L’albero coccodrillo

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  • Ciccio58
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    • Aug 2008
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    L’albero coccodrillo



    Si vive di sensazioni e quella mattina erano miste a speranza e desiderio.

    Le scorse settimane non sempre tutto era girato per il giusto verso.

    Il fato si era messo di buzzo buono per scompaginare i buoni propositi.

    Quell’ultima mattina sembrava, invece, che avesse un che di tranquilla serenità da elargire.

    La vipera era uscita poco, pensavo quindi di farle mordere l’ultima preda dell’anno.

    Con il sole che non era ancora sorto, il rustico kipplauf spagnolo fu messo in spalla.

    Poche parole con il socio, uno sguardo di intesa e ci avviammo.

    Lui giù per un certo canalone a ridosso, prodigo di piacevoli sorprese con quel vento da est , freddo e dispettoso per le raffiche più intense.

    Io su fino al crinale dove avevo un conto in sospeso con un “fantasma” , un certo ibrido di mole dai toni grigiastri.

    Oddio andare fin su è impegnativo e faticoso, una scarpinata per un ripido stradello, che per un bel tratto diventa più irto e pieno di sassi, ti toglie il fiato e taglia le gambe, pertanto spesso si rinuncia.

    Ma la vipera , sottecchi, mi guardava col suo occhietto Meopta, come a dire portami su che al resto penso io.

    Glielo dovevo, l’avevo un po’ trascurata e se la meritava quell’ultima opportunità.

    Mi avviai per la via crucis con tutte le sue stazioni da rispettare, non tanto per devozione, ma per necessità, con la scusa di osservare intorno, di tanto in tanto è necessario riportare i battiti sotto quota cento…..

    Il primo tratto scorre via sotto i piedi, nelle prime due piazzole di riposo non ci sono tracce, alla terza uguale come prima, mi assale il dubbio se valesse la pena, proseguire per il tratto più impegnativo, irto e pieno di sassi.

    Sto per rinunciare, ma assestando la carabina in spalla, forse per caso o intenzionalmente la viperetta mi conficca la leva di apertura giusto tra due costole, un ben assestato colpo di sperone e prima che arrivi anche una frustatina, mi avvio come un ciuco rassegnato verso l’alto.

    Cinquanta metri e si interseca il “viottolo buono”, molto evidente e trafficato quando gli animali sono in zona.

    Stavolta solo la traccia di un singolo animale proveniente dall’alto che imboccava il viottolo giù verso lo sporco.

    Unica nota positiva, considerato che aveva piovigginato fino ad un’ora prima, il passaggio era avvenuto nell’arco di quest’ultima ora, le impronte erano nette sul terreno bucherellato dalle gocce.

    Un barlume di speranza per qualche altro che poteva aggirarsi in zona.

    Magari il fantasma, che nella foschia l’ultima volta mi aveva ingannato, proprio più su, sotto il gruppetto di sugheri.

    Or dunque anche questa merita di essere raccontata, un fantasma cinghialesco non si incontra mica spesso.

    Spostate le lancette dell’orologio indietro di circa 10 giorni.

    Quella mattina la luce stentava a venir fuori, dense nuvole in cielo e in terra nebbia e bruma che di tanto in tanto si diradava per poi tornare.

    E quelle fastidiose goccioline danzanti nell’aria che ti si condensano addosso.

    L’intenzione era di andare fin su, per tempo, e appostarsi su un rialzo del terreno a meno di cento metri dai sugheri menzionati prima, posizione ottimale che consente di controllare quella zona, avere sottocchio cinquanta metri sotto parte del “viottolo buono” per individuare qualche movimento, così da potersi preparare per un tiro all’ingresso opposto oltre lo stradello ad un centinaio di metri.

    Infine con tre passi più in là era possibile controllare un bello slargo più in basso, a circa 200 metri.

    Tre valide opzioni da tenere in tasca, se in tasca non c’è un buchino in tal caso le opzioni le perdi prima di arrivare.

    Or bene salendo mi fermo per recuperare il fiato a una trentina di metri dai sugheri, mi guardo attorno ma nel grigiore diffuso c’è poco da vedere, ascolto, di tanto in tanto il lieve tonfo di qualche ghianda che cade.

    Penso bene c’è pastura, altri tonfi e tra questi ….un soffio…

    Ascolto ancora …ghiande …ghiande …leggero fruscio ….di nuovo il soffio!

    Diavolaccio di una bestia è già sotto i sugheri, gli sono quasi addosso, più basso e con in mano la CZ con il 3-12 x 50.

    Senza nessuna possibilità di allontanarmi per recuperare quota aggirandolo, struscerei tra la vegetazione e mi sentirebbe.

    La luce che non riesce a bucare a sufficienza le dense nubi , foschia che ovatta tutto, viso e mani umidicci, che fare?

    Ormai son lì provo passo dopo passo con estenuante lentezza a salire, nella speranza di individuare, prima o poi, una macchia scura o un movimento sotto gli alberi, pian piano salendo appaiono seppur confuse porzioni di terreno sotto di essi, vuote.

    Potrebbe sentirmi da un momento all’altro, guadagno ancora qualche metro, la bruma cresce poi svanisce un po’, c’è adrenalina mi piace, tensione mi piace meno.

    Se riesco ad arrivare al cumulo di terra che ho di fronte potrei spaziare un po’ con lo sguardo, arrivarci però.

    Confido che la leggera brezza che sento sul sul viso, prevalentemente sulla guancia destra mi aiuterà.

    Piede sul ciuffo d’erba, piccolo passo, altro piede sul terriccio evitando sassolini che potrebbero scricchiolare, altro piccolo passo, lentamente.

    Infine sono sul dosso.

    La porzione di terreno sotto gli alberi è vuota, mi avrà sentito e si è allontanato in silenzio, penso, poi un soffiare, vicino ….molto vicino…nella depressione del terreno sotto di me, nascosta allo sguardo da rovi e cisto.

    Se faccio un salto gli sono sul groppone, é tra il cisto a un paio di metri forse, non mi ha ancora sentito, così come io non riesco a distinguerlo.

    Percepisco solo lo sgranocchiare ghiande ma nulla di più.

    Il grigiore diffuso rende la scena opaca, sarà mica un fantasma.

    Poi un movimento, un orecchio cenerino fa capolino tra le foglie del cisto.

    Saranno due metri e poco più mi da le terga, sentirà la mia presenza da un momento all’altro.

    Sono cosciente e amareggiato che 3 ingrandimenti in quel contesto sono troppi, traguardo nulla un grigio profondo zeppo di goccioline, lentamente passo il pollice sulla lente migliora un po’, ma é tutto confuso.

    Stallo.

    Si rigira un tantino sempre al coperto nel fosso, adesso distinguo una porzione del cinereo groppone, ma nell’ottica é tutto indefinito.

    D’improvviso tira su la testa ha avvertito la mia presenza, sposto la canna in direzione della presunta via di fuga, un varco tra gli alberi una decina di metri avanti sperando di poterlo intercettare.

    Parte a passo lesto ma non precipitoso, infila lo spazio tra i due alberi, non nitido è nell’ottica ma scompare come un fantasma, diluito nella nebbia.

    Sono di sasso.

    Vado sotto gli alberi e le impronte mi dicono che appena dietro l’albero ha stoccato a sinistra verso il basso, mentre io speravo che salisse.

    Dopotutto arrivare a quella taglia non è da tutti.

    Mi sovviene la maledizione dell’ariete ….ancora una volta.

    Adesso possiamo pure riportare le lancette avanti ……..
















  • Yed
    Guru del forum
    • Sep 2012
    • 6117
    • Pordenone
    • Segugio Bavarese di montagna

    #2
    Mi pareva di sentirlo "paciolare" le ghiande.... Avvincente!

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    • trikuspide
      Guru del forum
      • Jan 2019
      • 5654
      • Sicilia

      #3
      Ma com'è possibile, Ciccio, che quelli fessi e disposti a farsi ammazzare siano solo da me?
      Bel promo tempo!
      aspettiamo gli accadimenti della ripresa...
      ".. appostati per tempo e aspetta immobile. La preda scruterá a lungo l'ambiente circostante , se nel mentre ti sarai mosso per quella sera non vedrai nulla!"

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      • paolohunter
        paolohunter commenta
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        Guarda....... ieri mattina lo avevo fatto accompagnare da un amico, ieri sera è toccato a me, la sera è veramente improbabile e, nel posto che il cacciatore ha scelto, non conosco nessuno che abbia tirato un cervo il pomeriggio...... 3/4 volte in 15 anni forse ci ho provato pure io..... si chiama disperazione.

        Per cui prendere la mia macchina, fare circa 50+50km e dedicare un pomeriggio che avevo previsto per fare lavoretti domestici ampiamente richiesti da tempo..... un poco mi scocciava..... ma l'amicizia fa fare anche cose che scocciano.

        4 femmine di daino per il tiro più semplice del mondo (io ho due fascette per femmine di daino a meno di 10 km in linea d'aria da li, li potrei tirare solo un balestrone..... e per fortuna non è uscito perché non avrei voluto rovinare l'uscita a cervo dell'amico)......... e siamo arrivati a buio pesto con ancora 3 daine e una volpe molto sospettosa.

        Quest'anno è stato un anno strano per la mia caccia al cervo. Avevo assegnato un subadulto e, le persone con cui esco più volentieri, avevano adulto, fusone e femmine...... perfetto, a caccia assieme senza pestarci i piedi.

        Ovviamente non è andata così, un contrordine e, chi aveva adulto, si è ritrovato con un subadulto anche lui. Fosse stato possibile avrei restituito la mia fascetta e dato fuoco all'atc........ entrambe le cose sembra non si possano fare. Allucinante...... l'amico con il subadulto viene da fuori e, per dovere di ospitalità, io ero diventato cacciatore non sparante. abbiamo lo stesso animale da prelevare..... lo "frego" ad un amico che viene da fuori ? Farlo accompagnare da altri difficilissimo, quindi ho fatto i 3/4 della stegione in panchina...... carabina dentro al fodero o direttamente lasciata a casa.

        Alla seconda uscita "per me" (quel fine settimana non poteva venire)...... ho tirato il mio animale. Lui ancora lo cerca ed oramai credo abbia fatto 30 o 40 uscite. Ieri mattina lo hanno visto dietro delle piante ma non hanno indovinato che giro avrebbe fatto..... è la terza volta che avrebbe potenzialmente potuto sparare..... ma non è facile, lo so bene.

        Io sono stato fregato allo stesso modo sabato mattina, nei famosi "10km più in là", in provincia di Arezzo. Dopo una notte con tempesta, una mattinata di vento forte e veramente gelido al cubo, al primo calmarsi e uno spicchio di sole..... avevo 4 daine fuori (viste dal monte di fronte a circa un chilometro), avvicinamento fino a 60/70 metri e una modesta barriera di noccioli a dividerci...... mentre cercavo un varco per tirare una palla senza deviazioni, si guardano sul fianco ed in un attimo sono via............... è entrato nel campo un tipo full arancione e una motosega accesa in mano..... braaa braaaa braaaaaaaaa alla ricerca di roba da tagliare dopo la tempesta. Impossibile riprovarci, in un attimo avevo non meno di una decina di soggetti armati di motosega e pure un tipo con scafandro da api che dava martella te sulle arnie, chissà perché.

        A volte gira come un ingranaggio oliato ed è tutto semplice.... altre non gira proprio, tutto arrugginito. L'amico che deve fare il fusone di cervo è un cacciatore molto esperto e addirittura implacabile...... quando esce a caccia DEVE concludere e non esiste di fermarsi, riposarsi, mangiare o andare in bagno....... assolutamente molto "lupo", detto come complimento. Credo sia ad almeno 60 uscite (ci mette un impegno che sono come 240 delle mie) e ancora nulla......... il cervo è sempre un passo avanti
    • trikuspide
      Guru del forum
      • Jan 2019
      • 5654
      • Sicilia

      #4
      sessanta uscite?



      Credo di avere segnato qualcosa appena sotto a sessanta giornate nel mio tesserino quest' anno...e considerando che in una giornata sono uscito minimo non meno di due volte( gioco facile: la mia zona di caccia più lontana si è trovata a circa 12 min. Da casa mia, giusto per dire un numero)....mi riferisco solo alla stagione venatoria, tra un po' si comincia col controllo.

      ​​​​​
      ".. appostati per tempo e aspetta immobile. La preda scruterá a lungo l'ambiente circostante , se nel mentre ti sarai mosso per quella sera non vedrai nulla!"

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      • ofbiro
        Utente abituale
        • Dec 2022
        • 239
        • A casa mia

        #5
        Con
        Forse i miei neuroni d'antiquariato non sono all'altezza di queste finezze letterarie. Devo dire (con rispetto per la padronanza della lingua italiana dimostrata da ciccio58) che il testo mi è alquanto oscuro, a partire dal titolo, passando poi alla "vipera" e così via.

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        • Ciccio58
          Ciccio58 commenta
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          Tranquillo ogni tanto mi piace andare di fantasia , la vipera sarebbe il Ba13 , il nomignolo nasce dal socio che all’ennesimo esito positivo del suo impiego lo ha apostrofato con un “ ….zzo morde come na vipera “ .
          Per quanto attiene alla lingua , qualche strafalcione c’è e me ne scuso, ma anche il correttore ci mette del suo .
          Il titolo serve per incuriosire ma quel riferimento ha un che di determinante nel seguito e allora sarà meno oscuro. ;=))
      • guli51
        Guru del forum
        • Jan 2016
        • 1547
        • Trento

        #6
        @ Ciccio: Bravo, lo ho letto con curiosità ... se al posto di vipera scrivevi bradipo spagnolo, ofbiro si orientava meglio.
        Ciao
        Guli51

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        • matteo1966
          Guru del forum
          • Apr 2010
          • 1928
          • Liguria
          • setter inglese segugio bavarese da montagna (Bayerischer Gebirgsschweisshund )

          #7
          Poesia. Grazie Ciccio
          La mia presentazione https://www.ilbraccoitaliano.net/for...giorno-a-tutti

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          • Ciccio58
            Guru del forum
            • Aug 2008
            • 2956
            • palermo
            • Korthals/orma

            #8


            Ed eccoci tornati dove eravamo rimasti, ancora sotto il gruppetto di sugheri, stavolta non ci sono più le ghiande né tracce di animali.

            Un quadro alquanto deludente.

            Da quel punto in poi, lo stradello sale meno ripido per oltre un centinaio di metri, incassato tra tra due muraglioni di terra.

            Procedo ostinato e dopo una ventina di metri si riaccende la speranza; a ridosso del margine sinistro della strada appare una piccola pozza fangosa, lì un adulto e alcuni piccoli, sostando hanno lasciato le loro tracce.

            Verifico con più attenzione e si palesa l’impronta di un altro adulto di buona mole, in transito deciso, certamente dopo che la famigliola si era allontanata.

            Mi sposto sul lato opposto, procedendo sul muraglione di terra per proseguire la mia cerca più silenziosamente e con maggiore visibilità.

            Le impronte dopo un pezzo risalgono per un viottolo sul lato opposto al mio, verifico che proseguono decise, allontanandosi verso un canalone con tanta vegetazione intricata.

            Sposto il mio interesse sulle orme del solitario che ha percorso la strada mantenendosi al centro sulla parte rocciosa.

            Anche queste poi vanno verso monte sul lato sinistro e si perdono nell’ intrico di viottoli, tra cisto e arbusti sotto gli alberi radi.

            Rimango ad osservare e riflettere sul da farsi.

            Spero possa ancora aggirarsi lì, ma farei troppo rumore strusciando tra la vegetazione, quindi torno sul lato opposto a sud da dove posso spaziare con lo sguardo e muovermi più agevolmente.

            Comincio ad essere stanco, per varie ragioni non sono in piena forma, e devo tener conto di ciò.

            Mi affaccio verso valle, il costone è molto ripido, con tanta vegetazione e salti di roccia, seppur individuassi una qualche preda transitare nei viottoli meno coperti dagli arbusti, il recupero sarebbe impossibile.

            Mi seggo a riposare e mettere in ordine le idee, si fa avanti un po’ di sconforto e l’intenzione di tornare indietro, lasciar perdere.

            Due ghiandaie ciarliere, saltando di albero in albero, sembra vogliano deridermi.

            Il cielo è ingrigito e il vento è calato di intensità, ma mantiene irregolari improvvise raffiche di buon impeto .

            Le due ciarliere sono arrivate su un albero alle mie spalle, mi volto per guardale e poi prendere la via del ritorno.

            D’un tratto la vista di quegli alberi, che portano ancora i segni dell’incendio che li ha attraversati un decennio prima, mi intristisce.

            Poi, lo sguardo è catturato da un sughero più sofferente, contorto e rugoso, un ramo monco punta nella mia direzione come ad additarmi.




            Ho la strana sensazione che la mia percezione del tempo, del luogo, del meteo cambi.

            Una raffica di vento agita quei pochi rami, che ostinatamente sono ricresciuti su quell’albero, nonostante le ferite lasciate dal fuoco.

            Un invito ad avvicinarmi?

            Mi accosto e cambiando prospettiva quel ramo appare diverso, mi sento osservato, tra le contorte pieghe della corteccia focalizzo un occhio, o perlomeno io lo vedo come tale, ampliando lo sguardo si concretizza rugosa la testa di un coccodrillo, sono tra il divertito e il rapito .

            Mi chiedo se quell’albero coccodrillo per un giorno non sia il mio spirito guida.




            Voglio crederlo, magari ha un dono per me.

            Mi avvicino ancora e poso una mano sul tronco, rivolgo lo sguardo alla testa di coccodrillo, resto turbato è cambiata.

            Ciò che prima vedevo come mandibola inferiore adesso appare come la testa, mentre ciò che prima appariva come testa adesso……è un cinghiale seminascosto, con tanto di grugno……




            Sarà un’illusione ottica penso per un attimo, o forse porto ancora le tracce di un antico retaggio, ereditato da un ancestrale avo sciamano.

            Che strani pensieri in quella onirica situazione.

            Vi confesso che segretamente, ho sempre confidato nelle magiche creature della natura, unicorni e coccodrilli arborei compresi……ma non ditelo in giro.

            Dunque è qui celato…..voglio crederci.

            Prendetemi pure per matto, ma in queste situazioni, al limite del surreale, mi diverto …..da matti.

            Una pacca sul tronco del totem coccodrillo e torno ai margini della stradicciola, si torna in caccia.

            Lo sguardo sprofonda tra gli alberi, ma lui non ha motivo di aggirarsi lì non c’è più ghianda, se non si è ancora ritirato è perché pastura insoddisfatto, devo individuare dove potrebbe farlo.

            Proseguo salendo, in lontananza, individuo alcuni mucchi di rami secchi, residui lasciati da chi avrà fatto legna.

            Interessante, attraverso l’ottica do una sbirciatina ed effettivamente attorno ai mucchi ci sono segni di grufolate.

            Voglio avvicinarmi al coperto, pertanto mi sposto più in basso così da essere occultato alla vista e gli eventuali rumori spazzati dal vento.

            Arrivo all’altezza dei primi cumuli di rami, risalgo la china e faccio capolino, il terreno è smosso.

            Ancora in copertura e vado più avanti, ritorno ad osservare con circospezione, più che una massa scura spero di individuare un movimento.

            Il terreno per quanto smosso ha una lieve tonalità opaca effetto del vento che comincia ad asciugarlo in superficie, devo trovare di meglio.

            Mi avvio verso gli ultimi cumuli, quindi con cautela procedo all’ennesima perlustrazione visiva, qui in alcuni punti a ridosso dei rami accatastati il terreno appare più scuro, intenso, evidentemente smosso di recente.

            Rimango immobile ad osservare, finché la visione periferica degli occhi non intercetta una anomalia, appena più avanti alcuni rami sembra abbiano avuto una oscillazione, un sussulto, forse per effetto dell’ultima raffica di vento o per ciò che spero.

            Adesso l’adrenalina monta, cauto al coperto guadagno altri dieci metri, ancora più attento rimonto il mio riparo.

            Passano i secondi, tanti, troppi nella mia sfalsata percezione del tempo, arriva qualche folata di vento che muove uniformemente i rametti in cima alla catasta, poi tra questi, ben netta una oscillazione scomposta …..dietro c’è qualcosa.

            Quel mucchio, verso l’estremità a monte si abbassa fa una sella, devo portarmi più avanti e da quel varco scoprire cosa si celi dietro.

            Ci sono, non nascondo un certo brivido, l’auspicio dell’albero coccodrillo potrebbe concretizzarsi in quel breve varco.

            Mi sposto appena si da poter guardare di sbieco oltre quella finestra nel cumulo …….ed ecco il suo bel testone conficcato a terra, scuro, concreto, intento a rovistare tra rametti e foglie, così mi appare!

            Per averlo nitido nell’ottica, senza interferenza di rami e arbusti devo azzardare un altro breve spostamento in avanti, verso un tronco che mi possa in parte nascondere e servire da appoggio.

            Aspetto uno sbuffo di vento e quando mi avvolge mi muovo.

            Ci sono è ben visibile, saranno 20 forse 25 metri verifico gli ingrandimenti son 2 va bene, è leggermente girato di 3/4 verso di me…..attendo un posizionamento migliore , si rigira un po’ restando comunque entro la finestra, abbasso il cane e punto al collo, poi un flash il socio, buon norcino, aveva accennato a fare del capocollo.

            C’è spazio per concedergli una eventuale breve fuga, quindi collimo appena dietro la spalla.

            In quell’istante ahimè, vengono a mancare alcune fondamentali valutazioni che influenzeranno il seguito.

            Sale appena con le zampe anteriori su un piccolo rilievo, l’indice a fine corsa fa volare la DK verso la sua sorte.

            Parte al galoppo senza nessuna evidente reazione al colpo, attendo che crolli, invece prende la via tra due cataste e poi si lancia nella stradina, non si ferma……..risale il parapetto opposto, comincio a preoccuparmi, non posso averlo sbagliato, cosa sta andando storto?

            Scompare, superandomi, in direzione del dirupo.

            Adesso sono profondamente preoccupato, se l’ho sbagliato pazienza, se l’ho ferito saranno problemi.

            Occorre mantenere la lucidità, mi avvio verso il luogo di pastura, esamino tutta quell’area e non c’è una sola goccia di sangue.

            Da una parte confermerebbe che ho sbagliato, forse l’ottica avrà preso un colpo ed è starata, oppure ho inserito per errore, una cartuccia residuo delle prove di rosata finita chissà come tra quelle giuste, per quanto possa essere possibile, non voglio crederci.

            Cerco certezze ed estendo la ricerca sulla strada, neanche qui sangue.

            Individuo e controllo il punto in cui è salito sul terrapieno, dove avevo notato una lieve esitazione, vado oltre per un paio di metri, nulla.

            Però dove la terra è più morbida e le orme ben impresse noto qualcosa di particolare, alcune impronte sono irregolari e meno marcate come se una zampa la poggiasse meno rispetto alle altre, che invece lasciano un segno ben profondo, verifico la stessa cosa sul terrapieno.

            A questo punto si fanno avanti due ipotesi, il grasso ha chiuso la ferita e la palla non è uscita, alquanto difficile con la DK a quella distanza, oppure il tiro andato male ha solo danneggiato un zampa.

            Devo trovare le risposte, continuo per il viottolo che presumo abbia imboccato, quando sul lato destro dello stesso, poco più avanti, noto del rosso sulla disa ad altezza ginocchio, finalmente penso, avrà strusciato quell’erba e lasciato un po’ di sangue.

            Il sangue non era da sfregamento ma uno spruzzo ben definito, e lo stesso rilevo sul cisto al lato opposto.

            L’ho preso al cuore!

            Quel cuore che integro con forza lo tiene in vita, squarciato pompa fuori dal povero animale la sua linfa vitale.

            Individuo ancora a distanze regolari ogni due o tre metri altri spruzzi.

            Va ancora al galoppo nonostante il cuore danneggiato e che irrora la vegetazione da ambo i lati, sino ad un metro dal suo corpo.

            Ormai siamo ad oltre trenta metri dal punto di sparo, lotta e resiste.

            Ne ho rispetto di questo coraggioso e fiero figlio della macchia, che ha incontrato il suo destino per mano di un piccolo ostinato cacciatore, forse con residui geni di un ancestrale avo di stirpe San (in fondo tutti proveniamo da quelle terre).

            Comunque un po’ bizzarro lo sono, una via di mezzo tra il cappellaio matto di Alice nel paese delle meraviglie e il Rafiki del re leone.

            Adesso appaiono anche le gocce sul sentiero, non viaggia in linea retta ma cambia più volte direzione e viottolo.

            Mi conforta che non abbia preso la via che precipita verso il basso, nella macchia tra salti di roccia e dirupi, avrei rinunciato, troppo fitto, ripido e pericoloso, lì impossibile un recupero senza rischi.

            Al contempo so che procedendo in quella direzione, così a mezza costa, tra alcune decine di metri intercetterà un canalone stretto e altrettanto impenetrabile dove eclissarsi, se le forze lo sosterranno e senza alcuna possibilità per me di seguirlo, spero ardentemente che il suo fato si compia prima.

            Infine sugli arbusti a sinistra uno spruzzo meno copioso e senza il corrispondente sul lato destro, sotto ad un paio di metri, tra il cisto che lo accoglie nell’ultimo abbraccio il mio fiero rivale si è arreso.




            Mi avvicino poso una mano sulla sua testa, è una lei, che ci crediate o no poco importa, mi scuso e la ringrazio…..come del resto per ogni mia preda!

            Siamo oltre i cinquanta metri dal punto di ingaggio e a solo una decina dal canalone ove l’avrei persa.

            Lascio un nastrino fucsia ben visibile, annodato ad un cespuglio per ritrovarla facilmente, quindi torno indietro per individuare il percorso più agevole per riportarla sulla stradina .

            La vipera ha morso.

            Aggiorno l’impareggiabile compagno di caccia invitandolo a salire e procedere al recupero.

            Nell’attesa passo dal mio albero coccodrillo lo ringrazio dell’opportunità offertami e per gli intensi emozionanti momenti appena vissuti.


            Ultima modifica Ciccio58; 02-03-24, 12:28.

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            • Tom Sierra
              Tom Sierra commenta
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              Bel racconto ciccio! Hai avuto fortuna che non l'hai perso......
              La prossima volta invita il tuo socio a comprarselo in macelleria il capocollo.

            • Ciccio58
              Ciccio58 commenta
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              Tom, hai ragione sull’esito fortunato , ma il socio il capocollo la fa buonissimo.
              E comunque riflettendo sull’accaduto sono risalito alle cause , riconducibili a una mancata valutazione di tre elementi determinanti e la relativa contromisura da adottare.

            • Batta
              Batta commenta
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              Ciccio non ci tenere sulle spine........
          • teufel.35
            Utente abituale
            • Nov 2011
            • 647
            • Roma Ostia lido

            #9
            Gran bel racconto.....complimenti!!!!




            Alberto

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            • SPRINGER TOSCANO
              Guru del forum
              • Sep 2013
              • 5682
              • VOLTERRA
              • Breton

              #10
              Complimenti.... gran bel racconto!!

              Grazie.




              The Rebel![;)]

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              • Grouse
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                • 372
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                • Pointer

                #11
                Complimenti. Waidemans heil!

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                • Batta
                  Ho rotto il silenzio
                  • Jun 2023
                  • 17
                  • CASCINA
                  • Springer Spaniel & Epagneul Breton

                  #12
                  Grazie per il racconto. In questi casi, quando sei preso dallo sconforto e intravedi la sagoma, provi un sollievo pazzesco.

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                  • Ciccio58
                    Guru del forum
                    • Aug 2008
                    • 2956
                    • palermo
                    • Korthals/orma

                    #13
                    Vi ringrazio per l’ apprezzamento e per aver gradito la condivisione di questi momenti che ci accomunano nella nostra passione.
                    vediamo se riesco a mostrarvi il mio albero coccodrillo :

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                    • Ciccio58
                      Guru del forum
                      • Aug 2008
                      • 2956
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                      • Korthals/orma

                      #14


                      Testa del coccodrillo
                      You may only view thumbnails in this gallery. This gallery has 3 photos.
                      Ultima modifica Livia1968; 04-03-24, 10:03.

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                      • Ciccio58
                        Ciccio58 commenta
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                        Quando e se ne avrai il tempo , grazie

                      • Yed
                        Yed commenta
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                        che piccoleeee (Le foto), la sola testa si vede benissimo; è proprio un cattivo coccodrillone del nilo . :))

                      • Ciccio58
                        Ciccio58 commenta
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                        Per le foto mi arrendo , caricate erano piccole poi sono riuscito a a scegliere la modalità di visualizzazione media che in un primo momento sembrava andata a buon fine , poi sono tornate piccole . Sono giorni che ci litigo con l’inserimento foto che avrei voluto mettere nel testo ……comunque sono la prova che l’albero coccodrillo esiste ;=))
                    • matteo1966
                      Guru del forum
                      • Apr 2010
                      • 1928
                      • Liguria
                      • setter inglese segugio bavarese da montagna (Bayerischer Gebirgsschweisshund )

                      #15
                      Bel racconto, bravo Ciccio.
                      E bravissimo per la capacità di seguire e giudicare i segni sul terreno, non è cosa da tutti
                      La mia presentazione https://www.ilbraccoitaliano.net/for...giorno-a-tutti

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