A proposito di accordi. A proposito di modifiche....

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    A proposito di accordi. A proposito di modifiche....

    A proposito di accordi. A proposito di modifiche….

    Esistono due forze ugualmente infallibili: l’ istinto e la ragione. L’ istinto guida in maniera decisa l’ animale a conservarsi, a nutrirsi, a riprodursi e in generale a prendersi cura di sé ai fini della sua sopravvivenza. Dall’ altro lato la ragione è la forza infallibile che garantisce l’ accordo dell’ uomo con se stesso e la natura in generale. L’ etica per i maestri dello Stoa rappresentava la teoria dell’ uso pratico della ragione finalizzata a stabilire l’ accordo e l’ armonia fra la natura e l’ uomo. Vivere secondo natura. Non è questa la massima fondamentale dell’ etica stoica?
    I cacciatori, che vivono secondo natura –allora- sono degli stoici. O meglio, a buona ragione debbono essere considerati stoici, e ciò in virtù del fatto che hanno dentro di sé un’ etica –quella stoica- che li fa vivere secondo natura. Prima di cominciare a grattarmi la “Gulliver” (testa), prima di rischiare di finire col parlare solamente con me stesso e con il mio cane o, addirittura, di scrivere minchiate tanto colossali che altri potrebbero prendere per oro colato, lascio perdere Diogene e Cleante e passo all’ argomento per il quale vorrei attirare un poco della vostra attenzione.
    Leggo su queste pagine che alcune Organizzazioni venatiche contestano la voglia generale dei cacciatori di “stravolgere” (così dicono loro!) la 157/92. Per avere più “peso politico” (così dicono sempre loro!) rumigano accordi scomodando perfino i nostri amici agricoltori, ma soprattutto gli ambientalisti, gente prepotente che, a differenza di noi che andiam per boschi ad insidiar selvaggina, questi van per boschi cercando di insidiare noi; e così finiscono col mortificare la nostra passione con parolacce, fischietti e tamburelli. Mah!
    Leggo fra i nomi, Legambiente: ma non sono quelli che hanno fermato la caccia in Sicilia anche quest’ anno? LIPU: ma non sono quelli che per vocazione fanno i protettori degli uccelli? Quelli, insomma, che oltre a proteggere anche quelli cacciabili, hanno nello statuto il divieto per i propri associati di praticare la caccia e la pesca? In compenso questi signori dispongono di guardie volontarie che “marcano stretto” i cacciatori e i pescatori…. Mi rigratto la “Gulliver”.
    Non voglio soffermarmi sui nominativi delle associazioni venatiche promotrici del suicidio: sono troppo rispettoso di chi, come me, va per campagna in cerca di fortuna. Come si dice: sono colleghi!
    Tuttavia azzardo una riflessione. Qual’ è il medico specialista che ha prescritto a costoro di lavorare a braccetto con chi insiste a dire sempre il contrario anche quando si stanno dicendo le stesse cose? Perché quando il saggio ha la retta ragione e lo stolto fa tutto male e in modo vizioso, il contrario della ragione è la pazzia? L’ uomo che non è saggio è pazzo?
    Che convergenze potranno mai esistere fra chi vuol “proteggere” e chi, come gli Uomini dei Boschi, intende “conservare”, fra coloro che fanno sfrontatamente il tifo per il pescecane quando questo insegue un sommozzatore, fra chi mortifica per campagna cacciatori e pescatori, con un cappello in testa e un libretto di verbali in mano, legittimato a far tutto ciò senza nemmeno aver sostenuto l’ esame per la licenza di caccia, e chi –come noi- coltiva in caccia tradizioni millenarie ricevute in dono da suo padre per tramandarle poi ai suoi figli? Che collaborazioni potranno mai scaturire fra coloro che parlano pubblicamente delle vittime di caccia con il disprezzo di chi le considera per certi versi ovvie e scontate, e chi fa della propria attività uno stile di vita che lo accompagnerà per tutta la sua esistenza? Fra coloro che si incatenano a palazzo per “salvare” il destino di un orso gabbiarolo partorito allo zoo e coloro che….Nessuna convergenza ideologica, vivadiana: zero scarabocchio.
    Se proprio intendiamo confrontarci serenamente e parlare di ambiente, di territorio e di conservazione e –se così non fosse- di prelievo, cari “Colleghi & Protezionisti” (pare una Company, come la Coca-Cola o la Black & Decker!), perché non lo facciamo TUTTI (ma proprio TUTTI) cominciando col “guardarci negli occhi” da un tavolo (quadrato, rotondo o esagonale, poco importa) apparecchiato per l’ occasione dal nostro tanto amato, ma per noi sempre tanto lontano, Ministero dell’ Ambiente? Perché, dopo silenzi assordanti rotti solo da contrapposizioni ostinatamente insormontabili, dovremmo fare “comunella” cominciando l’ approccio (qualcuno azzarda il sostantivo “collaborazione”….mah, sarà) proprio all’ interno e nel merito della modifica di una legge –la 157/92- che, stando alle statistiche degli ecologisti del terrore, non dovrebbe neppure esistere? Perché non cominciamo TUTTI, invece, a “volesse bene” dalla modifica della 394/91 sui parchi, Colleghi & Protezionisti? Provate a lanciare l’ idea ai vostri nuovi interlocutori, care vecchie e “lungimiranti” Associazioni Venatorie. Misurate loro la febbre, voi che continuate a ripetere al mondo di “vedere da lontano ciò che noi, cacciatori come voi, non vediamo neppure da vicino”. Un osso difficile, quello della 394, non c’ è che dire. Tanto difficile che per essere certi di metterci i denti solamente loro, lo tengono stretto stretto….
    Anche in Francia, un paio di mesi or sono, alcune società di caccia hanno offerto il fianco ai protezionisti di casa: accordo storico, fu detto. Ma a conti fatti, i risultati ottenuti dai cacciatori d’ Oltralpe sono stati uguali (se non peggio) a quelli ottenuti dagli italiani con il cambio dalla lira all’ euro….
    Il risultato, anche in terra di Marianna, è stato quello che il potere, elargito a piene mani da tutti coloro che hanno voluto l’ accordo, come un boomerang virtuale, ha finito per rientrare nei ranghi degli stessi che lo hanno sempre avuto. Ecco perché tali “volemose bene” non convincono nessuno. E tanto meno i cacciatori. Francesi o italiani che siano.

    Sergio Gunnella

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