dei 30 kg.
                                Non si pretende che anche il BI si adegui a queste taglie, ma mi piacerebbe che lo standard si dimentichi dei 40 kg. abbassando DECISAMENTE questo peso massimo assurdo e soprattutto che le "proporzioni" di giudizio -nulla é piu' impreciso di questo concetto- privilegino i raporti peso altezza piu' bassi.
                                D'altra parte se guardiamo sia il mondo delle prove che quello della caccia, i BI di grande taglia e peso sono piuttosto rari e quindi anche senza l'aiuto della SS, gli utilizzatori si stanno orientando su taglie e pesi ben inferiori a i massimali previsti dallo standard e su soggetti morfologicamente piu' "essenziali" , almeno in Italia, all'estero .....prevalgono i cani da expo e salotto e senza verifiche venatorie tutto é possibile.
                                lucio

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