Questa frase, per molti può essere riassunta con caccia di selezione, ma in realtà è una delle strategie attraverso cui si può efficacemente attuare la gestione degli ungulati , gestione che in realtà si basa su 2 distinte tipologie di cui pochi sono consapevoli.
La gestione faunistica (linee di intervento volte migliorare e stabilizzare nel tempo i vantaggi benefici derivanti dalla fauna ) e la gestione venatoria che rappresenta una possibile opzione della gestione faunistica in cui gli interventi sono finalizzati alla definizione dei piani di abbattimento.
Per ottenere il risultato sperato , l’applicazione di una gestione integrata garantirebbe una coerenza tra le fasi di programmazione e quelle operative.
Per capire quali sono i criteri adottati per definire un piano di abbattimento è necessario aver chiari dei ,seppur semplici ma basilari, concetti di ecologia, utili per avere consapevolezza di cosa si stia facendo ,del perché, e non essere meri esecutori di decisioni prese da altri.
Perché il prelievo venatorio, attuato in questa particolare forma ha degli scopi specifici che non sono propri di quello attuato secondo quelli della caccia programmata in cui l’abbattimento avviene indipendentemente dallo status delle popolazioni cacciate.
Questa distinzione sostanziale è da pochi recepita come fondamentale.
Innanzitutto parlando di popolazione o gruppo di individui di una stessa specie in cui è possibile lo scambio genetico , bisogna sapere che essa è caratterizzata da 3 elementi:
Densità, Struttura e Dinamica.
Quest’ultima è influenzata da vari fenomeni quali la velocità di accrescimento , la natalità, la mortalità, i fattori limitanti e le fluttuazioni cicliche.
I concetti di Natalità e Mortalità , fondamentali per stabilire l’ Incremento Utile Annuo o anche detto Reclutamento, a loro volta si differenziano in natalità massima teorica ed effettiva dove ciò che rileva sono le condizioni in cui avviene. Ideali cioè senza fattori limitanti nell’una e specifiche e reali nell’altra. Cosi come la mortalità viene distinta in effettiva e minima teorica.
L’IUA (Incremento Utile Annuo) è la differenza netta , nell’unità di tempo fra individui che nascono e che muoiono.
Sapere quali sono i fattori limitanti è fondamentale per caratterizzare i parametri di natalità e mortalità.
Il più rilevante è la Capacità Portante di un habitat, che è il numero massimo di individui di una determinata specie che un determinato territorio può sostenere per tutta la durata del loro ciclo vitale, a sua volta influenzato da altri fattori variabili quali tempo, stagioni e competizione intraspecifica.
Con l’aumento della Densità, aumenta la Mortalità e diminuisce la Natalità fino a che i due dati coincidono e la popolazione cessa di crescere perché i morti equivalgono alle nascite. Questa è la situazione , dal punto di vista venatorio che non è auspicabile raggiungere.
Fondamentale , quindi, è la conoscenza dei diversi tipi di Densità per capire quale sarebbe la condizione auspicabile.
La Densità Biotica rappresenta un limite naturale ed è quella in cui, nel suo punto massimo, la popolazione inizia ad avere segni di decadimento fisico e l’IUA è pari a 0.
La Densità agro-forestale rappresenta un limite stabilito dall’uomo in funzione delle sue esigenze socio-economiche.
Ogni specie ha un suo indice IUA ma è anche vero che alcune specie, come il capriolo , usufruiscono dell’effetto margine in cui si verifica una sorta di promiscuità nello stesso spazio di specie e tipologie ambientali di diverse biocenosi. Questo fenomeno è anche detto Ecotone .
Mi sono presa la briga di sintetizzare in maniera semplicistica un argomento molto complesso al solo scopo di porre l’attenzione su cosa significhi la fascetta che vi viene consegnata a seguito del rilascio del tesserino.
Come non siete voi a decidere quale animale possa essere oggetto del prelievo, in egual modo, non deve prevalere la vostra soddisfazione personale nel farlo. Il cacciatore di selezione pone al servizio della gestione la propria passione .
Se succede il contrario, non lo siete.
Commenta