Siamo partiti venerdì 23 maggio all'alba e dopo 7 ore di viaggio con relative pause pieni e pisciatine, arrivati sul posto abbiamo fatto subito la prima sgambata il pomeriggio stesso, io con i miei due bracchi(uno è di mio figlio) di 19 e 22 mesi e Giacchero con 4 spinoni e due b i .
Abbiamo allenato per 4 giorni facendo turni il mattino e il tardo pomeriggio in una zona meravigliosa ad una altitudine di 600-700m con incolti verdeggianti e senza forasacchi e con una presenza costante di brezza fresca che rendeva ottima la cerca dei cani.
In qualità di dilettante al seguito mi ero ripromesso di non rompere troppo e di osservare con attenzione ma la mia natura di inguaribile chiacchierone prendeva spesso il sopravvento ed allora asternavo domande o considerazioni.La mia venerdanda età, i titoli onorifici"dott." e soprattutto le mie 50 licenze facevano si che le risposte e i consigli fossero(nel suo stile) stringate e pazienti seppur accompagnate da frequenti scrollate di testa.
I miei cani pur energici e vogliosi riflettevano anche il diverso metodo di approcio al terreno,cerca variabile con soventi perlustrazioni in zone ritenute come più probabili poste per la selvaggina mentre i suoi coprivano il terreno con più metodo e senza tralasciare nulla. Soprattutto la mia femmina accertava sulle emanazioni abbassando la testa rallentando i ritmi in azioni caratteristiche di chi nella caccia ha dovuto oltre che fermare anche riportare animali feriti ancora buoni di gamba.
-"non è colpa del cane ma del cacciatore che l'ha abituato a fare quel lavoro" mi dice Giacchero, ma che dovevo fare lasciare i feriti?
-"vede dottore che la sua cagna pur allungando bene sia a destra che a sinistra spesso non rientra sul vento ma su di lei...ma a caccia spesso si va controvento e allora che bisogna fare?
-abbiamo trovato solo una quindicina di quaglie per giorno,sono un po poche, "le sembra poco cacciare uccelli veri a metà maggio per due turni al giorno in una piana di oltre 200 ettari dove gli otto cani fanno un percorso vergine ad una temperatura dai 15 ai 22 gradi e soprattutto senza forasacchi(caspita in qualità di cacciatore-veterinario questa dei forasacchi avrei dovuto notarla)
-ma i miei cani hanno più allegria e personalità "molto fumo e poco arrosto"
-senza una base ampia di utilizzatori per la caccia le nostre razze non avranno la possibilità di selezionare con continuità"meglio pochi ma buoni che tanti asini"
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Il dilemma rimane aperto e per fortuna avremo altro tempo per continuare il confronto, intanto rimane il ricordo di giorni piacevoli per noi e profiqui per i nostri cani perché da un sincero confronto spesso nascono i risultati migliori.
questo breve racconto l'ha scritto mio padre poco avvezzo alla tecnologia ma ci teneva che io lo pubblicassi
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