Derby Continentali Italiani 2018

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  • marco pas
    ⭐⭐⭐
    • Apr 2011
    • 1937
    • marnate
    • bracco italiano

    #181
    Originariamente inviato da Lucio Marzano
    C'é gente che invece di leggere gli standard ufficiali, guarda il proprio bracco e adatta lo standard al proprio cane. Certo si puo' discutere lo standard, ma fintanto che non viene emendato VA APPLICATO , punto e basta.
    Esatto! Non servono super poteri per comprendere quando la coda è ferma o dovrebbe essere in movimento, mentre sull' angolazione finché lo standard non è " chiaro " va bene tutto. In entrambi i casi la coda non influisce nulla sulle capacità venatorie, quindi va sempre bene tutto

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    • Massimiliano
      Amministratore - Fondatore
      • Mar 2005
      • 13342
      • Lugano
      • Luminensis Pointer Fuoco (b/a) Loco (b/n)

      #182
      Originariamente inviato da marco pas
      Esatto! Non servono super poteri per comprendere quando la coda è ferma o dovrebbe essere in movimento, mentre sull' angolazione finché lo standard non è " chiaro " va bene tutto. In entrambi i casi la coda non influisce nulla sulle capacità venatorie, quindi va sempre bene tutto
      Chi non ha dubbi a me invece lascia grandi dubbi !!!
      Io ribalto e dico che è difficike a certe velocità di trotto, esprimere movimento di coda anche se la psiche del cane la asseconderebbe.



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      Massimiliano

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      • Lucio Marzano
        Lo zio
        • Mar 2005
        • 30090
        • chiasso svizzera
        • bracco italiano

        #183
        direi che la sola cosa evidente sia il fatto che il bracco in cerca DEBBA MUOVERE LA CODA , se non lo fa c'é qualcosa che non va o sul piano psichico o su quello genetico. Dicendo "per me " si puo' dire qualunque cosa ma una rimane certa : lo standard si puo' discutere , ma va applicato , a qualcuno puo' anche soggettivamente piacere un cane a tre gambe, legittimo, ma lo standard ne prevede quattro ed é lo standard che fa testo non il gusto del singolo !!! E a scanso di equivoci o bizantineschi tentativi di interpretare lo standard , ribadisco che in merito é CHIARISSIMO : la cerca diligente é allietata da un moto trasversale quasi continuo della coda
        lucio

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        • sly8489
          ⭐⭐⭐⭐
          • Mar 2009
          • 11961
          • Trieste
          • spring spaniel

          #184
          Originariamente inviato da Lucio Marzano
          "la cerca diligente é allietata da un moto trasversale quasi continuo della coda" questo lo standard, non leggo che muova la coda solo quando trotti, certo quando trotta la dovrebbe muovere come un metronomo battendo il tempo del trotto.
          Le immissioni di sangue spurio ci sono state in TUTTE LE RAZZE e certo non giustificano la mancanza di movimento della coda , le immissioni di sangue kurzhaar , laddove ci siano state (rare fortunatamente) hanno cambiato soprattutto il carattere del bracco che é diventato , da dolce ,aggressivo e quindi é facile riconoscerle ed evitare di mettere in razza questi meticci.

          Il cane deve essere equilibrato, se lo è continuerà ad avere sempre lo stesso comportamento dolce. Conosco un bracco italiano che quando il padrone lo lascia in auto fa la guardia e non lascia avvicinare nessuno, fuori dall'auto diventa dolce ed affettuoso con tutti. Non vorrei che la troppa dolcezza finisse a schifezza. I cani non devono essere pericolosi, ma neanche è giusto selezionarli facendoli diventare pecore.

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          • Lucio Marzano
            Lo zio
            • Mar 2005
            • 30090
            • chiasso svizzera
            • bracco italiano

            #185
            Originariamente inviato da Massimiliano
            Chi non ha dubbi a me invece lascia grandi dubbi !!!
            Io ribalto e dico che è difficike a certe velocità di trotto, esprimere movimento di coda anche se la psiche del cane la asseconderebbe.



            Inviato dal mio SM-G960F utilizzando Tapatalk
            Io direi che é possibile con la coda accorciata, con la coda integra invece sarebbe impossibile, ecco un'altra buona ragione per continuare ad accorciare la coda dei bracchi !

            ---------- Messaggio inserito alle 04:52 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 04:46 PM ----------

            Originariamente inviato da sly8489
            Il cane deve essere equilibrato, se lo è continuerà ad avere sempre lo stesso comportamento dolce. Conosco un bracco italiano che quando il padrone lo lascia in auto fa la guardia e non lascia avvicinare nessuno, fuori dall'auto diventa dolce ed affettuoso con tutti. Non vorrei che la troppa dolcezza finisse a schifezza. I cani non devono essere pericolosi, ma neanche è giusto selezionarli facendoli diventare pecore.
            Il carattere dolce é una prerogativa IRRINUNCIABILE e PECULIARE del Bracco Italiano, conseguente all'utilizzo , mentre i soggetti mitteleuropei, richiesti di prestazioni "dure", hanno di conseguenza in generale carattere e temperamento piu' forte. I Braccofili vogliono cani dolci che non hanno nulla a che fare con le pecore , la dolcezza del carattere del bracco porta a collegamento naturale ed a facilità di addestrare il soggetto con metodi dolci. NON dobbiamo confondere la timidezza con la dolcezza !!
            lucio

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            • Massimiliano
              Amministratore - Fondatore
              • Mar 2005
              • 13342
              • Lugano
              • Luminensis Pointer Fuoco (b/a) Loco (b/n)

              #186
              La mia considerazione, al di la della psiche del cane che affronta la cerca in modo piu' o meno gioioso, e' puramente meccanica:

              un andatura di trotto superveloce (ed a questa in particolare mi riferisco adesso) difficilmente si puo' tradurre in un movimento di coda cadenzato che tanto piace a noi tutti. ( come dice Lucio ben presente nello standard di lavoro)

              La velocita' di sgambata lo renderebbe piu frenetico.. o addirittura annullandolo. Mi viene da pensare, ma magari mi sbaglio, che in quel momento la psiche del cane sia piu' vicina all'andatura del galoppo che a quella del trotto. Pensiero che potrebbe essere confermato laddove allo stesso soggetto,rallentando sull'emanazione precedente alla presa di punto, questo movimento di coda ritorni.

              A me un galoppone espresso in modo naturale racconta piu' del cane che uno di questi trotti citati sopra. A me, naturalmente..
              Massimiliano

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              • Lucio Marzano
                Lo zio
                • Mar 2005
                • 30090
                • chiasso svizzera
                • bracco italiano

                #187
                Gli aspetti stilistici (come quelli morfologici) distinguono una razza dalle altre, sono quindi non solo importanti ma fondamentali, senza di essi avremmo solo dei meticci , certo devono essere coniugati alla funzionalità, senza la quale non avrebbero senso.
                Oggi il Bracco italiano sta (io lo spero) vivendo un momento evolutivo importantissimo dopo 90 anni di oscurantismo durante i quali ha perso il favore dei cacciatori , se lavoreremo in favore del bracco cacciatore potremo risalire la china altrimenti dovremo rassegnarci al ruolo di razza di niccha per pochi "passionisti".


                Originariamente inviata da sly8489
                Il cane deve essere equilibrato, se lo è continuerà ad avere sempre lo stesso comportamento dolce. Conosco un bracco italiano che quando il padrone lo lascia in auto fa la guardia e non lascia avvicinare nessuno, fuori dall'auto diventa dolce ed affettuoso con tutti. Non vorrei che la troppa dolcezza finisse a schifezza. I cani non devono essere pericolosi, ma neanche è giusto selezionarli facendoli diventare pecore.



                ancora una volta devo invitare a LEGGERE LO STANDARD DI RAZZA che recita : Occhi: In posizione semilaterale, esprimono bonarietà ed esprimono bonarietà perché il Bracco Italiano é un cane BUONO sia di indole che di temperamentoe questa della bontà é una sua caratteristica peculiare , irrinunciabile e VOLUTA .
                Ultima modifica Lucio Marzano; 01-04-18, 08:45.
                lucio

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                • Fabio
                  Utente fondatore
                  • Mar 2005
                  • 246
                  • Livorno, , Toscana.

                  #188
                  Le due ipotesi forse si incontrano prendendo in considerazione la cronologia dei due eventi: stesura dello standard e esasperazione della velocità nell’andatura di trotto. Quando lo standard fu scritto, probabilmente, nessun bracco raggiungeva le odierne velocità trottando. Ritengo che un trotto spinto come si vede oggi nelle prove di lavoro, frutto di un addestramento specifico teso al perfezionamento del gesto atletico, tolga quella morbidezza ad alcuni atteggiamenti tra i quali il movimento di coda. Un movimento di coda che batta i tempi del trotto moderno sarebbe difficile da immaginare sia per la velocità di oscillazione che dovrebbe avere, sia per la rigidità dovuta all’estremo sforzo muscolare e psichico che è richiesto. Tutto questo potrebbe essere indagato con approccio scientifico per avere se non certezze quanto meno osservazioni obiettive. Le estreme velocità raggiunte da soggetti particolarmente dotati non sarebbero possibili senza un condizionamento specifico, poiché “naturalmente” un quadrupede per raggiungere tali velocità utilizzerebbbe il galoppo in quanto più “economico”.
                  Fabio Casetti

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                  • Lucio Marzano
                    Lo zio
                    • Mar 2005
                    • 30090
                    • chiasso svizzera
                    • bracco italiano

                    #189
                    amio avviso il probema sta nel "NATURALMENTE" , é accettabile un'andatura ottenuta da coercizione ? poi quando fu redatto lo standard di lavoro il trotto era frutto di scarsa salute e passione e di scadimento atletico, NON DI TRADIZIONE sia ben chiaro !!! si mitizzo' l'andatura di poltroni fiacchi e linfatici, si inventarono i filosofi e pensatori , tant'é che quando nel secondo dopoguerra la razza riprese un po' di salute, di passione e di fisicità i pochissimi soggetti ch svettavano sugli altri furono ritenuti meticciati (le polemiche su Umago furono tanto eclatanti quanto in mala fede) e cosi' nacque la braga perché i "mammasantissima" della razza, che ancora fanno i mammasantissima non volevano rinunciare alle loro convinzioni basate sul....nulla e hanno preferito farsi prendere per il c...o che ammettere che un bracco sano e pieno di passione, appena sciolto GALOPPA ! Riguardo alle code non édifficile vedere come la maggior parte siano portate ben ferme e non credo che soggetti del passato come Titano, Giacherebbe, Adelchi, siano stati trottatori piu' lenti di quelli di oggi , certo piu'la coda é corta e piu' facilmente segue il ritmo, se poi é integra non puo' seguirlo. Intanto molto bene col portamento di testa che é essenziale e con la passione , ma ancora troppi sono i bracchi che appena liberati si mettono al trotto e che i giudici continuano a premiare.
                    lucio

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                    • Fabio
                      Utente fondatore
                      • Mar 2005
                      • 246
                      • Livorno, , Toscana.

                      #190
                      Sono solo parzialmente d’accordo con te Lucio, non sono certo che i bracchi siano stati, nella loro totalità, così malmessi, naturalmente non ho una esperienza diretta.
                      Vorrei aggiungere un altro argomento che trae origine da fatti ben noti ai cultori della razza: quando è stato redatto lo standard, trascinati da mode esterofile, non fu tenuta in debito conto una caratteristica tipica del bracco: la diversità! Pur essendo riconoscibile come appartenente alla stessa razza, in Italia, sussistevano bracchi perfettamente adattati ai terreni ed alla selvaggina insidiata, che differivano per caratteristiche morfologiche e per caratteristiche di lavoro, peraltro non scevre da quella mania, tutta italiana, di personalizzare nella continuità.
                      Nell’opera di standardizzazione, ad esempio della statura o del peso, i soci fondatori, cercarono di essere inclusivi, mentre nel codificare i canoni dell’andatura ricercarono l’unicità.
                      Tant’è che scritti noti riportano l’esistenza di bracchetti leggeri, idonei alle cacce montane, che svolgevano la cerca al galoppo. Anche in Toscana esistevano dei “ceppi” che, seppur relativamente leggeri, cacciavano ad una andatura definitiva “galoppo di lavoro”, probabilmente con riferimento all’andatura dei cavalli.
                      Altra considerazione è che questa grande attenzione per le andatura sia estranea agli interessi dei cinofili italiani, fino ai primi anni del 900, quando su emulazione delle razze inglesi ha iniziato ad essere sempre più oggetto di discussione e ricerca, arrivando ad essere avulsa dalla efficacia venatoria.
                      Fabio Casetti

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                      • Lucio Marzano
                        Lo zio
                        • Mar 2005
                        • 30090
                        • chiasso svizzera
                        • bracco italiano

                        #191
                        Originariamente inviato da Fabio
                        Sono solo parzialmente d’accordo con te Lucio, non sono certo che i bracchi siano stati, nella loro totalità, così malmessi, naturalmente non ho una esperienza diretta.
                        fino alla prima guerra mondiale c'erano tante linee di sangue braccosia fra i "leggieri" che fra i pesanti, dopola guarra erano scomparse e cosi' fecero il pateracchio unendo le due razze, ma senza fissarne un "tipo".Se con questo siano stati "malmessi"o meno la lascio decidere a te

                        Vorrei aggiungere un altro argomento che trae origine da fatti ben noti ai cultori della razza: quando è stato redatto lo standard, trascinati da mode esterofile, non fu tenuta in debito conto una caratteristica tipica del bracco: la diversità! Pur essendo riconoscibile come appartenente alla stessa razza, in Italia, sussistevano bracchi perfettamente adattati ai terreni ed alla selvaggina insidiata, che differivano per caratteristiche morfologiche e per caratteristiche di lavoro, peraltro non scevre da quella mania, tutta italiana, di personalizzare nella continuità.
                        Nell’opera di standardizzazione, ad esempio della statura o del peso, i soci fondatori, cercarono di essere inclusivi, mentre nel codificare i canoni dell’andatura ricercarono l’unicità.
                        a ma sembra che siano stati pococoraggiosi, frettolosi ed abbiano ignorato la storia della razza, ma é solo la mia opinione

                        Tant’è che scritti noti riportano l’esistenza di bracchetti leggeri, idonei alle cacce montane, che svolgevano la cerca al galoppo. Anche in Toscana esistevano dei “ceppi” che, seppur relativamente leggeri, cacciavano ad una andatura definitiva “galoppo di lavoro”, probabilmente con riferimento all’andatura dei cavalli.
                        forse anzi probabilmente é una mia carenza informativa, ma per quanto ricerchi trovo allevamenti di bracchi solo dall'Emilia verso il nord, con tanti leggieri che partono dal parmense e segunedo la linea dell'appennino toccano piemonte e liguria e poi continuano lungo l'arco alpino, con i pesanti invece quasi tutti nella bassa padana

                        Altra considerazione è che questa grande attenzione per le andatura sia estranea agli interessi dei cinofili italiani, fino ai primi anni del 900, quando su emulazione delle razze inglesi ha iniziato ad essere sempre più oggetto di discussione e ricerca, arrivando ad essere avulsa dalla efficacia venatoria.
                        l'attività venatoria in bassa ed alta collina oltre che sulle alpi , rchiedeva andature agili e spigliate anche piu' di un secolo fa e non mi sembra che andature relativamente rapide fossero contrarie agli interssi dei cinofili e dei cacciatori, direi anzi giusto il contrario. Dai un'occhita ai bracchi con l'affisso SESIAE e ti renderai conto che la selezione era arrivata a vertici di funzionalità mai piu' nemmeno avvicinati in seguito.

                        La verità é che distrutto il patrimonio (a causa della guerra) é sembrato piu' facile ricorrerre ad altre razze pronte che rimettere in piedi una lunga tradizione , naturalmente con la complicità dei cinofili del tempo
                        lucio

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                        • silvio roncallo
                          ⭐⭐⭐
                          • Dec 2006
                          • 5650
                          • genova, Genova, Liguria.
                          • spinone

                          #192
                          Originariamente inviato da Lucio Marzano
                          ...... Dai un'occhita ai bracchi con l'affisso SESIAE e ti renderai conto che la selezione era arrivata a vertici di funzionalità mai piu' nemmeno avvicinati in seguito.

                          ne ho trovato uno solo "Sesiae White" primo premio mi pare all'esposizione del ...... 1901!!!!!
                          Cosa sai di questo affisso?
                          silvio

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                          • Lucio Marzano
                            Lo zio
                            • Mar 2005
                            • 30090
                            • chiasso svizzera
                            • bracco italiano

                            #193
                            so che era un allevamento in Val Sesia, zona alpi , ed il fatto che alcuni suoi soggetti fossero stati premiati significa che rientravano negli standard di allora
                            lucio

                            Commenta

                            • silvio roncallo
                              ⭐⭐⭐
                              • Dec 2006
                              • 5650
                              • genova, Genova, Liguria.
                              • spinone

                              #194
                              Originariamente inviato da Lucio Marzano
                              so che era un allevamento in Val Sesia, zona alpi , ed il fatto che alcuni suoi soggetti fossero stati premiati significa che rientravano negli standard di allora
                              siamo ovviamente OT e me ne scuso, ma è interessante la verifica che ai primi del '900 esistessero bracchi leggeri e pesanti e poi i primi siano scomparsi per lasciare il posto ai secondi ( se guardiamo le foto dei primi anni '50/60 sono soggetti di un'altra caratura anche se definiti "medi").
                              Forse perchè il loro posto era stato preso dagli "Inglesi"?
                              E' però un dato di fatto che i "pesanti" hanno continuato a trovare estimatori che non hanno, viceversa, trovato i "leggeri".
                              Francamente non mi so' dare una spiegazione.
                              silvio

                              Commenta

                              • Lucio Marzano
                                Lo zio
                                • Mar 2005
                                • 30090
                                • chiasso svizzera
                                • bracco italiano

                                #195
                                Originariamente inviato da silvio roncallo
                                siamo ovviamente OT e me ne scuso,
                                anche io

                                ma è interessante la verifica che ai primi del '900 esistessero bracchi leggeri e pesanti e poi i primi siano scomparsi per lasciare il posto ai secondi ( se guardiamo le foto dei primi anni '50/60 sono soggetti di un'altra caratura anche se definiti "medi").
                                Forse perchè il loro posto era stato preso dagli "Inglesi"?
                                E' però un dato di fatto che i "pesanti" hanno continuato a trovare estimatori che non hanno, viceversa, trovato i "leggieri".
                                Francamente non mi so' dare una spiegazione.
                                le due razze erano ai minimi termini numerici, alla fine della prima guerra mondiale ed é stato molto piu' facile far ricorso agli inglesi ed alle neo razze continentali che operare sui pochi soggetti rimasti. Vi furono polemiche, in particolare da parte del drammaturgo Nino Berrini , cacciatore di montagna, ma i mammasantissima dell'ENCI non intesero ragioni, accusarono i leggieri di immissioni di sangue pointer quando TUTTE le razze ad inizio del secolo scorso erano state pointerizzate.
                                lucio

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