i bracchi moderni

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giuseppe
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  • giuseppe

    #196
    dimenticavo,caro lucio io non la misuro,mi accontento che quando vado in campagna le cagne lavorino con passione e piacere, e ricevano elogi anche da persone non conosciute,siano che abbiano pointer,siano che abbiano setter, e che non sfigurino,i bracconi belli e tipicissimi ma che stanno tra i piedi possono servire per le mostre,ma credo che per noi non siano adatti.
    ____________
    salutissimi da giuseppe

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    • Amedeo AQ
      ⭐⭐
      • Apr 2005
      • 827
      • Luco dei Marsi AQ, L\'Aquila, Abruzzo.

      #197
      Salve a tutti
      forse mi ripeto, ma che senso ha alleggerire il bracco, metterci più galoppo, più passione più nevrilità, è stato già fatto e si è creato il meraviglioso pointer!

      Penso che sia una strada che porti all'annullamento delle caratteristiche proprie del bracco italiano, invece sarebbe il caso che si faccia il punto della situzione, cercando tra i bracchi attuali le vere/proprie caratteristiche 'italiane' e magari dare delle linee guida per la selezione, ma la vedo dura.

      Amedeo AQ
      Nec sine Marsis nec contra Marsos triumphari posse

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      • giorgio ziron
        ⭐⭐⭐
        • Aug 2006
        • 1738
        • monselice, Padova, Veneto.
        • Bracco italiano Pilone dei sanchi (detto Moro) CH it di belezza Tex dei Sanchi CH it e int di bell

        #198
        Originariamente inviato da giuseppe
        ...i bracconi belli e tipicissimi ma che stanno tra i piedi possono servire per le mostre,ma credo che per noi non siano adatti.
        ____________
        salutissimi da giuseppe
        Scusami Giuseppe, spero con tutto il cuore che anche tu non sia stato preso dalla smania di catalogare i bracchi in due categorie, anche se ufficialmente non si può, e sicuramente quelli belli e tipici debbano essere sicuramente inetti perchè non è vero in assoluto, come non è vero in assoluto che quelli che che sono venatoriamente validi debbano per forza essere brutti, tra i due estremi esistono una miriade di situazioni intermedie.
        Ciao
        Giorgio Ziron

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        • Cristian De Monte
          ⭐⭐⭐
          • Mar 2006
          • 5573
          • Goito, Mantova, Lombardia.
          • Afra - BI-RM Dora - SPRINGER

          #199
          Originariamente inviato da Amedeo AQ
          Salve a tutti
          forse mi ripeto, ma che senso ha alleggerire il bracco, metterci più galoppo, più passione più nevrilità, è stato già fatto e si è creato il meraviglioso pointer!
          Amedeo AQ
          Amedeo nessuno vuole alleggerire o rinsanguare qui si parla solo di poter ridurre (a parole perchè questo solo a parole possiamo farlo) la forbice sia in eccesso che in difetto, io non vi capisco, sono 8 anni che mi sono appassionato a questa razza ed ho girato diversi allevamenti, ho partecipato come spettatore a prove ed expo e mai ho visto un soggetto che superasse i 35/36 kg, ricordo benissimo la visita al bellissimo all'allevamento "Dei Sanchi" e non ricordo di aver visto cani enormi, anzi tutti cani di ottima taglia (per non parlare dei mantelli, stupendi).
          Il taglio, secondo il mio punto di vista, gioverebbe alla razza fuori dal confine italiano e non qui da noi perchè già lo state (allevatori) facendo.
          De Monte Cristian

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          • Lucio Marzano
            Lo zio
            • Mar 2005
            • 30090
            • chiasso svizzera
            • bracco italiano

            #200
            perché non servono ad altro che ad impolverare divani.
            leggi bene Roberta : non servono ad altro che......poi ce ne saranno altri che oltre ad impolverare idivani sanno anche cacciare.....

            nel movimento di coda in ferma tipico della razza.
            Giuseppe, nessun movimento della coda quando il cane ferma, che poi sia tipico della razza é quasi una bestemmia

            i bracconi belli e tipicissimi ma che stanno tra i piedi possono servire per le mostre,ma credo che per noi non siano adatti.
            su questo siamo daccordo, ma che i soggetti siano validi non puo' essere solo l'affermazione del proprietario , conosci la storia dello scarrafone.......

            forse mi ripeto, ma che senso ha alleggerire il bracco, metterci più galoppo, più passione più nevrilità, è stato già fatto e si è creato il meraviglioso pointer!
            Penso che sia una strada che porti all'annullamento delle caratteristiche proprie del bracco italiano, invece sarebbe il caso che si faccia il punto della situzione, cercando tra i bracchi attuali le vere/proprie caratteristiche 'italiane' e magari dare delle linee guida per la selezione, ma la vedo dura.
            allora dovremmo abolire i Kurzhaar perché sono pointerizzati e tante altre razze, ma guarda che nessuno vuole stravolgere un bel niente, si vorrebbe, almeno io vorrei che mantenedo tutte le caratteristiche di razza fossero privilegiati i soggetti piu' nevrili e che fosse diminuita la forbice fra minimo e massimo unificando il tipo, quindi proprio nessuna rivoluzione

            Il taglio, secondo il mio punto di vista, gioverebbe alla razza fuori dal confine italiano e non qui da noi perchè già lo state (allevatori) facendo.
            mi associo in toto,
            lucio

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            • giuseppe

              #201
              io vorrei che mantenedo tutte le caratteristiche di razza fossero privilegiati i soggetti piu' nevrili
              daccordissimo,e riguardo al movimento di coda non voglio dire che e' insito nello standard,ma che moltissimi soggetti hanno questa caratteristica.

              per il peso una cosa e' sicura,cassius clay e' stato una mosca bianca tra i massimi,poi la storia e' fatta di grandi armadi lenti e macchinosi,mentre i schizzetti rapidi sono sempre mosca e leggeri.
              giuseppe.

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              • Lucio Marzano
                Lo zio
                • Mar 2005
                • 30090
                • chiasso svizzera
                • bracco italiano

                #202
                riguardo al movimento di coda non voglio dire che e' insito nello standard,ma che moltissimi soggetti hanno questa caratteristica.
                muovere la coda in ferma é difetto gravissimo, su quali basi puoi affermare che "moltissimi soggetti abbiano questa caratteristica", quali osservazioni hai fatto, su quanti bracchi ?? se fosse vero la società specializzata dovrebbe prendere in serissima considerazione il problema.
                Io qualche cane oltre ai miei lo vedo sia a caccia che alle prove e non mi pare proprio che "moltissimi ....muovano la coda in ferma" né mi risulta che sia un difetto diffuso,
                anzi talvolta lo fanno i cani su selvaggina messa, poi su quella buona si immobilizzano.
                lucio

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                • Diana

                  #203
                  Ne ho visto solo uno, in una prova enci, che muoveva leggermente la coda ed il giudice, pur dandogli un MB in quanto cane giovane, di grande passione e con ottima cerca ma ha ben sottolineato che NON andava bene.

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                  • athos
                    ⭐⭐
                    • May 2006
                    • 592
                    • Benevento, Benevento, Campania.
                    • Bracco Italiano

                    #204
                    Discussione molto lunga,molto articolata a volte con punzecchiature evidenti , penso che la ciambella non esce sempre col buco, come da cani esenti da displasia puo' venir fuori un displasicoevedere se dovuto alla ereditareta', cosi' possono venire fuori cuccioli non omogenei nemmeno nel fisico, puo' capitare.
                    Andare poi a toccare gli standard e' altra cosa, lavoro lungo e metodico che oltre alla societa' dovrebbe trovare anche l'acordo degli allevatori i quali si rifanno agli utilizzatori, allora credo che sono i cacciatori in primis a dare un parere sul come dovrebbe essere il B.I. chiedendo venia a chi va solo in esposizione.
                    Io per quel poco di esperienza bracca, rispetto a molti di voi , ho avuto tuute le mie bracche che viaggiano dai 28 Kg edun maschio da 34 che era un treno non si fermava mai, come una sua nipote la Altea e come la figlia Nella che pesa 30 kg fuori allenamento che ancora continua quando altri stanno fermi e quando finisce la stoppia i rovi o i bordi campo sono tutti suoi ,manon e' molto veloce.
                    Io mi sono innamorato del bracco italiano vedendo dei soggetti dell'amico Luigi Marilungo , statuari ,possenti e potenti e ne ho utilizzato in parte anche in cucciolate tutti cani di gran mole 28 f 35 m tutti grandi ed instancabili cacciatori, lo stesso con Villa Carla , se il bracco dovesse per forza di cose o per decisioni varie diventare bracchetto lo abbandonerei.
                    Forse anche perche' deve assomigliare al padrone ed io ho una mole
                    Aldo

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                    • gigi

                      #205
                      la maggior parte dei miei labrador sono stati come il padrone diciamo falsi magri,anche il bracco me lo immaginavo falso magro,invece 32 kg x 66 cm
                      nonostante tanto bianco e poco arancio sembra magrino,ma è tremendo,sempre di corsa,non si ferma mai,e quando è sdraiato allora si fa vedere che tutto sommato anche lui è un falso magro
                      gigi

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                      • Lucio Marzano
                        Lo zio
                        • Mar 2005
                        • 30090
                        • chiasso svizzera
                        • bracco italiano

                        #206
                        Athos, non hai avuto un sol cane da 40 kg.e fra i 34/35 ed i 40 c'é una differenza abissale e se vai a vedere le proposte nessuno vuole scendere sotto questi pesi.
                        Nella discussione si é detto solo di non continuare a lasciare il 40 come massimo e Cristian (Leasi) ed io abbiamo detto che difficilmente la modifica toccherebbe i soggetti esistenti (in Italia)o alla peggio ne riguarderebbe pochissimi. In piu' si tratta di pura accademia perché modifiche approvate dalla SABi e proposte all'ENCI piu' di 10 anni fa , sono ancora nel cassetto.
                        Io ho soggetti (Laerte ed Alboino) sui 34 kg ma preferirei un peso di un paio di kg. in meno.
                        Ed il discorso ha una radice storica, all'inizio c'erano due razze i leggeri ed i pesanti, si unificarono mettendo i minimi di uno ed i massimi dell'altro, creando una forbice mostruosa che non esiste in nessun' altra razza, io credo che sarebbe giunto il tempo di unificare il tipo, perché a rigore, standard alla mano, sono perfettamente in tipo sia Ollio che Stanlio.
                        Un ritocco in alto del minimo ed uno del massimo in basso del massimo farebbero , finalmente, del bracco italiano una razza unica, ora lo é in teoria ma in pratica ci sono sempre i pesanti ed i leggeri
                        lucio

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                        • Diana

                          #207
                          Lucio, ma l'eventuale modifica dello standard, secondo te, riguarderebbe sia maschi che femmine?
                          Perchè Fosca, ad es. è al massimo dell'altezza (62cm x 28kg) ma non mi semra affatto una femmina pesante.

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                          • Lucio Marzano
                            Lo zio
                            • Mar 2005
                            • 30090
                            • chiasso svizzera
                            • bracco italiano

                            #208
                            Catia non si parla di modifiche dell'altezza ma del peso, ed un cane si definisce "pesante" secondo un rapporto cm/kg. quindi dirmi per esempio il mio bracco é alto 67 cm
                            e non é pesante ci sta benissimo, ma un cane al massimo dell'altezza e della taglia cm 67 x 40 kg. é indubbiamente "pesante"
                            28 kg x 62 cm certamente non é un rapporto peso altezza da soggetto pesante
                            lucio

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                            • Diana

                              #209
                              ah ok, capito.
                              Grazie.

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                              • casamassima
                                ⭐⭐⭐
                                • Apr 2005
                                • 4134
                                • Mottola, Taranto, Puglia.
                                • Bracco Italiano .

                                #210
                                E’ questa una discussione che, causa molteplici impegni, non ho potuto seguire assiduamente come avrei voluto.

                                Dubbio amletico ….antico o moderno, leggero o pesante, bracchetto o braccone.

                                La nostra razza, a mio avviso, e’ in buona salute e non c’è , RIPETO, assoluto bisogno di “rinsanguamenti” , c’è a sufficienza materiale su cui lavorare, basta conoscere le linee di sangue, non intestardirsi a volere sui pedigree miriadi di stellette (politica dei matrimoni e di mercato) ….molte volte cani poco o niente celebrati … riproducono egregiamente.
                                Va bene il bracco asciutto, tonico, sobrio di pelle, pero’ non si transiga sul tipo e sullo stile di razza.
                                Con il bracco italiano ci sono nato 32 anni fa, non ci sono arrivato per caso, ne’ pervenuto dopo varie peripezie con altre razze e…..ci ho vissuto, ci vivo , conto di terminare la mia vita terrena con esso.

                                Se il principe Amleto e’ in preda al suo celebre dubbio “essere o non essere………”, chissa’ perche’ mi frulla per la mente il celebre monologo ?….forse perche’ Amleto, Ofelia, Laerte…son nomi ricorrenti nell’ambiente bracco ?…e…qui noi siamo in preda a…antico e moderno, leggero o pesante, braccone o bracchetto .
                                Di seguito riporto scritti e stralci di scritti del Cav. Paolo Ciceri, del Prof. GB Benasso, del Comitato tecnico della S.A.B.I., del Giudice sig. L. Mazzetti., forse potranno annoiare chi li ha gia’ letti , credo pero’ potranno essere utili e formativi per i piu’ giovani. <O:p
                                <O:p
                                Gia’ nel lontano 1949 (nasce la S.A.B.I.) anno dell’unificazione delle due varieta’, leggera e pesante, il Cav.Ciceri scrive : “ che riunirle non vuol dire confonderle (cm.55 e kg. 25 bracco leggero, cm. 67 e kg.40 bracco pesante) il bracco italiano è morfologicamente uguale sia negli esemplari di grande mole che in quelli in piccola mole, le linee esteriori sono uguali, variano solo misure e peso e se cosi’ non fosse allora ci sarebbero due razze.
                                <O:pLa razza bracco italiano è una sola con i suoi esponenti…siano essi alti 67 o 55 cm. e pesino 40 o 25 kg. E’ stata lasciata questa forbice per consentire agli allevatori di orientarsi sulla mole preferita e l’impiego nei diversi ambienti, nonche’ scongiurare l’inconveniente che si verificava nell’iscrivere una cucciolata al libro genealogico : iscrivere i cuccioli tra i leggeri o i pesanti ? ….e….. se crescendo le altezze e i pesi non avessero rispettato la classificazione data all’atto dell’iscrizione ? Quindi se le linee esteriori, le forme, i rapporti sono identici perche’ non uniformare le due categorie ? Troppi erano ( e io aggiungerei sono) i preconcetti tra i cacciatori quindi la razza andava rinvigorita e a tal proposito il Cav.Ciceri cita lo Spencer : “ Una stessa razza allevata in ambiente diverso da quello cui era abituata , si trova in condizioni fisico-economiche differenti e prende caratteri distinti, zoologici e zootecnici e da’ luogo a nuove forme e a nuove attitudini “ e il Darwin : “ Mutando l’ambiente cessa la trasmissione di alcune attitudini periodiche”. Pertanto si inzio’ ad allevare il bracco italiano in luoghi dove era necessaria una continua ginnastica di zampe e polmoni, la salita fortifica le prime e allarga i secondi, a nutrirlo in modo razionale e senza risparmio e in poche generazioni i soggetti selezionati saranno robusti e raccolti. Dice ancora il Ciceri che affermare che cosi’ com’è il bracco italiano non è piu’ piacevole ne’ confacente per il lavoro , è del tutto privo di di serio fondamento, c’è gente che pretende la modifica strutturale del nostro bracco ! Quanto era necessario è stato fatto : portarlo all’asciuttezza morfologica e tonicita’ indispensabili senza “minimamente” intaccare ne’ “carattere” e ne’ “tipo” !
                                <O:pTale selezione fu operata accoppiando soggetti “bracchi” e non utilizzando “razze estranee” , se cio’ fosse stato fatto si sarebbe rovinato quel poco di buono che ancora c’era e inesorabilmente si sarebbe cambiata “la sostanza”, “l’indole” e “tutte quelle qualita’ inconfondibili” del nostro bracco.
                                <O:p
                                <O:p
                                A chi ritiene tutto fattibile e facile in materia d’ Allevamento si fa’ notare che lo scrivere è scorrevole ma…l’operare è molto piu’ difficile e impegnativo.

                                La classe è data dalle forme corporee che rispecchiano la funzionalita’ e la rispondenza all’impiego, casse toraciche ridicole, linee levrettate ecc.ecc. porterebbero solo alla pura momentanea velocita’ e non alla resistenza prolungata. Quindi nelle nostre considerazioni procuriamo di vederlo costruito secondo “standard” che fra l’altro detta misure, rapporti, forme ricavate dall’osservazione di soggetti- non solo di uno – esistiti e rispondenti al fine. I caratteri di tipicita’ sono il corredo atavico della razza ; se si abbandonano le razze declinano inesorabilmente.

                                <O:p
                                <O:p
                                A tal proposito scrive il prof.Benasso : “Il declino e l’estinzione di una razza è evento grave , senza ritorno, perche’ nulla si puo’ fare per ridarle vita, la perdita non è solo biologica ma anche culturale perche’ alla base di una qualsiasi razza non c’è solo un ben determinato patrimonio ereditario irripetibile, ma un frammento – grande o piccolo che sia – della nostra storia, delle nostre tradizioni : le razze domestiche sono una testimonianza della nostra identita’.”<O:p
                                Sempre il prof.Benasso scrive : “Quello che si volle chiamare standard unificato prende a modello i soggetti piu’ asciutti, dinamici o meglio costruiti del grande bracco e “scarica” – senza tanti complimenti e con notevoli danni economici per molti – il bracco leggero che, per le sue caratteristiche somatiche e comportamentali a meta’ fra quelle del bracco e quelle del pointer, non trova piu’ posto nella cinofilia ufficiale, veniva sancita l’incapacita’ evidenziata nel corso di oltre 40 anni di migliorare il bracco italiano ricorrendo all’immissione del pointer.
                                Sotto il profilo funzionale i risultati piu’ vantaggiosi si ottengono attestandosi sui valori medi e medio alti : 62-64 cm. Maschi e 58 – 60 cm femmine. I soggetti al limite inferiore della taglia, se pur validi nel lavoro, difettano generalmente di stile e di classe e il loro impiego nell’allevamento non è scevro di incognite. Bisogna orientare l’utenza verso la scelta di soggetti asciutti, avidi, dinamici, spigliati e che caccino instancabilmente da “bracco”.

                                <O:p
                                Sempre a tal proposito scrive il Comitato Tecnico S.A.B.I. – Annuario 2001 – “Il punto sulla razza” :
                                “Non sono stati notati cambiamenti sostanziali in questi 3 anni durante i quali va’ segnalato come alcuni bracchi si siano ben distinti in manifestazioni di grande rilievo, contribuendo al prestigio ed alla notorieta’ della razza. Nella media si nota come si stia consolidando la tendenza a produrre soggetti di media taglia, d’aspetto forte e vigoroso, con robusta ossatura, che mantenendo ben evidenti le caratteristiche morfologiche dettate dallo standard evidenziano tonicità muscolare e la prestanza del cane da lavoro. E con compiacimento notiamo come il bello e bravo stia diventando una costante nei soggetti partecipanti a esposizioni e prove.
                                Non sono frequenti i soggetti esili e con poca sostanza, mentre seppur rari vi sono alcuni bracchi di antico stampo che pur non richiesti dall’attuale utenza, possono rivestire un certo interesse in allevamento per l’espressione, il carattere, la tipicita’ in generale.
                                Dalle misurazioni effettuate su alcuni soggetti di qualita’ e piu’ in vista nelle manifestazioni si hanno per i maschi altezza al garrese tra 63-65 cm. Con perimetro toracico di 75 cm. E per le femmine 59-61 cm. con torace di 70 cm.<O:pSono dati medi dello standard entro i quali oggi rientra la maggior parte dei bracchi.<O:pIn buona percentuale anche la lunghezza del tronco è pari all’altezza al garrese con minimi scostamenti. Da queste misurazioni scaturiscono pesi tra i 28-32 Kg. in cani in buono stato.
                                La tipicita’ della testa e una corretta divergenza degli assi cranio facciali sta diventando una costante nella maggior parte dei nuovi nati.
                                L’esame della situazione attuale conferma che la razza attraversa un momento di buona salute e non presenta nella media problemi particolari, si sta proseguendo un processo evolutivo intrapreso molti anni fa’ e diremmo che si stanno consolidando gli ottimi risultati raggiunti nell’ultimo decennio : solo una raccomandazione importante va fatta agli allevatori e ai giudici che dovranno sempre considerare con giusta severita’ i soggetti che non dimostrano quella serenita’ e franchezza del carattere che determinano l’adattabilità della nostra razza a qualsiasi situazione, si notano infatti, con percentuali maggiori in linee di sangue facilmente definibili, alcuni soggetti con problemi di timidezza e ipersensibilità.
                                Nei roani seppure siano numericamente limitati, abbiamo notato recentemente soggetti di gran pregio, mentre tra i bianco arancio oggi vi è un lotto imponente di femmine che si distinguono in lavoro e bellezza : disponendo di questo materiale non si puo’ che essere ottimisti per il proseguo della selezione !

                                <O:p
                                ….. stralcio da “Un amico per la caccia” – Annuario S.A.B.I. 2001 - di Luciano Mazzetti giudice di prove e braccofilo :<O:p
                                <O:p
                                …….pur non illudendoci di un’esplosione demografica del bracco, ci impegnamo per incrementare in modo significativo la divulgazione del cane italiano.
                                <O:pPrego, in tal senso, tutti i cacciatori che ritengono di possedere un ausiliare rispondente di farlo conoscere, non ci si celi dietro complessi di inesperienza o di scarsa correttezza del cane, esistono pure le prove a selvatico abbattuto.
                                <O:pTroppi grandi cani, in tutte le razze, hanno trascorso un’esistenza in clausura negando alle platee competenti il piacere di ammirarli e sottraendo cosi’ alla razza un fondamentale apporto di linfa vitale .
                                ………ma il nostro è cane attuale nell’odierno scenario che vede profondamente modificati habitat e comportamento dei selvatici ? A tale proposito occorre ribadire che una drastica riduzione di taglia si impone : “ridurre non significa modificare le caratteristiche peculiari della razza. E’ ovvio che mai si dovra’ alleggerire, guai alle ossature leggere, toraci carenati e ventri retratti, codini che tutto ricordano tranne il bracco e, soprattutto mai si rinunci all’epressione di razza che nello sguardo ha la sua piu’ eloquente manifestazione ; solarita’, festosita’ a scongiurare tare o vizi latenti. Troppe volte ho osservato cani di giusta taglia ed in tutto meritevoli…..che stranamente non sono stati utilizzati di frequente nella riproduzione. Se esiste una possibilita’ sancita dallo standard di potersi orientare tra un minimo e un massimo, il senso pratico mi suggerisce di non trascurarlo.
                                ……il nostro bracco non dovra’, come spesso accade con altre razze, scatenarsi in dissennati fuori mano che gioverebbero solo alla salute della selvaggina.
                                <O:p
                                <O:p
                                Antonio Casamassima

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