Facciamo un esempio pratico. Abbiamo la PM 40 della Tecna, un vero cavallo di battaglia, che consente risultati di caccia eccellenti per le tipologie venatorie cui é destinata. Mi sembra che è caricata 190x40, con il cx 2000. Allora, cosa facciamo? Caricamo la Tecna col cx 2000 190x40? Sarebbe come minimo da stupidi oltre che da perditempo. E' evidente che lo scopo del caricatore domestico é un'altro: quello del caricamento specifico. Non serve fermarsi ai risultati ottenuti da una grande casa prodruttrice di munizioni, perché, anche se può disporre di attrezzature per fare test che nessuno di noi potrà mai avere, dovrà sempre assemblare una cartuccia che possa andar bene in varie situazioni venatorie, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dal mare alla montagna. Ecco perché la ricerca di situazioni di test estreme, é spesso il passaggio obblgato per avere una cartuccia che rispecchi le nostre esigenze e possa andare anche oltre una collaudata cartuccia originale, anche se poi, tali test condotti in maniera empirica e spesso anche pionieristica, fanno qalche volta sorridere e possono dare l'impressione di essere stati condotti con leggerezza o peggio, senza serietà. Se il concetto é chiaro possiamo continuare a caricare, magari qualche volta anche anche ottenendo risultati non proprio esaltanti, ma la chiave di lettura é proprio quella: i grossi risultati di raggiungono con i piccoli tentativi e i traguardi importanti si tagliano partendo dalle incertezze e dalle piccole prove..... anche se poi possono possono sembrare prive del requisito di serietà.
ROSATE
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E' lampante cosa intendo e te lo spiego un'altra volta. Quando si parla di serietà nel testare una carica, con tempo e denaro speso (sempre bene, aggiungerei), lascerei a casa tale termine, altrimenti sembrerebbe che stiamo assemblando un pò di fuochi d'artificio per spettacoli pirotecnici.Originariamente inviato da pacigianni
Facciamo un esempio pratico. Abbiamo la PM 40 della Tecna, un vero cavallo di battaglia, che consente risultati di caccia eccellenti per le tipologie venatorie cui é destinata. Mi sembra che è caricata 190x40, con il cx 2000. Allora, cosa facciamo? Caricamo la Tecna col cx 2000 190x40? Sarebbe come minimo da stupidi oltre che da perditempo. E' evidente che lo scopo del caricatore domestico é un'altro: quello del caricamento specifico. Non serve fermarsi ai risultati ottenuti da una grande casa prodruttrice di munizioni, perché, anche se può disporre di attrezzature per fare test che nessuno di noi potrà mai avere, dovrà sempre assemblare una cartuccia che possa andar bene in varie situazioni venatorie, dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dal mare alla montagna. Ecco perché la ricerca di situazioni di test estreme, é spesso il passaggio obblgato per avere una cartuccia che rispecchi le nostre esigenze e possa andare anche oltre una collaudata cartuccia originale, anche se poi, tali test condotti in maniera empirica e spesso anche pionieristica, fanno qalche volta sorridere e possono dare l'impressione di essere stati condotti con leggerezza o peggio, senza serietà. Se il concetto é chiaro possiamo continuare a caricare, magari qualche volta anche anche ottenendo risultati non proprio esaltanti, ma la chiave di lettura é proprio quella: i grossi risultati di raggiungono con i piccoli tentativi e i traguardi importanti si tagliano partendo dalle incertezze e dalle piccole prove..... anche se poi possono possono sembrare prive del requisito di serietà. -
Con il dire "valutazione seria della rosata" intendevo dire che le prove alla placca, utilissime per la valutazione di una carica, debbono essere fatte ad una distanza prestabilita, normalmente 35 metri e possibilmente con una stessa numerazione di piombo.
Ciò ci aiuta a fare dei raffronti con le cariche precedentemente provate.
Normalmente si usa il piombo 7.
Io uso il 7 1/2 per le cariche fino ai 38 gr. e il 5 per le altre.
Una casa produttrice di cartucce che sia seria e che non cerchi di risparmiare sulle dosi, produce cartucce che sono buone con ogni condizione climatica, per far ciò normalmente si tende a trovare la dose ottimale per una cartuccia climatizzata per 24 ore a tasso di umidità costante e a temperatura di 20° e poi si aumenta di quel tanto la dose per avere un margine di "energia" in esubero, che permetta alla cartuccia di essere costante con condizioni climatiche avverse.
Quindi dietro ad una cartuccia industriale c'è un lungo studio effettuato in laboratorio da tecnici qualificati che hanno a disposizione le più moderne strumentazioni.
Possiamo competere con loro?
Io direi di no, però abbiamo dalla nostra due indiscutibili vantaggi: il primo è quello di poter utilizzare qualsiasi materiale venduto e il secondo quello di poter ottimizzare la nostra cartuccia a seconda della stagione in cui l'andiamo a sparare.
Se siamo molto bravi possiamo avvicinarci molto alle loro cartucce e qualche volta anche superarle.Commenta
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Io direi che li superiamo abbondantemente, fosse solo per il fatto che se a loro scarichi 20 carticcie avrai 40 pesi diversi 20 per il piombo e 20 per la polvere, le mie ne puoi scaricare 1000 hanno tutte lo stesso pesoCon il dire "valutazione seria della rosata" intendevo dire che le prove alla placca, utilissime per la valutazione di una carica, debbono essere fatte ad una distanza prestabilita, normalmente 35 metri e possibilmente con una stessa numerazione di piombo.
Ciò ci aiuta a fare dei raffronti con le cariche precedentemente provate.
Normalmente si usa il piombo 7.
Io uso il 7 1/2 per le cariche fino ai 38 gr. e il 5 per le altre.
Una casa produttrice di cartucce che sia seria e che non cerchi di risparmiare sulle dosi, produce cartucce che sono buone con ogni condizione climatica, per far ciò normalmente si tende a trovare la dose ottimale per una cartuccia climatizzata per 24 ore a tasso di umidità costante e a temperatura di 20° e poi si aumenta di quel tanto la dose per avere un margine di "energia" in esubero, che permetta alla cartuccia di essere costante con condizioni climatiche avverse.
Quindi dietro ad una cartuccia industriale c'è un lungo studio effettuato in laboratorio da tecnici qualificati che hanno a disposizione le più moderne strumentazioni.
Possiamo competere con loro?
Io direi di no, però abbiamo dalla nostra due indiscutibili vantaggi: il primo è quello di poter utilizzare qualsiasi materiale venduto e il secondo quello di poter ottimizzare la nostra cartuccia a seconda della stagione in cui l'andiamo a sparare.
Se siamo molto bravi possiamo avvicinarci molto alle loro cartucce e qualche volta anche superarle.




Due cose sono infinite, l'universo e la stupidita' umana della prima non ne sono tanto sicuro.
Albert Einstein (Ulm, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955)[:142]Commenta
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Per sapere quali sono le polveri basta mettere il puntatore del mousev e compare il nome della foto.ovviamente il bello della ricarica è quello di crearsi delle cariche che meglio si adattano alla propria caccia a prescindere da ciò,a parer mio sono buone rosate se consideriamo il fattore borra feltro!!!!!
una curiosità ma qual'è la rosata fatta con la 800x?Commenta
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Non voglio assolutamente fare il professore del Kaiser: non lo sono e non voglio minimamente dare questa impressione ma per chi ha l'opera del compianto Antonio Granelli "Polveri dosi e cartucce", si parla esplicitamente delle distanze alle quali provare le cartucce standard, le magnum e le disperdenti, che vengono individuate in 35, 45 e 20 metri, in modo da avere un'idea più precisa sulle effettive capacità di tali munizioni alla rispettiva distanza di impiego. Una distanza di 53 metri può sembrare esagerata? Di certo non é corretto sparare una cartuccia magnum a 35 metri, non tanto per i problemi di etica venatoria che ciò comporterebbe, quanto invece per il fatto che verrebbe meno in principio saliente per il quale sono state concepite le cartucce magnum: il tiro a lunga distanza. Forse 53 metri per fare delle prove alla placca possono sembrare eccessivi, ma i motivi di tale scelta credo di averli spiegati esaustivamente nel corso delle precedenti risposte di questa discussione. Sappiamo poi che la numerazione dei pallini delo 7 é quella utilizzata nelle prove alla placca principalmente per facilitare i conteggi (in 1 grammo del 7 ci sono 11 pallini circa), ma l'utilizzo del 7 per testare carucce magnum é assolutamente da evitare perché tale numerazione di piombo "su selvatici del peso di 250 grammi circa cessa di essere efficace oltre i 37 o 38 metri (La cartuccia a pallini di Antonio Granelli)". Testare pertanto una cartuccia magnum a 45 metri con pallini del 7 darebbe pertanto solo un inutile spreco di tempo. Sul fatto poi che non possiamo competere con le case prodruttrici di cartucce e che possiamo avvicinarci ai loro risultati e solo in qualche caso superarli, mi auguro di cuore che tu non abbia ragione perché, in caso contrario, dobbiamo attaccare al classico chiodo pesi e bilancino e comprare solo cartucce originali, e forse questo stesso forum non avrebbe più motivo di esistere, almeno per ciò che riguarda il settore "Armi & Polveri". Io invece sono fiducioso e sempre proteso verso il risultato di caricamento migliore, quello che dà la giusta soddisfazione ad un impegno davvero importante, in termini economici e di impiego di tempi. Per questo ho sempre condotto i mie (rudimentali) test sempre con passione, con dedizione e serietà che a mio avviso non ha eguali, e se anche qualche volta mi imbarco in tentativi un pò eccessivi, non é certo per leggerezza, ma semplicemente per individuare il limite, quel limite che potrebbe consentirci di fare cartucce non inferiori o uguali alle originali, ma superiori ad esse, con una soddisfazione che solo il caricatore che spara le cartucce da lui prodotte può provare, e non certo il tiratore che le compra in armeria.Con il dire "valutazione seria della rosata" intendevo dire che le prove alla placca, utilissime per la valutazione di una carica, debbono essere fatte ad una distanza prestabilita, normalmente 35 metri e possibilmente con una stessa numerazione di piombo.
Ciò ci aiuta a fare dei raffronti con le cariche precedentemente provate.
Normalmente si usa il piombo 7.
Io uso il 7 1/2 per le cariche fino ai 38 gr. e il 5 per le altre.
Una casa produttrice di cartucce che sia seria e che non cerchi di risparmiare sulle dosi, produce cartucce che sono buone con ogni condizione climatica, per far ciò normalmente si tende a trovare la dose ottimale per una cartuccia climatizzata per 24 ore a tasso di umidità costante e a temperatura di 20° e poi si aumenta di quel tanto la dose per avere un margine di "energia" in esubero, che permetta alla cartuccia di essere costante con condizioni climatiche avverse.
Quindi dietro ad una cartuccia industriale c'è un lungo studio effettuato in laboratorio da tecnici qualificati che hanno a disposizione le più moderne strumentazioni.
Possiamo competere con loro?
Io direi di no, però abbiamo dalla nostra due indiscutibili vantaggi: il primo è quello di poter utilizzare qualsiasi materiale venduto e il secondo quello di poter ottimizzare la nostra cartuccia a seconda della stagione in cui l'andiamo a sparare.
Se siamo molto bravi possiamo avvicinarci molto alle loro cartucce e qualche volta anche superarle.Commenta
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Giù, oltre che la prova di concentrazione delle rosate che ha me sembrano ottime, hai fatto anche quella della penetrazione? Perchè scusa se mi permetto però mi sembra che la carica della DN 150x36, tutta tradizionale senza coppetta sia un pò leggerina è visto la bella rosata non vorrei che spennasse gli uccelli senza ucciderli. Fammi sapere Tino.Ci sono persone che sanno tutto e purtroppo è tutto quello che sanno. (Oscar Wilde)Commenta
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