Il lupo, l’orso e la lince non sono graditi: via libera al massacro degli antichi abitanti di Alpi e Appennini
di Oscar Grazioli
Ormai non c’è più posto per loro. Il lupo, l’orso, la lince, antichi abitanti di Alpi e Appennini, sono considerati soggetti poco desiderabili, anzi pericolosi e per questo, di riffa o di raffa, legge o non legge, vanno abbattuti, vanno sterminati per l’ennesima volta. Per raggiungere lo scopo vanno bene anche le balle che ci raccontavano da bambini: “Adesso chiamo il lupo cattivo” o l’orso nero che, con una zampata, abbatte la porta della camera, durante la notte, e commette le sue atrocità più efferate. Forse ci si dimentica che oggi le azioni più efferate sui bambini sembra siano commesse proprio da chi ha preso i voti per difenderne l’innocenza. E si tratta di organismi con due arti e senza coda, a parte quella del diavolo per chi ci crede. E allora dalli all’orso cattivo che, se viene a contatto con qualche villeggiante che sta facendo il picnic può diventare un pericolo mortale. Infatti i morti per l’attacco di orsi inferociti sono all’ordine del giorno. Basta mettere giù la tovaglietta sull’erba vicino al bosco, tirar fuori i piatti di carta e i panini al formaggio che, sul limitare del bosco, compare un “Grizzly” incazzato per non essere stato invitato a tavola. E sono morti e feriti, come riportano quotidianamente giornali e TV. Figuratevi che ci sono dei cretini, che passano settimane intere appostati con macchine fotografiche e telecamere e, quando va bene, riescono a osservarne le tracce. Forse non avevano i panini col formahhio buono..
I lupi poi… veri esseri sanguinari. Pensate che nelle alte valli piemontesi, branchi di questi carnivori selvaggi e temerari, hanno osato fare polpette di oltre 50 pecore. Sì, d’accordo, diranno i soliti animalisti estremisti,“Anche i lupi hanno diritto a mangiare e a far sopravvivere la prole”, ma che se ne vadano a predare cervi e caprioli, marmotte e volpi e lascino stare le greggi al pascolo. L’assessore all’agricoltura della regione, tal Claudio Sacchetto dice che “ci vuole buonsenso”, nel senso che è ora di abbattere i lupi perché “lo chiede la montagna esasperata da agguati e aggressioni”. E’ ora di finirla con questo eccesso di protezioni internazionali, per l’assessore, insensibili, come il nostro Ministero, ai problemi degli allevatori e dei pastori. E qui casca l’a…ssessore. Gli interessi economici di pastori e allevatori. Chissenefrega di lupi e orsi, leciti abitanti di forre d’altitudine, l’importante è produrre latte, sempre più latte, agnelli, sempre più agnelli. Poi, se non li salva la Lega, gli allevatori si beccano sanzioni, ampiamente previste, per avere sfondato più volte il tetto di produzione, ma l’importante è spremere mammelle sempre più gonfie, sempre più tronfie, in montagna come in pianura, in onore all’intensività di allevamenti che hanno perso, nello spremere gli animali fino all’osso, la dignità stessa del termine.
Ma come facevano i nostri vecchi pastori, quando lupi e orsi c’erano davvero? Mandrie guardate a vista, notte e giorno, conoscenza millimetrica del territorio, cani che controllavano le greggi come l’unico loro osso da mangiare e rispetto del lupo, non sanguinario selvaggio, ma leale combattente, cui talvolta si doveva sacrificare una pecora zoppa o malata. Ora è più semplice eliminare i lupi. Le mammelle sono gonfie e attendono di essere munte e se arriverà la multa qualcuno provvederà. Intanto si provveda al massacro dei lupi.
29 luglio 2011
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