mi piacerebbe sentire opinioni e contributi sul tema della gestione delle sicure nelle prime doppiette a cani interni.
Sappiamo che il passaggio dal cani esterni rappresentò una vera rivoluzione culturale e che ebbe le più svariate accoglienze.
Chi si innamorò, da subito, dell'innovazione tecnologica e chi ebbe forti resistenze, molte delle quali legate al tema della sicurezza.
Quest'ultima posizione risulta ben comprensibile poiché, con i cani interni, veniva a mancare la più essenziale forma di sicura: arma carica ma con i cani abbassati.
E siccome, anche con i cani esterni, non erano mancati incidenti mortali, dovuti, per lo più, a cadute o colpi accidentali occorsi con i cani armati, i fabbricanti sentirono la necessità di estremizzare i meccanismi di sicurezza delle doppiette hammerless.
Resta famosa la tragica fine dell'esploratore trentasettenne John Hanning Speke, per una fucilata partita dalla sua cani esterni, mentre scavalcava un muretto a secco, nonostante la speculazione, poco elegante, del suo ex amico e rivale Richard Francis Burton che ipotizzò un suicidio.
La sicura era presente ma quello che mancava era l'abitudine ad inserirla.
Vi furono casi di colpi accidentali. Ecco quindi un'altra trovata: l'innesco automatico della sicura ad ogni apertura del fucile!
L'ho trovata anche nella mia vecchissima Toschi però.......con una sorpresa, figlia dei tempi. Quando l'arma passò dal primo al secondo proprietario, questi fece rimuovere il meccanismo.... probabilmente, per certe cacce, il dover sempre ricordare di togliere la sicura, durante concitati momenti venatori, era un disturbo.
Forse, col passare dei decenni, e l'abitudine alle hammerless, questa ulteriore precauzione finì in obsolescenza.......
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