Quando rientro passo in mezzo ad una ventina di persone, vestiti da caccia (non ho detto cacciatori)e con accento pugliese. Aspettano il furgone che li portera' a fare una battuta alla lepre, rastrellando campi e campi e ammazzando qualche centinaio di lepri.
Gli passo in mezzo. Sento "e' un bracco italiano", non mi giro e proseguo, prima di entrare in albergo sento lapidaria " e' pane perso!" e non ce la faccio e mi volto.
Mi rivolgo al gruppo e chiedo di farsi avanti chi ha detto quella frase perche' vorrei argomentare. Vengono da me in quattro ma nessuno ha il coraggio di dirmi. Si sprecano i complimenti per il cane. " E' bello, peccato sbava", replico : "le sembra stia sbavando?", dice " si, ma non vanno e poi non hanno fisicita'", replico: " ma lo vede il cane che ha davanti? " (quasi gli scoppiano le chiappe dalla muscolatura che ha), " bene si, ma...."
Al che replico: " ...senta, facciamo cosi', quest'oggi invece di andare a rastrellare lepri perche' non viene a caccia?" (mi guarda stranito), continuo: "perche' non prende il fucile e viene con me e il bestio? e cosi vede se e' pane perso oppure no!" e concludo: "certo pero' poi quando il cane e' in ferma li deve cogliere.. non che poi vanno via, vero?".
L'invito era serio... forse finche' non si tocca con mano certi pregiudizi non spariscono e forse nemmeno cosi...
Ma cosa si credono che noi cacciatori con i bracchi italiani siamo semplicemente rincoglioniti che non ci prendiamo un setter o altro? brutta cosa i pregiudizi... specie se tramandati con il passa parola.
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