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Prego gli esperti del Forum di raccontarmi, se ne hanno voglia, la storia di questa razza. (o di indirizzarmi su qualche discussione vecchia)
Io ho letto veramente poco e nulla, principalmente Fiorone (153 razze di cani) e pochissimo altro.(bene accetti anche consigli per gli aquisti di libri!)
La cosa che mi incuriosisce di più è il tipo di caccia che questo cane faceva in origine, e per cui è stato inizialmente selezionato il tipo.
Essendo una delle razze da ferma più antiche (qualcuno dice la PIU' antica...progenitrice di tutte le altre), veniva selezionato ed utilizzato fin dal medioevo, quando per poter cacciare con profitto lanciando le reti, si cominciò ad addestrarlo e incoraggiarlo alla ferma, che altro non è che la dilatazione dell'attimo in cui il predatore si immobilizza prima di ghermire la preda.....selezionandolo da allora tenendo in particolare considerazione proprio questa qualità...ma qui zio Lucio saprà dirti cose molto più interessanti.
Ilbraccoitaliano.net il forum sulla caccia e la cinofilia
Con stima
Cosa sarebbe la Caccia senza gli Autori che hanno lasciato pagine indimenticabili sulla grande avventura cacciatoresca? Un mondo meraviglioso perduto. Quadri di passione, inni alla Natura, agli animali e agli uccelli: un mondo libero nella palestra in cui si svolge l’attività venatoria, fatiche e riposi, delusioni e gioie, visioni irripetibili.
é un argomento che per essere spiegato esaurientemente richiederebbe molte pagine, ci sono testi del Benasso, del Manfroni e il piu' interessante, a mio personale avviso, quello di Adelio Cancellari. Cerchero' di essere sintetico al massimo : come dice Fabeyboc, il bracco é probabilmente la piu' antica razza da ferma insieme con gli spaniels. All'inizio il cane fermava e uomini a piedi o a cavallo ricoprivano con una rete cane e selvaggina che poi facilmente catturavano. Il bracco italiano era fino al 1923 , allevato con due razze differenti : il bracco leggero o bracchetto, utilizzato in collina montagna, piu' agile e leggero e piu' adatto a questi terreni ed il grande bracco, detto nobile, che cacciava prevalentemente nei terreni pianeggianti e spesso paludosi. La selvaggina cacciata era prevalentemente costituita da pernici per il leggero e da beccaccini ed anatidi per il pesante , i leggeri erano allevati nell'appennino e nella fascia alpina pedemontana , i pesanti nella pianura padana. La prima guerra mondiale fu esiziale per la razza che già nell'ottocento aveva conosciuto una decadenza qualitativa dovuta a fattori socio-economici con conseguente alimentrazione poco calorica e consanguineità, la guerra porto' alla scomparsa di molti allevamenti e cosi' per ridare una certa consistenza al bracco , le due razze furono unite, ammettendo (sciaguratamente) i massimi di peso e taglia dell'una con i minimi dell'altra, ma in pratica fu preferito il pesante , con la scusa che nel leggero vi fossero eccessivi rinsanguamenti col pointer ( che per altro aveva migliorato tutte le razze a pelo raso. Alla fine della seconda guerra mondiale la razza era quasi distrutta sia qualitativamente che numericamente, due allevatori furono i protagonisti della risoperta della razza, paolo Ciceri ed Edmondo Amaldi, in seguito una selezione basata sui soggetti piu' performanti ha ridato vigore alla razza, ma non si ebbe (e nemmeno lo si ha oggi) il coraggio di definire il tipo lasciando che convivessero gazzelle e bufali e contemporaneamente la "moda" delle expo ha sviluppato, al di là del già permissivo standard , parecchi particolari morfologici finendo spesso (troppo spesso ) in ipertipo sviluppando oltre ogni logica , alcuni particolari morfologici non funzionali privilegiando orpelli e strutture che penalizzano il cane da caccia . Oggi la razza soffre ancora di consanguineità endemica anche se sono , fortunatamente , disponibili soggetti venatoriamente adatti, pieni di passione e con tempra forte. Ma la competizione fra cacciatori e amanti del bracco da compagnia, continua a penalizzare la razza e la società specializza non trova il coraggio per unificare il tipo diminuendo la enorme forbice fra i minimi ed i massimi di taglia e peso ammessi dallo standard.
Scusami ma perchè non lo pubblichi così possiamo vederlo tutti?
Scusa, mi potresti spiegare come publicare documenti sul sito??[:-bunny] oltre ovviamente a iniziare una discussione e postare le foto delle pagine.
(nel caso, sai mica come regolarsi coi diritti d'autore??)[:-bunny].
Io ho diversi documenti presi qua e là di interesse più che altro venatorio, come dispense di corsi, manualistica americana etc.. se possibile mi farebbe piacere condividerle[:-golf].
Grazie!
PS: Grazie a tutti per le risposte tempestive... e stimolanti!
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E ti risponderá chi è più competente di me in materia (anche per quanto riguarda i diritti d'autore).
Per creare un nuovo thread, non devo spiegarti, lo fai giá da solo.
Buon proseguimento.
Navigando in rete ho trovato un articolo piuttosto completo e aggiornato sul BI. E' una sintesi sulla storia e impiego del BI dalle origini fino al XXI secolo. Ho trovato diverse risposte alle mie domande.
Vi posto il link:
A colloquio con Lucio Marzano, allevatore e giudice, per meglio conoscere un’antica razza di cani da caccia, perfetta per il cacciatore moderno in cerca di emozioni classiche
E' un'intervista a un signore che il Bracco Italiano lo ama e lo conosce davvero! (e si impegna anche nella divulgazione!!)
Per la storia del bracco a me piace particolarmente il libro del Benasso. Spiega come il bracco proviene dal limier, commenta lo stile di ferma del bracco nel Liber Ruralia Commodorum di Pietro De' Crescenzi, nel trecento il bracco fermava sia pernici, che quaglie che fagiani perché il cacciatore riuscisse a coprire il terreno con una rete (cane incluso), ma la ferma era insicura e batteva la coda. Poi la ferma è diventata solida con l'apparizione delle armi di fuoco.
Navigando in rete ho trovato un articolo piuttosto completo e aggiornato sul BI. E' una sintesi sulla storia e impiego del BI dalle origini fino al XXI secolo. Ho trovato diverse risposte alle mie domande.
Vi posto il link:
A colloquio con Lucio Marzano, allevatore e giudice, per meglio conoscere un’antica razza di cani da caccia, perfetta per il cacciatore moderno in cerca di emozioni classiche
E' un'intervista a un signore che il Bracco Italiano lo ama e lo conosce davvero! (e si impegna anche nella divulgazione!!)
Grazie ancora Zio Lucio
J. Padella
Grazie Johnny, vorrei solo precisare che non sono giudice perché a mio parere o si fa il giudice o si presentano i cani e non ho mai avuto né richiesto un affisso, perché ho sempre allevato solo per mio personale utilizzo.
PIOMBO E ZONE UMIDE: DALLE AAVV DELLA CABINA SUGGERIMENTI SU COME COMPORTARSI
31 Agosto 2023
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