il bracco nell'iconografia
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ma toglimi una curiosità, dato che escludo che si possano fare previsioni esatte, quale è in percentuale il margine di errore o di casualità in genetica ??lucio -
Dipende, da tante cose, ma soprattutto dal materiale con cui lavori, faccio un esempio se si potesse osservare la trasmittibilità di almeno 3 generazioni precedenti da parte di uno dei due genitori si potrebbero individuare le dominanze e le recessività semplici, più le co-trasuzioni e la lontananza di determinati alleli tramite il calcolo dei ricombinanti.
In pratica più è lontana l'analisi dei discendenti più è possibile essere esatti, con 3 generazioni analizzate bene e quindi intendo anche un' analisi della progenie prodotta si potrebbe arrivare ad una previsione sicura intorno all 80-90% a voler essere drastici comunque non inferiore al 75% quindi il max margine d'errore sarebbe nell'ordine del 25%Commenta
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del canile della caccia bianco arancia (le orecchie di questa cagna sono esemplari) ed il secondo
è Faust presentato dal Cav, SILVA di Pizzighettone, un roano con molto bianco nel
mantello.
Come tutti possono vedere, appaiono molto piu' asciutti ed essenziali dei bracchi di oggi.
I "leggeri" erano ancora piu' asciutti e piu' agili di questi..............lucioCommenta
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L’ allevamento di una razza ha come modello lo standard che non è un optional .
Chi alleva ha le idee chiare su come procedere nel lavoro di selezione, selezione mirata alla perpetuazione – al miglioramento – alla fissazione di caratteri evolutivi positivi.
Allevare non è costruire o snaturalizzare una razza, peraltro gia’ fissata, per il sol gusto di fare mercato o soddisfare i gusti individuali di un determinato settore di utenza .
Il modo e metodo di porsi sul terreno di caccia e l’aspetto morfologico , con tutte le peculiarita’ e prerogative di “razza”, devono permettere l’idenditificazione della “razza” e non il ricorso alla fantasia o all’immaginazione.
Ovviamente chi alleva – dall’accoppiamento al soggetto adulto - e non costruisce ogni giorno sa di mettersi in gioco !
Troppo comodo allevare, selezionare, modificare con la penna o con il pensiero, o addirittura pensando all’incrocio con altre razze, oppure rifarsi alla filosofia del “c’era una volta”!
Qualche nome a caso dei piu’ noti e conosciuti …..fine anni ’80 e prima meta del ‘90 Birt e Bir dei Ronchi, Lupo, Piombo dei Sanchi, Augusto….. per chi ha memoria e li ha visti sul terreno e in Expo’ …erano forse alti 70 cm al garrese, pesavano forse 35/40 Kg. ? forse trotterellavano a qualche cm dai piedi del conduttore ? ; bisognava lavorar di fantasia per identificarli a quale razza appartenessero ?
<O:p
Quanto sono stati usati in riproduzione ????????????
<O:p
Giusto per cronaca e per scienza di qualcuno , io quale “strenuo difensore” (sempre a detta di quel qualcuno disinformato che non conosce ne’ me e ne’ i miei bracchi ) del bracco “pachiderma e salottiero” , usai come stalloni sia il Birt dei Ronchi che il Piombo dei Sanchi e il loro “sangue” è ancora presente nei miei soggetti attuali : vedi Ulisse di Casamassima di V.V.V., Raul di Camassima di Amedeo AQ, Vasco e Zorba di Casamassima di Sodini, Viola di Casamassima di Ciciat ….tanto per citarne qualcuno e il loro peso, la loro statura,ecc.ecc. e il loro modo e metodo di cacciare sono facilmente visibili e riscontrabili.
<O:p
Quindi non vedo quali pachidermi dovrei difendere, privilegiare e salvaguardare !!!!
<O:p
Si riparla anno 2009 , tra l’altro, della razza Aschieri la cui ultima apparizione risale al 1884 con Eva II^ ….se ce la riproponessero oggi senza dirci chi è ….diremmo forse senza indugio ….è un bracco italiano ! ....ho i miei dubbi !<O:p
A mio modestissimo avviso citerei come esempio , attualissimo ancora oggi, la Pola del Crocione.
<O:p
Poi ognuno è liberissimo di sognare, di allevare, di incrociare, di modificare …..chi alleva in modo ufficiale decidera’ sulla scorta di documenti sempre ufficiali se continuare o smettere !
<O:p
Esprimendo il mio pensiero e il mio punto di vista non ho “lapidato” nessuno e questa pratica tribale la respingo al mittente evidentemente esperto di certe usanze, non si confa’ alla mia persona, al mio stile di vita e al mio vissuto braccofilo……del resto…come soleva dire il vecchio saggio : “ognun dal proprio cor…. l’altrui misura” !
<O:pAntonio CasamassimaCommenta
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L’ allevamento di una razza ha come modello lo standard che non è un optional .
Chi alleva ha le idee chiare su come procedere nel lavoro di selezione, selezione mirata alla perpetuazione – al miglioramento – alla fissazione di caratteri evolutivi positivi.
Allevare non è costruire o snaturalizzare una razza, peraltro gia’ fissata, per il sol gusto di fare mercato o soddisfare i gusti individuali di un determinato settore di utenza
modificate in funzione delle necessità e delle richieste degli utenti ?? basta guardare i setter in italia.....
Il modo e metodo di porsi sul terreno di caccia e l’aspetto morfologico , con tutte le peculiarita’ e prerogative di “razza”, devono permettere l’idenditificazione della “razza” e non il ricorso alla fantasia o all’immaginazione.
Troppo comodo allevare, selezionare, modificare con la penna o con il pensiero, o addirittura pensando all’incrocio con altre razze, oppure rifarsi alla filosofia del “c’era una volta”!
e perché "troppo comodo" mi pare invece che sia scomodissimo ed estremamente difficile
E' molto piu' facile rimanere nella "corrente" e farsi trasportare
Qualche nome a caso dei piu’ noti e conosciuti …..fine anni ’80 e prima meta del ‘90 Birt e Bir dei Ronchi, Lupo, Piombo dei Sanchi, Augusto….. per chi ha memoria e li ha visti sul terreno e in Expo’ …erano forse alti 70 cm al garrese, pesavano forse 35/40 Kg. ? forse trotterellavano a qualche cm dai piedi del conduttore ? ; bisognava lavorar di fantasia per identificarli a quale razza appartenessero ?
<o></o>
Giusto per cronaca e per scienza di qualcuno , io quale “strenuo difensore” (sempre a detta di quel qualcuno disinformato che non conosce ne’ me e ne’ i miei bracchi ) del bracco “pachiderma e salottiero” , usai come stalloni sia il Birt dei Ronchi che il Piombo dei Sanchi e il loro “sangue” è ancora presente nei miei soggetti attuali : vedi Ulisse di Casamassima di V.V.V., Raul di Camassima di Amedeo AQ, Vasco e Zorba di Casamassima di Sodini, Viola di Casamassima di Ciciat ….tanto per citarne qualcuno e il loro peso, la loro statura,ecc.ecc. e il loro modo e metodo di cacciare sono facilmente visibili e riscontrabili.<o></o>
Quindi non vedo quali pachidermi dovrei difendere, privilegiare e salvaguardare !!!!
<o></o>
comprende e dei giudici che li preferiscono a cani piu' agili ed alla SABI che conosce il problema e non lo affronta, non comprendo perché tu reagisca come se qualcuno avesse fatto anche un minimo accenno a te ed ai tuoi bracchi.
Si riparla anno 2009 , tra l’altro, della razza Aschieri la cui ultima apparizione risale al 1884 con Eva II^ ….se ce la riproponessero oggi senza dirci chi è ….diremmo forse senza indugio ….è un bracco italiano ! ....ho i miei dubbi !<o>
facendo un grosso torto ad una antica e radicata tradizione, ma quelli erano VERI e GRANDISSIMI bracchi italiani
ed il fatto che oggi alla vista non rammenterebbero la razza (quella di oggi) dovrebbe far riflettere al perché
di certi cambiamenti, io invece mi domanderei perché i bracchi di oggi non sarebbero riconosciuti come tali da
un Aschieri.
</o>
Poi ognuno è liberissimo di sognare, di allevare, di incrociare, di modificare …..chi alleva in modo
ufficiale decidera’ sulla scorta di documenti sempre ufficiali se continuare o smettere !
<o>i sogni sono leciti e lo sono anche le preferenze, i riscontri si possono avere in molti modi , anche al di fuori
dei canali "ufficiali" che sono in costante perdita di credibilità, mentre sarebbe fondamentale avere delle
indicazioni che ci facciano capire dove vogliamo andare con la razza,
se finalmente si unifica il tipo o se si continua con forbici assurde , che non trovano riscontro in nessuna
altra razza con differenze di peso ammesso del 60 per cento !!!! (da 25 a 40 kg.)
che io non concepisco e che invece a molti a quanto pare vanno benissimo.
Nessun caso personale, io stesso preferisco i leggeri e mi trovo con soggetti dai 34 ai 35 kg. questo non puo' voler dire che io li voglia così , né cambia una virgola di quanto auspico per la razza, non dispongo di un parco cani tale da poter creare una corrente di sangue autonoma. Resta che , in base allo standard, va tutto bene, pesanti, leggeri, mezzi e mezzi, grossi , agili, dalle caratteristiche marcato tanto o poco, le discussioni piu' frequenti sono sui colori, che con l'efficacia c'entrano come i famosi cavoli a merenda o sull'inclinazione della groppa che prima era forte poi Ciceri l'ha portata a 30° ma oggi se anche è meno inclinata è meglio.......ma se dobbiamo andare a caccia con un asinello sardo o con un mastino napoletano o con un cane , non interessa a nessuno......... e va bene così, ma almeno sognare ....me lo si conceda.
</o>lucioCommenta
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certo che li conosco ma NON sono "leggeri" bensì "pesanti" , la prima mi sembra che sia una cagna del canile della caccia bianco arancia (le orecchie di questa cagna sono esemplari) ed il secondo è Faust presentato dal Cav, SILVA di Pizzighettone, un roano con molto bianco nel mantello. Come tutti possono vedere, appaiono molto piu' asciutti ed essenziali dei bracchi di oggi.
I "leggeri" erano ancora piu' asciutti e piu' agili di questi..............
La cagna è Leda III prop. conte Carignani di Torino... comunque cerco di correggere il tiro prendendo spunto dal libro di Vecchio (1897), un bracco (grande) ed uno leggero... l'immagine di Eva II (linea aschieri) non la metto, in quanto ritengo che abbia ragione Casamassima, non mi sembra un prototipo di tipicità.Bruno Decca
"Multi sunt vocati... pàuci vero electi"Commenta
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Caro Lucio allora questa volta t'è sfuggito qualche passaggio !
Nulla di personale .
Ripeto ognuno è libero di pensarla come vuole !Antonio CasamassimaCommenta
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File allegatiAntonio CasamassimaCommenta
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Eva è invece un prototipo del "bracchetto" guardato con gli occhi di allora, cosa le criticate ? lo scarso labbro ?? o le linee cranio facciali, o la poca giogaia, o gli arti troppo asciutti ? o le orecchie corte ?? il mantello con troppo bianco ?
nessuna di queste caratteristiche ha la minima attinenza con la caccia io invece ne ammiro la struttura forte, con torace ampio e cerchiato, posteriori ben angolati, spalla ben obliqua, muscolatura ben visibile e sviluppata ...........
un perfetto "bracchetto" se lo preferite un cane da ferma italiano a pelo raso, di taglia contenuta costruito in modo essenziale, senza concessioni a particolari non funzionali , perfettamente nella tradizione del bracco leggero italiano,
già bello e pronto quando avevano appena iniziato la selezione per formare il moderno DK.lucioCommenta
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....se posta in questi termini....allora la scelta si basa sulla sola struttura e indipendentemente dalla razza ?Antonio CasamassimaCommenta
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no , allora i leggeri erano così, li critichiamo con gli occhi di oggi,
allora lo standard non c'era ed i bracchi si ricordavano per la linea di sangue di appartenenza e soprattutto per la efficacia venatoria e gli Aschieri erano celebratissimi, tanto che li utilizzava anche il Re d'Italia.
Non possiamo giudicare i cani di ieri con gli occhi di oggi,(casomai il contrario) quella era la vera e vivente tradizione del bracco leggero, che contrariamente a quanto affermato da molti, non era un bracco piu' piccolo e piu' leggero, ma sostanzialmente uguale a quello pesante, bensì una razza AUTONOMA e riconosciuta come tale.lucioCommenta
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Tra tutte le cose che si sono evolute iniziando dal territorio e poi .... i criteri selettivi e le conoscenze di allora non sono quelle di oggi.Antonio CasamassimaCommenta
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