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Comincio a pensare che chi sostiene le tesi sopra quotate non sappia nemmeno dove cominciare l'addestramento di un cucciolo al "terra" con metodo normale. Per non parlare poi del caso di un cane adulto.
lei é libero di pensare e scrivere tutto quello che le pare , ma anche io ed ho cominciato ad addestrare cani ed a vedere addestrare cani che avevo 10 anni ed ora ne ho 73 e conincio ma pensare che lei abbia letto il libro di felice delfino e altri testi ma di cani ne abbia addestrati pochi.
Io non cerco di imporre proprio niente, mi limito a riportare le mie esperienze, dirette e i ndirette, cioé quelle fatte giuardando famosi addestratori
ognuno poi é libero di fare come crede, saranno poi i risultati a fargli capire quali siano i metodi che danno risultati pratici .
... conincio ma pensare che lei abbia letto il libro di felice delfino e altri testi ma di cani ne abbia addestrati pochi.
Forse non mi crederà, ma ha dipinto il quadro esatto che io mi sono fatto di Lei.
Quanto al Delfino, mi creda ancora una volta: non so nemmeno di chi Lei stia parlando. Nessun rapporto con cetacei, almeno fino ad ora.
E nessun testo, caro il mio signore. Solo praticaccia pura. Quello che ho citato, di Cesar Millan (Che tra l'altro è un testo modernissimo e ... guarda caso ... contempla il "terra" ancora oggi, nel 2013. E lo fa riferendosi ai cani in generale, compresi quelli da compagnia. Infatti l'esempio che porta, vede uno Schnauzer nano come protagonista non traumatizzato. Ma vale anche per qualsiasi cane da caccia e per tutti gli altri ... fino al pitbull.), l'ho comprato per farne dono a una mia nipote a cui qualcun altro aveva regalato, per l'appunto, uno Schnauzer nano. Gliene consiglio caldamente la lettura: chissà, potrebbe anche giovarLe.
Abbiamo avuto altri scambi da quando mi sono permesso di scrivere due righe in questo Forum, durante i quali Lei mi ha più o meno tacciato di non essere al passo coi tempi. Sottintendendo che, accidenti, come poteva parlare uno che era rimasto a 50 anni fa? Al che mi ero fatto l'idea di aver a che fare con un giovane rampante, magari un po' troppo entusiasta ma da comprendere, proprio perché giovane, e da assecondare. Invece ora scopro che Lei ha più o meno la mia età.
Non mi dilungo oltre.
...Ritornando alla discussione, non sono ancora riuscito a capire come mai il cane dopo aver fermato e abboccato la preda di colpo va contro i suoi interessi cambiando metodo di cerca.
Che dire? Purtroppo capita. A me è successo, qualche volta. Quella che secondo me può essere una spiegazione l'ho indicata in un messaggio precedente: bizzarrie legate al raggiungimento della maturità. Lei ha fatto un ragionamento di buona logica, ma forse nemmeno la Sua è la vera spiegazione. Lo dico perché, riconoscendo la responsabilità che abbiamo verso questi ausiliari, ben raramente ho tenuto più di un cane per volta. Cioè sento che, dovendo dividere le mie attenzioni su più soggetti, non riuscirei a dare a ciascuno quanto gli è dovuto. Queste considerazioni valgono per la mia persona, sia chiaro: altri possono benissimo sentirsi capaci di gestirle, tali situazioni, ... e avere successo. Comunque, per quanto ho detto, io mi sono quasi sempre limitato a un solo cane. E Le assicuro che, specialmente durante la crescita e sino ai tre anni, mi sono sempre sforzato di fare del cane la mia ombra. Sempre con me, quando possibile, e sempre sotto addestramento (nei limiti della capacità del soggetto di prestare attenzione). Così ho sempre ottenuto cani che a 5-6 mesi già potevano interpretare ogni mio gesto, ogni mio tono di voce, e
che già rispondevano ai vari comandi come soldatini. Compreso il famoso "terra", che però io considero un comando da completare molto progressivamente, nell'addestramento, giungendo a dargli l'assetto finale verso i due anni.
Ebbene, anche in tali condizioni, con 2 cani maschi di 12-18 mesi, di cui si sarebbe detto che gli mancava solo la parola, le disavventure lamentate dal sig. Fiorucci sono capitate anche a me. Responsabili i caprioli, quelli a un certo punto partivano e, se si portavano fuori mano ... addio. Quei cani il "terra" lo padroneggiavano già abbastanza, per cui, una volta compreso come stavano le cose (come dice il sig. Ziron, bisogna drizzare le orecchie e capire quando il cane capita sull'usta), mi è stato relativamente facile ovviare all'inconveniente. Ma io, io personalmente, senza questo comando tanto discusso qua dentro, non saprei come fare.
Questo fenomeno, che noi chiamavamo "la rottura", è puntualmente apparso in ogni generazione canina ed è conosciuto in ogni consesso di cacciatori cinofili. Nel passato, per mettervi fine si è purtroppo ricorsi a metodi anche violenti. Volendoli ad ogni costo evitare, io ho preferito armarmi di pazienza e dotare me e i miei cani di uno strumento indolore, che può essere appreso dal cane in modo piacevole (l'apprendimento avanza e si consolida a suon di bocconcini), e che ci può assistere in quasi ogni situazione.
---------- Messaggio inserito alle 01:24 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 01:14 PM ----------
Originariamente inviato da Amedeo AQ
Ciao Salesman
mi potrebbe dire qualcosa in più di questi due bracchi? genealogia ecc.
Grazie per quanto finora.
Amedeo AQ
Ciao Amedeo. Ti riferisci ai due cani raffigurati con la bambina che li tormenta? Ti informo che sono cani di 45 anni fa. Ti interessa lo stesso saperne di più? Salutami la Marsica, Avezzano, Tagliacozzo, tutto l'Abruzzo, che io amo come fosse la terra mia.
Cordialità.
Forse non mi crederà, ma ha dipinto il quadro esatto che io mi sono fatto di Lei.
Quanto al Delfino, mi creda ancora una volta: non so nemmeno di chi Lei stia parlando. Nessun rapporto con cetacei, almeno fino ad ora.
E nessun testo, caro il mio signore. Solo praticaccia pura. Quello che ho citato, di Cesar Millan (Che tra l'altro è un testo modernissimo e ... guarda caso ... contempla il "terra" ancora oggi, nel 2013. E lo fa riferendosi ai cani in generale, compresi quelli da compagnia. Infatti l'esempio che porta, vede uno Schnauzer nano come protagonista non traumatizzato. Ma vale anche per qualsiasi cane da caccia e per tutti gli altri ... fino al pitbull.), l'ho comprato per farne dono a una mia nipote a cui qualcun altro aveva regalato, per l'appunto, uno Schnauzer nano. Gliene consiglio caldamente la lettura: chissà, potrebbe anche giovarLe.
Abbiamo avuto altri scambi da quando mi sono permesso di scrivere due righe in questo Forum, durante i quali Lei mi ha più o meno tacciato di non essere al passo coi tempi. Sottintendendo che, accidenti, come poteva parlare uno che era rimasto a 50 anni fa? Al che mi ero fatto l'idea di aver a che fare con un giovane rampante, magari un po' troppo entusiasta ma da comprendere, proprio perché giovane, e da assecondare. Invece ora scopro che Lei ha più o meno la mia età.
Non mi dilungo oltre.
ho addestrato prima con i metodi tradizionali ed in seguito con quelli piu' avanzati, setter, spinoni e bracchi italiani e parlo di ESPERIENZE non di letture varie e avrei proprio voluto vedere come avrebbe fatto ad inculcare il terra ad un soggetto come Laerte mentre inseguiva un capriolo senza ustlizzare metodi diciamo "invasivi" ed oltre alle mie personali esperienze ho avuto modo di vedere all'opera addestratori professionisti come Semino, Anderbegani, Marchesi, Bottani per citarne solo alcuni con i quali ho avuto frequentazioni piu0 consistenti e tutti erano della mia stessa opinione. Comunque lei tenga i suoi convincimenti che io mi tengo i miei e penso di poterli scrivere come lei scrive i suoi.
Ciao Amedeo. Ti riferisci ai due cani raffigurati con la bambina che li tormenta? Ti informo che sono cani di 45 anni fa. Ti interessa lo stesso saperne di più? Salutami la Marsica, Avezzano, Tagliacozzo, tutto l'Abruzzo, che io amo come fosse la terra mia.
Cordialità.
si grazie.
aspettiamo però il racconto di qualche cacciata alle quaglie e starne dalle mie parti.
grazie
Nec sine Marsis nec contra Marsos triumphari posse
Vista la mia scarsa esperienza di cinofilo addestratore, che ne pensate di rivolgermi e metterlo in mano ad un professionista che lo prenda con mano esperta e lo corregga?
Carlo
Allora intanto se vuoi anche la mia.....questa sarebbe una cosa sensata. Ad ognuno il suo mestiere, se non ce la fai è meglio rivolgersi ad un professionista che saprà aiutarti ed eventualmente correggere il cane.
Poi, se posso permettermi, dico per esperienza diretta, che non sono pochi quei soggetti di Bracco Italiano che alle prime uscite sfoderano trotto e atteggiamenti di razza, poi prendendo sempre più passione passano oltre andando a praticare andature più spinte e non sempre ortodosse.
Comunque, il cane è giovane e credo ci siano ancora i tempi giusti anche se certi "vizi" sono difficili da eradicare, specialmente con soggetti non molto in mano. In bocca al lupo [:-golf]
Poi, se posso permettermi, dico per esperienza diretta, che non sono pochi quei soggetti di Bracco Italiano che alle prime uscite sfoderano trotto e atteggiamenti di razza, poi prendendo sempre più passione passano oltre andando a praticare andature più spinte e non sempre ortodosse.
Comunque, il cane è giovane e credo ci siano ancora i tempi giusti ...
Sono d'accordo al 100%. Personalmente, però, ritengo che il problema principale sia come evitare che il cane si perda dietro a lepri e ungulati. E che sia molto difficile trovare bracchi, specie se giovani, che a caccia rispettino il trotto regolamentare. E, sempre personalmente, trovo che il tipo di galoppo che certi bracchi, specie se cacciatori consumati, sfoggiano sul terreno di caccia, non sia affatto brutto da vedere. Mi riferisco a quel galoppo lento e molto cadenzato che permette al cane di mantenere ancora la testa abbastanza alta, in una postura tutto sommato gradevole.
Personalmente, però, ritengo che il problema principale sia come evitare che il cane si perda dietro a lepri e ungulati
Questa è la nota dolente di tutti noi (mi metto anche io nel mezzo) cacciatori che praticano ambienti fortemente colonizzati dagli ungulati. L'unica cosa che mi viene in mente è la mano ferma del conduttore, poi che si applichi il metodo dolce o quello duro, l'importante è la costanza e la fermezza.
come già detto , molti bracchi a furia di vedere e di inseguire inutilmente gl ungulati, si stancano da soli ed imparano ad ignorarli, ma quando capita quello assatanato bisogna intervenire con molta fermezza.
Ma il pistare é un'altra cosa , se per esempio si cacciano spesso lepril conigli e minilepri con il cane che le scova e che le riporta, é fatale che impari a pistare , cosi' come impara a pistare se si trova a dover risolvere su fagiani smaliziati e pedonatori.
Il cane esperto imparerà a pistare solo quando necessario ed é proprio perché faccia esperienza che ho consigliato di portarlo sulle starne (o sui beccaccini) magari evitando per quanto possibile, col cane giovane, di andare a lepri, conigli e minilepri.
Personalmente, però, ritengo che il problema principale sia come evitare che il cane si perda dietro a lepri e ungulati.
Il problema principale è quello che dopo l'inseguimento il cane deve rientrare velocemente e prontamente per rimettersi a disposizione del padrone. Un breve inseguimento non ha mai fiaccato nessun cane e non ha rovinato terreno buono per la caccia alla selvaggina perseguibile con il cane da ferma.QUOTE]
Il problema principale è quello che dopo l'inseguimento il cane deve rientrare velocemente e prontamente per rimettersi a disposizione del padrone. Un breve inseguimento non ha mai fiaccato nessun cane e non ha rovinato terreno buono per la caccia alla selvaggina perseguibile con il cane da ferma.QUOTE]
concordo sul concetto, ma dobbiamo metterci daccordo sul termine "breve"
da 50 a 100 metri (notate che 100 metri sono la lunghezza di un campo di calcio) mi puo' star bene , se il cane invece scompare alla vista e ritorna dopo qualche minuto é tollerabile , ma sarebbe meglio che non lo facesse, se i minuti diventano piu' di 5 (reali, lo dico perché a volta il cacciatore é ansioso e dopo un paio di minuti di attesa si agita come fosse passata mezz'ora), non é accettabile ed infine la cosa migliore sarebbe che il cane gli ungulati li ignorasse del tutto.
Il problema principale è quello che dopo l'inseguimento il cane deve rientrare velocemente e prontamente per rimettersi a disposizione del padrone. Un breve inseguimento non ha mai fiaccato nessun cane e non ha rovinato terreno buono per la caccia alla selvaggina perseguibile con il cane da ferma. QUOTE]
Quando dico "non deve perdersi" intendo proprio quanto tu affermi qui. Infatti ben raramente nella caccia pratica si è nelle condizioni di fermare il cane nel momento esatto in cui capita sull'odore. (Per quanto ne so io, solo la caccia a quaglie lo consente, soprattutto per la facilità del terreno e per il fatto che il cane è sempre sotto strettissimo controllo. E il selvatico "tiene", poco importa quanto rumoroso tu possa essere). In altre caccie, e specialmente su terreno accidentato o coperto, tale controllo risulta difficile e quindi il cane ha più libertà di azione al momento dello schizzo. Una corsetta la si può tollerare, seguita da un rientro veloce e scodinzolante. Ma "perdersi" è un'altra cosa.
.................................................. cosi' come impara a pistare se si trova a dover risolvere su fagiani smaliziati e pedonatori.
.................................................. .................................
Questa era la norma un tempo ( io ricordo fine anni ' 50 primi anni '60 ).
Infatti, i vecchi cacciatori col cane da ferma maledivano l' introduzione del fagiano ( di cui, allora, qualche esemplare usciva dalle riserve private di caccia ).
concordo sul concetto, ma dobbiamo metterci daccordo sul termine "breve"
da 50 a 100 metri (notate che 100 metri sono la lunghezza di un campo di calcio) mi puo' star bene , se il cane invece scompare alla vista e ritorna dopo qualche minuto é tollerabile , ma sarebbe meglio che non lo facesse, se i minuti diventano piu' di 5 (reali, lo dico perché a volta il cacciatore é ansioso e dopo un paio di minuti di attesa si agita come fosse passata mezz'ora), non é accettabile ed infine la cosa migliore sarebbe che il cane gli ungulati li ignorasse del tutto.
Per "breve" sono d'accordo su quello che hai scritto è esattamente quello che intendo. Per un cane giovane ben collegato fra andata e ritorno 3 minuti sono accettabili se consideriamo che il cane giovane potrebbe avere qualche problema nel ritrovare il punto dove per l'ultima volta ha visto il suo padrone. Per ricongiungersi al padrone nel più breve tempo possibile non dipende solo dal cane, dipende anche dal padrone e dal suo modo che ha di condurre il cane. Quindi se il cane impiega venti minuti per ricongiungersi al padrone non è detto che li ha spesi tutti nell'inseguimento, potrebbe anche essere che tre li ha spesi nell'inseguimento e 17 li ha spesi per ritrovare il padrone che si è messo a cercarlo.
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Stavolta Adriano Botto, Selezionatore e Pointerman di Fama, pur mantenendo la sua proverbiale eleganza e buona educazione, era stato alquanto incisivo:...
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24-03-24, 12:16
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